L’ARTE DELLA PURA DEVOZIONE
DI
BHAKTI PRAMOD PURI GOSWAMI MAHARAJA
PREFAZIONE
In questo libro ho cercato di stabilire coscienziosamente alcune basi delle conclusioni devozionali (Siddhanta), che il mio adorabile maestro spirituale, Nitya Lila Pravista Om Visnupada Srila Bhakti Pramod Puri Goswami Maharaja citava nei sui dialoghi con i suoi discepoli. Sebbene molto semplici, forse per qualcuno potrebbero sembrare argomenti troppo profondi, quindi l’unico modo più adatto per chiarire il contenuto di queste apparenti conclusioni, è la misericordia del Maestro Spirituale, dei Puri Devoti, del Signore Supremo e della nostra completa obbedienza a loro. Per quanto riguarda il Guru Tattva, che allo stadio iniziale potrebbe essere accettato come un principio apparentemente semplice, col tempo, sembra aver assunto un’aspetto spettrale. Nessuno come Srila Pramod Puri Maharaja ha mai espresso un punto di vista così chiaro a riguardo del principio del Guru Tattva, sopratutto, quando ne descrive i particolari nella sua composizione sulle memorie del Suo Maestro Spirituale. Ma, se qualche discepolo continua ancora a mantenere dei dubbi a riguardo dell’autentica posizione del Guru, allora dobbiamo capire che tutte le pratiche devozionali di quel discepolo non daranno mai alcun risultato genuino. In altre parole, la devozione al Maestro Spirituale è l’unico criterio che ci permette di acquisire l’abilità per accedere alle verità spirituali.
Nel primo argomento delle memorie di Srila Prabhupada Bhakti Siddhanta, Srila Gurudeva ci ha illuminati sul vero sentimento di separazione dal maestro spirituale. Questo sentimento si manifesta nella misura in cui il discepolo impegna tutto se stesso, con corpo, mente e intelligenza nell’assimilare e praticare le divine istruzioni del maestro spirituale, perchè tutto questo alla fine lo condurrà inevitabilmente alla misericordia senza causa del Signore. La descrizione di queste divine istruzioni, rappresentano le umili fondamenta di questo libro, compilato al solo scopo di accrescere il sentimento di separazione dal nostro adorabile maestro spirituale. Nella sua composizione su Sri Gaurasundara, sono stati discussi gli insegnamenti stessi di Sriman Mahaprabhu, ed è stato definito in modo semplice, il profilo dei principi della conoscenza (Sambhanda), della pratica (Abhideya) e del fine desiderato (Prayojana). Per quanto riguarda il Sambhanda, Sriman Mahaprabhu ha chiarito molti punti intricati relativi alle conclusioni definitive della natura dell’essere vivente e della sua relazione col mondo materiale e il Signore Supremo. Sri Chaitanya ci esorta ad accettare un maestro spirituale autentico al fine di ottenere l’auto realizzazione.
Lo Srimad Bhagavatam afferma, che dopo innumerevoli nascite in questo mondo materiale, nelle varie specie di esseri viventi, ora, grazie a qualche buona e rara fortuna, siamo riusciti ad ottenere questa vita umana così rara e preziosa, che paragonata ad un vascello, può aiutarci ad attraversare quest’oceano di esistenza materiale, con le sue nascite e morti ripetute. Il maestro spirituale è paragonato al capitano del vascello, venuto per guidarci ad attraversare l’insormontabile oceano dell’esistenza materiale e raggiungere il mondo spirituale. Per combattere le tempeste e gli uragani che assalgono il vascello durante il suo pericoloso viaggio, è necessario un vento favorevole, nella forma della misericordia incondizionata del Signore Supremo. In altre parole, tutti coloro che sono già in possesso di tutte le facilitazioni per attraversare l’oceano delle trasmigrazioni e non approfittano di questa meravigliosa opportunità, devono essere considerati assassini dell’anima. Il nostro amato maestro spirituale, in difesa dei principi della pura devozione, offre diverse spiegazioni dal commentario sullo Srimad Bhagavatm di Srila Visvanatha Chakravarti Takura. Gurudeva ha sempre manifestato una straordinaria capacità mnemonica, con la quale, era in grado di citare molte scritture nei momenti più opportuni della sua predica. I libri più cari a lui erano la Sri Chaitanya Caritamrita di Srila Krisnadas Kaviraja Goswami e la Sri Chaitanya Bhagavata, da cui citava spesso i passatempi esoterici di Sriman Mahaprabhu.
Sua Divina Grazia, Pramod Puri Maharaja cercava sempre di stimolare in tutti, l’urgenza di sviluppare un’attrazione per il Santo Nome, e in un secondo luogo, insegnava a coltivare le qualità della mitezza e dell’umiltà, così com’erano espresse e semplificate negli insegnamenti di Sri Chaitanya. Con grande pazienza ci educava a sforzarci di avventurarci con fede nella dolcezza dell’elevata devozione confidenziale. Le sue spiegazioni sulle glorie del Santo Nome sono state compilate riferendosi a tutte le scritture autorevoli. Quando Srila Gurudeva si riferiva alle glorie del Santo Nome, si atteneva spesso agli scritti di Srila Bhaktivinoda. “Isat vikasi punah dekhaya nija rupa guna citta hari laya Krisna pasa”, colui che si impegna nel servizio di devozione ed è completamente libero da ogni duplicità, quando diventerà completamente arreso al Santo Nome, gradualmente, il Santo Nome stesso gli mostrerà tutte le perfezioni che infine lo condurranno al raggiungimento della piattaforma spirituale più elevata. Con l’intento di accrescere l’entusiasmo e il bisogno per il canto del Santo Nome, Srila Gurudeva narrava spesso dallo Srimad Bhagavatam, gli eccezionali passatempi di Krisna bambino. Una volta madre Yasoda, per calmare la Sua estrema vivacità, cercò di legare Krisna ad un mortaio di legno. Ma, tra lo stupore e la meraviglia, si accorse di non poter legare Krisna con nessuna corda, e ogni volta che ci provava, mancavano sempre due dita di lunghezza. Infine, Krisna vedendo lo sforzo sincero della madre, le permise di legarlo. A questo proposito, Srila Visvanath Cakravarti Takur, commenta che inizialmente l’energia interna del Signore (Yogamaya) impediva a madre Yasoda di legare Krisna, rendendo la corda sempre corta di due dita, ma lo scopo era quello di continuare a facilitare i passatempi infantili del Signore.
Alla fine, quando Krisna vide che Sua madre era molto affaticata, ebbe compassione e mostrando la Sua misericordia incondizionata (Kripa Sakti), si fece legare. Le due dita di corda rappresentano 1) lo sforzo sincero che ogni devoto deve mostrare nelle sue pratiche devozionali e 2) la misericordia incondizionata di Sri Krisna stesso. In verità, furono questi i due fattori che permisero a Krisna di farsi legare. Srila Pramod Puri Maharaja sottolinea una verità fondamentale, quando afferma che Sriman Mahaprabhu enfatizzava di cantare almeno centomila Santi Nomi al giorno. Se pensiamo di ottenere la misericordia del Signore senza compiere alcuno sforzo genuino, allora, questo comportamento poco sincero, non ci aiuterà mai a conquistare il favore del Signore. Tutti i candidati alla vita spirituale dovrebbero fare lo sforzo di cantare almeno 25.000 Santi Nomi al giorno, e in questo modo riusciranno a fare qualche progresso nella loro vita spirituale. Il nostro amato maestro spirituale chiedeva sempre ai suoi discepoli più sinceri di sviluppare una genuina attrazione per il Santo Nome ed evitare di discutere degli argomenti altamente confidenziali. Da tutti i punti di vista, la vita di Srila Pramod Puri Maharaja è stata un grad’esempio di pratica e predica. Nonostante cantasse regolarmente centomila Santi Nomi al giorno, si impegnava costantemente nello scrivere molte composizioni spirituali, allo scopo di propagare il messaggio Divino di Sri Chaitanya. Le registrazioni delle sue innumerevoli composizioni sono la prova evidente della sua predica. Egli era molto esperto nell’arte dell’adorazione delle Divinità. Poichè egli stesso proveniva da una famiglia di adoratori del Signore, possedeva fin da bambino una naturale inclinazione per l’adorazione della Divinità di Sri Krisna. Gurudeva soffriva molto nel vedere anche una minima mancanza nell’esecuzione del servizio alle Divinità. Egli è sempre stato presente a tutte le installazioni delle Divinità della Gaudya Math, inoltre aveva l’abitudine di collezionare i sacri testi antichi e le varie forme delle Divinità del Signore. Nelle occasioni sacre come l’apparizione di Sri Krisna e di tutte le Sue altre Incarnazioni principali, digiunava strettamente tutto il giorno, compiva la cerimonia del bagno alla Divinità, oppure conduceva personalmente la cerimonia del fuoco adatta all’occasione.
Egli assicurava a tutti coloro che mostravano una fede implicita nelle sue divine istruzioni, che se avessero dedicato tutta la loro vita alla sottomissione e all’arresa al Signore Supremo, di sicuro avrebbero potuto attraversare l’oceano dell’esistenza materiale. Prego il mio adorabile maestro spirituale, affinchè possa benedire questo suo discepolo indegno, e farlo rimanere per sempre al servizio dei vaisnava e del Signore Supremo.
Tuo servitore, al servizio di Sri Sri Guru e Gauranga, Bhakti Saran Damodara.
I libri che descrivono le glorie del Signore Supremo, hanno lo scopo di cambiare la vita empia delle persone mondane, e anche se sembrano che siano state scritte in modo irregolare, sono sempre accettate, ascoltate e cantate da tutte le persone sante.
CAPITOLO 1
LE MEMORIE DI SRILA PRABHUPADA
Il mio amato maestro spirituale Sua Divina Grazia Srila Bhaktisiddhanta Saraswati Takur è entrato nei suoi divini ed eterni passatempi all’eta di 63 anni, alla fine di un Martedì del Krisna Caturdasi Tithi, nel 31 Dicembre del 1936. Il calcolo normale invece, stabilsce la sua dipartita da questo mondo alle 5.30 del mattino di un Venerdì. Mentre scrivo questo libro, sono già passati 32 anni dalla sua scomparsa. Gradualmente, ad uno a uno, tutti i suoi discepoli arresi stanno raggiungendo il mondo spirituale, ottenendo la loro originale posizione spirituale in compagnia del loro amato maestro spirituale. Due mesi prima della sua scomparsa definitiva, il nostro adorato Srila Prabhupada volle visitare Jagannath Puri, per andare nel posto chiamato Catak Parvat, dove praticava la sua devozione in solitudine, lì, avvertì i suoi devoti di rimanere vigili e li informò di praticare le loro attività devozionali senza alcuna ipocrisia, dopo pochi giorni da questo episodio, lasciò questo mondo. Egli amava molto che si recitassero le preghiere alla collina di Govardhana: “Prayasam me tvam kuru Govardhan purnam” e “ Nija nikate nivasam dehi Govardhana tvam”, composte rispettivamente da Srila Rupa Goswami e Srila Raghunath dasa Goswami. Proprio a Chatak Parvat, Sri Chaitanya Mahaprabhu vedeva le dune dellla spaggia come la collina di Govardhana e l’acqua blu dell’oceano vicino, come il fiume Jamuna stesso. Invece tutte le verdi foreste che circondavano quel luogo, le considerava come la foresta di Vrindavana stessa. Sri Gaurasundara nella Sua residenza di Puri, nel sentimento di Radharani, piangeva intensamente per la separazione da Krisna e si lamentava in questo modo: “Kanha koron Kahna pon Vrajedranandankohoro kohibo keva jane mora dukha-Vrajendranandan bina phate mora buka”, “Dov’è il Signore della mia vita, dov’è il suonatore del flauto? Dove posso andare a cercare il figlio di Nanda? Chi può comprendere il mio dolore? Il mio cuore brucia dal dolore per la separazione da Lui”. Allo stesso modo Srila Prabhupada, con gli occhi pieni di lacrime, in sentimento di separazione, si assorbiva intensamente nella recita di questo verso a Chatak Parvat. In questo stesso luogo, egli aveva organizzato diversi festival come l’adorazione alla Collina di Govardhana, l’apparizione di Srila Madhvacharya e la scomparsa di Srila Gaurakisora das Babaji. Qualcuno era dell’opinione che gli elogi alla Collina di Govardhana, che originariamente erano stati composti da Srila Rupa e Raghunatha Goswami, erano le composizioni autentiche che Gurudeva usava per l’adorazione della collina stessa. Un po’ prima del suo arrivo a Puri, egli partì da Calcutta alla volta di Mathura, dove nella sua residenza a “Sivalaya”, osservò strettamente il voto del mese di Purushottam. In quel luogo cantava continuamente il Santo Nome, ed intossicato d’amore per Dio, andava tutti i giorni al Madhumangala Kunja di Vrindavana, dove pieno d’ispirazione Divina recitava lo Srimad Bhagavatam. Fu proprio in quell’occasione che Srila Prabhupada cominciò a svelare che la Collina di Govardhana era il posto ideale per le pratiche devozionali. Il 17 Ottobre del 1934, Srila Prabhupada con tutti i suoi devoti venne a Vrindavana per impegnarsi nel Kartika Vrata, e in tutto quel periodo si impegnarono tutti insieme nel canto e nell’ascolto dei Passatempi di Sri Krisna. Il 29 Ottobre dello stesso anno, scoprì nel villaggio di Sadighara il luogo dove Srila Rupa Goswami ebbe la visione della Divinità di Gopala. Il primo Novembre, mentre visitavano tutti i luoghi più sacri di Vraja, con grande emozione descrisse molti Passatempi di Sri Krisna. Nel 1932, nel giorno dell’apparizione di Srila Madhavacharya, Srila Prabhupada diede inizio al primo Vrajamandala Parikrama. Egli si fermava in tutti i luoghi dove Krisna svolse i Suoi Divertimenti, e ne descriveva i Suoi Passatempi.
Nella confluenza dei Sacri Radha Kunda e Syama Kunda, espose in Hindi l’Upadesamrita di Srila Rupa Goswami. Invece nel Lalita Kunda spiegò a tutti i presenti la scienza della devozione. In quella circostanza, vennero accomodate numerose tende che ospitarono tutta le gente entusiasta di partecipare al Parikrama. Dopo qualche giorno, arrivò un fotografo che fece alcune foto della sua predica e le pubblicò in un settimanale Gaudiya. Nell’Ottobre del 1935, in un periodo molto auspicioso osservò il voto di Damodara, e nello stesso tempo predicava regolarmente citando i sacri testi come l’Upanisad, la Chaitanya Caritamrita e lo Srimad Bhagavatam. In seguito, si impegnò nel circoambulare i Sacri Kunda, e meditava costantemente sui passatempi Divini di Krisna (Asta Kaliya). Fu in una di queste occasioni che formalmente inaugurò il comitato per il Vraja Mandala, con lo scopo di rendere vari servizi a tutta l’area sacra di Vraja. Il 4 Novebre del 1935 segnò l’apertura ufficiale della Kunja Bihari Math al Radha Kunda, e lì, installò le Divinità di Sri Sri Radha Krisna e Sri Gauranga. Il 6 Novembre, sulle rive del Radha Kunda stabilì il Puspa Samadhi di Srila Bhaktivinoda Takur e lo chiamò Sri Vraja Svananda Sukhada Kunja. Srimati Radharani e il Radha Kunda erano la vita e l’anima di Srila Prabhupada. Mentre descriveva le glorie di Srimati Radharani, per la misericordia incondizionata di Srimati Radharani stessa, entrava in profonde emozioni d’amore in separazione. Specialmente quando recitava un verso del Rasa Suddha Niddhi di Srila Prabhodananda, copiose lacrime cadevano dai suoi occhi e la voce si strozzava in gola.
Offro i miei omaggi in direzione della residenza di Srimati Radharani, il cui vestito fluttuando, causa un piacevole vento quando viene a contatto con Sri Krisna. Egli, che può essere raggiunto solo da quei saggi che si impegnano in profonde meditazioni, prova un grande piacere da tutto questo e si considera l’Essere piu fortunato. Srila Bhakti Siddhanta apprezzava molto il Vilap Kusumanjali, e spesso lo sentivamo citare dalla Gopi Gita, dal Brahma Gita e dal Srila Rupa Stava Mala, alcuni versi principali ed esoterici dei Passatempi d’Amore coniugale di Sri Krisna. Srila Prabhupada commentò un verso dell’Upadesamrita di Srila Rupa Goswami:
“Mathura è superiore a Vaikuntha perchè lì il Signore è apparso, ma superiore a Mathura è Vrindavana, per i passatempi d’amore di Krisna, superiore a Vrindavana è la collina di Govardhana che fu sollevata dalla mano Divina del Signore e fu teatro di molti Suoi giochi d’amore, ma al di là di tutti questi luoghi si erge supremo Sri Sri Radha Kunda perchè offre il Supremo Amore per Krisna. Se qualcuno abbandona questo luogo sacro per andare da qualche altra parte, dev’essere considerato la persona più ignorante. Srimati Radharani è riconosciuta come la più grande devota del Signore Supremo e il Suo Kunda è apprezzato da tutte le scritture più pure. La pratica della pura devozione è impossibile anche per i più grandi santi come Narada Muni, che dire delle persone ordinarie? Chi si bagna nelle sacre acque del Radha Kunda risveglierà il puro amore per Krisna e raggiungerà i Piedi di Srimati Radharani. Srila Prabhupada asseriva che il bagno nel Radha Kunda era possibile solo per coloro che erano già stati accettati nella compagnia di Srimati Radharani e delle Gopi. I devoti nella nostra linea disciplica devono stare attenti a spruzzarsi solo alcune goccie sulla testa. Prabhupada non riusciva a nascondere i sentimenti del suo cuore quando recitava un verso particolare del Vilap Kusumanjali che diceva: “O Radhe! Se non mi concedi la tua misericordia, allora qual’è la ragione di continuare a vivere? Qual’è la ragione di rimanere a Vrindavana? Oh Karoru! Privato della tua associazione, allora non desidero neanche la compagnia di Sri Krisna”. Srila Prabhupada vedeva lo Yoga Pitha (il luogo di nascita di sri Caitanya) come l’originale Gokula Mahavana. Egli considerava il luogo dell Srivasa Angam non differente da Vrindavana, e vedeva Chandrasekara Bhavan come la collina di Govardhana stessa. Proprio in questo luogo vicino ad un piccolo Kunda che considerava il Radha Kunda stesso, fece costruire una capanna dove si impegnava nelle pratiche devozionali.
Nel 1899, in questa stessa capanna, durante tutto il periodo del Chaturmasya si dedicò a severe austerità. Ogni giorno si cucinava un po’ di riso bollito con dal e una punta di Ghi. Considerava questo cibo come un rinvigoritore spirituale, e lo mangiava direttamente dal piatto senza usare le mani. Dormiva sul pavimento senza usare il materasso e il cuscino. Srila Prabhupada mostrò un’incredibile tenacia nel mantenere per tutta la vita il voto di celibato. Nel mese di Magha, dell’anno 1901, sotto il saggio consiglio di Srila Bhaktivinoda Takur, prese l’iniziazione dal grande santo Srila Gaura Kisora Das Goswami. Nel 1905 cominciò a cantare 300 mila Santi Nomi al giorno, senza interrompere il voto fino a che non ebbe completato 1000 milioni di Nomi, in questo modo, seguì le orme tracciate dalla grande anima Srla Haridas Takur. Nel 1909, quando si andò a stabilire in quella capanna vicino al piccolo Kunda che lui condiderava il Radha Kunda stesso, cominciò a manifestare un grande vigore nell’esecuzione delle sue pratiche devozionali. Nel 1914, nell’Ansadh Amavasya, e nel 1915, nell’Utthana Ekadasi, festeggiò ripettivamente la scomparsa dei due grandi Acharya, Srila Bhaktivinoda Thakur e Srila Gaura Kisora Das. Sentendo una profonda separazione da loro, si andò a stabilire nello Yoga Pitha, e con grande dolore tascorreva il giorno e la notte piangendo e lamentandosi. Una notte in sogno vide nel cortile del Tempio dello Yoga Pitha, Sri Caitanya insieme ad altri devoti come Sri Jagannath Das, Srila Bhaktivinoda e Srila Gaura Kisora. Sriman Mahaprabhu lo consolò a non disperarsi perchè aveva già ottenuto le benedizioni di tutti i vaisnava, predica il Mio messaggio Divino disse Mahaprabhu e non preoccuparti dei soldi e dei devoti, perchè tutto sarebbe arrivato al momento opportuno. Dopo questa visione, Srila Prabhupada si rigenerò di energia e speranza. Nel 1918 a Sridam Mayapur nel Chandrasekara Bhavan, il giorno dell’apparizione di Sri Caitanya, accettò l’ordine di Sannyasi. In India, questa tradizione dell’ordine di rinuncia (Sannyasi), esiste fin dai tempi più antichi. Tutte le scritture come le Upaniad, la Manu Samhita, lo Srimad Bhagavatam e il Mahabharata, citano le evidenze dell’esistenza di questo genere di rinuncia, ed è tutt’ora praticata tra i prinpali seguaci di Sri Ramanujacharya ed altre Sampradaya Vaisnava. Dopo aver accettato l’ordine di rinuncia, nei 18 anni successivi prima della Sua scomparsa, Srila Prabhupada si impegnò con tutta la sua energia nel costruire molti tempi Gaudya, e con sforzi estremi, cominciò a riscoprire molti luoghi sacri nascosti.
Dopo di che, cominciò a diffondere il Divino messaggio di Sri Caitanya, mediante la pubblicazione in varie lingue di alcuni settimanali e periodici. In seguito, pubblicò anche molti trattati devozionali.
Tutta la sua vita fu un modello di etichetta vaisnava, e insieme all’impegno e alla predica sulla pura devozione, diffuse le glorie del Santo Nome in accordo alle istruzioni di Sriman Mahaprabhu. Srila Prabhupada esibì un’evidente attrazione per l’ascolto dei passatempi del Signore Hari. Egli rimaneva assorto per ore ed ore, e quando si ricordava di mangiare, manifestava disappunto, dichiarando che se un’anima caduta vuole liberarsi dalla prigione dell’energia materiale, dev’essere pronto a versare tutto il suo sangue. La sua sincerità era tale, che quando era testimone di qualche devozione da parte di alcuni suoi discepoli, per il dispiacere i suoi occhi si riempivano di lacrime.
Con gli agnostici e i miscredenti era come un fulmine potente, invece quando predicava la pura devozione diventava soffice come una rosa. A quei tempi, quando i fondi scarseggiavano, egli immediatamente provvedeva a mandare i fondi necessari, e qualsiasi problema era per lui causa di grande ansietà. Srila Prabhupada prendeva molto a cuore i problemi dei suoi discepoli, sopratutto quando soffrivano o si ammalavano. Il suo affetto paterno per i suoi discepoli non può essere paragonato neanche all’affetto di milioni di padri e madri messi insieme. In circostanze di grande difficoltà, era sufficiente sedersi accanto a Srila Prabhupada e miracolosamente tutti i dispiaceri scomparivano. Anche i suoi rimproveri erano dolci, e quando qualcuno diventava bersaglio dei suoi rimproveri, lo consideravamo come un’evento straordinario, perchè diventava il momento più fortunato per quel devoto.
Tutti i nostri sforzi nel compiere il nostro servizio, raggiungevano la perfezione, sopratutto se dal suo viso benevolo ci mostrava il suo sguardo affettuoso. “Tomara sevaya dukha haya yata sei to parama suka”. Andremo incontro a molte difficoltà se non saremo in grado di praticare il nostro servizio in accordo alle istruzioni di Srila Prabhupada. Tutte le nostre pratiche devozionali, le austerità, la meditazione e la recitazioni di preghiere, dovrebbero essere messe al servizio di Sri Gurudeva. Egli è l’amato servitore di Krisna, e nel momento in cui ci mostrerà il suo sguardo gentile, allora saremo ripagati di tutti i nostri sforzi. In alcune occasioni in cui Srila Prabhupada doveva lasciarci per qualche giorno, tutti noi sentivamo la separazione e aspettavamo con ansia il suo ritorno. Quei giorni per noi erano i più penosi, che dire di questi 32 anni che mi costringono a vivere separato da lui? Come ho fatto a resistere tutti questi anni, neanch’io lo so. “ Keno va achaye prana ki sukha logiya”. A causa delle offese al Santo Nome, il mio cuore è diventato duro come un ferro, e così sono diventato spiritualmente insensibile. Se dovesse arrivarmi qualche grande sofferenza, noi riuscirei a resistere a lungo nella separazione. Oh amato Signore! Per favore salva il tuo povero servitore con la fresca ombra dei Tuoi Piedi di Loto, questo servitore dei servitori è la persona più caduta. Per favore promettimi che apparirai ogni qual volta quest’anima così caduta ne avrà bisogno. Oh maestro spirituale, oceano di compassione! Per favore perdona tutte le offese commesse coscientemente o incoscientemente e dammi il completo rifugio dei tuoi piedi di loto.
Qualche giorno prima della tua scomparsa, mentre mi guardavi con estrema compassione, ho messo i tuoi piedi di loto sul mio petto. Io sono l’essere più sciocco ed ignorante e non ho nessuna comprensione di ciò che è giusto o sbagliato. Per favore mostrami la tua misericordia e rendimi il tuo insignificante servitore. Tienimi lontano dalle mie debolezze e rendimi il servitore dei tuoi devoti, gentilmente rendimi qualificato per servirti. Sriman Mahaprabhu istruì Murari Gupta a riguardo della posizione stabile di un discepolo arreso che obbedisce sempre al suo maestro spirituale. L’estrema compassione del maestro spirituale non permetterà mai a tale servitore di allontanarsi da lui. La mia vita stà passando così in fretta e non riesco a vedere in me alcun progresso spirituale. Quando mi desti l’iniziazione, mi mettesti la corona di Tulasi nelle mani dicendomi di cantare centomila Nomi al giorno senza commettere offese, ma tutt’ora non sono stato ancora capace di seguire le tue istruzioni. I buoni consigli dei miei cari confratelli, mi hanno sempre aiutato a portare avanti questa tua istruzione, ma praticamente non sono mai riuscito ad eseguirlo secondo il tuo volere. L’attrazione per il Santo Nome sembra impossibile per me e non ho neanche l’energia per cantare. Probabilmente la ragione stà nel fatto che ho commesso qualche grave offesa al mio maestro spirituale e ai puri devoti, così il Santo Nome non può mostrarmi la Sua misericordia. Oh Prabhupada! Per favore sii gentile con me e dammi la forza di allontanarmi dagli effetti demoniaci della natura materiale, risvegliando in me un’attrazione spontanea per il Santo Nome. Le sacre scritture affermano che se il Signore è in collera con qualche individuo, allora il maestro spirituale sarà in grado di liberarlo, ma se il maestro spirituale è in collera con qualcuno, allora neanche Dio sarà in grado di aiutarlo. In questo modo, e con tutto rispetto, il nostro unico sforzo dovrebbe essere solo quello di dare piacere al maestro spirituale. Colui che usa la propria mente, il corpo, le parole, le ricchezze e la vita stessa al servizio del maestro spirituale, otterrà la più alta vetta della vita spirituale. Tutti i peccatori e le persone di bassa nascita che non obbediscono alle istruzioni del maestro spirituale, non riusciranno mai ad evitare la grande strada che porta all’inferno. Oh caro maestro spirituale, oceano di compassione! Per favore liberami da tutte le offese che ho commesso ai tuoi piedi di loto e ai piedi di loto dei tuoi cari servitori, perchè sono la causa del mio smarrimento. Nell’Hari Bhakti Vilasa è detto: il maestro spirituale è la personificazione del mantra, e tutte le scritture affermano che egli non è differente dal Signore stesso.
Il Signore stesso è molto compiaciuto di colui che soddisfa il proprio maestro spirituale. Il maestro spirituale è la manifestazione esterna del Signore Supremo. Con questo possiamo dire che Srila Prabhupada può essere considerato come la potenza misericordiosa del Signore stesso. Una settimana prima della sua dipartita da questo mondo, Srila Prabhupada diede dieci importanti istruzioni per tutti quei discepoli che desideravano accrescere la loro devozione, e tutti gli aspiranti devoti dovrebbero accettarle con grande serietà: 1) Tutti devono essere sempre entusiasti di predicare il messaggio Divino di Srila Rupa e Raghunatha. Diventare la polvere dei piedi di loto dei puri seguaci di Srila Rupa Goswami costituisce la nostra più grande aspirazione. 2) Tutti dovrebbero cooperare tra loro sotto la direzione del maestro spirituale nel soddisfare i sensi trascendentali del Signore Supremo. Tutti i devoti dovrebbero tenere insieme anima e corpo impegnandosi in qualche attività favorevole, ma solo ed unicamente per il piacere del Signore Hari.
Anche in presenza di difficoltà ed avversità non si dovrebbe mai abbandonare la devozione per il Signore Supremo. 3) Nel compiere le attività non connesse col servizio di devozione a Sri Krisna, non si deve perdere l’entusiasmo e mai si dovrebbero abbandonare le pratiche come l’ascolto, il canto etc. dei passatempi del Signore, si deve diventare più umili di un filo di paglia per la strada, più tolleranti di un albero e impegnarsi ininterrottamente nel canto del Santo Nome. 4) Vita dopo vita la nostra unica aspirazione è la polvere dei piedi di loto di Srila Rupa Goswami. La successione disciplica nella linea di Srila Bhaktivinoda Takur non può mai essere interrotta. Tutti, con grande entusiasmo dovrebbero essere pronti ad impegnarsi per diffondere la concezione del servizio di devozione enunciato da Srila Bhaktivinoda Takura. 5) vivendo nel mondo materiale è facile andare incontro a molte difficoltà, ma non è nostro compito cercare di evitare tali difficoltà. La cosa più importante è capire come coltivare la nostra eterna coscienza spirituale, mentre si impara a tollerare tutte le dualità materiali. 6) Non bisogna mostrare nè attrazione, nè repulsione per questo mondo materiale o per i cosiddetti amici di questo mondo e per le relazioni materiali, perchè sono tutte temporanee. Invece, dovremmo cercare di stabilirci fermamente nella realizzazione spirituale, perchè questa rappresenta la vera necessità di ognuno. 7) Tutti, cooperativamente dovrebbero cercare di acquisire le qualificazioni per servire Srimati Radharani. 8) Che gli insegnamenti di Srila Rupa Goswami possano inondare tutte le masse. 9) il Santo Nome, con le sue famose sette qualità, dovrebbe essere praticato da tutti e non si dovrebbe mai trascurare a nessun costo l’attrazione per il Santo Nome, perchè questa è la garanzia per ogni perfezione. 10) Si dovrebbe predicare il Divino messaggio di Srila Rupa e Raghunath con il più grande entusiasmo, in rigida obbedienza dei loro seguaci. Oh Srila Prabhupada! Le istruzioni pronunciate dalle tue sante labbra di loto rappresentano la sublime conoscenza dei Veda, la nostra speranza è di poterle accettare con obbedienza e senza duplicità. Che tu possa instillare in noi la giusta forza, intelligenza e felicità, in modo tale da poter seguire appropriatamente le tue istruzioni. La nostra preghiera è di rimanere eternamente sotto la tua sicura protezione. Dopo la scomparsa di Sri Gaurasundara, nel seguire da vicino i Suoi Divini passatempi, tenuti vivi dai Suoi successori come Sri Baladeva Vidyabusana, la predica sulla dottrina dei puri Vaisnava continuava a progredire senza ostacoli. Ma sfortunatamente, dopo un po’ di tempo, nonostante la presenza di molti Santi Vaisnava, certi cosiddetti seguaci della dottrina vaisnava cominciarono a farsi influenzare da alcuni aspetti della filosofia impersonale che diede origine ad alcune deviazioni, da cui si formarono nuove successioni discipliche non autentiche.
Questi pseudo vaisnava con i loro commenti delle scritture e con le loro prediche, invece della dottrina della pura devozione, cominciarono a stabilire i loro punti di vista, causando così una grave interruzione nell’autentica successione disciplica. Sriman Mahaprabhu non tollerava neanche la più piccola deviazione sul sentiero della pura devozione.
Egli soffriva anche della più piccola negligenza nella pratica devozionale, che dire di gravi deviazioni sulle profonde dolcezze devozionali (Rasa Abhasa)? Per il volere di Sriman Mahaprabhu, in seguito apparvero molti illustri Acharya, che obbedendo strettamente alla linea di pensiero di Sri Swarupa Damodara e Rupa Goswami, riportarono un grande risveglio nel cuore semplice dei devoti del Signore. Questi devoti furono Srila Bhaktivinoda Takura e Srila Bhakti Siddhanta Saraswati. Un vaisnava ha cantato le glorie di questi due grandi Acharya, che hanno ridato vita all’eterna religione del Puro Amore Divino (Vaisnava Dharma). Questi due grandi Leader hanno scritto innumerevoli commenti sulle principali opere devozionali, come lo Srimad Bhagavatam, la Caitanya Caritamrita e il Caitanya Bhagavata, offrendo così al mondo il più grande contributo spirituale. Attualmente, a causa della profonda separazione da questi due grandi Acharya, i devoti non possono fare altro che piangere per la loro separazione. Non esiste dolore più grande di questo. Le pratiche rituali non possono competere con gli insegnamenti di Sri Caitanya Mahaprabhu, tutti esclusivamente basati sulla pura devozione. I Suoi insegnamenti erano completamente liberi da ogni traccia materiale e rifiutando anche la liberazione, sottolineavano le meravigliose dolcezze del servizio al Signore, culminanti nei sentimenti d’amore coniugale, proprio come fu espresso da Srimati Radharani stessa. Per concludere, a causa dell’evidente mancanza di devoti che comprendono realmente gli insegnamenti di questi grandi vaisnava, solo pochi potranno genuinamente sperimentare il vero sentimento di separazione. Srila Bhaktivinoda Thakura scomparve il 23 Giugno del 1918. Benchè io non abbia avuto la fortuna di incontrarlo personalmente, per la misericordia dei discorsi di Srila Prabhupada e grazie a tutti gli insegnamenti dei suoi libri, ho capito chiaramente che lui era un grande santo. Anche se ho preso completo rifugio in Srila Prabhupada, umilmente non mi sento di rivelare tutto quello che ho sperimentato in separazione da lui. Posso solo dire che la sua condotta impeccabile e la sua posizione così elevata, non può essere spiegata con un linguaggio semplice. Srila Prabhupada non poteva tollerare neanche la pur minima mancanza dell’etichetta vaisnava, in relazione al Santo Nome, ai Devoti e alla Divinità del Signore. A questo proposito, una volta, nella casa di una persona molto influente, digiunò per tre giorni di seguito senza che costui si accorgesse di niente. In un’altra occasione, mentre ascoltava un brahmana che cercava di classificare la fede di Srila Raghunath Das Goswami, il suo cuore si sentì trafiggere da un grande dolore. Tutti questi episodi della sua vita, insieme a numerosi altri avvenimenti simili, sottolineavano il suo forte temperamento e la sua naturale condotta. Per difendere i principi della pura devozione, agiva come un fulmine, al contrario, quando entrava a contatto con le dolcezze della pura devozione, il suo carattere diventava soffice come i petali di una rosa e spesso lacrime d’amore cadevano dai suoi occhi. In questo modo, anche la relazione con i suoi discepoli si armonizzava. In verità, il suo affetto per loro era come quello di un padre. Nel vero senso della parola, egli rappresentò la forma dinamica del Divino Messaggio di Sri Caitanya. In passato, tutti coloro che mostravano una fede incondizionata per Srila Gurudeva, e rimanevano sempre assorti nell’ascolto dei Passatempi Divini del Signore, recitati dalla sua bocca di loto e si impegnavano nell’eseguire le sue istruzioni in termini di predica sul Santo Nome, sperimentavano la vera e genuina associazione con lui. Al momento presente, a causa dell’intensa separazione da lui, tali discepoli lamentandosi sperimentano un grande dolore e i loro occhi si riempiono di lacrime. I loro sforzi sinceri e il loro profondo assorbimento nel cercare di diffondere il messaggio divino del loro maestro spirituale, li farà sembrare come degli squilibrati. I devoti immersi in questo stato d’animo non riescono più a fare differenze tra loro e gli altri esseri viventi, per cui il desiderio per la gratificazione dei sensi e la liberazione non troverà mai posto nel loro cuore.
L’attrazione e la repulsione per il mondo materiale nella forma della gratificazione dei sensi, rappresenta la causa principale della diffusione delle qualità demoniache, come l’invidia, l’inimicizia etc, il cui risultato sta dando origine ad un modello di vita caotico, tipico dei tempi nostri. Se non si riesce a sviluppare un po’ di devozione per il maestro spirituale, allora queste tendenze animalesche, che sono la causa delle nostre sofferenze, non ci abbandoneranno mai.
Questa naturale inclinazione per il piacere dei sensi, non ci permetterà mai di ottenere la misericordia del Signore Supremo Mukunda (il significato del termine Mukunda è Colui che nega la felicità relativa alla salvezza ma offre l’amore per Dio). Nella Bhagavad Gita (12-15), è affermato: colui che non è mai in ansietà e non e mai causa di ansietà per gli altri, che è libero dalla collera, dalla gioia, dalla paura e dall’inimicizia, è molto caro a Me. Colui che non prova nè attrazione, nè repulsione per gli oggetti dei sensi e non è mai disturbato in loro assenza, che non desidera mai alcun possesso, che rinuncia equamente alle attività pie e alle attività ampie, è il migliore di tutti ed è molto caro a Me. In altre parole, il cuore di coloro che sviluppano attrazione per i piedi di loto del maestro spirituale, non potrà mai essere avvinto dall’attrazione e dalla repulsione per gli oggetti materiali dei sensi. In questo stadio di purificazione, tutti i devoti si convincono che lo scopo più elevato della vita è il raggiungimento della pura devozione incondizionata per il Signore Supremo. Per illustrare meglio questo punto, dobbiamo ricordare le dolci parole di Srila Prabhupada Bhakti Siddhanta che riecheggiano ancora nei nostri orecchi: “La più alta aspirazione è la polvere dei piedi di loto dei devoti che seguono il sentiero tracciato da Srila Rupa Goswami”. Tutti dovrebbero cooperare sotto la guida esperta del maestro spirituale nel cercare di soddisfare i sensi trascendentali del Signore Supremo. Non si dovrebbe mai manifestare indifferenza per il canto del Santo Nome di Krisna in nessuna circostanza. Perchè la forte affinità per il canto del Santo Nome, offrirà come risultato tutte le perfezioni spirituali. Tutte le istruzioni di Srila Gurudeva dovrebbero essere meditate con grande serietà, fino a che la nostra mente non diventa stabile. Coloro che sono impegnati nell’eseguire gli ordine del maestro spirituale e sono sinceramente liberi da tutti i desideri, realizzeranno che tali istruzioni guideranno i nostri sforzi sinceri a soddisfare i sensi trascendentali del Signore Supremo, perchè questo rappresenta lo scopo ultimo della vita umana. Lo sforzo sincero nell’eseguire l’ordine del maestro spirituale è la vera espressione del nostro amore per lui. L’errata comprensione dei suoi insegnamenti e l’errore di credere che il maestro spirituale sia un essere ordinario, causerà nel discepolo l’atteggiamento di pensare che egli sia un essere mortale. Il Signore Supremo dà luce alle scritture quando appare nelle Sue differenti incarnazioni, allo stesso modo, il maestro spirituale che è una differente espansione del Signore stesso, ha il compito di agire con le Sue stesse funzioni. Il verso “Sruta iksita pantha” indica il sentiero trascendentale tramandato dalla successione disciplica. Questa è la ragione per cui il maestro spirituale dev’essere sempre glorificato: “Offro i miei umili omaggi al mio maestro spirituale che medita costantemente sui Piedi di Loto del Signore Supremo”. A un verso dello Srimad Bhagavatam, Srila Visvanath fa il seguente commento: Oh Signore Supremo, Tu riveli la Verità ai Tuoi amati devoti, manifestando nel loro cuore la scienza del servizio di devozione. Con questo, è implicito che il discepolo inquisitivo stà imparando a conoscere il metodo del servizio di devozione regolato, sotto la guida del maestro spirituale realizzato. I grandi devoti cantano sempre “Guru mukha padma vakya-cittete koriya aikya- ara na korika mane asa”. La ferma fede nelle parole del maestro spirituale è la vera causa della devozione, l’obbedienza al Guru autentico è lo scopo ultimo della vita. Al contrario, il fatto di diventare degli esperti oratori o scrivere libri meravigliosi senza l’obbedienza alle istruzione del maestro spirituale, non ci permetteranno di sviluppare devozione per lui, ma ci spingerà verso l’autocompiacimento.
Il discepolo sinceramente interessato a servire gli interessi del maestro spirituale, otterrà sicuramente il successo per i suoi sforzi onesti. Il maestro spirituale non è altro che l’energia della misericordia del Signor Caitanya, e questa stessa energia investirà definitivamente il suo sincero e fedele discepolo. Per la misericordia del Guru, le benedizioni del Signore non saranno più inaccessibili. Coloro che mostrano indifferenza nel ricevere la misericordia del maestro spirituale, non saranno mai capaci di soddisfare il Signore Supremo neanche dopo milioni di vite. Sri Krisna è disceso nella forma del maestro spirituale per distribuire la Sua misericordia alle anime condizionate, e l’obbedienza al Guru è l’unica via per ottenere la misericordia del Signore. Questo rappresenta il verdetto di tutte le scritture. Coloro che possiedono la pura devozione per il maestro spirituale e per Krisna, saranno in grado di comprendere il profondo significato delle scritture.
Possa Srila Prabhupada, il Santo più compassionevole, mostrarmi la sua misericordia senza causa, ed offrirmi l’eterno servizio ai suoi piedi di loto. Che egli possa dissipare tutti i dubbi presenti nel mio cuore, perdonare tutte le mie offese e rendermi idoneo a diventare il servitore, del servitore, del servitore. Che io possa per sempre liberarmi di tutte le attrazioni e repulsioni per questo mondo materiale ed assorbirmi esclusivamente nel servizio a suoi piedi di loto. In questo modo così auspicioso, lasciate che questa sia la mia sincera preghiera ai suoi piedi di loto. Alla scomparsa di Srila Rupa Goswami, il dolore estremo espresso da Srila Raghunath Das, faceva commuovere anche le pietre. Nella sua profonda afflizione e senza alcuna speranza, egli paragonava la collina di Govardhana ad un serpente velenoso, e il Radha Kunda, ad una tigre pronta a divorarlo.
Paragonava se stesso ad un corpo già morto e privo di coscienza. Praticamente parlando, non dovremmo neanche sognare di imitare le particolari esortazioni pronunciate da queste grandi anime.
Anche Srila Narottama dasa si lamentava senza speranza per la mancanza del suo maestro spirituale Sri Lokanath Goswami, e pregava i suoi piedi di loto per ottenere la misericordia di Srila Rupa Goswami. Egli esclamava che il rifugio dei piedi di loto di Srila Rupa Goswami, era la sua vita stessa, la perfezione dei suoi desideri, il fine di tutti i suoi voti e austerità e la perfezione del canto del Santo Nome. Per ottenere una misericordia simile, piangeva incontrollabilmente giorno e notte.
In verità, se riuscissi a possedere anche una milionesima parte del suo amore e della sua devozione, allora quella potrebbe essere la misura della mia grande fortuna e del mio successo.
Francamente parlando, non so per quante vite ancora dovrò attendere per ottenere questa preziosa opportunità. È possibile raggiungere il Signore con la devozione al maestro spirituale, perchè lui è un caro associato del Signore. Per questa ragione dovremmo cercare di servirlo senza duplicità e arrenderci a lui senza esitazione, solo allora Sri Krisna ci mostrerà la Sua benevolenza.
Quando saremo promossi e otterremo il nostro corpo spirituale originale, solo allora otterremo l’eterna compagnia di Sri Krisna. “ Oh Brahmana! Fra tutti coloro che costantemente accettano di seguire il sistema del Varnasrama Dharma, colui che con tutto il cuore segue le istruzioni del proprio Guru, attraverserà con successo l’insormontabile oceano dell’esistenza materiale e infine sarà riconosciuto come la persona più saggia ed erudita”. Il Signore stesso conferma tutto questo:
“Sono molto soddisfatto di coloro che implicitamente seguono le istruzioni del maestro spirituale”.
Questo devoto non può essere minimamente paragonato a coloro che sono fedeli alle ingiunzioni delle scritture, le quali stabiliscono di rimanere strettamente legati agli ordini di vita del Brahmachari, Griasta, Vanaprastha e Sannyasi. A questo riguardo, il grande devoto Sri Prahlad Maharaja, metteva in guardia i suoi compagni di scuola affermando: “Guru susrusayaya Bhakthya sarva labharpanena”. Srila Visvanath Cakravarti Takur ha commentato questo verso di Sri Prahlad come segue: l’impegno in un servizio pratico al maestro spirituale, come fare il bagno, portargli i suoi sandali, incluso tutto l’occorrente necessario per il suo servizio, deve essere fatto con uno spirito di resa e non per falso prestigio, allora il successo nella vita spirituale è garantito.
Lo Srimad Bhagavatam (7.15.25) afferma che tutte le qualità demoniache come la lussuria, la collera, l’avidità, il lamento, l’illusione, l’orgoglio e tutte le altre forme di sofferenze legate ai tre Guna (le tre qualità della natura materiale), possono essere conquistate solo con la resa incondizionata ai piedi di loto del maestro spirituale. La devozione al maestro spirituale ci permetterà facilmente di controllare queste cattive qualità. Al contrario, colui che è vittima dell’illusione, vedrà il maestro spirituale come un comune mortale e in questo modo tutte le sue pratiche spirituali diventeranno inutili. Colui che considera il maestro allo stesso livello degli esseri umani ordinari, vedrà inutile il risultato del suo studio delle scritture, proprio come la logica del bagno dell’elefante. A questo proposito, Srila Visvanath fa un suo commento alla parola “Yasya”, indicando di fatto, che anche se si è completamente assorti nelle pratiche devozionali, ed erroneamente si considera il maestro spirituale come un essere mortale ordinario, allora, quelle pratiche stesse diventeranno completamente inutili. “Saksad Bhagavati” implica che il Maestro Spirituale non è differente dal Signore Supremo stesso. Il Signore, quando discende in questo mondo, prende il ruolo del Suo servitore confidenziale, e questa è la ragione per cui la parola Mukunda Prestha è usata preferibilmente per indicare il maestro spirituale. Coloro che in sua presenza, paragonano il maestro spirituale alle persone ordinarie, vedranno fallire i loro sforzi nelle pratiche devozionali come il canto, l’ascolto, lo studio delle scritture etc. Nello Srimad Bhagavatam (7.15.27.) è detto: Sri Krisna è il sostenitore di tutti e tre i mondi, ed è la ricerca ultima e la meditazione di tutti gli Yoghi. Quando Sri Krisna svolse i Suoi Passatempi su questa terra, c’era un gruppo di persone che ironicamente lo consideravano come un essere ordinario, in realtà, questa loro considerazione non poteva aveva alcun valore. Allo stesso modo, da un punto di vista sentimentale, i parenti del maestro spirituale potrebbero rivolgersi a lui proprio come ad un essere ordinario. A questo proposito, i discepoli di quel Guru devono essere particolarmente attenti a non considerarlo come una diversa espansione del Signore Supremo stesso. Il Visnu Smriti spiega che se un discepolo viene castigato o maltrattato da Srila Gurudeva, dovrebbe stare molto attento a non reagire contro di lui usando un linguaggio irrispettoso. Coloro che impegnano la propria mente, il corpo, le parole, le azioni e tutte le loro ricchezze al servizio d’amore per Srila Gurudeva, raggiungeranno il regno spirituale più elevato. Non è bene che un discepolo pensi che il suo maestro debba parlare in un modo, anzichè in un altro. Colui che si comporta in un modo così immaturo, pensando al maestro spirituale come un uomo ordinario, sicuramente andrà incontro ad una grave offesa verso il proprio maestro stesso. Praticamente parlando, si dovrebbe cercare di obbedire umilmente alle sue istruzioni e custodirle nel più profondo del proprio cuore. Se qualcuno non si sente capace di seguire le sue istruzioni, dovrebbe buttarsi ai suoi piedi e piangere per ottenere la forza necessaria per soddisfare le sue richieste. È dunque imperativo che non bisogna mai parlare male del maestro spirituale o accennare a qualche reazione quando siamo trattati duramente da lui, nel caso contrario, c’è il rischio di andare incontro ad un’offesa molto pericolosa.
Con una condotta così impulsiva e indisciplinata, il discepolo rischia di diventare indipendente e gradualmente intraprenderà la pericolosa strada che porta all’inferno. Questo sciocco discepolo, schiavo dell’impulsività e della polemica, arrogante e pigro nell’obbedire agli ordini del Guru, vedrà gradualmente diminuire il suo giusto sentimento per il servizio di devozione. Quindi, il modo migliore quando si è impegnati nelle pratiche del servizio di devozione, è di stare molto attenti a non commettere alcuna offesa nei riguardi del maestro spirituale. Nell’Hari Bhakti Vilasa ci sono delle spiegazioni dell’Agastya Samhita per tutti coloro che desiderano ottenere la perfezione del canto del mantra ricevuto dal maestro spirituale.
In queste scritture è spiegato che esistono cinque tipi di purificazioni separate da applicare nei tre momenti più importanti della giornata, nei quali si dovrebbe adorare regolarmente la Divinità, fare le oblazioni dell’acqua, compiere il sacrificio del fuoco, recitare i Santi Nomi e soddisfare i Brahmana. Il mantra ricevuto dal maestro spirituale richiede un processo di purificazione che ha lo scopo di condurci alla perfezione. Nell’Hari Bhakti Vilasa è spiegato che senza l’impegno in questi cinque processi di purificazione o “Purascarana”, non riusciremo ad ottenere alcun effetto dal canto del Santo Nome, proprio come una persona debole che non è in grado di svolgere le sue normali attività. Per quanto riguarda i meriti che si possono aver accumulato con il processo del Purascarana, il canto del Santo Nome è dieci volte più prezioso del fuoco del sacrificio, che a sua volta è dieci volte superiore delle offerte di oblazioni di acqua. Quest’ultima a sua volta è più potente che soddisfare i Brahmana. Praticamente parlando, è molto difficile per le anime condizionate di Kali Yuga seguire strettamente tutte queste regole elaborate. Per evitare ogni negligenza nell’esecuzione di queste regole della procedura del Purascarana, c’è una sola raccomandazione che consiste nell’incrementare due volte il canto del Santo Nome, sopratutto se non siamo in grado di seguire questi cinque processi. Il misericordioso Signor Janardana ci ha dato un’alternativa (Hari Bhakti Vilasa 17.241), Srila Sanatana Goswami nel suo commentario relativo all’Hari Bhakti Vilasa ha scritto: Vedendo la Divinità nel maestro spirituale, si dovrebbe cercare di fare tutti i tentativi per soddisfarlo, supplicandolo obbedientemente in ogni circostanza con un’attitudine colma di devozione. Eseguendo obbedientemente gli ordini del maestro spirituale, otterremo sicuramente tutte le perfezioni anche senza sottoporsi alle cinque forme di purificazione.
Proprio come una reazione chimica ottenuta mischiando il mercurio al rame con la quale è possibile ottenere dell’oro, allo stesso modo, una giusta associazione col maestro spirituale, ci permetterà di trascendere la dimensione materiale. Una volta soddisfatto il maestro spirituale, otterremo automaticamente il frutto di tutti e cinque i processi di purificazione (Purascarana). A riguardo del Gopal Mantra composto di 18 sillabe, “Sri Gopal mantrayam naiva kinchid apeksate”. Sanatana Goswami commenta che il canto del Gopal Mantra, non richiede alcun rito o procedimento preliminare. A questo riguardo troviamo un’analogia: “Qualsiasi oggetto quando viene a contatto col fuoco brucia immediatamente, allo stesso modo questo mantra quando entra nel cuore di qualcuno, automaticamente offre i frutti desiderati”. Al contrario di tutti gli altri mantra che sono sempre soggetti a varie regole e regolazioni, questo Gopal Mantra, essendo di natura molto potente e autoeffulgente, è sempre in grado di offrire risultati immediati , però c’è una particolare condizione: che deve essere ascoltato in maniera sottomessa dalle labbra del maestro spirituale autentico. Nella conversazione tra Sri Krisna e Sudama, il loro maestro spirituale Sandipani Muni, spiegò loro che il discepolo dovrebbe abbandonare ogni designazione legata al falso ego (io e mio) e arrendersi ai piedi di loto del maestro spirituale, dal quale imparerà a conoscere la Divinità. Anche nell’Hari Bhakti Vilasa è spiegato che dovremmo regolarmente girare attorno al maestro spirituale, offrirgli i nostri omaggi, offrirgli una daksina (offerta in denaro) nel momento dell’iniziazione, ed infine arrenderci a lui con il corpo e la mente, e come è indicato nelle scritture, bisogna considerare il maestro spirituale sempre sulla piattaforma trascendentale. Anche se dovessimo dare tutto ciò che possediamo al maestro spirituale, non saremo mai in grado di ripagare il debito eterno che abbiamo con lui. Per esempio, un griasta potrebbe fare uno show nell’offrire una grossa somma di denaro (daksina) al maestro spirituale, ma Sri Krisna ha spiegato a Uddhava il vero significato di Daksina “
Daksina jnana sandshan”.
Srila Visvanath afferma che il vero significato di Daksina è strettamente legato all’esperienza e alla gioia delle pratiche devozionali come l’ascolto, il canto, che si realizzano dopo aver eseguito gli ordini del maestro spirituale. Sopratutto per quel che riguarda la conoscenza della relazione (Sambandha), le pratiche devozionali (Abhideya) e lo scopo ultimo, l’amore per Dio (Prayojana), la resa al maestro spirituale è davvero essenziale. In seguito, è implicito che bisogna aiutare gli altri in accordo alle loro capacità individuali. Questa è la comprensione che costituisce la vera Daksina, che non ha niente a che vedere con la semplice offerta di denaro o vestiti etc. È ovvio che il processo della devozione richiede una pratica personale. Per ricevere le benedizioni del maestro spirituale e di Sri Caitanya Mahaprabhu, è necessario impegnarsi nella predica alle masse seguendo strettamente la pratica personale del servizio di devozione. Questo è il vero procedimento per saldare il debito che abbiamo con loro. In ogni caso, per non essere sopraffatti dall’orgoglio, non dovremmo mai sentirci qualificati come predicatori. Questo inevitabilmente ci renderà qualificati per ripagare il debito col maestro spirituale. Il maestro spirituale è la rappresentazione personificata della filosofia della pura devozione di Sri Caitanya: “Ya’re dekhe ta’re kaha Krisna upadesh-amara ajnaya guru haya tara ei desh”. Per ricevere la misericordia del maestro spirituale e ripagare il debito che abbiamo con lui, dobbiamo accettare di predicare il messaggio di Sri Caitanya molto seriamente. Il maestro spirituale, compiaciuto del suo discepolo, sicuramente lo benedirà investendolo di un potere illimitato. Praticamente parlando, solo coloro che s’impegnano nel sincero servizio del maestro spirituale, diffondendo vigorosamente il suo messaggio divino, risveglieranno in loro l’intenso desiderio di associarci con lui e compiere la sua missione. Solo allora, il vero sentimento di separazione da lui, diverrà reale. Dopo essere ritornato nei suoi eterni passatempi, Srila Gurudeva prese la forma di Nayana Manjari, come servitrice confidenziale di Sri Sri Radha Govinda e s’immerse nell’oceano trascendentale della felicità spirituale. Il candidato sincero desidera ardentemente andare in quei luoghi dove il suo Gurudeva era assorto nel servizio trascendentale ai piedi di loto del Signore, perchè lui è il suo signore vita dopo vita. La mia preghiera è che questo squalificato servitore possa ottenere tutte le benedizioni per soddisfare i suoi ordini nella predica e nella pratica della pura devozione, e alla fine della vita, ritrovare la sua eterna associazione con i piedi di loto del maestro spirituale. In verità, il mio dolore è così grande a causa della grande distanza che mi separa dal mio amato maestro spirituale. Nonostante io mi senta il più squalificato dei suoi servitori, possa Srila Prabhupada elargirmi il suo permesso di risiedere vicino a lui. Nel profondo del mio cuore giace il desiderio di ottenere il suo permesso di entrare nei suoi eterni passatempi in compagnia del Signore Supremo. Anche se questa richiesta potrebbe sembrare un po’ eccessiva, il discepolo sincero non deve mai rivolgersi a nessun’altro, ad eccezione del proprio maestro spirituale. Srila Prabhupada, quando era contento di me, riusciva rapidamente ad eliminare tutte le mie difficoltà. Per esempio, l’analogia del nano che desidera afferrare la luna con la sua mano è davvero appropriata. La straordinaria misericordia di Srila Prabhupada, riusciva a rendere tutto possibile, allo stesso modo, perchè il mio canto del Santo Nome non dovrebbe riuscire a liberarmi da tutte le offese e duplicità? Con la recitazione pura del Santo Nome, si è in grado di contemplare la forma spirituale del Signore. Quando il Santo Nome si rivelerà completamente, solo allora sarò in grado di entrare negli eterni passatempi spirituali. La misericordia del Maestro Spirituale precede la misericordia del Santo Nome Personificato. Per cui, Sriman Mahaprabhu ha proclamato che tutte le perfezioni si manifestano col canto del Santo Nome del Signore. Srila Rupa Goswami in una sua composizione afferma: “Bhavantam Vande”, “O Madhava! In verità, non possiedo alcuna devozione per Te. Ma le Tue straordinarie opulenze sono al di là di ogni cosa e possono rendere tutto possibile”.
La Tua misericordia non dipende dal fatto che io sia squalificato oppure no, il Tuo incredibile potere è in grado di fare ogni cosa”. La cosa importante da capire è che la misericordia del Signore raggiunge solo colui che è completamente arreso ai piedi di loto del suo Gurudeva. Questa è la ragione per cui il maestro spirituale è onorato come la misericordia personificata di Sri Gauranga stesso (Sri Krisna). Negli insegnamenti di Sriman Mahaprabhu a Srila Sanatana Goswami è detto: quando Sri Krisna benedice qualche anima fortunata, allora Egli appare nella forma esterna di un’autentico maestro spirituale e internamente lo illumina come Anima Suprema (Caitya Guru). La misericordia del Caitya Guru rende idonea l’anima condizionata per acquisire l’intelligenza pura e la determinazione per praticare la Pura Devozione. In altre parole, il maestro spirituale dà l’iniziazione al sacro mantra e insegna ai suoi discepoli l’arte della pratica del servizio di devozione.
A questo riguardo, la frase ”Visrambhena Guroh” è istruttiva. Quindi, senza l’impegno nel servizio di devozione al maestro spirituale, la pratica del servizio di devozione non diventerà mai perfetta.
La parola “Visrambhena” viene usata anche per sottolineare la ferma fede e la pura devozione. Il discepolo arreso, nel suo umile sentimento si rivolge al maestro spirituale con un’attitudine di ferma fede nel servizio d’amore al Signore, e con questo, conquisterà sicuramente la misericordia del suo Guru e gradualmente riceverà da lui anche la conoscenza Divina che culmina nella pura devozione a Sri Krisna. A questo livello di realizzazione il devoto pensa: “Lui è il mio eterno benefattore, e s’impegna vita dopo vita nel suo servizio ininterrotto”. Il Guru è eternamente puro e non deve essere mai paragonato alle anime ordinarie coinvolte nel ciclo di nascite e morti ripetute. Dopo la sua scomparsa, solo se mettiamo in pratica le sue Divine istruzioni, riusciremo a comprendere la sua forma spirituale, “Sa vetti vedyam na ca asyasti vetta”. Il maestro spirituale, essendo sempre in contatto col Signore, conosce tutti i nostri desideri, ma noi non potremo mai comprendere la sua posizione spirituale. Se per la sua misericordia senza causa, egli ci mostra la sua splendente forma spirituale, allora significa che abbiamo ottenuto una benedizione incomparabile. “Sri Guru kripa hi kevalam”. “ O maestro spirituale! Sono il tuo servitore più degradato, per favore perdona tutte le mie offese ai tuoi piedi di loto, gentilmente dai rifugio a questo umile peccatore e rendimi qualificato per compiere il servizio di devozione. In una sua poesia, Srila Prabhupada si rivolse umilmente al suo Gurudeva per ottenere la misericordia di Srila Rupa Goswami ed entrare definitivamente nei Passatemi Divini di Sri Sri Radha e Krisna, nel fare questo, rimaneva assorto in trance giorno e notte. “Ajna guruvam hyavicaraniya”. Il dovere di un discepolo genuino è quello di seguire ad ogni costo le istruzioni del maestro spirituale. Al contrario, se si diventa negligenti nell’esecuzione di questo sacro dovere, e agiamo solo per soddisfare i nostri interessi, allora non possiamo considerare quest’attitudine come servizio al Guru. Quindi, dobbiamo cercare con tutte le nostre forze di soddisfare gli ordini del maestro spirituale, perchè questo incrementerà la nostra devozione per i suoi piedi di loto, e intensificherà il nostro sentimento di separazione, soprattutto quando lui ci lascerà. Questa intensa separazione diventerà il chiaro segno che abbiamo ricevuto la sua misericordia, poi conseguentemente, otterremo anche la misericordia di Krisna. Quando il sole scompare dalla nostra vista per andare a sorgere da qualche altra parte, non ci permette più di percepire la sua luce. In verità, il sole è sempre presente e luminoso, anche se qualche volta sembra scomparire dalla nostra visione. Allo stesso modo, Sri Krisna, che rappresenta il sole spirituale originale, non diminuisce mai il Suo Eterno Splendore. A qualche persona estremamente fortunata, Egli manifesta gli straordinari passatempi che si riferiscono alla Sua apparizione e alla Sua scomparsa. La realtà dei fatti è che entrambi, sia la Sua apparizione che la Sua scomparsa, sono eternamente presenti.
I Suoi eterni passatempi si svolgono eternamente senza alcuna interruzione. Il sole tramonta da una parte e il mattino successivo sorgerà dall’altra. Allo stesso modo, il Signore svolge i Suoi differenti passatempi a Goloka, Dwaraka e Mathura, e dopo aver concluso i Suoi passatempi in questo universo, và a cominciarne degli altri in un’altro, e così via senza alcuna interruzione. In realtà, l’analogia del sole con i passatempi del Signore non è molto appropriata, in quanto il sole non ha un’esistenza eterna. Tutti i passatemi di Sri Krisna sono sovrannaturali. Anche se sembra aver assunto la forma di un essere mortale ordinario, lo Srimad Bhagavatam (1.1.20.) afferma: “Egli non è mai soggetto a cambiamento, perchè non nasce come gli esseri umani ordinari”. Questi Suoi Divertimenti così inconcepibili, rappresentano il segreto stesso degli insegnamenti Vedici, che le stesse scritture considerano come le Sue attività più Magnanimi: la Gita dichiara che la nascita e le attività del Signore sono tutte trascendentali. Purtroppo le anime condizionate le paragonano ad attività mondane, in altre parole, essi guardano i passatempi del Signore sotto la luce della loro comprensione mondana. In realtà, sebbene Krisna appaia come un essere umano ordinario, non è mai toccato, in nessuna circostanza dalla natura materiale, e questa è la natura del Suo incomparabile splendore Divino. Nello Srimad Bhagavatam (1.11.36.38) è affermato: “Proprio come il Signore Supremo che è al di là della giurisdizione dei sensi materiali, allo stesso modo, il Maestro Spirituale che è una Sua eterna e non differente espansione, è anch’egli trascendentale”.
Anche dopo la sua scomparsa, egli rimane eternamente presente. Al contrario, tutti coloro che si lasciano attrarre dal desiderio per il piacere dei sensi, non riusciranno mai a capire la sua eterna permanenza spirituale. La nostra relazione col maestro spirituale, non dev’essere limitata alla sua nascita mortale, altrimenti non potrebbe essere il nostro signore vita dopo vita. Proprio come il Signore Supremo che è il Guardiano e il sostenitore di tutti gli esseri mobili ed immobili, allo stesso modo, il maestro spirituale agisce sempre come nostro eterno protettore. Il verso “Adam Guru pada asrayah” stabilisce che nel momento in cui accettiamo il maestro spirituale come l’unico protettore e sostenitore, allora di sicuro il Signore Supremo diventerà il nostro Guardiano. Invece se dedichiamo la nostra devozione solo a Sri Krisna e ignoriamo il maestro spirituale, allora Sri Krisna non accetterà la nostra devozione. Nelle scritture è detto: “Yasya deve para Bhaktir yatha deve tatha guru”. Bisogna mostrare la stessa devozione sia al maestro spirituale che al Signore Supremo, perchè questo ci farà realizzare l’essenza stessa di tutte le scritture. Una mentalità deviata che ci fa pensare di impegnarci in un grande servizio al Signore Supremo e trascurare il servizio al maestro spirituale, non è mai autorizzato dalle scritture. Quindi, l’obbedienza al maestro spirituale deve essere sempre mantenuta in tutte le circostanze, sia in sua presenza, sia dopo la sua scomparsa da questo mondo. Anche la più piccola mancanza nell’obbedire agli ordini del maestro spirituale, comprometterà la possibilità di ricevere la misericordia del Signore. La scomparsa del maestro spirituale, che è uno degli associati confidenziali di Sri Krisna, è definito col termine “Nitya Lila pravista om” “Egli è entrato negli Eterni Passatempi del Signore”. Considerandolo come il caro servitore di Srimati Radharani (Nayana Manjari), allora anche una piccola mancanza verso di lui, non ci permetterà di soddisfare Sri Sri Radha e Krisna. Sri Krisna non apprezzerà mai i cosiddetti sforzi di quel discepolo, perchè se Egli è in collera con qualcuno, allora il maestro riuscirà a riappacificare il Signore, al contrario, se il maestro spirituale è in collera con qualcuno, allora il Signore Supremo non manifesterà mai alcun riguardo verso quell’offensore. Sri Krisna, in una Sua conversazione con Sudama, che era un Suo amico d’infanzia, offriva le Sue stesse preghiere a quella persona che era devota e obbediente alle istruzioni del proprio Guru. Il sintomo di un discepolo sincero si manifesta con la sua serietà nel soddisfare i desideri del maestro spirituale, sia quando è presente, sia dopo la sua scomparsa.
Le tre dita chiuse di Sri Yamunacharya quando lasciò questo mondo, si aprirono automaticamente quando Ramanujacharya accettò di obbedire agli ultimi desideri del suo Guru che era Yamunachrya stesso. Srila Prabhupada desiderava che tutti i suoi discepoli cantassero centomila Santi Nomi al giorno, in modo tale che la predica potesse avere il migliore effetto. A questo riguardo, quando qualcuno mostrava una certa negligenza nel canto del Santo Nome, ma faceva mostra di una particolare dedizione per l’adorazione delle Divinità, egli mostrava subito la sua disapprovazione.
Srila Prabhupada, non credeva mai che l’adorazione delle Divinità avesse lo stesso valore del servizio al Signore nella forma del Nama Bhajan, da cui derivavano molti altri aspetti del servizio a Sri Krisna. Egli era solito dire che il servizio al Signore con l’offerta di molti articoli in un sentimento di reverenza, costituiva solo una devozione formale. In questo genere di adorazione formale, sia il corpo grossolano che quello sottile, sono più o meno coinvolti automaticamente, invece con la pratica del bhajan si trascendono subito i limiti del corpo grossolano e sottile, per raggiungere infine il diretto servizio al Signore Supremo. I sensi purificati con la pratica del Nama Bhajan, ci rendono subito liberi da tutte le designazioni temporanee, e ci elevano sufficientemente per servire il Signore eternamente. Il fallimento nella comprensione della sottile differenza tra il bhajan e l’adorazione, non ci permetterà di riverire appropriatamente la sacra forma della Divinità, per cui qualche volta potremmo pensare che la Divinità sia una statua di pietra etc. Questo genere di offesa così grave, ci condurrà nella più profonda perdizione. Dovremmo stare sempre molto attenti a non commettere alcuna offesa alle Divinità. Tutte le altre pratiche del servizio di devozione possono dare i giusti effetti se sono tutte accoppiate con il canto del Santo Nome. In conclusione, si dovrebbe sempre porre la propria fede nel processo del canto del Santo Nome, poi di conseguenza otterremo la misericordia del Signore e diventeremo liberi da ogni impurità. Considerare la Divinità di Sri Visnu come una statua di pietra, il maestro spirituale come un’essere comune, i puri devoti come appartenenti a un certo tipo di casta, l’acqua che ha lavato i piedi di loto del maestro spirituale come acqua ordinaria, e paragonare il Santo Nome alle vibrazioni materiali, ci condurrà alla degradazione e a sviluppare una mentalità infernale. Similmente, non bisogna mai considerare il Signore Supremo sulla stessa piattaforma degli esseri celesti come Brahma, Siva etc. Bisognerebbe liberarsi da questo tipo di deviazione religiosa. Considerare il maestro spirituale come un essere mortale ordinario è la più grave di tutte le offese. Proprio come il Signore Supremo, allo stesso modo, i Suoi puri devoti non sono mai soggiogati dai sensi di percezione come il gusto, il tatto, la vista, l’udito e l’olfatto. Sri Prema Bhakti Chandrika di Srila Narottama Das Thakura inizia con gli elogi ai piedi di loto del maestro spirituale, indicandolo come l’unico mezzo per ottenere la vera fede e la pura devozione. Senza la misericordia del maestro spirituale non è possibile attraversare il vasto oceano dell’esistenza materiale. Srila Bhaktivinoda Thakura afferma che solo per la misericordia del Guru è possibile liberarsi da tutti i desideri di gratificazione dei sensi. Srila Visvanath Cakravarti quando glorifica il maestro spirituale, lo paragona alle nuvole cariche di pioggia, che ci rinfrescano dal bruciore dell’esistenza materiale. Egli è la personificazione dell’oceano di misericordia, ed è per la sua pura devozione incondizionata, che una persona ordinaria come me ha ottenuto la fortuna di intraprendere il sentiero più sicuro. Altrimenti, non so proprio quale sarebbe stato il mio destino. Nella Caitanya Caritamrita (Adi 4.21.) è detto: “Mora putra mora sakha, mora pranapati, ei bhava yei more kore suddha bhakti”. Srila Prabhupada fa alcuni commenti di certi versi della Caitanya Caritamrita che si riferiscono alla pura devozione, alla devozione mista e alla devozione ordinaria. Quando si pratica la devozione con diverse motivazioni, o quando la devozione è coperta dalla speculazione intellettuale, dalle attività interessate o dal desiderio di acquisire i poteri mistici, si deve intendere che quella è devozione mista.
Quando si pratica la devozione favorevole e regolata al piacere di Sri Krisna, senza traccia di devozione mista, allora quella è devozione. Invece la devozione pura è sempre spontanea e senza causa, le cui caratteristiche sono rappresentate dall’intensa avidità di gustare le dolcezze e l’amore spontaneo per Krisna. I devoti di quest’ultima categoria non sono mai legati da alcuna regola, e la loro spontanea devozione è considerata come la più elevata. Le altre due forme di devozione servono da supporto alla terza per portarla sulla piattaforma più elevata. Coloro che seguono il sentiero dell’amore spontaneo raggiungeranno come destinazione ultima Goloka (il mondo Spirituale), invece coloro che praticano la devozione regolata nel sentimento di reverenza, entreranno nel regno di Vaikuntha. Srila Krisnadas Kaviraja afferma che questi puri devoti abbandonano ogni attività interessata e ogni forma di religione ordinaria. Nello Srimad Bhagavatam è detto: per offrire la Sua misericordia alle anime condizionate, Sri Krisna, il Signore Supremo ha manifestato in questo mondo materiale i Suoi trascendentali divertimenti amorosi. L’ascolto di questi Divini Passatempi ci condurranno verso il puro servizio di devozione al Signore Supremo. Il verso “Ya srutva” si riferisce alle anime liberate che sono situate sulla piattaforma dell’amore spontaneo e che non si stancano mai di ascoltare questi passatempi. Srila Prabhupada scrive in un suo commentario che questi soggetti non sono per i devoti neofiti e sentimentali, in quanto questi passatempi hanno origine dall’energia interna e quindi non possono essere facilmente compresi. I Sahajiyas o devoti immaturi, pensano che questi passatempi siano limitati e appartenenti al regno del godimento materiale. I versi come: “Tat paratvana nirmalam” e “Tat paro bhavet”, sono stati inventati da loro, per cui la loro definizione risulta distorta. Per esempio, la frase “Tadrsi Krida” nel senso distorto del suo significato può voler riferirsi alla soddisfazione dei sensi. Al contrario, la vera spiegazione invece, si riferisce solo al godimento trascendentale. L’essere vivente condizionato avverso al Signore Hari, interpreta tutti questi versi in virtù della sua devozione generata dal desiderio per il godimento sensuale. Sfortunatamente, a causa di questa deviazione dalla pratica vera e propria, il risultato sarà lo sviluppo di una devozione superficiale (sahajiya). Il suffisso “Bhavet”, sebbene affermativo, si situa di sicuro al di là del punto di vista dei materialisti edonisti o di coloro che hanno il cuore pieno di ananrta (desideri materiali impuri). Nel mondo materiale esiste la considerazione dei doveri e dei non doveri, ma non è così a Goloka Vrindavana. Lì, tutte le anime arrese sono impregnate di un’avidità spirituale (Lobha), con la quale si uniscono a Sri Krisna e partecipano alle varie delizie del loro amore reciproco. L’irresistibile attrazione per questo servizio d’amore spontaneo per il Signore è definito col termine Raga, e i devoti che lo possiedono sono conosciuti come Ragatmika Bhakta, invece i devoti che seguono la pratica di questa pura devozione chiamano questo sentiero col termine Raganuga Bhakti. Le qualificazioni per entrare in questo sentimento sono rappresentate dall’ardente desiderio di partecipare ai passatempi del Signore.
Nessuna qualità, come l’erudizione, la logica etc, saranno in grado di provvedere a fornirci le qualità necessarie per partecipare a certi passatempi. Solo l’intenso desiderio ci qualifica per entrare a partecipare a simili passatempi. Nel coltivare queste pratiche devozionali, entrambi, sia il corpo esterno del sadhaka, che il corpo interno, dovrebbero essere perfettamente impegnati nel servizio al Signore. In questo modo, mentre esternamente siamo impegnati nel normale processo dell’ascolto e del canto delle glorie del Signore, che rappresenta la pratica del Sadhaka, internamente, il devoto, con la mente purificata si impegna con la sua reale identità (Siddha Deha) nel servizio ininterrotto alla Coppia Divina. Srila Prabhupada commenta che colui che si impegna nel servizio di devozione a questo livello, serve la coppia Divina Sri Sri Radha e Krisna nella sua vita interiore, che non è determinata dall’autorità delle scritture o disciplinata dal maestro spirituale. In questo modo, nel corso del tempo raggiungerà i piedi di loto di Sri Krisna. Il Signore stesso si sente obbligato da questo tipo di devozione spontanea. Per sviluppare questa sublime forma di coscienza, bisogna essere completamente liberi da ogni forma di coscienza materiale.
Il Signor Caitanya, che è l’Avatara per questa era così contaminata, ci ha istruiti a capire che con lo sforzo ininterrotto nella pratica del Santo Nome, tutte le impurità verranno eliminate e gradualmente raggiungeremo la pura devozione spontanea. Srila Prabhupada ha scritto che per quanto riguarda i 64 aspetti del servizio di devozione, è necessario considerare sia la devozione spontanea che quella regolata. Le istruzioni di Prahalad Maharaja nello Srimad Bhagavatam, testimoniano l’efficacia della pura devozione. Allo stesso modo, anche Sri Gaurasundara ha dichiarato che il canto del Santo Nome è il più elevato di tutti gli altri metodi spirituali. Gradualmente, la misericordia del Santo Nome ci darà la capacità di capire e gustare le dolcezze del Nome, della Forma, delle Qualità e dei Passatempi del Signore, per diventare alla fine idonei ad entrare nell’associazione confidenziale con il Signore Supremo. Il Santo Nome è di gran lunga più misericordioso della Personalità di Dio. Con i nostri sforzi concentrati sul canto del Santo Nome, e per la misericordia stessa del Nome Personificato, raggiungeremo la più alta piattaforma dell’amore per Dio. Comunque sia, tutti coloro che mantengono ancora dei dubbi sull’autorità delle scritture e che sono privi di fede, non potranno mai capire ed accettare questa elevata concezione dell’amore per Dio. Una persona equilibrata e piena di fede che possiede tutte le buone qualità, per la misericordia del Santo Nome diventerà fortunato per ascoltare dalle labbra di un genuino maestro spirituale, i passatempi confidenziali del Signore, i quali, non sono mai stati rivelati neanche a Sri Lakshmidevi, la Dea della Fortuna stessa.
Poi, quando alla fine raggiungerà la devozione più elevata, si libererà completamente della lussuria presente nel suo cuore. Questo sentiero molto arduo anche per gli eruditi e i seguaci della logica, consiste nel seguire perfettamente le orme dei residenti di Vraja. Questa è la valida spiegazione del verso del Bhagavatam “Vikriditam Vrajavadhubhir”. Per questa ragione Srila Prabhupada ci ha consigliato di essere molto cauti nel trattare questi soggetti così elevati. A questo riguardo, ci ammoniva ad arrenderci completamente alla pratica del canto del Santo Nome. In ogni modo, anche se dovessimo essere impegnati nel servizio al Guru e assorti nel canto del Santo Nome con una fede incondizionata, si dovrebbe cercare di meditare costantemente di ottenere il desiderio e le qualificazioni per raggiungere la trascendentale piattaforma dell’amore spontaneo. Srila Prabhupada diceva che dovremmo essere felici di cantare cento mila Santi Nomi al giorno senza commettere offese. Sfortunatamente non riusciamo a completare in maniera stabile e concentrata neanche un quarto della quota stabilita. Dovremmo sempre cercare di sviluppare l’audacia di riuscire a contemplare i più elevati e confidenziali passatempi del Signore Supremo. Praticamente parlando, questo mio tempo, ora mi sembra così breve, e la mia vita sta volgendo a termine. Le mani mi tremano, la mia abilità a scrivere sembra abbandonarmi insieme al potere della memoria. I miei sensi non sono più acuti come prima, il mio corpo è diventato emaciato a causa della vecchia età, e tutte queste condizioni mi hanno condotto alla malinconia. La mia unica speranza è la misericordia senza causa di Srila Prabhupada. Sfortunatamente, per badare a quello che era necessario per le pratiche devozionali, ho sciupato la maggior parte del mio tempo più prezioso. Non sono riuscito ad eseguire neanche le istruzioni principali di Srila Gurudeva, che si riferivano al canto senza offese e alla segretezza del mantra da lui ricevuto. Questa disobbedienza agli ordini del Guru, ha pregiudicato la purificazione relativa al mantra stesso. La perfezione nel canto del Santo Nome e la Divinità presente nel mantra, in queste condizioni non mi condurranno mai al successo. A parte tutto il sincero servizio offerto a Srila Gurudeva, purtroppo ho anche distribuito il Santo Nome a molte persone squalificate che mi hanno implicato in gravi offese. A questo proposito, la domanda rivolta da Sri Gadhadara a Sriman Mahaprabhu a riguardo della reiniziazione a causa della sua apparente incapacità di pronunciare in maniera corretta il Santo Nome, sembra fatto a posta per chiarire questo punto.
A quell’epoca, Sriman Mahaprabhu consigliò Sri Gadhadara di tornare dal suo maestro spirituale Pundarika Vidyanidhi e arrendersi ai suoi piedi di loto. “Gadhadara deva istamantra punarbara premaniddhi sthane preme kailena svikara”. Srila Prabhupada ha scritto che la formula mistica e segreta per liberare qualcuno dalla trappola del godimento dei sensi è definito con un mantra.
Offrire questo mantra ad una persona senza fede, vuol dire che il Guru che ha dato quel mantra, di sicuro diventerà vittima di desideri spiacevoli. La cattiva associazione può mitigare o ridurre la conoscenza spirituale che si era acquisita in maniera corretta. In altre parole, diventa necessaria una nuova acquisizione di tutta la conoscenza trascendentale. Questa fu la ragione della particolare richiesta di Gadhadara Pandita. Mahaprabhu lo abbligò a ritornare da Pundarika Vidyanidhi, che era il suo primo maestro spirituale, per ascoltare di nuovo il mantra. La mia forte convinzione è che il maestro spirituale proteggerà sempre il suo discepolo arreso. Per cui, io prendo rifugio in lui, pregandolo di diventare qualificato per servire senza duplicità, lui, i devoti e il Signore Supremo. Che lui possa sempre benedire questa giusta aspirazione. O Gurudeva! Che tu possa sempre proteggermi e aiutarmi nel rimuovere tutti gli ostacoli sul sentiero spirituale. Perdona tutte le mie offese ed eternamente ponimi all’ombra dei tuoi piedi di loto. Che io possa sempre impegnarmi nel ruolo del servitore dei servitori dei devoti, diventando qualificato per eseguire il puro servizio di devozione, in modo tale che la mia vita diventi completamente benedetta. Il giorno prima della tua scomparsa, io fui davvero molto fortunato perchè riuscii a mettere i tuoi piedi di loto sul mio petto.
Possano i tuoi piedi di loto, che sono freschi come milioni lune, restare per sempre impressi sul mio petto, in modo da poterli adorare eternamente. Possa la tua benevola misericordia senza causa, scendere subito su questo servitore dei servitori. Solo per la misericordia del maestro spirituale è possibile soddisfare il Signore Supremo, al contrario, colui che dà dispiacere al suo Gurudeva non avrà mai alcuna speranza. Quindi dobbiamo sempre meditare e glorificare il maestro spirituale tre volte al giorno e offrire i nostri rispettosi omaggi ai suoi piedi di loto.
IL SIGNORE GAURASUNDARA
Sri Krisna è il Signore Supremo ed è la causa di tutte le cause. In questo modo, l’incarnazione per quest’era di Kali è il Signore Gaurasundara che esternamente appare con la carnagione di Srimati Radharani e internamente è Sri Krisna stesso. Nelle preghiere di Prahlad Maharaja a Sri Narisngha, troviamo un verso molto significativo: “O Signore! Nelle Tue differnti incarnazioni come uomo (Rama e Krisna), come animale (Varaha), come santo (Parasurama), come Devata (Vamana) o nelle forme acquatiche come Matsya e Kurma, mantieni stabile e prospera la condizione della Terra. O Persona Suprema! Tu proteggi i principi della religione di tutte le differenti ere. Però in Kali Yuga appari nascosto, per questo sei famoso come Triyuga. Questo dimostra che in Kali Yuga l’incarnazione del Signore Supremo rimane nascosta anche ai grande eruditi come Sarvabhauma Bhattacharya. Nilambhara Cakravarti era il nonno di Sri Caitanya, ed era compagno di scuola di Sri Visarada. Sri Vasudeva Sarvabhauma e Sri Madhusudana Vachaspati erano i figli di Visarada la cui discendenza proveniva da Vidyanagara. Il genero di Sri Visarada era Gopinatha Acharya. Una volta, Sarvabhauma Bhattacharya nel vedere Sri Caitanya intossicato d’amore di fronte alla Divinità di Sri Jagannath, sfidando le parole di Sri Acharya pensava che fosse solo una grande anima, invece che il Signore Supremo stesso. Sarvabhauma sosteneva che in accordo con le scritture, in questa era non c’era alcuna incarnazione di Dio. Gopinatha Acharya addolorato dalle sue affermazioni rispose, “Ti consideri molto esperto nele scritture, ma in realtà, sembra che tu non abbia compreso i commenti delle due principali scritture come il Mahabhrata e lo Srimad Bhagavatam, nelle quali è descritta l’apparizione del Signore Supremo per quest’era di Kali. Il termine Triyuga si riferisce solo al Signoe Narayana che ha manifestato i Suoi passatempi (Lila Avatara) in tre ere. Per questa ragione non sei stato capace di comprendere che in ogni era il Signore appare sempre come una Sua stessa espansione (Yuga Avatara). Nel Bhagavata (10.8.13), Garga Muni disse a Nanda Maharaja, “O Nanda! Tuo figlio manifesta la Sua forma Suprema in ogni era, e nelle ere precedenti è apparso con differenti carnagioni di colore, bianca, rossa e gialla, mentre ora è apparso con la carnagione nera. Nello Srimad Bhagavatam (11.5.31.32) è menzionato che una volta il re Nimi chiese al saggio Karabhajan, che era uno dei più grandi santi, in che modo il Signore Supremo sarebbe dovuto essere adorato in tutte le varie ere, con quale Nome e con quale forma. Il grande saggio replicò cominciando a definire le varie incarnazioni del Signore Supremo per il Satya Yuga, Treta Yuga e DwaparaYuga. Spiegò inoltre che queste incarnazioni erano perfette e complete, infine descrisse che in Dwapara Yuga la gente si sarebbe impegnata ad adorare il Signore nell’opulenza. Il re Nimi chiese di ascoltare attentamente i riti e i metodi con i quali il Signore sarebbe stato adorato nell’era di Kali (in Kali Yuga, le scritture devozionali sarebbero state la guida spirituale più importante). Il commento al terzo verso stabilisce che il Signore Supremo è di carnagione gialla e non nera. Le persone intelligenti di quest’era di Kali, adorano il Signore Supremo dalla carnagione gialla che s’impegna costantemente nel canto congregazionale dei Santi Nome ed è sempre circondato dalla Sua parafernalia trascendentale. Nel Mahabharata (14.9) nelle preghiere Vishnu Sahasranam recitate da Bhisma a Yudhisthira Maharaja si afferma: il Signore Supremo apparirà con una carnagione dorata, le Sue braccia saranno lunghe e meravigliose, la Sua carnagione sarà splendente e il Suo corpo sarà decorato con la polpa di sandalo e ornato con una ghirlanda di fiori profumati. Il Signore apparirà come una persona rinunciata e manifesterà tutte le Sue straordinarie Qualità Divine come la tranquillità, la pace etc, infine stabilirà il processo del canto del Santo Nome del Signore e con la Sua dolcezza eliminerà tutte le conclusioni errate delle scritture non autorizzate.
Srila Jiva Goswami ha commentato nel suo Krama Sandharba, il verso “Krsna varnam tvisaKrisnam”, Tvisa significa colui che possiede una carnagione dorata e non nera (Akrisna), ed è adorato da tutte le persone più intelligenti. In questa era, Egli manifesta la Sua forma straordinaria, che nelle precedenti ere erano rispettivamente di carnagione bianca, rossa e gialla, mentre ora, in questa Dwapara Yuga la Sua carnagione sarà nera. Il termine “Idanim” si riferisce all’ultima Dwapara Yuga, in cui assumerà una carnagione nera. Quindi, dal verso precedente menzionato da Garga muni, si deduce che nell’ere precedenti Satya e Treta, il Suo colore sarebbe stato rispettivamente bianco e rosso. Il colore giallo (Pita) predetto da Garga Muni doveva essere senza dubbio riferito alla specifica era immediata o Kali Yuga, nella quale il Signore ha assunto una carnagione giallo dorata, apparendo nella forma di Sri Caitanya (Gauranga). Lo Srimad Bhagavatam glorifica Sri Krisna come il Signore Supremo nella Sua Forma tutta completa, quindi naturalmente anche tutte le altre incarnazioni sono contenute in Lui ed emanano da Lui. E’ per dimostrare questo principio che vengono spiegate le Sue incarnazioni per le differenti ere. Infatti, in un giorno di Brahma, riferita alla specifica era di Kali, il Signore Gaurasundara fece la Sua apparizione. Dalle prove di queste affermazioni, Sri Gaurasundara non è altro che Sri Krisna stesso.
Questa rappresenta la conclusione più importante è non può essere denigrata in nessun modo. A questo proposito, il commento ai versi precedenti del Bhagavatam, ha inizio con la parola “Krsnavarnam”, che da sè spiega l’incarnazione stessa di Sri Gaurasundara. Nel Nome di Sri Krisna Caitanya è contenuta la parola Krisnavarnam, in conferma a tutto questo, nel Bhagavatam troviamo le parole di Sri Uddhava “Samahuta Bhismakanyaya ye sriyah savarnena bubhusay’sam-gandharva vrtya misatam svabhagam jahne padam murdhui dadhasuparnah”. Srila Sriddhar Swamy ha commentato questo verso identificando Rukmi come colui il cui nome contiene le stesse sillabe di Sri Rukmini. Con questo è confermato la deduzione da cui il Nome Sri Krisna Caitanya collegandolo alla parola Krsnavarnam, viene da Sri Krisna stesso. Alternativamente, questa parola Krisnavarnam, può essere compresa anche come colui che canta (varna) sempre il Nome di Krisna. In altre parole, può voler significare come colui che canta il Nome di Krisna in un sentimento di estrema felicità e con il cuore colmo di compassione, distribuisce questo Santo Nome a tutti. Ma tutto questo possiamo capirlo meglio quando andiamo ad analizzare la parola “Akrisna” (non nero) ma dalla carnagione dorata, e la parola “Tvisa” indica la Sua magnanimità nel distribuire il Santo Nome di Krisna a tutti, e la cui splendente apparizione insieme al Santo Nome di Krisna magnetizza tutta la gente di Kali Yuga. Un’altro significato di questo verso è che il Signore Supremo, Sri Krisna, quando apparirà in questa Sua carnagione dorata, ad eccezione dei Suoi devoti, rimarrà nascosto a tutti gli altri. Per i devoti, Egli è “Tvisa” presente nella carnagione di Syamasundara.
Colui che si è incarnato come Sri Caitanya non è differente da Sri Krisna stesso. Il verso continua con la parola “sangopangastraparsadam” che descrive il Signore Supremo nella forma di Sri Gaurasundara che è sempre circondato dalla Sua parafarnaglia trascendentale. Srila Vyasadeva, in questo verso definisce il verso “Anga” come la Sua immediata espansione. Invece “Upanga” virtualmente significa le Sue espansioni secondarie o porzioni delle Sue espansioni, le Sue armi (Astra) che si riferiscono al potente effetto delle Sue straordinarie dolcezze devozionali, mentre i Suoi associati confidenziali (parsadam) sono sempre vicini a Lui. In che modo, la Verità Assoluta (Sri Gaurasundara) sarà adorata dai Suoi devoti? La risposta la troviamo nella parola “Yajna” che usualmente significa il sacrificio che si riferisce alla comune adorazione offerta con sentimento di reverenza. Inoltre, nello Srimad Bhagavatam (5.19.23.) troviamo il verso “na yatra yajnesamokhah” che spiega che il migliore sacrificio che gli esseri celesti possono compiere è quello di cantare le glorie del Signore, senza mai riferirsi a un’ordinaria adorazione del Signore, caratterizzata dall’opulenza.
Il verso originale “Yajnair-sankirtanaprayaih” ci indica direttamente che il sacrificio si riferisce al canto congregazionale del Santo Nome, che rappresenta l’unico metodo di autorealizzazione per l’era di Kali. A questo proposito, “Sankirtanam” stà ad indicare molte persone riunite in un luogo che si impegnano nel canto delle glorie del Santo Nome di Krisna. In questo modo è dimostrato che il sacrificio del Sankirtan è l’attività più pratica ed appropriata per tutti i sinceri devoti di Sri Caitanya. Tutto questo è menzionato nel Mahabharata, dove è possibile trovare anche qualche evidenza dell’incarnazione di Sri Gaurasundara, sopratutto nella descrizione che si riferisce alla Sua carnagione dorata, ornata meravigliosamente dalla polpa di sandalo, mentre agisce come un mendicante rinunciato, sereno e completo di tutte le buone qualità, la cui mente è sempre disciplinata. Sri Sarvabhauma Bhattacharya che è il gioiello tra tutti gli eruditi ha commentato il verso che segue: “Possa la mia mente come uno sciame di api sul fior di loto, essere sempre immersa nel contemplare i Piedi di Loto di Sri Krisna Caitanya, che è apparso in questo mondo per diffondere il servizio di devozione al Signore Supremo”. Tutto questo è spiegato molto bene in un verso della Caitanya Caritamrita (Adi Lila 3): “Krsna ei dui varna sada yanhora mukhe-athava krsnake tehno varne nija sukhe”. Poi ancora, nelle prove scritturali, “Anga” si riferisce agli arti principali del Signore che fanno parte dalla natura costitutiva e trascendentale del controllore (Isvara Tattva), o come appare nel verso quando si riferisce ad Advaita Achatya e a Nityananda. La porzione di queste espansioni (arti secondari), che adornano gli arti principali, sono usualmente riferiti ai devoti confidenziali (Upanga) del Signore (Srivasa Pandit). Le armi (Astra) sono riferite al Santo Nome, che vengono usate per eliminare la mentalità atea delle anime condizionate, per cui, questa era la missione di Sri Gauranga, apparso con le Sue espansioni (Anga), i Suoi servitori confidenziali (Upanga) e sempre accompagnato dai Suoi eterni associati (Parsada). In questo modo, il Signor Caitanya ha stabilito i principi religiosi per quest’era di Kali nella forma del canto del Santo Nome, e le persone più intelligenti accetteranno immediatamente questo metodo di autorealizzazione. Per concludere, quando Sri Krisna apparve per compiere i Suoi passatempi, nello stesso modo all’inizio di Kali Yuga e subito dopo Dwapara Yuga, apparve Sri Gauranga. Sri Krisna è disceso nella forma di Sri Gauranga per svelare i segreti dei Suoi dolci sentimenti amorosi. In termini di paragone, i passatempi di Sri Krisna, di cui l’intrinseca dolcezza predomina il sentimenti di magnanimità, sono simili ai passatempi di Sri Gauranga, dove la magnanimità predomina sulla dolcezza. Sri Krisna dopo aver svolto i Suoi passatempi per 125 anni su questo pianeta, non distribuì al mondo le più elevate dolcezze dell’amore spontaneo delle pastorelle di Vraja. La gente per raggiungerlo si doveva impegnare nello studio delle scritture che tracciano il sentiero del servizio di devozione regolato. Comunque sia, il servizio al Signore nel sentimento di rispetto e reverenza, non fa altro che nascondere lo scorrere naturale della pura devozione. Questa è la ragione per cui il sentimento di reverenza non soddisfa il Signore. In verità, questa pratica formale del servizio di devozione è in grado di offrire le quattro forme di liberazione: Sarsti (ottenere la stessa opulenza di Sri Visnu), Sarupya (la stessa forma del Signore), Salokya (raggiungere il pianeta Vaikuntha) e Samipya (vivere nella stessa dimora del Signore in Sua compagnia). Generalmente, i devoti del Signore detestano quella forma di liberazione che conduce all’unione col Brahman Impersonale. I puri devoti sono sempre restii ad accettare tutte le forme di liberazione, perchè sono completamente soddisfatti nel compiere il puro servizio di devozione al Signore Supremo. Questa è la ragione per cui questa pura devozione soddisfa completamente il Signore Supremo. Sri Krisna afferma: “Nell’era di Kali, prenderò le sembianze di un devoto e diffonderò il canto congregazionale del Santo Nome, cosi tutti potranno gustare la deliziosa dolcezza del servizio d’amore al Signore nei quattro sentimenti rispettivi di servizio, d’amicizia, di parentela e di amore coniugale”. Apparendo nella forma di un devoto diffonderò questo canto trascendentale, e tutta la gente canterà e danzerà in estasi.
Un verso della Bhagavad Gita afferma: “Yada yada hi dharmasya paritranaya sadhunam yad yad acaroti srestas”. Questo verso illustra molto bene il significato e la funzione dell’incarnazione del Signore che scende per ristabilire i principi della religione. In questo modo, Sri Krisna stabilisce i principi della religione per questa era, svelando l’amore trascendentale che gli offrono gli abitanti di Vraja. La domanda che potrebbe sorgere qui è: come mai per compiere tali funzioni non ha provvisto di queste caratteristiche le Sue potenti incarnazioni precedenti? La ragione è che solo il Signore Supremo ha accesso a compiere queste dolcezze confidenziali, quindi, nessun’altra specifica incarnazione è qualificata a questo proposito. Srila Prabhupada dà la seguente spiegazione del verso che segue: “Ete bhavi kalikale prarthana sandhyaya avtirna hoile Krisna apani nadiyaya”, all’inizio e alla fine di ogni era c’è un periodo chiamato sandhya che si divide i sei parti, quindi, alla fine di ogni era, il sandhya comprende un periodo combinato, composto di dodici parti, e questo accade anche alla fine di quel particolare periodo. Il primo sandhyaya nell’era di Kali comprende un periodo 3.600 anni. Sri Gaurasundara è apparso nel villaggio di Sri Mayapur durante il primo sandhya, dopo 3.586 anni. Le differenti scritture dimostrano il fatto che il Signor Caitanya non è altro che Sri Krisna stesso. Nel Bhagavatm è detto: “Krsnavarnam tvisakrsnam sangopangastra parsadam” e “Channah kalou yad abhava tri yuga sa tvam” i Veda evidenziano tutto questo nei versi come: “Mahan prabhurvai purushah” e “yada pasya pasyate rukma varnam”, nelle scritture Agamas troviamo il verso “Mayapure bhavisiami Sachisuta” e nell’Upa Purana c’è il verso: “aham eva kascid brahman samyasrama asritah” e “Hari bhaktim grayami kalou papahatam-noram”. “O brahmana! In questa particolare era di Kali, Io accetterò l’ordine di rinuncia e mostrerò il sentiero della devozione per Sri Hari a tutto il mondo”. Con tutte queste evidenze scritturali, possiamo capire che il Signor Caitanya non è altro che Sri Krisna stesso. Tutto questo è possibile capirlo in modo diretto, mediante le Sue straordinarie attività. Sfortunatamente, le persone materialiste e i non devoti, non potendo comprendere le straordinarie attività del Signore Supremo Adhoksaja, denigrano la Sua esistenza, proprio come un gufo che rifugiatosi nella profonda cavità di un albero non riesce a percepire i raggi del sole, e quindi, non è in grado di concepire l’esistenza del sole stesso. Per concludere, poichè il Signore è la causa stessa delle Sue inconcepibili potenze, rimane nascosto agli occhi della gente comune, ma questo non vale per i Suoi devoti confidenziali. Il Suo Nome, la Sua Forma, le Sue Qualità e i Suoi Passatempi, si manifestano automaticamente nel cuore dei devoti, in virtù della loro pura devozione che soddisfa i sensi trascendentali del Signore. Una volta, sulle rive del fiume Godavari, Ramananda Roy nel suo primo incontro con Sri Caitanya, senza considerare la Sua carnagione dorata, non ebbe alcun dubbio a riconoscerlo come Sri Krisna stesso. In replica, Mahaprabhu disse che il puro devoto del Signore mette tutto in relazione alla Sua adorabile Divinità, riferendosi anche le cose inanimate. Nonostante Egli cercasse di tenere nascosta la Sua reale identità, Sri Ramananda Roy, con questa spiegazione svelò la reale posizione spirituale di Sri Caitanya. Il Signore Supremo Sri Krisna ha preso il sentimento e la carnagione di Srimati Radharani per assaporare e gustare le Sue stesse delizie dell’amore coniugale. E nello stesso tempo inonda il mondo intero con l’amore per Dio, assumendo la forma di un’incarnazione nascosta.
Sriman Mahaprabhu, soggiogato dall’amore dei Suoi associati confidenziali, sorridendo, mostrò la Sua Forma Divina, in una combinazione dello splendore dorato di Sri Radhika che copre la nera carnagione di Sri Krisna. In altre parole, Egli è Sri Krisna stesso che accetta il sentimento e la carnagione di Srimati Radhika, e sebbene siano due persone, appaiono simultaneamente come un unica verità (Radhabhava dyutisuvalita) nella forma del Signor Gaurasundara. Coloro che comprendono queste conclusioni a riguardo di Sri Krisna Caitanya e Radha Krisna, diventeranno candidati per ricevere la misericordia di Srila Swarupa Damodara.
Nel vedere la forma della Coppia Divina, Ramananda Roy perse coscienza e Mahaprabhu per aiutarlo a riprendersi, assunse nuovamente le Sue normali sembianze di un Sannyasi mendicante. In quello stesso momento, Sri Caitanya abbracciò Ramananda Roy svelandogli apertamente la Sua reale identità. Egli era Sri Krisna stesso nelle sembianze di un Sannyasi, disceso per gustare le Sue stesse dolcezze nell’amore coniugale. In verità, Sriman Mahaprabhu non avrebbe mai potuto nascondere la Sua vera identità al Suo devoto, la cui devozione è sempre pura ed incondizionata. Sri Yamunacharya nel suo Stotravali scrive: “O Signore! I devoti eruditi come Vyasadeva, spiegano molto bene i Tuoi differenti aspetti, le Tue Forme, Qualità e Passatempi, e con il verdetto di queste scritture influenzate dalla virtù, tutti possono capire ogni cosa, invece, coloro che sono influenzati dalla passione e dall’ignoranza, non hanno nessuna speranza di comprendere il Supremo. O Signore! Tutte le cose sono limitate dal fattore tempo e spazio, ma niente è uguale o superiore a Te.
Tu superi facilmente tutti i limiti di tempo e spazio, e anche se qualche volta riesci a nascondere la Tua Persona Divina con l’aiuto della Tua energia esterna, non puoi nasconderti agli occhi dei Tuoi fedeli devoti. Questa fu la ragione per cui Sri Gopinatha Acharya disse a Sri Sarvabhauma Bhattacharya che con una semplice goccia della misericordia del Signore, tutti possono comprendere la Sua apparizione e i Suoi passatempi. Le preghiere che Sri Brahma rivolse al Signore Supremo, confermano tutto questo (S.B.10.14.29). Così è dimostrato che senza la Sua misericordia, non possiamo scoprire le glorie del Signore, neanche se diventassimo degli eruditi e raggiungessimo la posizione di Brahma. Sarvabhauma Bhattacharya dopo aver ascoltato le profonde conclusioni di Sri Gopinatha Acharya, fece un’obiezione, e chiese a suo cognato una prova che lui aveva ricevuto la misericordia del Signore. Gopinatha Acharya rispose che la prova di colui che ha ricevuto la misericordia del Signore, sta nel fatto che costui è in grado di comprendere tutte le verità spirituali. Gopinatha Acharya replicò, dopo essere stato personale testimone delle manifestazioni d’amore trascendentali di Sriman Mahaprabhu, a causa della Sua energia illusoria, non sei ancora in grado di riconoscere in Lui la presenza della Divinità. I materialisti che cercano i frutti delle loro attività, anche dopo aver visto il Signore in Persona, non riescono a capire la Sua supremazia.
L’energia esterna è composta dai tre aspetti della natura, che rappresentano solo una parte infinitesimale dell’energia spirituale interna. Questa energia interna, manifesta due tipi di funzioni 1) “Avaranatmika” che copre la conoscenza e l’intelligenza degli esseri viventi, e 2) “Viksepatmika” che rappresenta la ricerca e la contemplazione della Verità, ma che ci fa deviare dai Piedi di Loto di Sri Krisna. In altre parole, l’arresa al Signore è l’unica via per sfuggire a questa insuperabile energia materiale. Proprio come il Signore afferma nella Bhagavad Gita “Mam eva ye prapadyante mayam etam taranti te” arrendersi al Signore è l’unica via per attraversare l’oceano dell’esistenza materiale. Srila Narottama Thakura nelle sue canzoni: “ Sadhu Guru kripa bina nahi upaya” afferma che la misericordia dei puri devoti è essenziale per liberarsi dagli effetti dell’energia illusoria del Signore. Bisognerebbe armonizzare ogni cosa in accordo alla misericordia del Signore, che non è alla portata di tutti, ma che viene distribuita prima dai Suoi devoti, e poi da Dio stesso. Sri Sarvabhauma Bhattacharya, sebbene fosse un grande e famoso erudito, non riuscì a comprendere il vero significato della parola Tri Yuga. Nell’era di Kali, non esiste alcuna citazione che si riferisce ai passatempi del Signore come Lila Avatara, ma ci sono molte indicazioni che si riferiscono ad una Sua incarnazione come Yuga Avatara. I materialisti e gli speculatori mentali avranno molte difficoltà a comprendere tutto questo. Il Signore aveva promesso che sarebbe sceso personalmente in ogni era “Sambhavani yuge yuge” e le Sue parole sono sempre corrette e non possono essere smentite. La parola “Chamna” indica che in Kali Yuga, questa Sua incarnazione resterà nascosta, ma il Egli stesso non potrà nascondere la Sua reale identità di fronte ai Suoi veri seguaci.
I devoti sinceri che non possiedono alcuna duplicità, possono comprendere i concetti spirituali racchiusi nella Verità Assoluta, al contrario, tutti gli altri falliranno e si identificheranno come esseri umani, esseri celesti etc, e collocheranno la Divinità nella categoria degli esseri mortali (Antropoformismo). Nella Caitanya Bhagavata (Madhya 27.39) troviamo: ”Dopo aver stabilito il canto congregazionale, per due nascite ancora diventerà tuo figlio”. Questa è una spiegazione di Srila Vrindavana Das Thakura a riguardo di una conversazione tra Sriman Mahaprabhu e Sua Madre Saci, quando Mahaprabhu svolse il Suo passatempo nelle vesti di un Sannyasi rinunciato.
Molte persone approfittando dell’evidenza del commento appena citato, cerca di introdurre l’idea delle differenti incarnazioni in quest’era di Kali. In ogni caso, nell’era di Kali, le altre due uniche incarnazioni del Signore sono rappresentate da Sri Caitanya e dal Santo Nome (Archavatara e Namavatara). Il Nome non è differente dalla Divinità del Signore e dalla forma del Signore stesso, perchè entrambi sono di natura trascendentale. “Kali kale namarupa Krisna-Avatara”, Sri Krisna apparve nell’era di Dwapara per un giorno di Brahma. Seguendo questo avvento del Signore Supremo si può stabilire senza ombra di dubbio la santa apparizione del Signore Gaurasundara.
Invece, quelle persone che falsamente pretendono di essere delle incarnazioni del Signore, creano solo disturbo all’intera umanità, perchè le loro attività sono cotrarie alle conclusioni dei puri devoti (vedere il Krama Sandharbha di Srila Jiva Goswami). Proprio come i passatempi sono eterni, allo stesso modo anche i passatempi di Sri Caitanya sono eterni. Srila Krisnadas Kaviraja Goswami spiega nella Caitanya Caritamrita: “Proprio come il sole sorge e tramonta all’orizzonte, allo stesso modo i passatempi del Signore (dall’inizio della Sua apparizione fino alla Sua scomparsa), sono ininterrottamente presenti di universo in universo e quindi sono anch’essi eterni”. Proprio come il sole che rimane stabile nella sua orbita, senza mai cambiare, allo stesso modo il Signore Supremo Sri Krisna, e Sri Gaurasundara sono entrambi assolutamente indipendenti nello svolgere i loro eterni passatempi. Il Signore manifesta i Suoi eterni passatempi solo ai Suoi puri devoti, perchè è soggiogato dalla loro intensa devozione. La Katha Sruti afferma: “La Verità Assoluta non può essere compresa con l’argomentazione o con l’erudizione, solo se ci impegniamo al servizio del Signore, con tutti i nostri sensi, otterremo le Sue benedizioni apparendo di fronte a noi. Nello Srimad Bhagavatam (2.7.42.) è affermato: “Colui che s’impegna con tutto il suo corpo, la mente e le parole, nel sincero servizio al Signore Supremo, potrà sperare di attraversare l’insormontabile oceano dell’esistenza materiale, per la Sua misericordia, dopo aver abbandonato tutti i desideri di pietà, ricchezza, gratificazione dei sensi e di liberazione, comprenderà il ruolo dell’energia materiale”. Il modo di pensare di questi devoti non è simile quello di coloro che sono influenzati da sentimenti egocentrici legati alla concezione corporale di io e mio, i corpi di queste persone alla fine saranno divorati da insetti e scarafaggi. Un giorno, di primo mattino, Sriman Mahaprabhu prese del Mahaprasada e lo portò a Sarvabhauma Bhattacarya che si era appena svegliato, Sarvabhauma accetto immediatamente quel Mahaprasada senza rispettare alcuna regola della purificazione mattutina come lavarsi i denti etc, così facendo, rese molto felice Sriman Mahaprabhu che lodò immediatamente Sarvabhauma che avendo accettato il Mahaprasada del Signore Jagannath, aveva violato tutte le ingiunzioni ordinarie. Per questa ragione, Sarvabhauma divenne il perfetto ricettacolo della misericordia del Signore. Senza l’arresa sincera e completa ai Piedi di Loto del Signore, non esiste altro modo per essere liberati dall’energia materiale, e in questo modo, non riusciremo mai ad avere neanche una minima un’idea della natura trascendentale dei Passatempi del Signore.
GLI INSEGNAMENTI BASILARI DEL SIGNORE CHAITANYA
Per quanto riguarda i principi della pura devozione, Sri Chaitanya ci ha dato la conoscenza più preziosa che riguatrda il Sambhanda ( la relazione con la Divinità), l’Abhideya (la pratica del servizio di devozione) e il Prayojana (lo scopo ultimo della vita). Sri Rupa Goswami ha stabilito che questi principi rappresentano la cosa più importante per quei devoti che hanno preso rifugio in un maestro spirituale autentico. Sri Caitanya quando incontrò Srila Sanatana Goswami a Kasi, gli spiegò questi tre principi della pura devozione, e in seguito a Prayag, insegnò a Srila Rupa Goswami il processo del puro servizio di devozione (Abhideya). Il nostro dovere è di seguire le orme di queste grandi anime, e accettando queste conclusioni, ci prostriamo ai piedi di loto di questi grandi devoti, con la speranza di poter seguire sempre le loro istruzioni. Senza la loro misericordia non avremo mai la speranza di comprendere questa conoscenza. Senza la misericordia del mio adorabile maestro spirituale (Srila Prabhupada), nessuno riuscirà mai a capire le istruzioni di Sri Chaitanya Makaprabhù. Srila Santana Goswami pieno di umiltà e con le mani giunte disse: Caro Maestro, chi sono io? Perchè sto soffrendo a causa delle tre miserie della natura materiale? Come posso raggiungere il mio vero benessere? Per favore istruiscimi a riguardo dei reali doveri, e insegnami la conoscenza del bene assoluto. Srila Sanatana Goswami era un eterno associato di Sri Gaurasundara, ma agendo come una persona ignorante, rivolse queste particolari domande per il benessere di tutte le anime condizionate. Sriman Mahaprabhu rispose: Caro Sanatana! Tu sei il ricettacolo di tutte le dolcezze amorose che si riferiscono a Sri Krisna, e non sei mai toccato dalle tre miserie materiali. Tuttavia, questa è solo una manifestazione della tua sincerità, e poichè sei molto desideroso di far conoscere a tutti le dolcezze della pura devozione, farò conoscere a tutti questa perfezione assoluta, spiegando uno per uno questi principi. A questo riguardo, Srila Krisnadas Kaviraja ha scritto questo verso che indica l’importanza di consultare il Bhakti Rasamrita Sindhu di Srila Rupa Goswami. Tutti i sinceri aspiranti alla pura devozione dovrebbero studiare attentamente questo libro. I principi religiosi stabiliti dalle persone sante sono conosciuti come “Sadharma”. Srila Prabhupada commenta: “Una persona determinata, provvista di buone attività pie (Sukriti), che si sforza sinceramente ponendo domande appropriate, che è sempre ansioso di capire la scienza di Dio, alla fine raggiungerà la vera conoscenza. Srila Bahktivinoda conferma che i devoti sinceri sono sempre molto ansiosi di raggiungere l’auto realizzazione, infine quando i loro sforzi diventeranno corretti, potranno raggiungere il fine desiderato. Lo sforzo nel comprendere i principi religiosi stabiliti dalle grandi anime, ci farà raggiungere rapidamente l’oggetto di tutte le nostre aspirazioni. L’attitudine di porre domande sincere, rappresenta il quinto dei 64 più importanti principi della pratica della pura devozione. Come abbiamo già spiegato precedentemente, per fare avanzamento spirituale, si deve essere determinati a fare domande sulla natura della nostra reale identità spirituale. Nel quinto capitolo della Bhagavad Gita, il Signore stesso dichiara che il sacrificio per acquisire la conoscenza è di gran lunga superiore alla semplice rinuncia dei beni materiali, un sacrificio simile ci condurrà alla conoscenza Divina. Questa conoscenza così elevata è divide in tre categorie: Sambhanda (la relazione), Abhideya (la pratica devozionale) e Prayojana (lo scopo ultimo). La sottile relazione tra l’anima individuale e l’Anima Suprema, che si ottiene mediante il principio dell’inconcepibile simultanea unità e differenza con Dio, ci guiderà alla comprensione del Sambhanda (i doveri naturali nella pratica del servizio di devozione), dell’Abhideya (il processo della devozione), e Prayojana (il profondo sentimento d’amore per il Signore Supremo). Il sacrificio all’interno delle attività interessate, ha come scopo la gratificazione dei sensi grossolana e sottile. In confronto al sublime ottenimento del sublime amore per Dio, tutti gli altri tentativi risultano insignificanti, per questa ragione sono condannati sotto tutti i punti di vista.
I devoti del Signore evitano sempre quel tipo di conoscenza che si riferisce all’aspetto di Dio Impersonale, perchè sanno bene che questo può creare un grave ostacolo sul sentiero della pura devozione. La vera conoscenza Divina comprende l’adorazione all’assoluta e trascendentale forma di Dio. Questa conoscenza è divisa i tre categorie: la conoscenza della relazione, la pratica devozionale e lo scopo ultimo della vita. Appena si diventa sufficientemente fortunati da prendere rifugio in un’autentico maestro spirituale, si arriva dall’abbandono della realtà materiale, ed infine si ottiene la comprensione del significato divino e si raggiunge lo scopo ultimo della vita umana. In questo periodo di tempo, si ottiene l’iniziazione dal maestro spirituale, che ci apre la porta che culmina nella conoscenza trascendentale. Nella Gita (4.34.) Sri Krisna istruisce Arjuna: “Avvicina un maestro spirituale autentico, ponigli domande con sottomissione e servirlo, l’anima realizzata può rivelarti la conoscenza perchè ha visto la verità”. Srila Bhaktivinoda commenta che per le persone comuni è molto difficile fare differenza tra il sacrificio per le attività interessate e il sacrificio per la conoscenza. Questa è la ragione per cui egli raccomanda che per ottenere la corretta discriminazione, bisognerebbe avvicinare i piedi di loto di un maestro spirituale autentico e porgli domande con umiltà in un atteggiamento di servizio. Con la soddisfazione del maestro spirituale si può ottenere l’autorealizzazione. A questo riguardo, Srila Visvanatha Chakravarti afferma che per ottenere l’autorealizzazione, il discepolo dovrebbe offrire umilmente i suoi omaggi al precettore spirituale che ci istruisce sulla Verità Assoluta. “Caro Maestro, qual’è l’origine della natura materiale, in che modo possiamo diventare liberi dagli effetti della sua terribile influenza? Con questo tipo di domande e un atteggiamento di servizio, dovremmo stabilire la nostra relazione con lui. Nella Mundaka Sruti è detto: la sottomissione al maestro spirituale, le domande e l’umile servizio rappresentano i tre aspetti del fuoco sacrificale di un discepolo che è alla ricerca della conoscenza spirituale. Questi tre spetti appena menzionati, non sono limitati solo a coloro che cercano la Verità nelle scritture vediche, ma si riferisce anche a quei studenti seri che desiderano entrare del puro servizio di devozione. In altre parole, diventare esperti nelle scritture non è la qualificazione per prendere la posizione di Guru. La verità, è che si deve essere esperti nella scienza del servizio di devozione, e non semplicemente conoscere solo qualche buon verso delle scritture.
Colui che diffonde l’essenza del servizio di devozione, che comprende correttamente tutte le scritture relative ad esso, e nello stesso tempo manifesta una condotta esemplare, è il vero Guru.
Dopo aver ascoltato le domande di Sanatana Goswami, Sriman Mahaprabhu cominciò a rispondere alla sua prima domanda “Chi sono”. In relazione al Sambhanda (la relazione con Dio), l’essere vivente è una particella infinitesiamle, ma poichè si è identificato col corpo grossolano (composto di cinque elementi) e col corpo sottile fatto di intellegenza, mente e falso io, ha dimenticato la sua reale identità. Questa forma di ignoranza è la causa di tutte le illusioni (Anarta), la sua coscienza pura ed originale (l’anima) si è falsamente identificata con queste coperture materiali. Le risposte di Sri Caitanya a Sanatana Goswami, possono riempire le pagine di numerosi libri. Una volta, durante il festival del Rathayatra di Sri Jagannath, nella sacra città di Puri, Sriman Mahaprabhu espresse il Suo desiderio di danzare di fronte alla Divintà del Signore, allora, prontamente Sri Swarupa Damodara organizzò sette gruppi di devoti esperti nel canto e nella danza. Sri Caitanya insieme a Srivasa, Ramai, Raghu, Govinda, Mukunda, Haridas, Govindananda, Madhvava e Govinda, cominciò una danza estatica. Srima Mahaprabhu dopo aver offerto i Suoi omaggi al Signor Jagannath, cominciò a glorificarlo con i seguenti versi: “Offro i Miei omaggi a Sri Krisna, il Signore Supremo che è il protettore di tutte le mucche e dei Brahmana, Egli è il Salvatore del mondo ed è Colui che dà piacere alle mucche”. “Vittoria al benedetto e Supremo figlio di Devaki, vittoria a Sri Krisna che ha illuminato la dinastia Vrisni”. “Vittoria a quel Bambino dalla carnagione blu” “Vittoria a Mukunda che elimina tutti i mali e le debolezze del mondo”.
Tutte le glorie a Sri Krisna, l’Anima Suprema nel cuore di tutti gli esseri, conosciuto anche come Colui che è nato dal grembo di Devaki, le cui forti braccia distruggono tutte le forme di irreligione.
Egli elimina i peccati di tutti gli esseri e il Suo sorriso incrementa i desideri lussuriosi di tutte le pastorelle di Vraja. “Non sono Brahmana, nè Ksatriya, nè Vasya, nè Sudra, non sono Brahmachari, Griasta, Vanaprastha, o Sannyasi, sono semplicemente il servitore dei servitori del Marito delle Gopi (Sri Krisna), che è un’oceano di felicità”. Sriman Mahaprabhu, nelle vesti di un semplice devoto, umilmente ci insegna a paragonare se stessi ai servitori dei servitori del Signore Supremo.
Nei Suoi insegnamenti a Sanatana Goswami troviamo un verso molto importante: “Jivera svarupahaya krisnera nitya dasa krsnera tatastha-sakhi beda-abheda prakash” (c.c.m.20.108.109).
Sriman Mahaprabhu spiega che la funzione originale dell’essere vivente è di essere l’eterno servitore di Krisna, ma essendo la Sua energia marginale, la sua posizione rimane inconcepibilmente una e simultaneamente differente dal Signore stesso. La risposta alla domanda chi sono io? Il Signor Caitanya rispose: “Io non sono questo corpo materiale grossolano e sottile, originariamente, Io sono il servitore dei servitori dei puri devoti di Sri Krisna”. Colui che è in grado di stabilire questa relazione col Signore, e s’impegna per il benessere degli altri, la sua pace e la pace del mondo è assicurata. Sebbene la natura del Signore Supremo sia sempre completa ed infinita, mantiene una relazione eterna anche con gli esseri individuali. In tutte le circostanze, noi siamo sempre gli eterni servitori del Signore e dei Suoi devoti. Colui che agisce in questo modo, svilupperà una visione spirituale e raggiungerà il servizio al Signore Supremo. In seguito la sua fede nei devoti e nel Signore diventerà ferma e risoluta e solo allora potrà essere illuminato a riguardo del puro servizio di devozione al Signore. Nello Srimad Bhagavatam (11.2.36) è detto: “Si dovrebbe dedicare ogni azione, mente, corpo, parole, sensi e intelligenza alla soddisfare del Signore Narayana. Srila Chakravarti Thakur spiega che normalmente le persone materialiste quando si svegliano al mattino compiono i loro doveri di purificazione come evacuare, urinare, lavarsi i denti e fare un bagno, poi con grande impegno si danno un gran da fare per sbrigare i loro affari con lo scopo di godere dei sensi. I lavoratori interessati invece, oltre a dedicarsi alla purificazione mattutina, compiono i loro doveri legati alla loro relazione con parenti e amici, infine si impegnano nell’adorazione degli esseri celesti. Anche i devoti del Signore compiono le stesse cerimonie purificatrici, ma il loro unico obbiettivo è il servizio di devozione al Signore Supremo Sri Krisna. In questo modo, gli stessi doveri quotidiani diventano automaticamente parti integranti delle pratiche devozionali. Se tutte le attività vengono offerte al Signor Narayana in un sentimento d’arresa,
allora diventano parti della pura devozione. Nell’Hari Bhakti Vilasa è detto: “Tutte le attività eseguite per il piacere del Signore Hari, così come è indicato nelle scritture, sono definite come servizio di devozione regolato”. Queste pratiche a lungo andare, ci aiuteranno a risvegliare l’amore per Dio. I residenti di Vraja, possiedono uno spontaneo e naturale affetto per il Signore Supremo, così, allo stesso modo, anche il Signore stesso possiede un reciproco affetto per i Suoi devoti umili e semplici. Coloro che praticano il sentiero della devozione spontanea, sono definiti Ragatmika Bhakta. Questi devoti così particolari, obbediscono strettamente alle pratiche della devozione spontanea o Raganuga. In ogni caso, la semplice pratica del servizio di devozione regolato non ci permette di accedere alla devozione spontanea. “Viddhi bhakti vraja bhava paite nahi sakhi”. Nel Bhakti Rasamrita Sindhù è detto che il naturale e ardente sentimento di servire la Divinità, è conosciuto come Raga. Il continuo sviluppo di questo tipo di devozione per Krisna è riconosciuto come Ragatmika. Nella C.C.AD.4.267.278. è detto: “Le Gopi di Vraja non sono mai influenzate da nessuna traccia di lussuria materiale, perchè il loro intenso attaccamento a Sri Krisna è l’Amore Trascendentale”. Esse agivano solo per il piacere di Sri Krsna, e il loro sentimento d’amore è naturale e spontaneo.
Le Gopi non sono mai sopraffatte dalla felicità e dal dolore di questo mondo, perchè non hanno alcuna attrazione per la religione, la famiglia, la società etc. Con le discussioni che ci aiutano a stabilire la nostra naturale posizione di servitori dei servitori, possiamo capire che non dobbiamo sforzarci solo per il nostro progresso, ma anche per quello degli altri. In ogni caso, quando compiamo le nostre attività quotidiane, è necessario stare molto attenti ad evitare ogni tipo di orgoglio, che può provocare un grosso ostacolo al nostro abbandono a Sri Krisna. Per proteggerci da questo pericolo è molto utile studiare ripetutamente le istruzioni contenute nella Manah Shiksa di Srila Raghunath Das Goswami commentato da Srila Bhaktivinoda Thakura. Per la misericordia di questi due grandi Vaisnava possiamo sperare di qualificarci per entrare nel regno del puro servizio di devozione. Caso contrario, il pericolo dell’orgoglio, causerà sicuramente dei gravi danni alle nostre pratiche devozionali. I sacri testi sottolineano la necessità di ricordare il maestro spirituale, i devoti e il Signore Supremo, perchè questo è l’unico modo per eliminare tutti gli ostacoli sul sentiero del servizio di devozione, e alla fine tutti i nostri desideri spirituali saranno soddisfatti. A questo proposito, Srila Bhativinoda Thakura ci mette in guardia di porre la nostra fede solo nei puri devoti del Signore, nel Maestro Spirituale e nel Santo Nome, perchè questa è l’unica arma per sconfiggere il nostro orgoglio e ottenere l’amore spontaneo.
Mentre il Santo Nome vibrava tumultuosamente, Sri Krisna, il Signore Supremo, nella forma di Sri Gauranga apparve nella casa di Jagannath Misra e Sacidevi, a Sri Mayapur, nel giorno di luna piena nel mese di Phalguna. Poi, dopo aver svolto i Suoi passatempi per 48 anni, scomparve nella Divinità di Sri Tota Gopinatha (adorata da Gadhadara Pandita) a Jagannath Puri. Il Signor Gauranga trascorse i Suoi primi 24 anni di età come ideale uomo di famiglia a Navadvipa, e gli altri 24 anni, li visse come un Sannyasi rinunciato. Durante la Sua vita di famiglia, era sempre impegnato nel canto congregazionale del Santo Nome. I primi sei anni nell’ordine di Sannyasi li trascorse viaggiando per tutti i luoghi sacri dell’India predicando le glorie del Santo Nome. Durante gli ultimi 18 anni della Sua vita, risiedette nella città di Puri, dove immerse tutti i Suoi associati in un oceano d’Amore Divino per Sri Krisna. Sopratutto gli ultimi 12 anni, li trascorse nella Sua stanza solitaria (Gambira) in compagnia di Ramananda Roy, gustando le dolcezze coniugali dell’amore in separazione da Sri Krisna. Questi periodi dei Suoi passatempi sono stati divisi da Srila Krsna Das Kaviraja in tre parti: Adi Lila, Madhya Lila e Antya Lila. Negli scritti di Murari Gupta, troviamo le evidenze di questi passatempi, sopratutto quelle dell’Adi Lila (i primi 24 anni), gli altri passatempi furono estratti dal diario di Srila Swarupa Damodara. Anche Srila Raghunatha Dasa Goswami ricevette valide informazioni da Sri Swarupa Damodara nei 16 anni che trascorse a Jagannath Puri, oltre ad essere personale testimone di molte attività del Signor Caitanya, ricevette delle preziose informazioni da Sri Swarupa Damodara stesso, ed infine, egli stesso le trasmise a Srila Krsna Das Kaviraja. Quindi tutti i passatempi contenuti in questo sacro testo, rappresentano l’esatta conoscenza di tutta la vita di Sri Caitanya. Tutti i passatempi di Sri Caitanya erano saturi della Sua stessa predica sul Santo Nome, che manifestava mediante il canto congregazionale. Sri Caitanya apparve in una notte di Phalguna Purnima, durante un’eclissi lunare, in cui tutta la gente di Navadvipa cantava il Santo Nome di Sri Hari. Da bambino quando piangeva, i Suoi genitori e gli altri parenti per calmarlo cantavano ad alta voce il Santo Nome. In questo modo, col pretesto del pianto, il piccolo Nimai impegnava tutti involontariamente nel canto del Santo Nome del Signore.
Le donne del vicinato avevano l’abitudine di chiamarlo Gaurahari. La Sua infanzia durò fino ai cinque anni, la Sua fanciullezza arrivò fino ai 10 anni, la Sua giovinezza fino a 15 anni, poi raggiunse la maturità. Durante la Sua fanciullezza e giovinezza si dedicò intensamente allo studio e all’insegnamento della grammatica Sanscrita.
A questo riguardo, Srila Bhaktivinoda Thakura spiega che Sriman Mahaprabhu insegnava la grammatica Sanscrita ispirato dal Santo Nome di Krisna. In seguito, seguendo le orme di Sri Caitanya, anche Srila Jiva Goswami compose in Sanscrito due trattati educazionali intitolati rispettivamente “Laghu Vyakaran e Brhiat Vyakaran”. Studiando questi due testi, si può facilmente imparare la grammatica Sanscrita e ricevere nello stesso tempo l’impeto per impegnarsi nella pratica del puro servizio di devozione. Durante la Sua giovinezza ed immediatamente dopo il Suo matrimonio, Sri Caitanya si impegnava costantemente nella predica del Santo Nome del Signore. In questo periodo immerse tutti gli abitanti di Nadia nell’estasi del Santo Nome, e incoraggiava tutti a diffondere le glorie del Santo Nome. Una volta, il Signore istruì Sri Nityananda Prabhu e Srila Haridas Thakur di andare umilmente casa per casa a mendicare a tutti di accettare l’esclusivo rifugio del Santo Nome di Krisna, e alla fine della giornata sarebbero dovuti tornare da Lui per riferire le loro esperienze. Prendendo questa istruzione come la loro vita stessa, questi due puri associati del Signore, andavano di porta in porta a distribuire il Santo Nome del Signore a tutti. Ma il risultato fu che divennero oggetto di molti insulti, sopratutto da parte delle persone più ignoranti. Invece le persone gentili conoscendo bene il livello di rinuncia di questi due grandi devoti, li invitavano nelle loro case a mangiare ed ad accettare le loro offerte. Questi due devoti davvero speciali, rifiutavano gentilmente ogni invito, pregando loro di cantare il Santo Nome di Krisna. Un bel giorno, durante la loro predica incontrarono due pericolosi ubriaconi di nome Jagai e Madai, la cui liberazione dalla loro esistenza peccaminosa possiamo trovarla descritta nel 14 capitolo del Caitanya Bhagavata. Sriman Mahaprabhu trascorse i primi 24 anni della Sua ideale vita di famiglia nel diffondere le glorie del Santo Nome, e in questo modo, liberò tutte le anime condizionate che incontrava. L’aspetto principale del Suo modo di vivere era basato sulla pratica stessa dei Suoi insegnamenti. Nel ruolo di giardiniere trascendentale, Egli coltivava l’albero della pura devozione e poi gustava i deliziosi frutti di quell’albero distribuendoli a tutti senza discriminazione. Educava sempre i Suoi seguaci a distribuire questi frutti dell’amore per Dio a tutti indiscriminatamente.
Nella Caitanya Caritamrita (Adi Lila 9° cap.), è descritto in che modo Sri Caitanya fornì ai Suoi seguaci le qualità per distribuire a tutti i frutti dell’amore per Dio. Egli sottolineava che se questa attività così elevata, fosse stata eseguita con ipocrisia e ignoranza, non avrebbe condotto ad alcun successo. In un’occasione, Srila Sanatana Goswami rivolgendosi a Srila Haridas Thakur disse: “Qualche volta la gente predica senza mostrare alcun buon comportamento, altri invece hanno un buon comportamento ma non mostrano alcun interesse per la predica, se questi due comportamenti fossero simultanei, allora il successo è garantito. Tu sei il vero maestro spirituale del mondo intero, perchè insegni con l’esempio stesso della tua Divina condotta. Un’altro aspetto molto importante, che abbiamo già menzionato in precedenza, è che non si dovrebbe mai diventare orgogliosi durante la sincera esecuzione di queste attività devozionali. In altre parole, il falso prestigio e l’orgoglio dovrebbero essere completamente eliminati dal nostro cuore. Non si dovrebbe mai pensare di essere grandi devoti e pretendere il rispetto dagli altri. Quando il falso prestigio contamina il cuore, allora corriamo il pericolo di andare all’inferno. La posizione più sicura è di sentirsi i servitori dei servitori dei puri devoti di Sri Krisna. Questa è la ragione per cui Sriman Mahaprabhu compose il verso “Trinad api sunicena“. Colui che desidera avanzare sul sentiero della pura devozione, dovrebbe possedere la seguenti qualità: “Essere più umili di un filo d’erba, più tolleranti di un albero, privi di falso prestigio, sempre pronti ad offrire il nostro rispetto agli altri e mai pretendere rispetto per se stessi”. Se non coltiviamo queste quattro qualità non riusciremo mai ad avanzare nelle delizie della coscienza di Krisna. L’esempio di Sri Ramananda Roy, quando fece tutto il possibile per fare incontrare il re Prataparudra con Sri Caitanya. Il Re possedeva un grande rispetto per Sri Caitanya, e il suo amore per Lui era puro e genuino.
Nell’Adi Purana, il Signore dichiara: “O Partha! In realtà colui crede di essere Mio devoto, non è Mio devoto, invece, colui che si sente il servitore dei Miei devoti è di gran lunga superiore”. Nello Srimad Bhagavatam (11.19.20.) sono descritte le caratteristiche di un puro devoto di Sri Krisna. Sri Krisna stesso descrive le qualità di un devoto genuino affermando: “Colui che mentalmente accetta il ruolo di servitore, che Mi glorifica con tutto il suo cuore, che adora i Miei devoti e vede tutti gli esseri in relazione a Me, che lavora per Me e Mi offre le sue preghiere, che si arrende a Me e abbandona ogni desiderio che non è collegato col Mio servizio, è il migliore di tutti”. Nel Padma Purana, Shiva informa Parvati che l’adorazione a Sri Visnu è superiore all’adorazione degli esseri celesti, ma l’adorazione ai devoti di Sri Visnu è di gran lunga superiore all’adorazione di Sri Visnu stesso. Nello Srimad Bhagavatam (3.7.20.) è detto: “Coloro che sono poveri in austerità, non avranno molte possibilità di servire i puri devoti del Signore, che sono sempre assorti a cantare le glorie di Sri Janardana”. Dopo 24 anni nella Sua vita di famiglia, Sri Caitanya dopo aver accettato l’ordine di rinuncia, andò a vivere nella città sacra di Puri. Poi, alla fine di un mese di Phalguna (Febbraio Marzo) ritornò a Navadvipa per partecipare alla corrente festività del Dolyatra. In seguito liberò il grande erudito Sarvabhauma Bhattacarya dalla sua conoscenza impersonale. Durante il mese di Vaisakh, cominciò il Suo pellegrinaggio nelle regioni del sud dell’India. Sriman Mahaprabhu già sapeva che Suo fratello maggiore Visvarupa aveva accettato l’ordine di Sannyasi con il nome Sankaranya e aveva concluso i suoi passatempi nel luogo sacro di Pandharpura. Col pretesto di cercare Suo fratello, partì per il sud dell’India in compagnia di un Suo servitore di nome Krsna das. In questo modo vagabondò attraverso molti luoghi sacri e si impegnava costantemente nel canto del Santo Nome, intossicandosi d’amore per Krisna. Egli cantava costantemente “Rama Raghava, Rama Raghava, Rama Raghava, Raksha Mam, Krisna Kesava, Krisna Kesava, Krisna Kesava Pahi Mam”. Cantava continuamente il Santo Nome senza mai manifestare alcun sintomo di stanchezza. Nella Chaitanya Caritamrita, Srila Krisnadas Kaviraja menziona gli straordinari passatempi di Sri Gauranga, e quando raggiungeva gli stadi di grande intossicazione amorosa per Krisna, chiedeva a tutti coloro che incontrava di cantare il Santo Nome. Il Suo sentimento amoroso spingeva tutti a seguirlo automaticamente, e in alcuni casi, abbracciava le persone trasmettendo nei loro cuori una speciale energia rinnovatrice, e questa era la manifestazione della Sua gentilezza verso tutti. Le persone toccate dalla Sua misericordia, lo seguivano sopraffatte da profondi sentimenti devozionali, e a loro volta ottenevano uno speciale potere per convertire alla Coscienza di Krisna tutti coloro che incontravano. Sriman Mahaprabhu convertì tutte le persone che incontrava ad accettare la dottrina della pura devozione. Grazie alla Sua Divina influenza, qualche volta, con la Sua sola presenza carismatica, trasformava tutti in devoti di Krisna. Srila Bhaktivinoda Thakura spiega che Sri Caitanya trasmetteva questa particolare energia a tutta la gente comune che incontrava. Quando il Signore Supremo e i Suoi puri devoti appaiono in questo mondo, trasmettono uno speciale potere a tutte le persone che vengono a contatto con Loro. Questo speciale potere consiste nell’energia di piacere (Hladini), nella conoscenza (Samvit), che combinate insieme alla
potenza devozionale, facevano diventare tutti grandi devoti del Signore. Sriman Mahaprabhu trasmetteva a queste persone un potere speciale, con il quale riuscivano a trasmettere la più antica religione del mondo a tutte le persone che incontravano. Durante i Suoi pellegrinaggi, Sri Caitanya abbracciava anche le persone di bassa casta e li ispirava a diventare predicatori. Con questa energia rinnovatrice, un gran numero di persone accettava il sentiero del servizio di devozione. In questo modo, il Signore Supremo mostrò la Sua estrema magnanimità e compassione, liberando molte anime condizionate del Sud dell’India. Se qualcuno dovesse chiedere come mai il Signore non mostrò la stessa misericordia agli abitanti di Navadvipa?
Nella C.C.M. 7.105.109, è spiegato che Navadvipa a quei tempi era diventata la residenza di molti eruditi, che orgogliosi della loro erudizione e contaminati da una mentalità materialista, mostravano una certa avversione per i Piedi di Loto di Sri Krisna, per questa ragione il Signore non fece alcuno sforzo per aiutarli. Non potendo trasmettere loro alcun potere spirituale, fu costretto a lasciarli nella loro profonda ignoranza. Nelle C.C. Srila Krisnadas Kaviraj spiega che coloro che dubitavano e non credevano agli straordinari passatempi del Signore, vennero privati completamente della conoscenza spirituale. In questo modo, persero ogni possibilità di raggiungere la vera felicità sia in questo mondo che nell’altro. Srila Bhaktisiddhanta commenta il verso della C.C.M.7.112. ”Gli straordinari passatempi di Sri Krisna Caitanya erano liberi da ogni genere di inganno, perchè la loro natura era completamente trascendentale, e quindi di grande beneficio anche per gli aspiranti devoti”. Al contrario, tutte le persone ignoranti che pianificano di ingannare gli altri, cadranno dal sentiero della pura devozione per Krisna e saranno immersi nella perdizione. Una volta, durante il Suo pellegrinaggio, Sriman Mahaprabhu arrivò in villaggio dove viveva un grande devoto di nome Kurma. Sri Caitanya, non appena vide la Divinità del luogo fu sopraffatto dall’estasi e cominciò a cantare, danzare e glorificare la Divinità di Sri Visnu con parole scelte. Questa Sua manifestazione di estasi, attirò l’interesse di molta gente del luogo, che rimasero tutte sbalordite nell’assistere al Suo spettacolo di rara devozione. In seguito, anch’essi vennero sopraffatti da una grande felicità e cominciarono a cantare e a danzare in estasi. Ovunque andasse, Sri Caitanya immergeva tutti in un oceano di felicità. Il devoto Kurma dapprima fece sedere il Signore e poi con grande devozione gli lavò i piedi e ne bevve l’acqua, poi con grande gioia la distribuì a tutti i suoi famigliari. Dopo aver soddisfatto il Signore con differenti preparazioni, con grande umiltà si arrese ai piedi di loto del Signore, poi vedendo che i suoi attaccamenti materiali stavano diminuendo, ringraziò il Signore per la Sua misericordia. In risposta alla sua cordiale ospitalità, il Signore gli raccomandò di restare con la sua famiglia e di dedicarsi ininterrottamente nel canto del Santo Nome, e nel ruolo di maestro spirituale avrebbe potuto predicare le glorie del Santo Nome a tutti. In questo modo, non sarebbe mai stato disturbato dall’energia esterna del Signore, infine gli promise che si sarebbero incontrati ancora. In seguito, altre anime arrese furono istruite dal Signore ad agire allo stesso modo.
Conseguentemente, tutte quelle persone che ebbero accettato nel loro cuore gli ordini del Signore, furono liberati dall’arroganza di pensare di essere diventati Guru, e in questo modo furono salvati dal pericolo di qualche deviazione sul sentiero della pura devozione. Tutte le grandi anime raccomandano sempre agli aspiranti sinceri di abbandonare l’arroganza o la concezione di sentirsi grandi devoti. Chiunque contamini il proprio cuore con un orgoglio simile, di sicuro andrà a risiedere all’inferno. Anche quando si è nella posizione di Guru, non si dovrebbe mai accettare l’adorazione di qualcuno. A questo proposito è raccomandato di non desistere dall’accettare il ruolo di Guru per paura di essere implicati nell’orgoglio. Al contrario, si dovrebbero seguire implicitamente le istruzioni di Sri Caitanya di diffondere e predicare il messaggio Divino, così come è stato prescritto. L’eterno dovere dell’essere vivente è di compiere il puro servizio di devozione a Sri Krisna, perchè solo così si ottiene la vera soddisfazione. Sri Plahlad Maharaja glorifica il Signor Nrshingha con le seguenti parole: “O Signore! Coloro che aspirano alla propria salvezza, si impegnano in certi voti come le austerità, il silenzio etc, io invece, non aspiro solo alla mia liberazione senza considerate queste povere anime condizionate, io non vedo altro che Te, come Sostenitore di tutti gli esseri viventi. Da queste preghiere di Prahlad Maharaja, possiamo capire l’importanza di seguire l’obbiettivo più elevato della vita umana. Similmente, Sri Caitanya ha spiegato che non si deve cercare di rendere perfetta solo la propria vita, ma bisogna anche
sforzarsi di predicare il messaggio Divino a tutti gli esseri viventi.
Per eliminare il pericolo dell’orgoglio, bisognerebbe sempre cercare di coltivare il sentimento di sentirsi il servitore dei servitori del maestro spirituale, dei puri devoti e del Signore Supremo, e cercare di sforzarsi sempre di predicare e diffondere le loro divine istruzioni nella completa obbedienza. In altre parole, è possibile liberarsi dall’orgoglio solo se fissiamo la nostra mente su questa regola divina. A questo proposito, Srila Prabhupada spiegava che per coloro che aspirano alla rinuncia e desiderano arrendersi completamente al Signore, Sriman Mahaprabhu spiega che il metodo migliore è di dimenticarsi completamente di sentirsi dei grandi devoti. Questo pericolo dell’orgoglio arriva perchè è molto facile contaminarsi quando si predica alle persone comuni.
Quando si predicano le glorie del Santo Nome bisognerebbe mettere da parte ogni falsa umiltà, e impegnarsi costantemente nel canto del Santo Nome. In questo modo non c’è alcun rischio di essere toccati dall’energia materiale. Sono molte le persone ignoranti che si danno un gran da fare per criticare le grandi anime come Sri Ramanujacharya e Srila Narottama Das Thakura, i quali avevano accettato molti discepoli. Secondo l’opinione di queste persone poche intelligenti, anche i grandi devoti potrebbero trovarsi in difficoltà se accettano numerosi discepoli. A queste persone è raccomandato di abbandonare una mentalità così offensiva nei riguardi delle grandi anime, costoro dovrebbero meditare costantemente sulle istruzioni di Mahaprabhu, solo allora potranno sperare di attaccarsi al puro servizio di devozione. Nello stesso villaggio di Kurma, Sri Caitanya abbracciando un lebbroso di nome Vasudeva, lo liberò dalla sua terribile malattia. Vasudeva vedendo che la sua pelle era diventata libera dalla lebbra, non credeva ai suoi occhi e pieno di gratitudine cominciò a piangere e a glorificare il Signore. Poi subito dopo, ebbe paura perchè pensava di inorgoglirsi per il fatto di aver riacquistato la buona salute. Ma Sri Caitanya lo incoraggiò a compiere le sue attività quotidiane e cantare costantemente il Santo Nome, in questo modo non sarebbe stato toccato dall’orgoglio, e alla fine Sri Krisna l’avrebbe accettato come Suo devoto. L’essere vivente è una scintilla spirituale dell’energia marginale del Signore Supremo, ed è simultaneamente ed inconcepibilmente uno e differente dal Signore stesso. Srila Bhaktivinoda Thakura commenta:
“L’essere vivente è situato tra il mondo spirituale e il mondo materiale, ma poichè è collegato con entrambi i mondi è definito energia marginale”. L’essere vivente infinitesimale, è una scintilla spirituale appartenente al mondo spirituale e quindi qualitativamente non differente da Sri Krisna stesso. Il Signore Supremo è l’oceano della pura coscienza, invece l’essere vivente è solo una piccola parte di questa coscienza. Per capire meglio il principio della simultanea unità e differenza con Sri Krisna, possiamo prendere l’esempio del sole e dei suoi raggi. Un’altro esempio che chiarisce bene questa relazione tra Dio e gli esseri viventi, è il paragone con le scintille di un fuoco.
In altre parole, questa energia marginale possiede entrambi le caratteristiche materiali e spirituali, a causa della sua relazione con i due mondi. Il Brhadaranyaka Sruti conferma: “Proprio come in un sogno in cui si può accedere sia al mondo fantasmagorico che al mondo spirituale, allo stesso modo, l’essere vivente può entrare sia nel mondo materiale che in quello spirituale”. Questo stesso Sruti, in un’altro verso paragona l’essere vivente ad un pesce che può andare da una parte all’altra della riva di un fiume. Questa stessa analogia è applicabile all’essere vivente, quando ha la possibilità di scegliere tra il mondo materiale e il mondo spirituale. Con questa affermazione degli Sruti, possiamo capire che l’essere vivente, essendo separato dal Signore Supremo, può essere paragonato alla scintilla di un grande fuoco. La realtà dei fatti è che tutti gli esseri viventi sono emanazioni spirituali del Signore stesso. L’anima infinitesimale con la sua coscienza pura e trascendentale, ha origine dalla linea di demarcazione (Tatastha), ma la sua reale identità è di essere un eterno servitore di Krisna. Da questa sua posizione mediana è in grado di osservare i due mondi, ma il desiderio per la gratificazione dei sensi, lo ha allontanato al punto tale, da renderlo avverso al Signore stesso.
Questa condizione lo ha irreversibilmente immerso nell’esistenza materiale, per cui si è visto costretto a rivestirsi di un corpo materiale. Avendo dimenticato Sri Krisna da tempo immemorabile, l’essere vivente si vede immerso nella più profonda ignoranza. Questo suo destino non è altro che il risultato di gravi offese, causate dal cattivo uso del proprio libero arbitrio. Sri Krisna non è mai in alcun modo responsabile del buono o cattivo comportamento degli esseri viventi, quindi non può essere soggetto ad alcuna critica. A causa della sua mentalità distorta, l’essere vivente in possesso del libero arbitrio, è costretto a raccogliere i risultati delle sue stesse azioni. Sri Krisna non ha mai alcun contatto con l’energia materiale, questo lavoro è svolto da Maha Visnu, che con il Suo sguardo misericordioso introduce l’anima offensiva nel mondo materiale, con lo scopo di rettificare le sue offese. A questo punto, l’anima prigioniera della natura materiale dovrà subire ogni forma di sofferenza. Dal Signore Supremo hanno origine due emanazioni; Svamsa e Vibhinnamsa. Le Svamsa sono tutte incarnazioni di Sri Visnu, invece le Vibhinnamsa appartengono alla categoria degli esseri viventi. Le incarnazioni del Signore, sebbene energie complete del Signore stesso, e non differenti da Sri Krisna, sono inequivocabilmente legate al volere del Signore, e non desiderano alcun libero arbitrio. Al contrario, gli esseri viventi schiave del proprio falso ego, illusi dalla loro minuscola forza, si attaccano al loro senso d’indipendenza da Dio. Sri Krisna è l’origine di innumerevoli esseri viventi, ma rimane sempre il tutto completo in Se stesso. Tutti gli esseri viventi ancor prima di entrare nel dominio materiale, sono già avversi al Signore a causa delle loro offese.
Tutto questo possiamo trovarlo nel libro di Srila Bhaktivinoda Thakura intitolato “Gli Insegnamenti di Sri Caitanya”. Dopo aver dimenticato la nostra posizione originale, siamo stati costretti a subire la catene di Maya, sottoforma di sofferenze materiali. Il fatto di aver ignorato le ingiunzioni delle scritture, ci ha costretti a subire tutta una serie di sofferenze materiali. Nella Gita Sri Krisna afferma che tutti coloro che non seguono le ingiunzioni delle scritture, non avranno mai successo nel raggiungere la vera felicità, in questa vita e nella prossima. Le scritture sono la chiave per determinare ciò che è giusto o sbagliato. Le persone sciocche che non accettano le scritture come la Bhagavad Gita e lo Srimad Bhagavatam, dovranno subire illimitate sofferenze. Nelle Chandogya Upanisad è affermato: “Coloro che mangiano cibo puro potranno purificare la loro coscienza e in questo modo riusciranno a ricordare il Signore Supremo”. Il riso semplice con un po’ di Ghi non costituisce il cibo puro (Havisyana). In verità, tutto ciò che non è in relazione col Signore non potrà mai dare alcuna vera purificazione. Le persone potranno diventare pure solo se riescono a stabilire una relazione col Signore Supremo. Sri Krisna afferma che ogni cosa, come mangiare, compiere sacrifici o penitenze, fare la carità etc, dovrebbero prima essere offerte a Lui. La somma di molti zeri daranno come risultato zero stesso, invece, se davanti a questi zeri mettiamo l’uno allora tutti gli zeri assumono immediatamente un grande valore. Allo stesso modo, tutto ciò che mangiamo etc, dovrebbe prima essere offerto al Signore Supremo e poi al maestro spirituale, solo alla fine potremo accettarlo anche noi. Questo è l’unico modo per attraversare l’esistenza materiale. Srila Vyasadeva è apparso in questo mondo con lo scopo di aiutare tutti gli esseri viventi, per questa ragione divise i Veda in quattro parti: Rig Veda, Yajur Veda, Sama Veda e Atharva Veda. In seguito per spiegare meglio i Veda stessi compilò il Brahma Sutra e il Mahabharata, poi scrisse i 18 Purana principali e li divise in tre parti: sei Purana influenzati dalla virtù, sei Purana influenzati della passione e sei Purana influenzati dall’ignoranza. In seguito scrisse anche i 18 Purana secondari. Srila Vyasadeva compilò anche lo Srimad Bhagavatam, che rappresenta il vero commentario dei Veda (come la Gayatri stessa), questo speciale commentario è in grado di aiutare tutti gli esseri condizionati a non deviare dallo scopo ultimo della vita. Questo grande ed unico lavoro fu iniziato in uno stato di profonda concentrazione sul Signore Supremo. Proprio come la Bhagavad Gita è considerata l’essenza di tutte le scritture, allo stesso modo, anche lo Srimad Bhagavatam (il commentario naturale dei Veda) può rivelare il contenuto di tutte le altre scritture.
In questo libro sacro, il Signore Supremo Sri Krisna è glorificato come la Divinità più adorabile. Il nostro attuale processo d’adorazione è collegato col sentimento coniugale di Srimati Radharani, e il naturale e spontaneo sentimento d’amore come quello espresso dalle Gopi di Vraja, rappresenta il nostro sentiero, capace di guidarci verso il più alto scopo della vita umana, (l’amore per Dio).
Questo Divino obbiettivo, supera di gran lunga le quattro perfezioni materiali come la Religiosità, lo sviluppo economico, la gratificazione dei sensi e la liberazione. In conclusione, seguire le orme delle Pastorelle di Vraja è l’aspirazione di tutti i devoti, perchè rappresenta il tesoro della pura devozione. L’arresa ai piedi di loto di un puro devoto che ci guida verso questo tipo di devozione spontanea è definita “Raganuga Bhakti”. Srila Krisnadas Kaviraja Goswami afferma che ogni aspirante devoto non deve mai indulgere nelle attività interessate, nella conoscenza o nell’acquisizione delle perfezioni dello Yoga, altrimenti non potrà mai raggiungere Krisna. Il Signore può essere raggiunto solo col puro servizio di devozione. Nello Srimad Bhagavatam 11.14.20. Sri Krisna afferma: “Le otto pratiche dello Yoga mistico, la conoscenza del Sankhya, le austerità o la rinuncia, non Mi soddisfano come la pratica della devozione intensa”. In verità , le attività devozionali sono divise in due parti: devozione regolata e devozione spontanea. Srila Bhaktivinoda Thakura scrive che quel tipo di devozione che con l’aiuto dei sensi e della meditazione ci aiuta a progredire fino allo stadio di Bhava, dev’essere considerata devozione regolata. Invece il sentimento di eterna perfezione che gli esseri viventi manifestano attraverso la pura devozione, è lo scopo che si prefiggono tutti i veri devoti. Per capire tutto questo, dobbiamo sempre ricordare che in ogni essere vivente è sempre presente una piccola quantità della misericordia del Signore, ma purtroppo sembra che gli esseri viventi l’abbiano abbandonata. Le attività eseguite per regolare i nostri sensi mediante il servizio di devozione è chiamato “Sadhana Bhakti”. Sri Krisna è sempre presente nel cuore di tutti gli esseri, e l’amore per Dio non può essere raggiunto solo con le pratiche regolate. L’unico modo per raggiungere Krisna è attraverso il canto e l’ascolto dei Suoi Divini Passatempi. Allo stadio iniziale, tutti i devoti si sottopongono alla devozione regolata così come è suggerita nelle scritture, poi gradualmente raggiungono la devozione spontanea. Delle 64 pratiche devozionali, cinque aspetti sono considerati i più importanti e sono: 1) Cantare il Santo Nome, 2) Associarsi con i devoti, 3) Vivere in un luogo sacro, 4) Adorare le Divinità, 5) Ascoltare lo Srimad Bhagavatam. Di queste cinque pratiche, adorare con fede la Divinità, cantare il Santo Nome e risiedere in un luogo sacro sono considerate superiori alle altre. Anche una piccola pratica di queste cinque attività devozionali, eseguite con sincerità, possono fare sviluppare la devozione spontanea. Anche la pratica di una sola di una di queste cinque attività, possono condurci a Nista (la stabilità nella pratica del servizio di devozione). Il risultato della pratica di questo tipo di devozione, conduce alla purificazione da tutti gli anartha e allo sviluppo del puro amore per Dio. Il re Pariksit ottenne la perfezione col metodo dell’ascolto dei Passatempi di Sri Visnu, Sri Sukadeva Goswami col metodo del canto delle glorie del Signore, Prahlad Maharaj con l’ascolto delle glorie del Signore, Lakshmidevi con il servizio ai Piedi di Loto del Signore, il re Prithu con l’adorazione al Signore, Akrura offrendo preghiere al Signore, Hanumanj col servizio, Arjuna con l’amicizia e Bali Maharaja con l’arresa completa. Nello Srimad Bhagavatam (9.4.18.20.) è spiegato che il Re Ambharisha impegnava tutti i suoi sensi nel servizio trascendentale del Signore, con le parole glorificava costantemente le qualità e i passatempi del Signore, con le orecchie ascoltava sempre le Sue glorie i Suoi passatempi, con le mani puliva il tempio del Signore e toccava i puri devoti, con gli occhi contemplava le forme meravigliose del Signore e con la lingua gustava le foglie di Tulasi offerte al Signore.
Impegnandosi in tutte queste attività devozionali aveva rinunciato a tutti i suoi desideri sensuali e alla sua lussuria e sviluppò una forte attrazione per l’associazione con i puri devoti del Signore. Srila Prabhupada commenta il verso ”Kaman cha na tu kama kamyaya-che”. Il re Ambharisha controllava la sua mente accettando i resti del cibo offerto al Signore, e in questo modo evitava ogni forma di godimento personale. Nello Srimad Bhagavatam (11.6.46.) Sri Uddhava afferma: “O Signore! Io sono un’anima arresa a Te e onorando i resti del Tuo cibo, dei Tuoi vestiti e dei Tuoi ornamenti etc, riuscirò facilmente ad attraversare l’insormontabile oceano dell’esistenza materiale”. Nella C.C. Ant.4.70.71. Sriman Mahaprabhu sottolinea a Sanatana Goswami l’importanza dei nove processi del servizio di devozione, stabilendo così il canto del Santo Nome di Krisna come la pratica più elevata di tutte. Quando il Santo Nome è cantato senza commettere offese, allora ci condurrà allo sviluppo della pura devozione per Krisna. Nel commentario del Rig Veda (8.3.8.) di Srila Visvanatha Cakravarti è affermato: “O Signore Visnu! Il Tuo Santo Nome è trascendentale e autoeffulgente, e anche se lo cantiamo senza conoscere l’importanza delle sue glorie straordinarie, il Santo Nome essendo perfetto in se stesso, la Sua ombra darà come risultato la realizzazione della vera conoscenza. Se si canta il Santo Nome per paura o con un sentimento di ostilità verso il Signore, otterremo come risultato la liberazione. Quindi, anche se si canta il Santo Nome accidentalmente, si otterrà di sicuro la liberazione. Tutte le principali scritture autorizzate proclamano le glorie del Santo Nome. Anche lo Srimad Bhagavatam, che rappresenta l’essenza di tutte le scritture, sottolinea l’importanza del Canto del Santo Nome. Nel primo canto è spiegata la ragione per cui tutti gli esseri umani dovrebbero impegnarsi nella pratica ininterrotta ed immotivata del sevizio di devozione. Nel sesto canto (6.3.22.) è nuovamente enfatizzato che il dovere più importante per tutti gli esseri viventi è di adorare il Signore Supremo, Sri Vasudeva, attraverso il metodo del canto del Santo Nome. Nella storia di Ajamila è spiegato, che persino un’ombra del Santo Nome può liberarci dalle attività più peccaminose. Ajamila visse tutta la sua vita compiendo molte attività peccaminose, ma quando al momento della morte vennero i messaggeri di Yamaraja per condurlo all’inferno, dove avrebbe scontato una giusta punizione che l’avrebbe gradualmente purificato, arrivarono anche i messaggeri di Sri Visnu che fermarono gli Yamaduta sostenendo che Ajamila, poichè aveva cantato il Nome di Sri Visnu nel momento della morte, si era purificato non solo delle reazioni peccaminose di quella vita, ma anche di tutte le altre vite precedenti. I Visnuduta spiegarono che tutto questo divenne possibile semplicemente per il fatto che Ajamila aveva cantato il Nome di Narayana in punto di morte. Di sicuro, i metodi prescritti dalle scritture ci purificheranno dalle attività peccaminose, ma i residui presenti nel profondo del nostro cuore non potranno mai essere eliminati, ed in questo modo non riusciremo mai ad eliminare definitivamente tutti i nostri peccati. Ajamila invece, divenne completamente libero da ogni forma di peccato, grazie al fatto di aver pronunciato il nome di suo figlio Narayana, perchè questo genere di pronuncia inconsapevole del Santo Nome del Signore è considerato Namabhasa. Alla fine i Visnuduta liberarono Ajamila dalle corde dei messaggeri di Yama e poi scomparvero. Per tutte le persone che indulgono nelle attività peccaminose come il consumo di intossicanti, l’uccisione delle mucche, dei Brahmana, del padre, della madre etc, il canto del Santo Nome rappresenta il rimedio migliore. In verità, il Signore stesso manifesta una particolare attenzione per coloro che cantano con sincerità il Suo stesso Nome, al punto che Egli stesso li proteggerà personalmente. Dovremmo stare molto attenti a non commettere più attività peccaminose dopo aver imparato a cantare il Santo Nome, altrimenti saremo costretti a commettere offese che daranno come risultato la mancanza di avanzamento spirituale. Non dovremmo mai pensare che le glorie del Santo Nome siano solo una semplice esagerazione.
Una volta, durante la Sua giovinezza, quando Sri Caitanya sentì uno studente che bestemmiava, insinuando che le glorie del Santo Nome erano esagerate, andò immediatamente a fare un bagno nel Gange per purificarsi. Sri Anantadeva affermava che nonostante cercasse di glorificare il Santo Nome con le Sue innumerevoli bocche, non riusciva a trovare i limiti delle sue glorie. A questo proposito, non è affatto un’esagerazione affermare che anche allo stadio della purificazione, il Santo Nome è in grado di eliminare tutti i peccati. Un solo Nome di Sri Krisna ha il potere di rimuovere ogni forma di peccato, e se qualcuno non crede a tutto questo, allora vuol dire che sta commettendo la più grave offesa ai Piedi del Santo Nome Personificato. La conseguenza sarà che il canto di questa persona poco sincera, non darà alcun risultato. Chi invece, pone la propria fede nelle scritture rivelate, comincerà a sviluppare una vera fede sul Santo Nome. La misericordia del maestro spirituale e dei puri devoti rafforzeranno la nostra fede nel canto del Santo Nome. Il maestro spirituale e puri devoti del Signore, dopo aver piantato il seme della devozione nel nostro cuore, risveglieranno in noi il desiderio di ascoltare costantemente le istruzioni spirituali dalle labbra benedette di una persona santa che ci aiuterà a fare crescere rigogliosamente la pianticella della devozione. Quando questa pianticella comincerà a crescere, dobbiamo stare attenti a non commettere offese ai piedi di loto dei puri devoti del Signore, perchè questo genere di offese possono fermare la crescita e lo sviluppo della pianticella devozionale. Dobbiamo cercare di evitare accuratamente tutto ciò che può ostacolare la pratica del servizio di devozione, come ad esempio, il desiderio per il godimento dei sensi, il sesso illecito, la ricerca di fama, prestigio e distinzione, e la liberazione. L’unico modo per evitare tutti questi ostacoli, dipende dal canto del Santo Nome e dall’associazione con persone sante. Questa è la raccomandazione di Sri Caitanya: “Se volete vedere crescere la vostra pianticella devozionale, dovete cantare e ascoltare il Santo Nome, ricordando costantemente il Signore e i Suoi puri devoti”. Lo stadio maturo di questa pratica spirituale, inonderà il cuore dei devoti di un’illimitata felicità spirituale. Le istruzioni di Sri Caitanya sul canto del Santo Nome sono valide sia per gli aspiranti devoti che per i devoti già avanzati. Se il Santo Nome è in grado di liberare persone peccaminose come Ajamila, che pronunciò occasionalmente le sillabe del Santo Nome (Namabhasa), che dire di quei devoti che cantano il Santo Nome sinceramente e senza offese? Le Upanisad, che rappresentano la gemma fra tutte le scritture rivelate, adorano la punta effulgente dei Piedi di Loto del Santo Nome, e le anime già liberate sono anch’esse completamente impegnate nella sua adorazione. O Nome Divino! Mi arrendo completamente ai Tuoi Piedi di Loto.
LE GLORIE DEL SANTO NOME
Nel Brhad Naradiya Purana (38.325). è detto: “In questa era di Kali, per ottenere la salvezza non c’è altra via ad eccezione del canto dei Santi Nomi, non c’è altra, non c’è altra via”. Il Signore Gaurasundara, l’ultima incarnazione del Signore Supremo, disceso in questo mondo per eliminare tutti i peccati di Kali Yuga, non è altro che Sri Krisna stesso incarnato nel Santo Nome, venuto per liberare tutte le anime cadute di ques’era. All’inizio di questo verso, possiamo notare che il canto del Santo Nome è stato enfatizzato per tre volte, la ragione è che il Signore Supremo desidera che tutte le anime condizionate possano comprendere chiaramente la vitale importanza del canto del Santo Nome. La parola “Eva” sta ad indicare il beneficio che possono ottenere tutte le persone materialiste. La parola “Kevala” è usata in modo particolare per enfatizzare meglio il processo del canto del Santo Nome. Le tre negazioni “Nahi” si riferiscono alla speculazione filosofica, allo Yoga mistico e alle austerità, che sono tutte rigettate. La parola aggiuntiva “Eva” sconfigge tutti gli infedeli e gli speculatori, che in altre parole, non potranno mai ottenere alcun tipo di liberazione. Il Santo Nome di Sri Krisna, la Sua forma trascendentale e la Divinità, sono tutte di natura trascendentale, e sono tutte classificate nella concezione non duale della conoscenza spirituale.
Krisna non è differente dalla Sua forma e dal Santo Nome, al contrario, i nomi, le forme e gli attributi che si riferiscono alla gente comune, variano in accordo alle differenti caratteristiche di ogni singola persona. Tutto questo è confermato nella Caitanya Caritamrita (M.17.131). L’attuale identità del Santo Nome è descritta nel Padma Purana e nel Vishudharmottara come segue: “Il Santo Nome di Sri Krisna è la gemma autoeffulgente e non differente da Sri Krisna stesso, esso rappresenta la Coscienza Divina nell’espressione della più alta dolcezza. Sempre completo in Se stesso, non può essere diviso in differenti pezzi come gli oggetti materiali ordinari. Il Santo Nome è sempre trascendentale, ed essendo completamente libero da ogni designazione, non può mai essere limitato o ristretto da nessuna cosa materiale. Questa è la ragione per cui la forma del Santo Nome, e il Signore Supremo stesso, non sono differenti, perchè rappresentano un unico ed assoluto principio. Proprio come Sri Krisna, il figlio di Nanda Maharaja, che è il ricettacolo delle 12 dolcezze amorose, in grado di offrire ogni genere di benedizioni a tutti i devoti, e che rappresenta l’unica ed assoluta verità, allo stesso modo, il Santo Nome di Krisna, non è altro che la forma della dolcezza trascendentale, situata al di là di ogni percezione ordinaria. Se la pietra filosofale ha potere di soddisfare tutti i desideri, ed è in grado di offrire ogni genere di benedizione ai devoti, che dire del Santo Nome che contiene il Summum Bonum di tutte le qualità trascendentali attribuite al Signore Supremo? Proprio come Sri Krisna che possiede tutte le forme di energie, allo stesso modo, il Santo Nome è investito di tutte le energie del Signore stesso. Per ricordare il Santo Nome di Krisna, non ci sono limiti di tempo, spazio e circostanze. Nel Vishudharmottara è affermato: “Nel cantare il Santo Nome non c’è alcuna restrizione a riguardo di tempo, luogo e circostanze, non ci sono limiti o proibizioni a riguardo della purezza. Un’altra speciale caratteristica del Santo Nome è di essere più misericordioso del Signore stesso. Il Santo Nome è sempre splendente e puro, e non può mai essere toccato o influenzato dall’energia materiale. Il Nome, la Forma, le Qualità e i Passatempi di Sri Krisna, sono tutte trascendentali, per questa ragione non possono essere compresi con i nostri sensi materiali. Se dirigiamo i nostri sensi verso il piacere di Krisna, allora nel corso del tempo, durante la pratica del puro servizio di devozione, sperimenteremo una grande felicità, poi automaticamente, anche i nostri sensi diventeranno completamente purificati, e se saremo sinceri fino alla fine, Sri Krisna si rivelerà a tutti quei devoti che hanno manifestato un grande desiderio di servirlo. Tutte queste persone così fortunate diventeranno candidate per servire Sri Krisna in persona.
A questo stadio di devozione, il candidato, sopraffatto dalla pura devozione penserà che i suoi due occhi non sono sufficienti per contemplare la bellezza di Sri Krisna, per cui desidera milioni di occhi, in modo da poter guardare Krisna ininterrottamente, poi pregherà di possedere milioni di orecchie per ascoltare la meravigliose note del flauto di Krisna e le deliziose parole pronunciate dalla Sua bocca di Loto. Srila Bhaktivinoda Thakura nel suo Jaiva Dharma, descrive due categorie del Santo Nome: “Il Nome Primario e il Nome Secondario”. Egli afferma che i Nomi del Signore collegati a ruoli di creatore, controllore e regolatore dell’universo, come ad esempio il Paramatma (il Signore nel cuore di tutti gli esseri) etc, sono tutti classificati nella categoria dei Nomi secondari del Signore. Anche quei Nomi del Signore che non hanno alcuna relazione col mondo materiale come ad esempio Brahman etc, sono da considerare nella seconda categoria. Tutti questi Nomi secondari, sebbene perfettamente idonei ad offrire frutti illimitati a coloro che li recitano, non possono aiutarci ad ottenere la conoscenza trascendentale. I Santi Nomi Primari come Narayana, Vasudeva, Janardana, Hrisikesa, Harì, Acyuta, Govinda, Gopala e Rama, essendo al di là del tempo e dello spazio materiale, si situano tutti eternamente nel regno trascendentale. Tutti questi Nomi sono eternamente presenti nel mondo spirituale, e sono legati alle loro rispettive forme individuali e trascendentali. Solo alcune anime molto fortunate provano una spontanea attrazione per il Santo Nome, e causa della loro pura devozione, esso danza sulla punta della loro lingua. L’energia illusoria del Signore non ha alcuna connessione col Santo Nome, perchè esso è ornato di tutte le qualità divine, e appare in questo mondo per dissipare ogni tipo di illusione materiale. Le anime condizionate appartenenti a questo mondo materiale, non hanno amico più grande di questo Santo Nome. Il Brhad Naradiya Purana afferma: “Harer Nama eva kevalam”, enfatizzando tre volte che questo è l’unico metodo più adatto per quest’era di Kali. Il Santo Nome possiede un potere illimitato, e le anime condizionate che bruciano nel fuoco delle loro attività peccaminose, non hanno altro rimedio ad eccezione del canto del Santo Nome di Krisna. Il Garuda Purana afferma:
“Le persone che sono prive di ogni sostegno, e si impegnano nel canto ad alta voce del Santo Nome, si libereranno immediatamente di tutti i loro peccati, proprio come il potente ruggito di un leone che fa scappare tutti gli animali della giungla”. Colui che prende rifugio nel Santo Nome, può mitigare tutte le sue miserie e ottenere la vera felicità. Nello Skanda Purana è detto: “Offro i miei rispettosi omaggi a Sri Ananta, e ricordando e cantando il Suo Santo Nome, si possono eliminare immediatamente tutte le miserie e le tribolazioni di questo mondo. La persona che canta costantemente i Santi Nome del Signore, non solo purifica se stesso, ma anche tutti i membri della sua famiglia, fino a nove generazioni”. Nel Brahmananda Purana è detto: “Anche la persona più peccaminosa che canta costantemente il Santo Nome di Krisna, si libera immediatamente da tutte le miserie e raggiungerà al più presto la posizione di un nato due volte (Brahmana). Il Brhad Visnu Purana afferma: “Coloro che cantano il Santo Nome con determinazione, potranno eliminare tutti gli ostacoli ed impedimenti della loro vita, e alla fine raggiungeranno il successo”. Colui che canta sempre il Santo Nome non sarà mai ostacolato dalle forze di Kali. Il Brhad Naradiya Purana afferma: “la Dea Kali non può esercitare alcuna influenza su colui che canta costantemente i Nomi di Sri Harì, Kesava, Govinda, Vasudeva etc”. Col semplice ascolto del Santo Nome di Krisna, eliminiamo immediatamente il pericolo di un’esistenza infernale. Nel Narashima Purana è detto:
“Le persone peccaminose che cantano i Santi Nomi del Signore, otterranno la devozione per Dio e alla fine entreranno nella Sua Dimora Trascendentale”. Tutte le anime condizionate soffrono per le intense miserie dell’era di Kali, ma dovrebbero sapere che il loro unico e vero amico è il Santo Nome del Signore. Ad eccezione del canto del Santo Nome, non c’è altra via che prendere rifugio in esso, con tutto il nostro corpo, mente e parole.
Sri Gaurasundara che è l’incarnazione di Dio per quest’era di Kali, è apparso come un devoto del Signore, per impegnare tutti gli esseri nel Canto del Santo Nome. Questo metodo così semplice e sublime, rappresenta il più alto principio religioso, e può condurre chiunque al più alto livello di autorealizzazione spirituale. Il Signore stesso ha investito tutte le Sue energie nel Santo Nome, e ci ha assicurato che questo metodo conferisce tutte le perfezioni. Per liberare la nostra mente da ogni dubbio spirituale, dobbiamo accettare il metodo dal canto dei Santi Nomi con grande entusiasmo. È necessario seguire le orme tracciate dalle grandi anime. Sriman Mahaprabhu, col Suo esempio stesso, ha stabilito questo metodo come il più perfetto. Anche i Suoi associati più confidenziali come i sei Goswami di Vrindavana, e Srila Haridas Thakura stesso, ci stanno aiutando con il loro prezioso esempio. Srila Rupa Goswami ha stabilito che fra tutti i 64 aspetti della pura devozione, cinque sono principali: 1) L’associazione con le persone sante, 2) Cantare i Santi Nomi, 3) Ascoltare lo Srimad Bhagavatam, 4) Risiedere in un luogo sacro come Vrindavana o Mathura, 5) Adorare le Divinità. Sri Caitanya stesso, disse a Srila Sanatana Goswami che il Canto del Santo Nome di Krisna è superiore a tutti gli altri metodi. Le nove pratiche del servizio di devozione, rappresentano il processo raccomandato per ottenere l’amore per Dio. La pratica stretta di questi nove principi devozionali ci condurranno all’amore per Dio, e alla fine otterremo la Sua diretta associazione. In verità, il canto del Santo Nome del Signore può darci molto rapidamente il puro amore per Dio. Il Signore Supremo stesso, è vincolato dall’amore sincero del Suo puro devoto, per questa ragione, gli concederà la Sua forma meravigliosa e lo condurrà nel Suo regno spirituale. I Veda, che sono le sacre scritture originali che enfatizzano il vero metodo religioso, dimostrano col verso seguente, la posizione eccellente del Canto del Santo Nome: “Om asya jananto nama cidvivaktam mahaste-visno surmatim bhajamahe Om Tat Sat” (Rig Veda. 1.3.156). Questo verso lo troviamo sia nel Bhagavad Sandarbha (sezione 49) di Srila Jiva Goswami, che nell’Hari Bhakti Vilasa (sezione 11.276), e possiamo trovarlo anche nel commentario dello Srimad Bhagavatam (8,3.8-9) di Srila Visvanath Cakravarti Thakura. “Caro maestro! Il Santo Nome, composto di sillabe sacre (Pranava) è trascendentale ed autoeffulgente. E anche se qualcuno non dovesse essere in
grado di comprendere le glorie del Santo Nome, con la semplice pratica del canto stesso, risveglierà nel proprio cuore la pura devozione e la conoscenza spirituale. Se si canta il Santo Nome anche con un sentimento di grande paura o anche in uno stato d’animo di inimicizia verso il Signore, otterremo comunque la liberazione. In verità, anche se ci impegnamo in questa pratica senza un vero interesse, otterremo comunque la liberazione, poichè anche una semplice ombra del Santo Nome o Namabhasa è fonte di grande purificazione. Le scritture confermano ripetutamente le glorie del Santo Nome (Hari Vamsa). Nei Veda, nel Ramayana e nel Mahabharata etc, sono sempre descritte le glorie di Sri Harì. Nella Bhagavad Gita (15.15) Sri Krisna rivolgendosi ad Arjuna disse:
“lo scopo di tutti i Veda è quello di conoscermi, in realtà, Io sono Colui che ha composto il Vedanta, Io sono Colui che conosce i Veda”. Srila Bhaktivinoda Thakura ribadisce che la forma di Sri Krisna è trascendentale, e quando le anime condizionate adorano indirettamente la Sua forma, vuol dire che la loro intelligenza è condizionata, per questa ragione non saranno mai i grado di comprendere i sentimenti superiori del Signore. La forma Suprema del Signore è davvero straordinaria, ed essendo in perfetto contrasto con la Sua forma Impersonale, è situata al di là di questo mondo ordinario. Questa Mia forma personale ed inconcepibile, qualche volta si manifesta in maniera celata e qualche volta appare visibile a tutti. Invece le persone stupide ed ignoranti, denigrano questa Mia forma trascendentale, classificandola tra le forme ordinarie, e così rimangono eternamente prigionieri di questo mondo materiale. Queste persone sciocche non riusciranno mai a realizzare che il Signore Supremo, è il Sostenitore dell’intera manifestazione cosmica. Restando prigionieri della loro stessa ignoranza, costoro non hanno alcuna speranza di liberarsi dall’esistenza materiale.
Invece, tutti coloro che hanno ottenuto la conoscenza spirituale, possono capire la Mia forma eterna che è piena di conoscenza e felicità. Tutte le persone che non accettano la Mia forma personale sono sotto l’influenza della Mia energia illusoria (Maya). Queste persone, confuse dalla passione e dall’ignoranza, si affidano a Maya e perdono la loro identità spirituale. Desiderosi di ottenere i piaceri paradisiaci, rimangono vincolati ai risultati delle loro azioni, e con questo stato d’animo, non potranno mai ottenere la conoscenza pura e trascendentale. A causa di questa deviazione, restano prigionieri della concezione impersonale dell’esistenza spirituale, e così perdono ogni speranza di raggiungere il vero scopo della vita. Queste persone pensando erroneamente che la forma di Sri Krisna sia soggetta all’energia illusoria, e che tutti gli Isvara (Controllori Supremi) siano privi di sostanza e di forma, alla fine accettano il Brahman Impersonale come il più alto principio spirituale. Per loro, l’adorazione al Signore Supremo, con relativa purificazione, non è altro che un mezzo per raggiungere il Brahman Impersonale. La verità è che i risultati di tutti i loro sforzi, li condurranno a sviluppare solo una mentalità demoniaca, e in questo modo perderanno ogni contatto con la vera Divinità. O Partha! Le persone intelligenti che realizzano la Mia forma eterna, sono tutti delle grandi anime (Mahatma). Questi Miei devoti, si rifugiano incondizionatamente nella Mia energia Divina e adorano la Mia forma personale di Sri Krisna con ferma fede. Essi sanno bene che questo è l’obbiettivo più elevato della vita umana, e rifiutano i pericolosi risultati delle attività interessate e dell’arida speculazione intellettuale che conducono entrambe all’impersonalismo. Le sacre scritture affermano: “Le anime realizzate che glorificano sempre il Mio Nome, la Mia Forma, le Mie Qualità e Miei Passatempi, s’impegnano sempre nelle nove pratiche del servizio di devozione come il canto, l’ascolto etc. Questi devoti praticano il servizio di devozione, con lo scopo di sviluppare la propria forma eterna e trascendentale, e servono il Signore nella Sua Dimora Eterna e spirituale. Questo tipo di devoti, non sono soggetti alle attività interessate, perchè si impegnano intensamente al servizio di Dio con un sentimento di totale arresa (B.G.9.14.). Srila Visvanath Chakravarti Thakura ha commentato questo verso come segue: “Le grandi anime Mi adorano con mente pura e cantano il Santo Nome senza interruzione”. La parola “Sanatana” significa che non ci sono nè ostacoli, nè restrizione di tempo, luogo e circostanze, quindi, questo genere di devozione può essere eseguita sempre e ovunque. Nell’Hari Bhakti Vilasa è detto: “Per un devoto aspirante alla pura devozione o al canto del Santo Nome del Signore, non esistono considerazioni di tempo, luogo e circostanze. Le circostanze impure, come il canto dei Santi Nomi senza la bocca pulita etc, non sono nè condannate, nè propibite. “Yatantah” significa colui che si sforza di determinare la Forma Trascendentale del Signore, la Sue Qualità etc. Il significato di sforzo, in questo contesto, è meglio illustrato col seguente esempio: “Proprio come un pover’uomo che cerca di mantenere la sua famiglia, andando ad elemosinare dalle persone ricche, allo stesso modo, i devoti di Sri Krisna che desiderano la pura devozione, cercano l’associazione con le persone sante, e in questo modo ottengono la vera ricchezza spirituale”. In seguito, dopo aver ottenuto la misericordia dei puri devoti, si impegnano nelle pratiche del servizio di devozione come il canto e l’ascolto del Santo Nome, ed infine s’immergono nello studio delle scritture rivelate. Nel momento più opportuno, accettano il rigido voto di cantare un numero fisso di Santi Nomi ogni giorno sul Japa Mala, (rosario) e offrono i loro rispettosi omaggi al Signore Supremo, al Maestro Spirituale e ai Vaisnava.
Questi devoti, compiono i loro doveri quotidiani e praticano il servizio di devozione senza alcuna deviazione, praticano regolarmente il digiuno di Ekadasi, e dedicano la loro mente solo a Sri Krisna.
La sillaba “Ca” dopo “Namasyantas” indica che sono incluse le altre attività come l’ascolto e il servizio ai Piedi di Loto di Sri Krisna, mentre ci si sforza per ottenere la pura devozione. La parola “Nitya-Yukta” stabilisce che i devoti aspirano sempre ad avere un’eterna relazione col Signore Supremo, per questa ragione lo adorano con rigide pratiche di devozione.
Il suffisso “ukta” si riferisce al passato e al presente, con questo, possiamo capire che i devoti adorano e glorificano il Nome, la Forma, le Qualità e i Passatempi del Signore, col metodo del canto, dell’ascolto e del ricordo. In conclusione, possiamo dire che il metodo del canto del Santo Nome è senza alcun dubbio la via migliore per adorare il Signore. Qui, dovremmo notare che la parola “Mam”, “a Me” è stata appositamente ripetuta due volte. Nel verso (10.9.) della Bhagavad Gita, Sri Krisna dà la seguente definizione del termine devozione. “Il puro devoto dopo essersi arreso completamente a Me, si impegna costantemente nel discutere dei Miei Passatempi d’amore in compagnia di altri devoti, e in questo modo sperimenta una grande felicità. Con la pratica costante e regolata dell’ascolto e del canto, i devoti si riempiono di felicità trascendentale e raggiungono la piattaforma dell’amore spontaneo, e infine scambiano con Krisna differenti sentimenti d’amore coniugale, proprio come gli eterni devoti di Vraja. Srila Visvanath Cakravarti Thakura commenta questo verso nel modo seguente: “Il Mio devoto, dopo aver ottenuto l’intelligenza spirituale, comincia a comprendere chiaramente tutta la verità che riguarda le Mie Qualità, i Miei Passatempi etc”. Per questa ragione la parola “Mat Citta” sta ad indicare una grande avidità nel voler gustare le dolcezze di ogni caratteristica di Sri Krisna. “Mad Gata Prana” significa che essi non possono vivere senza di Me, proprio come le persone comuni che non possono vivere senza i cereali. “Bodha Yantah” significa discutere costantemente dei Miei passatempi e dei vari
tipi di devozione, poi partecipare con gioia al canto congregazionale del Santo Nome di Krisna, perchè alla fine, solo questo ci qualifica per raggiungere la devozione spontanea. Il canto, l’ascolto e il ricordo del Signore, sono considerati gli aspetti più importanti della pura devozione. Con questa forma di devozione così genuina si può ottenere una vera soddisfazione e godere di una vita felice.
Con le pratiche regolate del servizio di devozione, se non si incontra alcun ostacolo, è possibile ottenere una certa forma di liberazione che ci aiuterà a meditare sui passatempi d’amore coniugale in compagnia del Signore Supremo. Tutte queste realizzazioni potremo ottenerle durante il corso dello sviluppo della devozione spontanea. Nella Bhagavad Gita (11.33), troviamo la preghiera che Arjuna rivolge a Sri Krisna “O Hrsikesa! Se il mondo ascoltasse le Tue Glorie illimitate, si riempirebbe di gioia, solo allora, tutte le tendenze demoniache scomparirebbero definitivamente”.
Tutte le anime già perfette ti offrono i loro omaggi, e nello stesso tempo si impegnano nelle loro regolari attività. Srila Bhaktivinoda Thakura ci offre il suo seguente commento: “ I devoti sono completamente soddisfatti di impegnarsi nella glorificazione dei passatempi del Signore, e in questo modo soddisfano anche il Signore, al contrario, i demoni che sono completamente avversi al Signore, per paura di Lui, gli girano le spalle e scappano via. Invece, le anime perfettamente realizzate si inchinano sempre a Lui con amore e devozione. La parola “Sthane” indica i diversi sentimenti delle varie categorie di devoti. Per concludere, la Bhagavad Gita stessa, che rappresenta l’essenza di tutti i Veda, spiega chiaramente le glorie del Santo Nome. Il Mahabharata, che comprende anche la Bhagavad Gita, ed è conosciuto anche come il quinto Veda, contiene anch’esso l’essenza di tutti i Veda. In realtà, la Bhagavad Gita è la conclusione di tutte le scritture rivelate.
Nella Caitanya Caritamrita, Srila Krisnadas Kaviraja, è descritto il pellegrinaggio di Sriman Mahaprabhu quando attraversò tutti i luoghi sacri dell’India. Durante uno di questi pellegrinaggi incontrò un Brahmana a cui svelò completamente le glorie del Santo Nome di Krisna. Sebbene Krisna non sia altro che Vrajedranandana, e Sri Rama stesso, il figlio del re Dasaratha, non sono differenti tra loro, in quanto tutte le Sue manifestazioni rappresentano una verità unica ed assoluta.
Il Signore Supremo, nella Sua incarnazione di Sri Rama per compiere un Suo Lila, uccise il demone Ravana. Invece Sri Krisna, esibì i Suoi meravigliosi passatempi coniugali con le Gopi, mostrando così la quint’essemza di tutti i Suoi eterni divertimenti. Poichè i passatempi di Sri Ramachandra erano caratterizzati da una certa moralità religiosa, e da un certo decoro sociale, sono inferiori ai passatempi di Sri Krisna, le cui caratteristiche sono più intime e confidenziali.
Nel visitare il luogo sacro di Siddhabad, Sriman Mahaprabhu ebbe l’occasione di vedere le Divinità trascendentali di Sri Sri Sita e Rama. In questo luogo, Mahaprabhu incontrò un grande devoto di Sri Ramachandra, che lo invitò a casa sua a pranzo. Dopo essere stato a casa di quel Brahmana e aver preso prasada, Mahaprabhu, dopo averlo benedetto, lo lasciò per andare a visitare altri luoghi sacri.
Quel Brahmana, cantava regolarmente il Santo Nome di Sri Rama, pronunciava continuamente il Nome di Rama senza mai pronunciare altri Nomi del Signore. Continuando nel Suo pellegrinaggio, Sriman Mahaprabhu visitò il tempio della Divinità di Skanda, e a TriMath e vide il Signore Vamana. Poi, quando ritornò a Siddhabad, e andò nuovamente alla casa del Brahmana devoto di Sri Ramachandra, Mahaprabhu rimase molto sorpreso di vedere che quel Brahmana invece di cantare il Nome di Sri Rama, ora cantava il Nome di Krisna. Poi, mentre prendevano il prasada insieme, incuriosito gli chiese, come mai canti il Santo Nome di Krisna e non canti più il Santo Nome di Rama? Il Brahmana rispose: “Caro Maestro! Per qualche ragione a me sconosciuta, il contatto con Te ha cambiato la natura del mio cuore; fin dalla mia infanzia avevo sempre cantato il Nome di Rama senza mai deviare, ma dopo aver ottenuto la Tua associazione, ho sentito un impulso naturale di cantare il Santo Nome di Krisna. La Tua Divina presenza mi ha spinto automaticamente a cantare il Santo Nome di Krisna. Fin da bambino, leggevo sempre tutti i libri che descrivevano le glorie del Santo Nome, e una volta notai nell’ottavo verso della composizione dei 108 Nomi di Rama, che le origini e il significato del Nome Rama erano descritte in questo modo:
“Gli Yogi perfetti hanno scoperto la vera felicità in questa Suprema ed Eterna Verità, per questa ragione il Brahman Supremo è conosciuto come Sri Rama stesso”. Nel commentario del Mahabharata (Udyoga Parva 71.4) di Srila Sriddhar Swami è descritto il significato etimologico della parola Krisna: “Krs”, significa, Colui che attrae, e “Na” indica la Suprema Felicità. Quindi la parola Krisna, combinazione di due sillabe, definisce il culmine della più alta felicità, e il Brahman Supremo che attrae ogni cosa. Le due vibrazioni sonore Rama e Krisna in un certo senso sono simili, perchè entrambi rappresentano un unico principio Divino. L’unica differenza si riferisce alla dolcezza dei Loro passatempi, che poggiano su basi diverse. Nel Padma Purana (verso 9) nella parte che si riferisce ai 108 nomi di Sri Rama, e nel Mahabharata (Uttara Khanda cap 72) dell’ultimo verso del Visnu-Sahasranam, sono contenute preghiere che affermano che un solo nome di Rama equivale a mille nomi di Visnu. “O amato Signore! Il Nome Rama è così piacevole, da riempirmi il cuore pieno di gioia”. In accordo al Brahmanda Purana, tre nomi di Rama equivalgono ad un solo Nome di Krisna. Il risultato ottenuto nel cantare tremila nomi di Visnu, è ottenibile cantando semplicemente un solo nome di Krisna. In accordo a tutto questo, senza alcun dubbio possiamo affermare che il risultato del canto del Santo Nome di Rama, ripetuto tre volte, può essere ottenuto pronunciando una sola volta il Santo Nome di Krisna. Con questa chiara evidenza, le scritture dimostrano la straordinaria efficacia del Nome di Sri Krisna. Ma all’inizio, io non potevo accettare tutto questo perchè la mia Divinità preferita era Sri Ramachandra stesso, solo mediante il Suo Nome raggiungevo la più grande felicità, e questa era la ragione per cui cantavo il Santo Nome di Rama giorno e notte. Ora però, grazia alla Tua associazione, il Nome di Krisna è apparso automaticamente nel mio cuore rinnovando la mia fede nelle scritture, a questo punto, sono del tutto convinto che Tu non sei differente da Sri Krisna stesso, perchè solo Sri Krisna possiede un simile potere, e come vedi, ora canto costantemente il Santo Nome di Krisna (C.C.M.9.34). Dopo che Mahaprabhu ebbe benedetto quel Brahmana, andò a visitare il luogo sacro di Vriddha Kasi. Srila Rupa Goswami, nel suo Bhakti Rasamrita Sindhu, nel Purva Vibhaga e nel Sadhana Bhakti Lahari (verso 32) afferma:
“Non c’è nessuna differenza tra la forma di Krisna e Narayana, ma gli straordinari passatempi di Sri Krisna svelano le delizie del Suo amore coniugale, per cui l’unica differenza sta nei Loro Rasa o sentimenti amorosi.
Sri Gauranga, nella località di Sri Rangham, rivolgendosi a Venkata Bhatta disse: “Sri Krisna è la Suprema Personalità di Dio ed è la Verità Personificata. Sri Narayana è la Sua espansione plenaria (Vilasa), che gioca un ruolo differente. Sri Lakshmidevi e tutti gli altri abitanti di Vaikuntha sono molto attratti dalla forma di Sri Krisna. Invece, Sri Narayana, il Signore di Vaikuntha non attira mai la mente delle pastorelle di Vraja. Che dire di Sri Narayana? Una volta, Sri Krisna stesso per ingannare le Sue pastorelle di Vrindavana, manifestò la forma di Narayana a quattro braccia, ma quando le Gopi videro quella forma non mostrarono molto interesse”. Sri Narayana possiede 60 qualità, invece Sri Krisna ne possiede 64. Queste quattro qualità non sono presenti in nessun’altra delle Sue manifestazioni. Egli esibì molti straordinari passatempi, e mentre era sempre circondato dai Suoi amati devoti, scambiava con loro molti sentimenti amorosi. Sri Krisna attrae i tre mondi con il suono del Suo flauto, possiede una bellezza ineguagliabile, e i Suoi passatempi così originali, surclassano anche quelli di Sri Narayana. La Sua forma meravigliosa, i Suoi scambi d’amore, i Suoi straordinari Passatempi e il suono del Suo flauto, attirano persino Srimati Laksmhidevi, il cui sentimento è sempre situato nella reverenza. Alla luce di tutte queste conclusioni, non si dovrebbe mai fare delle differnze tra Sri Krisna e Sri Narayana, e tra Sri Lakshmidevi e Srimati Radharani.
Nelle C.C.M.9.108.157, Sri Caitanya afferma: “Che nel Laghu Bhagavatamrita, nel Purva Khanda e in modo più condensato nel Narada Pancharatra, un cristallo riflette la sua luce in accordo alla presenza dei differenti oggetti in sua prossimità. Questo stesso cristallo, manifesterà diversi colori come il giallo e il blù in accordo del substrato riflesso. Allo stesso modo, ogni devoto, in accordo al proprio sentimento, adora e contempla un unico Signore Supremo nelle Sue miriadi di forme. Srila Bhaktivinoda Takura scrive: “Così come Sri Krisna e Sri Narayana non sono differenti, allo stesso modo, Lakshmidevi e Srimati Radharani non sono differenti tra loro. Srimati Radhika manifesta differenti forme che sono tutte sue espansioni. Sri Lakshmi nella forma di divina pastorella gusta la sua relazione con Krisna, e ha dovuto assumere la forma di una Gopi di Vraja per compiere i suoi passatempi coniugali con Krisna, invece la sua normale relazione con Sri Narayana si basa solo su un sentimento di rispetto e reverenza. Invece, per quanto riguarda il principio dell’Isvara (il Controllore Supremo), non c’è alcuna differenza tra Sri Krisna e Sri Narayana. Le uniche differenze sono legate ai differenti sentimenti dei vari devoti. Questa è la ragione per cui questa Verità Unica e Suprema, manifesta differenti relazioni con i Suoi vari devoti. Nel secondo verso dello Sri Siksastaka, Sriman Mahaprabhu afferma: “O Signore Supremo! Il Tuo Santo Nome è sempre auspicioso per tutti gli esseri viventi, per questa ragione, Tu manifesti innumerevoli Nomi come Krisna e Govinda, e investi tutte le Tue energie in questi Nomi, non ci sono rigide regole per cantare questi Santi Nomi. O Signore! Tu hai reso tutto così facile, ma Io sono così sfortunato che non provo alcuna attrazione per i Tuoi Santi Nomi”. Srila Krisnadas Kaviraja Goswami ha commentato che anche quando mangiamo e dormiamo, possiamo cantare il Santo Nome, perchè non esistono restrizioni a riguardo. Il Santo Nome può offrire tutte le perfezioni perchè è ornato di tutte le potenze Divine. Quando cantiamo il Santo Nome puramente, si risveglia in noi il puro amore per Dio. La cosa più importante è cantare il Santo Nome in un umile stato di mente. Srila Krisnadas Kaviraja spiega molto bene tutto questo nella sua C.C.: “Colui che è più umile di un filo di paglia per la strada, più tollerante di un albero, che non desidera mai alcun rispetto, ma mostra sempre rispetto agli altri, è il vero candidato per cantare costantemente il Santo Nome del Signore.
Bisogna sempre essere umili e miti, più umili di un filo di paglia e più tolleranti di un albero.
L’albero è l’esempio ideale della tolleranza, perchè quando tagliano i suoi rami non protesta mai e quando c’è scarsità di acqua non si lamenta mai.
L’albero è sempre pronto ad offrire i suoi frutti a tutti, ed è sempre pronto a dare protezione all’ombra dei suoi rami a chiunque. Seguendo l’esempio dell’albero, il devoto dovrebbe essere sempre privo di falso prestigio e offrire rispetto a tutti, sapendo che Sri Krisna è presente nel cuore di tutti gli esseri. Coloro che s’impegnano nel canto del Santo Nome e mantengono una certa condotta esemplare, otterranno la pura devozione per i piedi di loto di Sri Krisna. I sintomi esterni di questi puri devoti è che si lamentano sempre, perchè si sentono privi d’amore per Krisna. Quindi, se si è privi di queste quattro qualità favorevoli alla pratica del canto del Santo Nome, allora sarà molto difficile ottenere l’amore per Krisna. Coloro che possiedono anche una piccola traccia di pura devozione, non manifestsano mai alcun sintomo di egoismo e falso prestigio. Questi puri devoti non si sentono mai di essere dei grandi devoti, ma sono sempre soddisfatti di cantare il Santo Nome.
Essi sono sempre umili e tolleranti, senza falso prestigio, senza desideri di onori personali e sempre pronti ad offrire rispetti agli altri. Seguendo l’esempio di questi puri devoti, saremo sicuri di ricevere la devozione per i Piedi di Loto di Sri Krisna. In conclusione, Sriman Mahaprabhu ha tracciato il metodo più sicuro per cantare il Santo Nome, ma se trascuriamo di seguire le Sue istruzioni, allora sarà praticamente impossibile ricevere la ricchezza contenuta nel Santo Nome stesso. Anche lo Srimad Bhagavatam descrive elaboratamente le glorie del Santo Nome. Il sesto canto dello Srimad Bhagavatam descrive la storia di Ajamila. Questo Brahmana di Nome Ajamila, viveva nella provincia di Kanya Kubja, ed era molto incline allo studio delle scritture, possedeva una buona condotta e una buona morale. Sfortunatamente, a causa del suo Karma passato, divenne attratto da una prostituta e il risultato volle che costui dopo aver abbandonato le sue buone qualità andò a vivere con quella prostituta. Ajamila ebbe dieci figli con questa donna, e l’ultimo dei suoi figli lo chiamò Narayana. La vita di Ajamila trascorreva nella criminalità e nell’indolenza, e in questo modo manteneva i suoi figli e la moglie. Fino alla fine della sua vita, rimase molto attaccato alla sua famiglia, ma il suo maggior affetto lo rivolgeva al suo giovane figlio Narayana. Quando arrivò il momento della morte, stava pensando a suo figlio Narayana. Generalmente, tutte le persone agiscono in modo peccaminoso durante tutta la loro vita, con la conseguente che nel momento della morte vedranno di fronte gli agenti di Yamaraja. Anche Ajamila, che era stato molto peccaminoso in tutta la sua vita, nel momento della sua morte vide tre personaggi grotteschi che venivano a portarselo via per condurlo nel regno di Yamaraja, dove avrebbe scontato la giusta punizione per il suo passato colpevole. Ajamila fu molto spaventato nel vedere quei terribili messaggeri, allora spontaneamente cominciò a chiamare suo figlio Narayana, e mentre pronunciava il Nome di suo figlio Narayana, a causa del suo passato brahminico gli venne in mente il ricordo di Sri Narayana stesso, il Signore di Vaikuntha che possiede una forma a quattro braccia. Avendo sentito pronunciare il Nome del Loro Maestro, gli intimi servitori del Signore di Vaikuntha apparvero davanti ad Ajamila. Ebbe così inizio un duello verbale tra gli Yamaduta (servitori di Yamaraja), e i Visnuduta (servitori di Visnu). Gli Yamaduta furono sconfitti perchè non mostrarono una corretta comprensione dei principi della religione. Ma ebbero la grande fortuna di poter ascoltare l’immutabile potere del Santo Nome del Signore. Gli Yamaduta spiegarono che Ajamila poichè aveva dedicato tutta la sua vita ad attività peccaminose, doveva essere punito perchè non si era minimamente preoccupato di purificarsi delle sue attività colpevoli. In replica i Visnuduta risposero: “In verità, Ajamila poichè aveva pronunciato il Nome di Sri Narayana con un’attitudine priva di offese, non solo si era liberato dai peccati della sua vita presente, ma aveva anche purificato tutte le sue vite precedenti, perchè la semplice pronuncia del Santo Nome Signore era in grado di aprire immediatamente la porta della liberazione”. In molte occasioni, Ajamila aveva l’abitudine di chiamare suo figlio Narayana, e sembra che questa sua pronuncia del Nome del Signore fosse priva di offese, per cui tutte le attività peccaminose di tutte le sue vite passate furono completamente purificate.
Coloro che s’impossessano della ricchezza altrui, che ingannano i propri amici, che uccidono un Brahmana, e s’impegnano in attività sessuali con la moglie del Guru, che uccidono una donna, o uccidono i propri genitori etc, possono purificarsi o addirittura redimersi da tutti questi peccati così gravi, con il semplice canto dei Santi Nomi del Signore. Quando si cantano i Santi Nomi, il Signore stesso considera quella persona impegnata nel canto, come il Suo servitore e quindi il Suo dovere è di proteggere quella persona. Nello Srimad Bhagavatam (6.2.11) è detto: “Il canto del Santo Nome purifica così tanto, che in termini di paragone, i voti più severi e i metodi di purificazione indicati nel codice di Manu, non sono così effettivi nella purificazione del cuore come il canto dei Santi Nomi del Signore. L’efficacia dei Santi Nomi è incomparabile in termini di opulenza, dolcezza e bellezza. Al contrario delle severe austerità come il voto del Candrayana, che non è mai in grado di sradicare con una certa rapidità la naturale tendenza a peccare, il canto del Santo Nome, libera immediatamente colui che lo recita anche involontariamente. A questo riguardo, Srila Cakravarti Thakura commenta: “Dopo l’ascolto delle glorie del Santo Nome, si ottiene immediatamente un’appropriata purificazione, dopo di che non è più possibile smettere di ripetere il Santo Nome. Gli associati di Sri Visnu proibirono ai messaggeri di Yamaraja di agire, affermando che Ajamila aveva cantato il Santo Nome proprio nel momento della sua morte, per cui tutte le sue colpe erano state completamente perdonate. Gli Yamaduta furono fermati nel loro compito di condurre Ajamila all’inferno. La spiegazione di come Ajamila venne purificato dai suoi peccati, e di come ottenne i risultati del canto senza offese, fu chiarito dai messaggeri trascendentali di Vaikuntha nel verso che segue: “Colui che ignora il Santo Nome, ma per qualche ragione riesce comunque a pronunciarlo, anche se per scherzo, per accompagnare della musica etc, vedrà le reazioni di tutte le sue attività peccaminose presenti e passate completamente sradicate. Questo tipo di canto è classificato nella categoria Namabhasa, che rappresenta lo stadio in cui tutte le offese al Santo Nome sono purificate.
Ajamila chiamò il suo giovane figliolo che si chiamava Narayana che è lo stesso nome di Sri Narayana di Vaikuntha. Quando si recita il Santo Nome, il cuore non registra più le attività peccaminose, questo è lo stadio della purificazione ed è chiamato Namabhasa. Un grande devoto sostiene che Ajamila non appena decise di battezzare suo figlio col nome di Narayana, immediatamente il Namabhasa cominciò a dare i suoi effetti. Ma dobbiamo ricordare che questo esempio non vale per tutti i casi, e l’esempio di Ajamila è davvero un caso speciale. Cantare il Santo Nome per accompagnare della musica (Parihasa), ma senza offese, può essere considerato Namabhasa. Anche quando si canta in modo negligente (helanam) o senza attenzione, durante il sonno o per ricreazione, anche in questi casi si tratta di Namabhasa. Se per qualche necessità cantiamo il Santo Nome con fede, allora non correremo mai il pericolo di accettare un’altro corpo materiale. Lo Srimad Bhagavatam (6.2.35) conferma: “Se qualcuno cade da un palazzo molto alto, o scivola per strada, si rompe una gamba, o è morso da un serpente, colpito da una grave malattia, o viene percosso a bastonate, se durante queste disgrazie canta il Santo Nome di Hari, non dovrà più soffrire in un’altro corpo peccaminoso. Alcune ingiunzioni delle scritture contengono dei punti molto significanti che i grandi santi hanno accettato per spiegare i peccati più gravi. Per esempio, i metodi di purificazione come l’autorealizzazione possono avere effetto, quando per certi tipi di peccato viene accettata un’altrettanta misura di purificazione. Però questo metodo non può essere applicato al canto del Santo Nome, che rappresenta il rimedio migliore. In tutti i casi, si deve accettare senza alcun dubbio, che il semplice ricordo del Santo Nome cancella immediatamente tutti i tipi di peccato. Srila Visvanatha Cakravarti Thakura stabilisce che se affermiamo che scritture indicano che per i peccati più gravi sono necessarie severe austerità, allora com’è possibile che il semplice canto di un solo Nome di Krisna senza offese (Abhasa), può distruggere tutte le attività più peccaminose?
Le leggi di Manu prescrivono i metodi in accordo alla gravità delle azioni peccaminose, più i peccati sono gravi, più intense devono essere le austerità per la purificazione. Invece, grazie alla misericordia incondizionata del Signore stesso e del Suo Santo Nome, in cui ha investito tutta la Sua potenza, è sufficiente anche una piccola quantità del potere trascendentale del Santo Nome per annullare tutti i peccati, compresi i più gravi. C’è un bell’esempio di questo, quando Sambhu fu salvato mentre era prigioniero dell’esercito Kaurava comandato da Duryodana, il grande e potente Balabadra (Balarama) fu inviato da solo a sconfiggere l’esercito nemico che annientò con molta facilità. Allo stesso modo, le austerità, la carità e i voti, possono anche servire a ridurre i peccati, ma poichè si tratta solo di metodi rituali che aiutare a mantenere un certo equilibrio religioso, non sono però in grado di sradicare le profonde radici piantate nel cuore. In altre parole, le tendenze peccaminose non potranno mai essere completamente estirpate, solo col servizio ai Piedi di Loto del Signore Supremo, eseguito attraverso il metodo del canto e dell’ascolto delle glorie del Signore, è possibile eliminare completamente la radice di questi peccati. Nello Srimad Bhagavatam (6.2.18) è detto: “Proprio come un grande fuoco può bruciare immediatamente una grande prateria, allo stesso modo, consciamente o inconsciamente, il canto del Santo Nome di Hari è in grado di bruciare completamente le razioni di tutte le attività peccaminose. L’esempio di un uomo malato che non può comprendere l’efficacia delle medicine prescritte dal suo medico, a meno che non le assume personalmente, allo stesso modo, anche un uomo ignorante che canta il Santo Nome del Signore, potrà automaticamente comprenderne l’effettiva efficacia. Le medicine non guardano se il paziente ha fede oppure no, ma al momento opportuno daranno il loro giusto effetto. Il Santo Nome cantato senza offese, non solo sradica tutte le attività peccaminose, ma apre anche la strada della liberazione. In conclusione, tutti coloro che prendono rifugio nel maestro spirituale e nel Santo Nome, raggiungeranno molto in fretta lo scopo ultimo della vita umana, e otterranno il tesoro della pura devozione.
L’ARTE DEL CANTO DEL SANTO NOME
Ciò che segue, è una compilazione dei commentari e delle istruzioni sul Santo Nome, e sul Nama Bhajan che era molto caro al nostro amato maestro spirituale. Srila Gurudeva aveva l’abitudine di recitare la maggior parte di questi versi menzionati nelle sue conversazioni con noi e sottolineava ripetutamente l’importanza di tutti questi versi. Srila Bhaktivinoda Thakura spiega che anche un novizio che accetta il processo del canto del Santo Nome del Signore, deve meditare sul significato delle sillabe del Mahamantra, perchè questo rappresenta un aspetto molto importante di questa pratica. Srila Gopal Guru Goswami che era un discepolo di Sri Swarupa Damodara, ha scritto molti commentari sul Mahamantra, e tutti coloro che hanno accettato il rifugio incondizionato nel Nama Bhajan, dovrebbero leggerli molto attentamente.
Il Mahamantra Hare Krisna Hare Krisna Krisna Krisna Hare Hare – Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare, è composto di tre nomi principali, Hare, Krisna e Rama. Il Signore Supremo è Sat, Cit, Ananda, pieno di eternità, conoscenza e felicità. Egli è in grado di sradicare l’ignoranza (Hara), per questa ragione il termine Hare rappresenta il giusto appellativo per Lui. Allo stesso modo, Egli che è ornato di infinite qualità, è capace di catturare la mente di Srimati Radharani, ed è conosciuto come Hari. Radharani rivolgendosi a Lui, usa il termine Hare. In altre parole, l’energia di piacere di Krisna è Srimati Radharani stessa, ed è in virtù di questo, che Ella può catturare (Hara), la mente di Krisna, ed è chiamata “Hare”. Il figlio del re Nanda, che possiede due occhi di loto ed una carnagione blu, non è altro che Sri Krisna stesso, Egli incrementa la felicità degli abitanti di Gokula, ed è anche il maestro della Sua energia di piacere (Srimati Radhika). Egli è pieno di saggezza e possiede le più straordinarie abilità, e malgrado i Suoi apparenti passatempi umani, é il Signore di tutti gli esseri celesti. Egli gode eternamente (Ramana) dei passatempi coniugali con Srimati Radharani, ed è per questa ragione che è anche conosciuto come “Rama”.
COMMENTI SUL MAHAMANTRA-NEL SENTIMENTO DI RISPETTO E REVERENZA
Il Santo Nome distrugge le tre forme di sofferenza, ed elimina tutti i peccati di quei devoti che meditano su di esso, per questa ragione è chiamato Harì. Il Nome Krisna è composto di due sillabe; “Krs” e “Na”, che rispettivamente significano: 1) infinitamente affascinante, e, 2) pieno di felicità.
Gli Yogi sperimentano una grande gioia quando meditano su di esso, la Sua forma è illimitata e piena di felicità, per questa ragione è conosciuto anche come Rama. Il termine Radha ha origine dalla radice del verbo “Rad” che significa colei che elargisce la più grande gioia e felicità. In altre parole, colei che serve Sri Krisna con la più grande devozione è conosciuta come “Radha”.
COMMENTO AL MAHAMANTRA NEL RICORDO DELLA COPPIA DIVINA
L’energia di piacere di Sri Krisna è Sri Radha, poichè Lei è in grado di catturare la mente del Signore Supremo Sri Krisna, è conosciuta come Hara. Il suo diretto appellativo è Hare. Il re di Vraja conosciuto come “Krisna” che col suono del Suo flauto attrae (akarsan) le giovani pastorelle, che a causa di questa forte attrazione abbandonano ogni loro comportamento sociale, religioso diventando prive di orgoglio e compostezza. Krisna, con la Sua straordinaria bellezza riempie sempre di estrema felicità le mente e i sensi delle giovani pastorelle e per questa ragione è glorificato come Rama.
COMMENTARIO DI SRILA GOPALA GURU GOSWAMI
Hare: O Hare! Avendo catturato la mia mente, per favore liberami dai legami dell’esistenza materiale. Krisna: O Krisna! Per favore attrai la mia mente verso i Tuoi Piedi di Loto. Hare: O Hare! Per favore cattura il mio cuore con la Tua straordinaria dolcezza. Krisna: O Krisna! Per favore purifica il mio cuore con la conoscenza trascendentale che diffondono i Tuoi puri devoti.
Krisna: O Krisna! Possa Tu condurmi nella contemplazione del Tuo Santo Nome, delle Tue Qualità, Forma e Passatempi Divini. Hare: O Hare! Sebbene io sia completamente squalificato, per favore benedicimi per compiere il servizio ai Tuoi Piedi di Loto. Hare: O Hare! Per favore elevarmi al Tuo Servizio Divino. Hare: O Hare! Per favore svelaci i Tuoi passatempi confidenziali col Tuo amato (Sri Krisna). Rama: O Rama! Per favore permettimi di visualizzare i Tuoi passatempi confidenziali con la Tua amata consorte Sri Radha. Rama: O Rama! Per favore impegnami nel ricordo del Tuo Santo Nome, Qualità e Passatempi. Rama: O Rama! Per favore qualificami per eseguire il Tuo servizio personale. Hare: O Hare! Per favore accettami come Tuo servitore e includimi nei Tuoi passatempi confidenziali (Coniugali). Hare: O Hare! Che io possa partecipare ai Tuoi passatempi confidenziali.
SECONDA PARTE DEL COMMENTARIO
L’appellativo Hare è diretto a Srimati Radharani che ruba (Hara) la mente di Sri Krisna.
Krisna significa Colui che attrae (akarsan) la mente di Radharani.
Hare: Colei che provoca in Sri Krisna la perdita (hara) della Sua pazienza e modestia.
Krisna: Colui che attrae Srimati Radharani al punto da farle abbandonare tutta la sua pazienza e il suo splendore.
Krisna: Ovunque Srimati Radharani vada o si ferma, vede sempre che Sri Krisna le rapisce la sua coscienza. Krisna: Srimati Radhika si avventura nella fitta foresta perchè attratta dall’irresistibile suono del flauto di Krisna.
Hare: Ovunque Krisna vada o si ferma, vede Radharani in ogni direzione, quindi la Sua coscienza è catturata da lei.
Hare: Krisna si sente trasportato ad incontrare Radharani in un luogo solitario.
Hare: Colei che manda Krisna nella fitta foresta di Vraja. O Hare!
Rama: Krisna che si diverte con la Sua amante in molti modi, sopratutto con i Suoi gesti e gli sguardi. O Rama!
Hare: Egli gode della Sua consorte tramite abbracci confidenziali etc. O Rama!
Rama: Krisna è Colui che gode dei passatempi coniugali con la Sua consorte Radha, facendole perdere il ruolo di dominatrice. O Rama!
Rama: Krisna gode ripetutamente di questi intimi passatempi coniugali. O Rama!
Hare: dopo aver goduto dei passatempi coniugali, per la separazione, lei provoca nella mente di Krisna una forte attrazione per lei. O Hare!
Hare: Sri Krisna quando lascia il luogo dei Suoi passatempi coniugali, cattura la mente di Radha, che sta sperimentando una forte separazione d’amore per Krisna.
LE ISTRUZIONI DI SRILA PRABHUPADA SUL SANTO NOME
1) Il semplice risiedere nel luogo sacro di Mathura o stare in associazione con le persone sante non daranno gli effetti desiderati. Invece, il canto del Santo Nome ci assicurerà il risultato di risiedere a Mathura, di associarci con le persone sante, di adorare le Divinità e ascoltare lo Srimad Bhagavatam. Il canto del Santo Nome assicura tutte le perfezioni. 2) la felicità che procura il Santo Nome ci condurrà alla purificazione e poi diventeremo qualificati per iniziare la pratica della meditazione sui passatempi del Signore (Asta Kaliya). 3) Non si dovrebbe mai perdere la fede nel canto del Santo Nome, sopratutto quando siamo assaliti dalle debolezze, queste difficoltà scompariranno quando avremo fissato la mente sul canto costante. Al contrario, se non mostriamo entusiasmo per il processo del canto del Santo Nome, non riusciremo mai a fermare le nostre debolezze materiali. 4) Per stabilire la nostra relazione col Signore Supremo, non c’è mezzo migliore di quello dell’ascolto.
Fortunatamente noi non possediamo nessun’altra ricchezza ad eccezione del canto del Santo Nome. Per i nuovi devoti sarebbe meglio cantare i Santi Nomi in solitudine, evitando tutte le compagnie indesiderabili. Comunque sia, per ottenere le qualità per cantare il Santo Nome, l’associazione con i puri devoti è di estremo beneficio. Anche una persona ignorante può raggiungere il successo nel canto del Santo Nome, solo per la misericordia dei puri devoti.
5) La devozione solitaria (Bhajan) si riferisce alla devozione praticata nei luoghi sacri dove si avverte sempre la sublime presenza del Signore e dei Suoi devoti confidenziali. Quindi, l’arte della pura devozione si ottiene con l’assoluta obbedienza ai puri devoti del Signore. 6) Le sofferenze del corpo, causate dalle reazioni delle nostre precedenti attività peccaminose, dovrebbero essere considerate alla luce della compassione che il Signore mostra nei nostri riguardi. Abbandonando la pigrizia e il pessimismo, ci si dovrebbe arrendere con tutto il cuore ai piedi di loto del maestro spirituale, dei devoti e del Signore Supremo. 7) Lo scopo ultimo di ogni ricerca è il canto del Santo Nome del Signore. 8) Se siamo capaci di salvare almeno un’anima dalla terribile trappola dell’esistenza materiale, allora, questo atto di vero amore, è di gran lunga superiore alla costruzione di milioni di ospedali. 9) I devoti sono dell’opinione che senza la volontà del Signore, nessuno può compiere alcuna attività. La nostra più alta aspirazione è di diventare la polvere dei piedi di loto dei puri devoti di Srila Rupa Goswami. La religione più elevata è il servizio agli eterni residenti di Vraja. 10) La via migliore per attraversare l’esistenza materiale è il canto del Santo Nome praticato in compagnia delle persone Sante. Possiamo giudicare un devoto dal suo grado di attaccamento al Santo Nome. 11) Colui che canta il Santo Nome privo di offese, raggiungerà molto rapidamente l’amore per Dio. La parola aparadha può essere divisa in due sillabe “Apa” (abbandonare) e “Radha” (piacere), oppure “Naparadha” che letteralmente significa: causa di dispiacere per il Santo Nome.
LE DIECI OFFESE CONTRO IL SANTO NOME
1) Criticare e ingiuriare i devoti che sono impegnati nella predica delle glorie del Santo Nome.
2) Considerare i nomi dei Deva come Shiva e Bhrama sullo stesso livello del Nome di Visnu.
3) Commettere offese ai piedi di loto del maestro spirituale.
4) Commettere offese contro le Sacre Scritture.
5) Considerare esagerate le glorie del Santo Nome.
6) Pensare che le glorie del Santo Nome siano solo immaginazione.
7) Compiere attività peccaminose contando sulla potenza del Santo Nome per annullarne le conseguenze.
8) Considerare il Santo Nome uguale alle attività pie, come le austerità, la carità etc .
9) Parlare delle glorie del Santo Nome agli infedeli.
10) Rimanere attaccati alla vita materiale anche dopo aver ascoltato le glorie del Santo Nome.
In Satya Yuga, Treta Yuga e Dvapara Yuga il metodo prescritto era l’obbedienza alle regole scritturali, ma con l’avvento di Kali yuga, le speculazioni mentali e filosofiche condussero ad una deviazione dal vero significato delle scritture, e pian piano, cominciarono a dominare le conclusioni basate sui propri sensi esterni. Il Nome di Krisna e la Sua Forma Assoluta non sono differenti. Il Signore Supremo è eternamente puro e liberato. L’Essere Supremo, come la pietra fiolosofale, possono soddisfare i desideri di tutti gli esseri. Allo stesso modo, il Santo Nome del Signore, essendo di natura spirituale, non può essere paragonato a nessun’altro nome ordinario. Il Santo Nome non essendo soggetto ad alcuna speculazione intellettuale, può dare la vera liberazione da ogni designazione materiale.
Questa è la ragione per cui nell’era attuale la continua crescita di nuove forme di speculazione religiosa stanno diminuendo, in quanto non possono avere accesso al Santo Nome. L’unica e sola religione trascendentale, rappresentata dal Santo Nome, essendo l’essenza di tutti i mantra, ci aiuta a proteggerci dalla naturale inclinazione verso la gratificazione dei sensi. I nomi, le qualità e le forme materiali sono tutte situate sotto il dominio della speculazione religiosa, al contrario, tutto ciò che è collegato con il Nome, le Qualità e le Forme del Signore Supremo, appartiene alla vera sfera spirituale. A causa della loro ignoranza, gli Impersonalisti fanno differenze tra il Nome, le Qualità e le Forme del Signore, e alla fine, a causa delle loro offese, cadono dalla loro posizione spirituale. I loro mantra principali sono: “Sarvam Khalvidam Brahma” e “Sadaiva Samuyetedam Agra”, che li aiutano in un certo senso a liberarsi dalle loro concezioni materiali. Ma senza il rifugio del Santo Nome nessuna riuscirà mai a liberarsi dall’intricata condizione della vita materiale.
SRI NAMA MAHATMYA
Nel Rig Veda è affermato: “O Visnu! Il Tuo Nome è la forma trascendentale che emana dalla Tua persona stessa; e anche se non siamo in grado di comprendere le glorie del Tuo Santo Nome, se tentiamo di pronunciare senza interruzione le sue sillabe sacre, di sicuro otterremo la conoscenza della Bhakti”. Per il semplice fatto che il Santo Nome sia composto da sillabe trascendentali, manifesta la sua natura autoeffulgente. Se cantiamo il Santo Nome del Signore per paura o inimicizia verso di Lui, otterremo comunque la liberazione, perchè questo genere di canto è considerato Namabhasa o Sanketa (canto negligente o di purificazione). Nello Dwapara Yuga, la gente aveva l’abitudine di adorare il Signore Supremo col metodo Pancharatra o mediante le regole indicate nelle scritture.
Invece in Kali Yuga, il Signore Supremo è adorato con il semplice canto del Santo Nome.
Tutti i mantra che sono in relazione a Krisna, possono dare la liberazione, invece il Santo Nome del Signore ci avvicina a Lui Personalmente.
GLI INSEGNAMENTI DI SRI CAITANYA MAHAPRABHU
Sriman Mahaprabhu ci insegna a cantare il Santo Nome del Signore con forte fede e determinazione, mantenendo strettamente un numero fisso di giri, perchè in questo modo saremo sicuri di ottenere tutte le perfezioni. La Sua istruzione principale è di cantare il Santo Nome senza interruzione, e per fare questo non esistono rigide regole. Tutte le scritture affermano che nell’era di Kali non esiste altra via ad eccezione del Canto del Santo Nome. Seguendo questa regola strettamente si ottiene sia l’autorealizzazione che l’obiettivo finale della vita umana. Sriman Mahaprabhu conclude affermando che coloro che desiderano adorarlo, dovrebbero cantare costantemente le glorie di Sri Krisna senza ricorrere a nessun’altro metodo (C.C.A.20.13.20). Gli effetti del Santo Nome daranno come risultato lo sradicamento di tutte le attività peccaminose passate e presenti, poi con uno stato d’animo così puro, si diventerà qualificati per raggiungere la pratica della devozione spontanea, ed infine otterremo l’amore per Krisna e sperimenteremo un gusto speciale nel servizio ai Suoi Piedi di Loto. Comunque sia, per raggiungere questa piattaforma così elevata, bisogna accettare con fede le istruzioni di Sri Caitanya, sopratutto quelle che sono racchiuse nel terzo verso dello Sri Sikshastakam. In questo verso è stabilito che per cantare il Santo Nome si dovrebbe essere più umili di un filo d’erba per strada, più tolleranti di un albero, sempre pronti ad offrire i nostri rispetti agli altri, e non desiderare mai rispetto per se stessi. Anche il puro devoto che è situato sulla piattaforma più alta, si considera più basso del filo di paglia per strada. Similmente, l’albero non protesta mai quando lo tagliano e non si lamenta mai se non gli danno l’acqua, ma è sempre pronto ad offrire i suoi frutti a chiunque, inoltre, quando fa molto caldo o piove, è sempre pronto a dare la sua protezione.
Allo stesso modo, anche i puri devoti che sono liberi da tutti i desideri materiali, sono sempre pronti a offrire se stessi agli altri. La principale qualità dei devoti elevati è che sono sempre liberi dal falso prestigio e in questo modo sono sempre rispettosi verso gli altri, perchè sanno che Krisna è nel cuore di tutti gli esseri. Questi devoti così intelligenti, cantano il Santo Nome con molto assorbimento, e alla fine di sicuro otterranno l’amore per Krisna. Il canto del Santo Nome è l’unico rimedio per quest’era di Kali, ed è anche l’unica via per ottenere la misericordia del Signore. Nel commento alla parola “Kirtanam” è sottolineato il canto ad alta voce del Nome, Qualità e Passatempi di Sri Krisna. Il termine
Sankirtanam si riferisce a quelle persone che si riuniscono per cantare le glorie del Santo Nome. Invece cantare sul Japa significa recitare il Santo Nome con il cuore colmo di emozioni. Il canto del Japa può essere diviso in tre stadi: canto ad alta voce, canto sottovoce e la meditazione silenziosa. Il termine “Nirbandha” stà ad indicare lo sforzo ripetuto. Nella C.C.A.4.23. è spiegato che fra tutte le pratiche del servizio di devozione, nove sono principali, e tra queste nove pratiche, il canto congregazionale del Santo Nome è superiore a tutti. Questo processo del canto, eseguito senza offese, darà come risultato finale l’amore per Dio. A paragone col canto del Santo Nome, tutte le altre pratiche devozionali assumono una posizione secondaria. In altre parole, tutte queste pratiche devono essere necessariamente accoppiate al Santo Nome, solo allora potranno dare il loro effetto. Il Santo Nome in Sè non dipende da altri processi. Il passatempo delle pulizie nel tempio di Gundicha illustra molto bene tutto questo. Durante le pulizie del tempio di Gundicha, Sriman Mahaprabhu ispirava tutti quanti a cantare senza interruzione il Santo Nome del Signore.
Col metodo della purificazione dei sensi, che comincia con l’impegnare la lingua nel canto del Santo Nome etc, diventeremo qualificati per comprendere e realizzare la forma trascendentale del Signore. Nel commentario al Brhat Baghavatamritam di Srila Sanatana Goswami è spiegato che il metodo migliore per adorare il Signore è il canto del Santo Nome. Fra i vari tipi di Sankirtanam, il canto del Santo Nome è senza dubbio il migliore. In generale il Kirtanam include anche lo studio dei Veda, i discorsi religiosi, i canti e gli elogi devozionali al Signore Supremo, ma al di sopra di tutti, l’importanza principale viene data al canto del Santo Nome. Il canto del Santo Nome di Krisna offre l’amore per Dio molto rapidamente, perchè non dipende dagli altri processi. Nessua’altra pratica devozionale può essere paragonata al canto del Santo Nome. Il metodo del canto del Santo Nome sono la pratica ed il precetto che Sriman Mahaprabhu stesso ci ha dato. In presenza di molte offese, non si dovrebbe mai perdere la speranza nell’efficacia del Santo Nome, perchè la pratica determinata ed ininterrotta eliminerà tutte le offese. Le offese si dividono in offese verso il Santo Nome, la Divinità, i Vaisnava e gli esseri viventi. Nel Caitanya Bhagavata è detto che la pratica infallibile e continua del canto del Santo Nome, ci permetterà di eliminare tutte le offese. Si dovrebbe sempre cantare e recitare il Nome di Krisna e adorarlo, e non si dovrebbe ascoltare nessun’altra cosa ad eccezione di ciò che si riferisce al Signore stesso. Si dovrebbe cantare il Nome di Krisna anche quando si mangia, si dorme e in ogni altra circostanza. Bisognerebbe cercare di evitare di ascoltare ogni argomento mondano, altrimenti andremo incontro ai differenti ostacoli sul sentiero della pura devozione. La più alta forma di devozione è di essere sempre impegnati esternamente nel canto dei Santi Nomi del Signore, mentre internamente si è impegnati nel trascendentale servizio d’amore a Sri Sri Radha e Krisna. Secondo alcuni vaisnava, la meditazione congiunta al Bhajan è secondario rispetto al canto del Santo Nome. A questo riguardo, Srila Prabhupada Bhakti Siddhanta sostiene che il canto ad alta voce del Santo Nome, nel sentimento di arresa completa, ci qualificherà a raggiungere il canto perpetuo e la devozione spontanea. Srila Rupa Goswami dichiara: “O maestro! Coloro che sono afflitti dall’ignoranza (prigionieri della coscienza materiale), non possono apprezzare le delizie del Santo Nome di Krisna (dolce come lo zucchero candito), ma se questi Nomi deliziosi, proprio come una buona medicina vengono assunti regolarmente, allora gradualmente, la malattia legata alla coscienza materiale, sarà eliminata e alla fine gusteremo le dolcezze del Santo Nome. Si dovrebbe cercare di risiedere a Vraja, e mentre ci impegniamo ininterrottamente nel canto, nell’ascolto e nel ricordo del Nome, delle Qualità, delle Forme e dei Passatempi del Signore Supremo in un sentimento di completa obbedienza ai puri devoti di Vraja, dovremmo dimenticare gradualmente tutte le cose materiali.
IL METODO DEL CANTO DEL SANTO NOME
Quando diventerò qualificato da ottenere la misericordia di vedere la forma trascendentale di Sri Caitanyadeva con i Suoi grandi occhi di loto, le Sue lunghe e meravigliose braccia, che con un rosario tra le mani, s’impegna costantemente nel canto del Santo Nome di Krisna. Srila Raghunatha Das Goswami scrive un verso simile: “Quando Sachinandana diventerà l’oggetto della mia contemplazione? Egli ha accettato i Suoi amati seguaci (Gaudyam), istruendoli contemporaneamente sull’efficacia del canto ad alta voce del Santo Nome di Krisna, mentre si conta un numero fisso quotidiano di Santi Nomi. Per evitare ogni pericoloso ostacolo, Srila Bhaktivinoda Thakura ci dà il seguente avvertimento da usare durante la svolgimento dei nostri doveri legati al mondo e alla società; dovremmo agire in modo tale da ricordare sempre i Santi Nomi del Signore. In altre parole, si deve sempre essere determinati nella pratica del Nama Bhajan, e in questo modo arriverà il giorno in cui le nostre labbra cominceranno a pronunciare spontaneamente il Nome del Signore. Nel suo libro Harinama Cintamani, Haridas Thakura ci mette in guardia che l’unico metodo per eliminare tutte le offese al Santo Nome è di incrementare la pratica stessa del Santo Nome.
LE PRINCIPALI ISTRUZIONI DI SRILA BHAKTISIDDHANTA SUL SANTO NOME
1) Il motto della Gaudya Math è: Tutte le glorie al canto del Santo Nome, il cui potere è quello di donare la ricchezza del servizio di devozione; questo canto così Divino e trascendentale offre la più alta benedizione.
2) Devozione per il Signore significa cantare con fede il Santo Nome di Sri Krisna.
3) La ricerca sincera del servizio di devozione è rappresentata dal verso “Kirtanah sada Hari”, che significa accettare con determinazione e senza interruzione il rifugio del Santo Nome. A questo riguardo tutti i tentativi di coltivare le qualità come l’umiltà, la tolleranza e il rispetto per gli altri, rappresentano un grande aiuto per coltivare il canto corretto del Santo Nome.
4) Tutti i membri della Gaudya Math dovrebbero fare uno sforzo di cantare almeno centomila Santi Nomi al giorno, altrimenti il nostro cuore si riempirà di certi attaccamenti che creeranno disturbo nel servizio di devozione.
5) I devoti che sono confusi a riguardo del significato del Bhajan e ignorano il processo di cantare centomila Santi Nomi al giorno, ma cercano di impegnarsi in altre pratiche spirituali, ingannano se stessi e non potranno mai ottenere nessuna misericordia e nessun successo.
6) Bisognerebbe bilanciare ogni cosa in modo tale da poter compiere insieme agli altri doveri, anche la promessa di cantare centomila Santi Nomi al giorno, perchè questo ci permetterà di meditare con assorbimento sulla forma e il significato delle sillabe del Mahamantra, e con le lacrime agli occhi, svilupperemo un sentimento libero da ogni duplicità.
L’eliminazione dell’ignoranza, che rappresenta la radice di tutti i mali, darà come risultato l’impegno rigido ed ininterrotto del canto del Santo Nome.
(Srila Bhaktivinoda Thakura)