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Harinama Cintamani


Sri

Harinama

Cintamani

“La Meravigliosa Gemma

del Santo Nome che Soddisfa Tutti i Desideri”

di

Srila Bhaktivinoda Thakura

  • Introduzione –

di Srila Bhaktivinoda Thakura

Questo non è un libro per i materialisti atei. Solamente coloro che hanno sviluppato una ferma fede nel Signore Caitanya e nel metodo del canto del santo nome sono i giusti candidati per ascoltare gli argomenti trattati in questo libro. Attraverso il canto del santo nome si ottengono tutte le perfezioni: colui che ne é convinto è situato al più alto livello della sadhana-bhakti. Sri Caitanya Stesso lo ha insegnato nel Suo Sri Siksastaka. Egli nominò Srila Haridasa Thakura namacarya, o autorità spirituale nel canto del santo nome del Signore.

Esaminando in modo accurato i testi autorizzati, emergono i seguenti fatti della vita di Srila Haridasa Thakura: egli nacque in una famiglia mussulmana in un villaggio chiamato Bhudam, presso Vanagram, nel Bengala orientale. Fin dalla tenera età iniziò a manifestare l’inclinazione spirituale delle sue nascite precedenti, impegnandosi nelle attività devo­zionali e rinunciando alla casa e alla famiglia. Costruita una piccola capanna nella foresta di Benapol, iniziò un intenso programma di, canto e meditazione. Dopo che alcuni mascalzoni avevano tentato di disturbare il suo bhajana, egli lasciò la sua capanna trovando rifugio sulle rive del fiume Gange. In un’altra occasione fu disturbato da uomini senza scrupoli i quali, mandando una giovane prostituta, cercarono di fargli rompere i suoi voti spirituali. Ma il canto di Srila Haridasa Thakura ebbe su di lei un effetto così puro che ella divenne una devota, e abbandonò le sue abitudini del passato. Srila Haridasa Thakura le diede l’iniziazione all’harinama e, dopo averla stabilita nella sua capanna, prosegui il suo cammino.

Percorrendo le rive del Gange, immerso nel canto del santo nome arrivò alla casa di Srila Yadunandana Acarya a Saptagram, dove iniziò a frequentare la corte di Hiranya e Goverdhan Majumdar (il padre di Srila Raghunatha dasa Gosvami), i feudatari di Saptagram. Un giorno un brahmana di classe inferiore, di nome Gopal Cakravarti, sfidò, in tono di sfida e in modo offensivo, le spiegazioni di Srila Haridasa Thakur sul canto del santo nome. Hiranya Majumdar e suo fratello licenziarono immediatamente Gopal Chakravarti, il quale, qualche giorno dopo, contrasse la lebbra alla gola. Quando Haridasa Thakura lo venne a sapere ne rimase molto dispiaciuto. Egli lasciò il villaggio e si recò a Phulia, prendendo rifugio in Advaita Acarya. Visse in una capanna sulle rive del Gange, dove si concentrò sul canto e sulla meditazione.

Un devoto sincero evita sempre, addirittura detesta, le faccende e le cose mondane. Ma per la forza della sua purezza non può rimanere anonimo. Così il nome e la reputazione di Haridasa Thakura si diffusero e i mussulmani divennero invidiosi e turbati. Essi influirono sul governatore mussulmano locale e in conseguenza di ciò Srila Haridasa Thakura fu pesantemente bastonato in diverse piazze di mercato. Srila Haridasa Thakura è un santo molto compassionevole. Egli non rimproverò gli uomini che l’avevano bastonato e, dopo averli benedetti assolvendoli dalle loro offese, ritornò alla sua capanna.

Poco tempo dopo, il Signore Sri Caitanya Mahaprabhu arrivò a Navadvipa-dhama. Assieme ad Advaita Acarya, Srila Haridasa Thakura si abbandonò ai piedi di loto di Sri Caitanya Mahaprabhu. Srila Haridasa Thakura divenne noto come namacarya, o il precettore e propagatore del santo nome. Quando il Signore Caitanya Si stabilì a Jagannatha Puri, predispose per Haridasa Thakura un luogo di residenza e di bhajana vicino al famoso albero Siddha Bakula. La dipartita di Srila Haridasa Thakura è rimasta gloriosa. II Signore Caitanya condusse personalmente i riti funebri Vaisnava, bagnando dapprima il suo corpo nell’oceano e poi sotterrando la sua forma divina nella sabbia.

Un aspetto straordinario dei divertimenti di Sri Caitanya è che Egli rese un devoto, che eccelle in un particolare aspetto del servizio di devozione, il Suo ambasciatore per diffondere al mondo intero tale aspetto. Ponendo domande ad Haridasa Thakura su alcuni punti riguardanti il canto, il Signore predicò i principi del santo nome. Questi argomenti sono stati discussi nelle scritture, come il Caitanya-caritamrita e il Caitanya Bhagavata. Ispirati da alcuni Vaisnava, abbiamo compilato gli inse­gnamenti di Haridasa Thakura in questo. libro. Abbiamo ricevuto diversi altri libri su Srila Haridasa. Purtroppo, molti di essi contengono delle affermazioni non autorizzate e non sostenute dalle scritture e quindi devono essere rifiutati. Uno di essi, tuttavia, sembra sia stato scritto da un Vaisnava elevato. Esso spiega il gusto esoterico del canto del santo nome e leggendolo si prova una considerevole gioia. Possiamo supporre che Srila Haridasa deve aver istruito un santo Vaisnava sulla filosofia del santo nome. Quel Vaisnava a sua volta racchiuse questi insegnamenti preziosi in un libro dedicato al maestro spirituale che l’aveva iniziato. Porgiamo la nostra sincera gratitudine a colui che ha inviato il libro da Srihatta. L’Harinama Cintamani ha preso nota di questi preziosi editti che glorificano il santo nome. Questo libro, quindi, è stato pubblicato per il piacere dei devoti arresi al Signore e al Suo nome trascendentale. Noi crediamo fermamente che soltanto coloro che hanno preso rifugio nel santo nome lo leggeranno; gli altri non lo faranno. Perciò non ci aspet­teremo da essi alcuna discussione o sfida riguardo al santo nome.

Ci sono molte dottrine e processi di adorazione, ma il processo del canto del santo nome è preminente. Tutti i santi Vaisnava, dal Signore Caitanya in poi, hanno seguito lo stesso metodo del canto così come fu enunciato da Srila Haridasa Thakura. Perfino gli antichi saggi Vaisnava che risiedevano a Vrajadhama Vrindavana hanno cantato nello stesso modo. I Vaisnava elevati che risiedono a Puri, dei quali fortunatamente abbiamo avuto un contatto diretto, e che gustano il nettare divino del santo nome, stanno seguendo lo stesso metodo del canto. Sanatana Gosvami e Gopal Bhatta Gosvami hanno inequivocabilmente stabilito nell’Hari-bhakti-vilasa che bisogna cantare il santo nome senza offese, incessantemente e in un luogo solitario – lontano dal frastuono delle attivi­tà materiali.

L’Harinama Cintamani è scritto in distici, e può essere letto dalle donne, dai giovani studenti e da quanti altri non conoscono il sanscrito; potranno così facilmente comprendere gli insegnamenti del Signore Caitanya. Affinché non vi siano inconvenienti, anche tutte le citazioni sanscrite sono state omesse. Un altro libro, intitolato Pramanmala, è stato scritto con la compilazione di rilevanti versi sanscriti che comprovano ognuna delle affermazioni dell’Harinama Cintamani. Se il Signore Sri Krsna lo desidera, allora presto anche quel libro potrà essere pubblicato per la soddisfazione dei devoti.

-Capitolo 1-

Le Glorie del Santo Nome

Tutte le glorie a Sri Gadadhara Pandit e al Signore Sri Gauranga; tutte le glorie al Signore Nityananda, la vita di Srimati Jahnavadevi; tutte le glorie a Sri Advaita Acarya e Madre Sita; tutte le glorie a Srivas Pandit, e tutte le glorie al Signore Caitanya.

II Signore Supremo e i Suoi Devoti

A NILACALA, IN UN TEMPIO vicino alle rive dell’oceano, risie­de la Suprema Personalità di Dio visibile nella Sua forma in legno conosciuta come Darubrahman (il Signore Jagannatha). Il Signore Supremo Hari discende nel mondo materiale nella forma delle Divinità per salvare le entità viventi. Egli dà sia il piacere materiale che la liberazione. In questo luogo santo il Signore Caitanya, la Suprema Personalità, appar­ve nel ruolo di un sannyasi rinunciato per benedire l’umanità; Egli risiedette nella dimora di Kasi Misra e propagò il dharma indispensabile per quest’era di Kali, rendendo ognuno consapevole della sua vera identità.

Il Signore Caitanya riunì i Suoi devoti a Jagannatha Puri e insieme riversarono l’amore per Dio a tutti, proprio come un albero dei desideri. Per favorire un’appropriata divulgazione delle istruzioni spirituali, il Signore predispose che diversi devoti avrebbero esposto differenti argo­menti, mentre Egli avrebbe ascoltato sobriamente. Sri Ramananda Raya rivelò i sentimenti confidenziali delle relazioni coniugali del Signore Supremo, Sri Sarvabhauma Bhattacarya spiegò la verità sulla liberazione, Sri Rupa Gosvami analizzò i livelli e la varietà degli scambi spirituali con il Signore, e Srila Haridasa Thakura glorificò la suprema efficacia e la suprema perfezione del Santo Nome.

II Signore Si informa da Haridasa

Un giorno, essendo ritornato dalle Sue abluzioni nell’oceano, il Signore Caitanya andò a visitare Srila Haridasa Thakura, e lo trovò sedu­to sotto l’albero Siddha Bakula. Molto felice di incontrare Srila Haridasa, il Signore gli chiese con quali mezzi l’anima condizionata può facilmente ottenere la liberazione. Srila Haridasa cadde ai piedi di lato del Signore e li abbracciò strettamente. Il suo corpo andò in estasi ed egli offrì umili preghiere, scosso da brividi e lacrime.

Con voce soffocata, Srila Haridasa Thakura disse: “Mio Signore, i Tuoi meravigliosi divertimenti sono insondabili. Sono sfortunato e ignorante, la mia sola ancora sono i tuoi piedi di loto. Qual’è il vantaggio di porre domande a una persona indegna come me?”

Srila Haridasa continuò: “Tu sei Krsna, Dio, la Persona Suprema, che è apparsa a Navadvipa per salvare le entità viventi. O mio Signore Gauranga, per favore, dammi rifugio all’ombra dei Tuoi piedi di loto, solo questo può rincuorarmi. I Tuoi divertimenti sono sempre in espansione. Tu hai manifestato il Tuo nome, la Tua forma e le Tue qualità in questo mondo materiale, cosicché perfino una persona caduta e miserabile come me può esserne attratta. E’ impossibile per la jiva percepire la Tua forma trascendentale con gli occhi mondani. Il Signore Sri Krsna ha misericor­diosamente manifestato la Sua forma trascendentale di Sri Caitanya Mahaprabhu e del panca-tattva per il più grande beneficio dell’umanità. Queste manifestazioni dirette della trascendenza sono espansioni immedia­te della potenza spirituale interna del Signore”.

“Tu sei il sole spirituale e io sono un’insignificante scintilla della Tua effulgenza; Tu sei il mio Signore e Maestro e io sono eternamente il Tuo servitore. L’ambrosia che emana dai Tuoi piedi di loto inebria tutti i miei sensi: `La mia speranza è riposta nel nettare senza limiti del Tuo santo nome. Sono caduto – cosa posso dire della mia volontà? Io sono qui solo per eseguire i Tuoi ordini. Sarò molto soddisfatto di pronunciare le parole che mi metterai in bocca e io non considererò se saranno giuste o sbagliate”.

La Verità di Sri Krsna

“Sri Krsna è l’unico autocrate assoluto. Egli è al di là della giuri­sdizione di chiunque poiché Egli soltanto è il Supremo Controllore e Signore. Egli è dotato di inconcepibili potenze ed è pienamente indi pendente e cosciente. Tutte le energie o potenze sono parte della Sua natura, perciò non sono indipendenti da Lui. Il Signore onnipotente è la fonte di tutte le energie. Sri Krsna è il maestro di opulenze e potenze illimitate, ciononostante Egli è ancora l’Uno, il brahman non duale. Attraverso il sistema dello yoga in otto fasi, lo yogi può percepire questo stesso Essere Supremo non duale che è onnipresente, localizzato nel cuore come paramatma, l’Anima Suprema. Questo aspetto di Sri Krsna. è una manifestazione parziale. Dunque né il brahman né il paramatma sono un aspetto completo di Sri Krsna. Solo Sri Krsna è pienamente dotato di assoluta potenza, volontà, controllo e coscienza.”

Sri Krsna e le Sue energie sono uno

“Le molteplici energie di Sri Krsna non sono mai indipendenti da Lui. I Veda dichiarano che il Signore e le Sue energie non sono differenti tra loro. Sri Krsna è l’infinito, assoluto vibhu, e le Sue energie sono manifestazioni delle Sue opulenze (vaibhava). Nonostante le Sue perfezioni infinite e le molteplici potenze, Egli rimane inalterabile e indivisibile.”

Tre tipi di opulenze

“Le energie del Signore sono manifestazioni delle Sue vaibhava (opulenze). Il Signore Supremo dunque può essere percepito solo attraverso queste energie, o vaibhava. O Signore Gauranga! Tu sei il ricettacolo di tre tipi di vaibhava, come rivelato nelle Scritture: la potenza spirituale (cit-vaibhava), la potenza materiale (maya o acit-vaibhava), e la potenza marginale (jiva-varbhava).”

Cit-vaibhava o potenza spirituale

Le potenze cit-vaibhava del Signore sono una trasformazione delle Sue trascendentali potenze interne. Questo spiegamento illimitato di potenze spirituali include: la Sua dimora, generalmente conosciuta come Vaikuntaloka; i Suoi innumerevoli nomi, come Govinda, Hari, ecc.; le Sue forme trascendentali, come quella incurvata in tre punti, con le mani che reggono un flauto; le Sue divine qualità, così piacevoli per i Suoi devoti; i Suoi divertimenti supremamente perpetui, come la danza rasa a Vrinda­vana e la Sua non-differente apparizione a Navadvipa come canto collettivo dei santi nomi. In tal modo le Sue potenze spirituali sono innumerevoli.”

“La potenza cit del Signore è la Sua energia superiore. E’ il risultato naturale della pienezza spirituale del Signore. La potenza sandhini, per la quale tutto esiste ed è tenuto insieme come un’unità interconnessa, includendo le relazioni di tutte le anime con il Signore, è un’emanazione della potenza cit. Dalla stessa cit-vaibhava deriva anche la potenza samvit che dà la conoscenza della propria identità e di ogni altra cosa. Infine dalla cit-vaibhava deriva la potenza hladini, che dà nascita alla gioia estatica delle emozioni spirituali, alte relazioni spirituali e allo scambio divino di rasa, o sentimenti. La potenza cit del Signore è la Sua yoga-maya, e le sue trasformazioni sono tutte al di là della giurisdizione delle influenze e delle norme mondane”.

“La potenza cit non è mai influenzata dalla potenza acit, o inferiore. Sebbene scenda in questo mondo inferiore, essa non è mai influenzata dall’ebbrezza materiale. Per sempre spirituale, incorporando l’assoluta natura del Signore Supremo, gli inni Vedici cantano la sua suprema posizione, che è uguale al Signore stesso.”

Le energie di Krsna sono nella categoria visnu-tattva

Non c’è macchia di influenza materiale nell’energia di Krsna; essa è trascendentale ed esiste in pura virtù (suddha-sattva). Sattva è di due tipi: suddha-sattva (pura virtù) e misra-sattva (virtù mista): Tutto ciò che è situato nella categoria di cit-vaibhava è suddha-sattva, o pura virtù. Tutto il sattva nella natura materiale è misto, o misra-sattva. Suddha­sattva è privo di passione e ignoranza. La nascita indica che l’influenza della passione è entrata in azione. L’essenza spirituale eternamente esistente, suddha-sattva, non è mai stata toccata dalla nascita, che è una manifestazione della passione, né dall’annientamento, che è un atto com­piuto sotto l’influenza dell’ignoranza. Sebbene i frammenti infinitesimali separati del Signore Supremo, le jive, appartengono alla categoria di suddha-sattva, a causa del loro contatto con l’ignoranza o l’energia materiale essi sono passati sotto il dominio delle influenze materiali della passione e dell’ignoranza e di conseguenza sono ora situati nella categoria mista, o misra-sattva. Il Signore Supremo è sempre situato nella pura virtù. Egli discende in questo mondo materiale per la Sua inconcepibile potenza spirituale ed è sempre il controllore della natura materiale, maya, che è sempre pronta ad agire come Sua intima servitrice.”

“Tutte le espansioni e le espansioni parziali del Signore come Govinda, Vaikunthanatha, Mahavisnu, Garbhodakasayi-Visnu e Ksiro­dakasayi-Visnu, sono nella categoria della pura virtù suprema e divina, ed Essi sono sempre assolutamente spirituali. Questi Visnu-tattva o Supreme Divinità appartenenti alla categoria di Visnu, possono risiedere in ogni luogo, nelle dimore spirituali di Goloka, Vaikuntha, nell’Oceano Causale o in questo universo materiale, ma ciononostante Essi sono sempre il Maestro di maya e il Supremo Controllore di ogni altra entità vivente, grande o piccola. Il fatto che rimangano insensibili all’influenza della potenza illusoria evidenzia la Loro inconcepibile posizione spirituale.”

Misra-sattva e maya-tattva

“Brahma, il creatore, Siva, il distruttore, e tutti gli altri esseri celesti appartengono alla categoria della jiva e sono quindi misra-tattva, o situati nella categoria mista, mentre tutte le incarnazioni della categoria di Visnu, i Loro divertimenti, il cielo spirituale, ecc. sono situati nella pura virtù. Da questa sponda del fiume Viraja, che separa l’universo materiale dalla dimora spirituale, tutto ciò che esiste nei quattordici sistemi planetari è acit-vaibhava o la manifestazione temporanea della materia. Questo luogo è stato descritto anche come devi-dhama, la dimora di Durga-devi; la divinità che presiede a maya. L’universo materiale è composto di cinque elementi grossolani, mente, intelligenza e falso ego. Sia l’universo ma­teriale che i corpi fisici delle entità viventi sono costituiti delle stesse cinque sostanze materiali, precisamente terra, acqua, fuoco, aria, etere. Mente, intelligenza e falso ego formano il corpo sottile della jiva che è il risultato del suo desiderio, e sono anch’essi materiali. Ciononostante la jiva, che è per natura un prodotto del suddha-sattva, come lo sono la sua mente, intelligenza ed ego originali, è spirituale e distinta dal corpo sottile”.

“I sette sistemi planetari superiori come Bhur, Bhuvar, Svarga, Mahar, Jana, Satya e Brahma e i sette sistemi planetari inferiori: Atala, Sutala, ecc. sono tutte manifestazioni di maya, la potenza illusoria del Signore. Cit-vaibhava è il tutto completo e maya è la sua ombra.”

Anime liberate e anime condizionate

“La jiva è originariamente completamente spirituale, ma infinitesimale e, grazie alla sua natura spirituale, è anche indipendente. Le anime spirituali esistono in numero incalcolabile e la beatitudine spirituale è il loro bisogno immediato e la loro perfezione. Nella ricerca della beati­tudine, coloro che abbandonano la loro vita a Sri Krsna diventano liberati e risiedono eternamente in compagnia del Signore come Suoi associati confidenziali.”

“D’altra parte, la jiva che contempla la propria vanagloria e si assorbe nei piaceri egocentrici rimane attratta da maya, che è sempre a portata di mano. Essa diventa così eternamente intrappolata, adescata e allontanata dal servizio a Sri Krsna, e riceve un corpo prodotto dalla natura mate­riale, o maya, che la conduce a vivere nel devi-dhama. Così essa rimarrà legata al ciclo delle inevitabili reazioni karmiche, vagabondando in corpi grossolani e sottili. A volte è elevata nei pianeti celesti e poi costretta a discendere all’inferno. In questo modo viaggia attraverso tutte le 8.400.000 specie di vita, soffrendo i dolori della vita materiale.”

Sri Krsna é sempre misericordioso

“O Signore, Tu sei la Personalità Suprema; e la jiva è un Tuo frammento infinitesimale. Tu sei sempre interessato al benessere dei Tuoi servitori. In qualunque situazione la jiva si possa trovare, Sri Krsna è sempre pronto a esaudirla nei suoi intimi desideri come un amico bene­fattore che non l’abbandona mai. La relazione tra Krsna e la jiva è eterna.

Krsna è la Suprema Divinità e la jiva è lo strumento attraverso il quale e al quale il Signore manifesta le Sue energie e le Sue opulenze. II Signore è il controllore Supremo e la jiva è il beneficiario che gode dei risultati delle proprie azioni. Tutto ciò che il servitore ritiene desiderabile, il Signore misericordiosamente glielo concede.”

“Chiunque desideri l’evanescente piacere dei sensi nel mondo materiale può trovarlo facilmente, essendo gentilmente fornito da Te. II mezzo per ottenere tale gratificazione consiste nell’eseguire le attività di buon auspicio raccomandate nei Veda. Esse sono: seguire i doveri del sistema varnasrama, compiere sacrifici, come il sacrificio del fuoco (agnistoma), eseguire il processo dello yoga in otto fasi, offrire havan o oblazioni, mantenere i voti nei giorni di luna piena e dare in carità nei giorni di buon auspicio e nelle occasioni che producono benefici materiali. Sebbene queste attività siano eseguite ponendo il Signore Visnu come Divinità che presiede al sacrificio, non c’è una pura attitudine devozionale da parte di chi esegue il rito, il quale sfortunatamente non comprende la propria mancanza di spiritualità poiché queste attività non lo `aiutano a sviluppare un puro sentimento spirituale: I risultati che derivano da queste attività sono materiali, ed egli semplicemente desidera ardentemente i piaceri dei pianeti superiori. Tali attività e i loro risultati non possono mai soddisfare l’anima, il vero sé; l’illusione è la loro causa. Queste cosiddette attività propizie permettono di ottenere piaceri paradisiaci temporanei, diametralmente opposti alla beatitudine trascendentale.” .

Liberazione dalla religiosità materiale

“Se una persona è abbastanza fortunata da ottenere l’associazione di una personalità santa e giunge a conoscere la sua eterna identità come servitore di Sri Krsna, potrà superare facilmente il grande ostacolo della natura materiale. Questo è molto raro. Ciò accade solamente a causa dei risultati derivanti dalle immense quantità di precedenti attività pie, che non si possono mai ottenere mediante l’esecuzione di attività interessate, perché tali attività possono dar luogo unicamente a risultati insignificanti.

“Colui che ricerca l’arida conoscenza empirica comprende che il mondo materiale è un luogo di sofferenza e così lotta per la liberazione. Tu sei misericordioso anche con loro. Tu hai dato loro la sezione jnana-kanda dei Veda in modo che possano seguire la conoscenza impersonale dell’Assoluto. La loro destinazione finale è l’assorbimento nel brahma-jyoti, la Tua effulgenza spirituale situata sulle rive del fiume Viraja. Anche tutti i demoni uccisi dal Signore Supremo finiscono con l’essere assorbiti dal brahmajyoti, che è posto al di là della giurisdizione di maya, Sia gli empirici, sia coloro che agiscono per il frutto dell’azione non sono né devoti, né inclini a servire il Signore Sri Krsna. Essi non possono mai gustare la dolcezza del servizio a Sri Krsna.”

Attività pie che conducono al servizio devozionale

“Sukrti, o attività pia, è di tre tipi: 1) karmonmukhi o religiosità che deriva dall’attività interessata; 2) jnanonmukhi o religiosità che deriva dal coltivare la conoscenza; 3) bhakti-unmukhi o religiosità che deriva dal servizio devozionale. Dai primi due si ottiene il godimento dei frutti dell’azione e la liberazione, rispettivamente. Tuttavia, bhakti-unmukhi implica fede e apprezzamento per il puro servizio devozionale. Tale elevata religiosità è ottenuta eseguendo inconsapevolmente il puro servizio devozionale senza conoscenza spirituale (ajnata-sukrti). Bhakti-unmukhi è il tipo più importante di sukrti e conduce la jiva a incontrare un santo, puro devoto. Associandosi con un devoto di Krsna la fede della jiva diventa ferma. Gradualmente egli sviluppa un gusto per cantare il santo nome, diventa compassionevole verso tutti gli esseri viventi e diventa stabile nel servizio devozionale.”

Un processo secondario per i karmi e jnani

“O Signore! Tu sei un oceano di magnanimità e il Controllore Supremo di ognuno. Tu sei sempre intensamente impegnato nel servire le anime condizionate, inclusi i karmi (coloro che s’impegnano nelle attività interessate) e i jnani (filosofi empirici). Pensando al loro bene Tu hai proposto un sentiero devozionale secondario. I karmi che seguono il varnasrama-dharma si associano con persone sante ed eseguono i loro doveri per la soddisfazione del Signore Supremo Hari. Tali attività puliscono il loro cuore e gradualmente distruggono il desiderio per il frutto delle loro attività. Al suo posto il seme di sraddha, o pura fede, è piantato nel loro cuore.”

“Grazie alla sua religiosità il jnani ottiene l’associazione dei puri devoti del Signore e invoca la loro naturale compassione verso di lui. Questo lo aiuta a sviluppare facilmente una ferma fede nel processo del puro servizio devozionale. Per il jnani l’associazione di un puro devoto è un sentiero devozionale secondario. O Signore, Tu spesso dici: ‘Il mio servitore, la jiva, soccombe al tradimento della Mia potenza illusoria. Io so sempre ciò che è benefico per lui e così lo ispiro a sviluppare un’avversione verso il piacere dei sensi e la liberazione, mentre al loro posto gli assicuro un’attrazione al servizio devozionale verso di Me. Guido la jiva alla ricerca della soddisfazione dei suoi desideri materiali e molto sottilmente devio i suoi desideri verso un sentiero devozionale secondario, e in questo modo rafforzo la sua fede e il suo amore.”‘

“O Signore, Tu sei il più misericordioso e tutto questo è un riflesso della Tua misericordia senza causa. Senza il Tuo amorevole intervento, come sarebbe mai possibile per la jiva purificarsi?”

La religiosità è deteriorata nel Kali-yuga

“Nel Satya-yuga i saggi che adottavano il processo della meditazione erano purificati dal Signore e veniva data loro il tesoro del servizio devozionale. Nel Treta-yuga, lo stesso successo spirituale coronava coloro che eseguivano impeccabilmente opulenti sacrifici per soddisfare il Signore, e nel Dvapara-yuga Tu garantivi la devozione a coloro che aderivano perfettamente alla via dell’adorazione delle Divinità. Con l’avvento del Kali-yuga, O Signore, Tu hai visto le terribili condizioni della jiva e hai fatto in modo che venisse abbandonata ogni speranza nei processi dello yoga, della meditazione, delle attività interessate, dei sacrifici, ecc.”

“Nel Kali-yuga le persone hanno una vita breve, sono sempre tormentate dalla malattia, e sono nate con un fisico e una psiche deboli. Sono svantaggiate fin dal principio. Il fatto di coltivare il varnasrama dharma, la filosofia sankhya, lo yoga e l’empirismo non darà la forza necessaria per redimere le anime del Kali-yuga. Inoltre, i sentieri secon­dari sub-devozionali del jnana e del karma sono estremamente ardui e rischiosi. I due sentieri secondari che conducono all’altare del servizio devozionale sono: 1) l’associazione con persone sante impegnate in discus­sioni spirituali e 2) attività eseguite senza desiderarne i risultati, in cui tutto è offerto al Signore Supremo. In Kali-yuga entrambi questi sentieri sono diventati contaminati. Le autentiche persone sante, ora estremamente rare, sono state sostituite da un tipo di pseudo-spiritualisti grossolani mossi da fini di lucro. Le attività religiose non vengono più eseguite por purificare la coscienza, ma unicamente per godere dei risultati. Perciò questi sentieri secondari non danno più benefici. Perfino il metodo del­l’adorazione delle Divinità, che nel Dvapara-yuga consentiva di raggiun­gere il più elevato successo spirituale, è diventato impuro e degradato.”

“Le anime allora hanno provato altri mezzi per raggiungere la destinazione finale, ma dovevano affrontare molti ostacoli insormontabili. Il sentiero che ci dirige al traguardo è il vero mezzo, e ciò che si ottiene dall’esecuzione di tale processo è la destinazione finale. Ricevere la misericordia del Signore è il traguardo della vita umana. Ma il karma o il jnana non sono mezzi preminenti per raggiungere questo elevato traguardo, perché, sebbene ci portino vicini alla destinazione, alla fine giungono improvvisamente ad un punto morto e poi scompaiono.”

Il metodo fondamentale: cantare il santo nome

“Il metodo del canto del santo nome, invece, è differente. Il santo nome del Signore è sempre presente, perciò è il metodo più efficace. Quando il mezzo diventa il fine, il processo diventa identico all’obiettivo 0 così, grazie alla Tua misericordia, è facile per la jiva ottenere la libera­zione. Nel mio caso, O Signore, la situazione è diversa. Sono estrema­mente caduto e assorto nella vita materiale. Mascalzone come sono, non ho mai cantato il Tuo santo nome.”

Dicendo questo Srila Haridasa, l’incarnazione di Brahma, cadde ai piedi del Signore, con le lacrime che scendevano dagli occhi e il corpo tremante per i singhiozzi. Solo le persone che apprezzano il Signore Hari, i Suoi devoti, e il servizio devozionale possono accettare col cuore questa Harinama Cintamani.

  • Capitolo Due –

Cantare il Santo Nome

Tutte le glorie a Sri Gadadhara Pandit e al Signore Gauranga; tutte le glorie a Sri Advaita e a Madre Sita; tutte le glorie a Srila Srivas Pandit e a tutti i devoti del Signore Caitanya.

La devozione pura è superiore

SRILA HARIDASA CONTINUO’ a singhiozzare immerso nel­l’amore estatico. Il Signore Gauracandra lo strinse in un affettuoso abbraccio e disse: “O Haridasa, un devoto del tuo valore si trova raramente. Tu sei molto esperto in tutte le conclusioni spirituali e sei sempre inattaccabile da maya.”

“Apparendo in una famiglia di bassa nascita, hai provato al mondo che Sri Krsna non Si ottiene solamente accumulando ricchezze, posizione, discendenza o educazione. Chiunque abbia sviluppato una ferma. fede nel puro servizio devozionale al Signore Supremo è in realtà superiore agli esseri celesti.”

“Tu sei esperto in tutte le verità del santo nome del Signore; la tua condotta spirituale è esemplare e sei un esperto predicatore. Perciò, Haridasa, rivelaMi gentilmente le glorie illimitate del santo nome. PermettiMi di gustare le tue parole.”

Sintomi di differenti Vaisnava

“Colui che canta il santo nome anche una sola volta è considerato un devoto Vaisnava, e dovrebbe essere rispettato dai capifamiglia. Il devoto che canta costantemente il nome di Krsna è un Vaisnava più elevato poiché è dotato di tutte le buone qualità. Il Vaisnava più avanzato di tutti è colui che ispira gli altri a cantare immediatamente il santo nomo dei Signore. Quando egli canta il santo nome anche una sola volta, l’attrazione a rendere un servizio di devozione ininterrotto al Signore viene istantaneamente stabilita. Gentilmente, dimMi com’è possibile fare in modo che le jive cantino il nome del Signore. Per favore, rivelaMi questa prescri­zione infinitamente propizia.”

L’identità spirituale del santo nome

Srila Haridasa giunse le mani, con gli occhi colmi di lacrime e la voce spezzata nell’amore spirituale, e cominciò a rispondere con toni gentili e delicati: “Il nome di Sri Krsna è come una pietra filosofale eterna e trascendentale. Una pietra filosofale può garantire ogni oggetto deside­rabile. La pietra filosofale del santo nome di Sri Krsna può dare a un ma­terialista la religiosità, la ricchezza, il piacere dei sensi e la liberazione. A un devoto arreso offre il puro amore per Krsna”.

“Sri Krsna e il Suo santo nome sono identici; entrambi rappresentano l’unica Verità Assoluta, la forma di spiritualità dinamica che tutto includo, supremamente indipendente, piena di emozione senza inizio né fino. Sempre situato nella pura virtù, il santo nome discende in questo mondo, sotto forma di lettere, come la completa incarnazione e personificazione della più grande dolcezza: rasa.”

“Ogni oggetto è caratterizzato da quattro aspetti: nome, forma, qualità e attività. Sri Krsna è il Supremo Oggetto; così Egli è riconoscibile attra­verso le Sue eterne ed illimitate forme, nomi, qualità e divertimenti. Qualsiasi entità caratterizzata dall’assenza di questi quattro aspetti non è più classificabile come oggetto: Ad esempio, il brahman impersonale è senza forma, perciò non è un oggetto in sé stesso, ma è semplicemente un tratto distintivo del Signore Supremo.”

II santo nome del Signore è infinitamente affascinante

“Sri Krsna è l’Assoluto oggetto non duale che Si manifesta perfettamente in questi quattro aspetti. Tali aspetti sono pienamente potenti e adatti ad esprimerLo nella Sua totalità. Essi esistono e sono sostenuti dal­la potenza sandhini (esistenza eterna) del Signore, e sono eterni e trascen­dentali. Proprio come Sri Krsna affascina tutte le entità viventi, così simil­mente anche il santo nome, che non è differente da Lui, affascina tutti.”

Le sessantaquattro qualità trascendentali di Krsna

“La forma squisita di Sri Krsna non è differente da Lui, e conseguen­temente il nome e la forma di Krsna sono identici. Ricordando e cantando il nome di Krsna immediatamente, si richiama alla mente la Sua forma meravigliosa, ed entrambi convivono armoniosamente. Similmente, le ses­santaquattro qualità di Sri Krsna sono di carattere illimitato e trascenden­tale.”

“Le sessantaquattro qualità di Krsna sono: 1) il Suo corpo ha un aspetto estremamente affascinante; 2) porta su di Sé tutti i segni di buon auspicio; 3) ha un fascino irresistibile; 4) è radioso; 5) ha una forza straordinaria; 6) è estremamente giovane; 7) è maestro di tutte le lingue; 8) è veritiero; 9) parla in modo piacevole; 10) è dotato di un’eloquenza ammirabile; 11) possiede la più alta erudizione; 12) ha un’intelligenza straordinaria; 13) possiede un genio eccezionale; 14) è un artista; 15) è estremamente ingegnoso; 16) è dotato di una grande abilità; 17) è riconoscente; 18) ha una determinazione inflessibile; 19) è un perfetto giudice del tempo e delle circostanze; 20) vede e parla secondo l’autorità dei Veda, le Scritture rivelate; 21) è perfettamente puro; 22) maestro di Sé; 23) perseverante; 24) tollerante; 25) indulgente; 26) grave; 27) soddisfatto in Sé stesso; 28) equanime con tutti; 29) magnanimo; 30) religioso; 31) eroico; 32) compassionevole; 33) rispettoso; 34) cortese; 35) liberale; 36) riservato; 37) protegge le anime sottomesse; 38) è felice; 39) è benevolo con i Suoi devoti; 40) è conquistato dall’amore; 41) è la fonte di ogni buona fortuna; 42) possiede una potenza eccezionale; 43) gode di una fama illimitata; 44) è amato da tutti; 45) favorisce i devoti; 46) affascina tutte le donne; 47) è degno dell’adorazione di tutti; 48) possiede tutte le opulenze; 49) è infinitamente onorabile; 50) è il controllore supremo; 51) è immutabile; 52) è onnisciente; 53) gode di una freschezza eterna; 54) possiede un corpo costituito di eternità, conoscenza e felicità; 55) possiede tutti i poteri sovrannaturali; 56) possiede incon­cepibili potenze; 57) innumerevoli universi emanano dal Suo corpo; 58) è la fonte originale di tutti gli avatara; 59) dà la liberazione ai nemici che uccide; 60) attrae anche le anime liberate; 61) è l’autore di un’infinità di divertimenti meravigliosi (in particolare nella Sua infanzia); 62) quando suona il flauto attrae gli esseri viventi in tutti gli universi; 63) è attorniato da devoti che hanno per Lui un amore sublime; 64) la Sua bellezza non ha rivali in tutta la creazione.”

“Tutte le espansioni e incarnazioni del Signore sono parziali, Brahma e Siva le Sue espansioni qualitative, mostrano solo parzialmente la natura del Signore Supremo. Tutto ciò che è relativo al Signore Supremo Sri Krsna è infinito, eterno, illimitato e assolutamente spirituale. Solo Lui possiede pienamente le sessantaquattro qualità, mentre le Sue espansioni, cominciando da Narayana fino a Ramacandra, possiedono le prime sessanta qualità trascendentali. Brahma, Siva e gli altri esseri celati possiedono solo le prime cinquantacinque di queste qualità, e le possiedo­no solo in misura parziale. Le jive ordinarie possiedono solamente le prime cinquanta qualità, visibili in quantità infinitesimale, come piccole gocce. Solo Krsna, considerando anche tutte le Sue espansioni di Visnu, mostra la Sua speciale preminenza di maestro delle quattro uniche ed eccezionali qualità spirituali, appartenenti a Lui soltanto.”

“Se le qualità del Signore vengono paragonate alle onde, i Suoi divertimenti si confondono con queste onde e formano delle creste che si riformano continuamente. Sia a Vaikuntha, a Goloka, sia sulla Terra, a Vrindavana, tali divertimenti sono sempre trascendentali. Quindi il nome, la forma, le qualità e i divertimenti del Signore partecipano della stessa sostanza spirituale.”

“La jiva condizionata in contatto con la natura materiale illusoria sperimenta una stato di coscienza diametralmente opposto alla coscienza di Krsna. Poiché si identifica con il suo corpo materiale, il nome, la forma, le qualità e attività della jiva sono tutte separate e distinte dal suo vero sé spirituale. Quando si è purificata dalle sue contaminazioni mate­riali, questi quattro aspetti assumono la sua stessa natura spirituale o non saranno diversi dalla jiva. Ma finché non si è purificata e liberata grazie alla misericordia di Sri Krsna, la jiva deve soffrire i dolori della falsa identificazione. Ciò, tuttavia, non si applica nel caso di Sri Krsna, che è assoluto e supremo. Egli non sperimenta mai tale sofferenza.”

II santo nome è la fonte originale

“Dei quattro aspetti caratteristici (nome, forma, qualità e attività) il santo nome del Signore è l’originale, poiché dà la conoscenza degli altri tre. Dunque, cantare il santo nome è l’attività religiosa primaria di un Vaisnava. Dal santo nome gradualmente sbocciano la forma, le qualità e i divertimenti del Signore. L’intera visione dei divertimenti di Sri Krsna è presente nel santo nome. Tu hai dichiarato personalmente che il Tuo nome è la Verità Assoluta più elevata.”

Due oggetti spirituali in questo mondo

“Questa, natura materiale non ha niente di più grande da offrire che il santo nome. II santo nome è il tesoro più preziosa nella miniera del Signore. La jiva e il santo nome sono gli unici due oggetti che trascendono la materia in questo universo materiale. Tutto il resto è materia inerte. Qui la jiva vive in uno stato condizionato di coscienza a seguito della volontà del Signore. In tale dimensione, la jiva inizialmente era l’unica presenza spirituale. Noi siamo stati enumerati tra le jive, o frammenti infinitesimali separati del Signore.”

I santi nomi principali e secondari

“II santo nome può essere suddiviso in due tipi: principale e seconda­rio. Prendendo rifugio nei nomi principali del Signore la jiva ottiene l’essenza della vita spirituale. I nomi principali di Krsna descrivono i Suoi divertimenti trascendentali e racchiudono tutte le perfezioni spirituali del Signore. Essi sono, per esempio: Govinda, Gopala, Rama, Sri Nanda­nandana, Radhanatha, Hari, Yasomati-Pranadhana, Madana-Mohana, Syamasundara, Madhava, Gopinatha, Brajagopala, Ra Khala, Yadava, ecc. Chiunque canti questi nomi del Signore che descrivono i Suoi divertimenti può raggiungere la dimora suprema del Signore.”

Nomi secondari e loro sintomi

“I Veda si rivolgono al Signore don nomi che caratterizzano il Suo legame con la natura materiale, ed essi rappresentano i Suoi nomi secondari: Creatore, Anima Suprema, Brahman, Colui che mantiene e annienta il mondo, Yajnesvara, Hara, ecc. Tali nomi del Signore sono invocati da coloro che ricercano le attività interessate e la conoscenza empirica. In accordo alle istruzioni Vediche, il canto di tali nomi avrà effetto nel dare la religiosità e la liberazione. Tuttavia, il risultato più importante del canto dei nomi del Signore – l’amore per Dio – è ottenuto solo dalle anime sante che invocano i nomi principali di Krsna.”

II puro nome e namabhasa

“Se il santo nome viene cantato anche una sola volta impuramente, o se viene semplicemente ascoltato, il suono penetra internamente e l’entità vivente è immediatamente liberata, indipendentemente dalla sua alta o bassa casta. Questo fatto è dimostrato nelle scritture. Inoltre, quando il santo nome è cantato nello stadio di purificazione (namabhasa, lo stadio nel quale le impurità sono spazzate via dal cuore di colui che canta), dopo qualche tempo verrà raggiunto il traguardo più elevato. Tutti gli altri risultati pii e di buon auspicio, inclusa la liberazione, possono essere facilmente raggiunti, ma il raggiungimento dell’amore per Dio viene momentaneamente sospeso. Nello stadio di purificazione del canto la jiva è assolta da tutti i peccati, e seguendo questa via raggiunge gradualmente il più alto stadio del canto: suddhanama, o il nome puro. Si ottiene l’amore per Krsna solo dopo aver raggiunto questo stadio del canto puro. Quando il namabhasa è completato, tutti i peccati e gli anartha (i desideri non voluti nel cuore) vengono dissipati e il devoto canterà puramente, Solo allora il suddhanama offrirà al devoto il più grande successo spirituale: l’amore per Krsna.”

Vyavadhana, o la scissione, provoca offese

“Il canto dovrebbe essere libero da qualsiasi forma di scissione, poiché questo risulterà in un’offesa contro il santo nome, che imporrà un ostacolo insormontabile nel cammino verso il successo. Yyavadhana, o scissione, è di due tipi: il primo tipo è conosciuto come varna-vyavadhana o scissione delle sillabe. Per esempio nella parola bengali hathikari, la prima sillaba ha- e l’ultima sillaba -ri possono essere messe insieme per formare Hari, un nome di Krsna. Ma poiché le sillabe thi, ka sono inserite nel mezzo, ripetere hathikari non darà il vero beneficio che si ottiene dal canto del santo nome, cioè krsna prema. Ciononostante la parola islamica haram non è contagiata da tale scissione di sillabe, o varna-vyavadhana. Nella parola haram, le sillabe che comprendono il santo nome Ram sono ininterrotte, quindi pronunciare “haram” dà la liberazione perché ciò si situa nello stadio di namabhasa.”

“Il secondo tipo di vyavadhana si chiama tattva-vyavadhana o scis­sione nella filosofia o nelle conclusioni. Questa è un’offesa molto pericolosa. II nome di Krsna e Krsna stesso non sono differenti. Ma colui che è contaminato dalla filosofia mayavadi li immagina come due entità dissimili. Tali conclusioni offensive distruggeranno totalmente la sua vita spirituale e sono inoltre chiaramente contrari agli insegnamenti Vedici. E’ impossibile raggiungere krsna prema da un simile canto. Il devoto che canta il nome di Krsna puramente, libero da entrambe le offese vyavadhana, dev’essere considerato un Vaisnava elevato, e dev’essere adorato con grande cura e affetto.”

Quando gli anartha sono distrutti appare il nome puro

“Chiunque desideri ottenere il più elevato successo spirituale, che consiste nel cantare puramente, deve avvicinare un maestro spirituale autentico e seguirlo con grande cura e sincerità. Gradualmente, quando tutti gli anartha o desideri non voluti nel cuore vengono distrutti, il nome trascendentale di Krsna appare e danza sulla lingua del devoto. Il devoto deve gustare ad ogni istante il santo nome, il cui gusto a quel punto è diventato nettareo. Così, spiritualmente inebriato, il devoto vorrebbe danzare. Man mano che il santo nome danza, il devoto danza corrispon­dentemente e in quel momento anche l’estasi dell’amore per Dio entra danzando nel cuore del devoto. Il mondo intero cade ai suoi piedi e maya fugge via.”

II santo nome è onnipotente

“Il Signore Supremo ha investito tutte le Sue potenze nel Suo nome trascendentale e Lo ha offerto alle entità viventi. Colui che ha sufficiente fede nel santo nome è degno di cantarlo. Colui che canta il nome di Krsna sta eseguendo appropriatamente i suoi doveri prescritti. Il santo nome è così potente che il canto non è dipendente da condizioni di tempo, luogo, regole, pulizia, ecc. Le attività pie, come offrire in carità, eseguire sacrifici e abluzioni e il canto di mantra Vedici, sono tutte regolate da codici fissi, ma l’unico prerequisito per cantare il santo nome è la fede. Colui che prende rifugio nel santo nome con ferma fede otterrà ogni perfezione: Nel Kali-yuga la jiva deve liberarsi dalla falsità ed entrare a far parte della famiglia dei devoti di Krsna, e cantare costantemente il santo nome.”

Accettare ciò che è favorevole al canto

“Si deve accettare tutto ciò che è favorevole all’esecuzione del servizio devozionale e, allo stesso tempo, rigettare tutto ciò che è sfavorevole. Si deve cercare l’associazione dei devoti e impiegare la propria vita nel canto e nel ricordo costante dei santo nome del Signore. Si devono lasciare tutte le altre pratiche religiose e le attività pie, non si deve adorare mai nessun’altra persona e non si dovrebbe mai pensare che gli altri siano indipendenti dal Signore Supremo. Colui che canta sempre il santo nome e serve i devoti, otterrà sicuramente l’amore per Sri Krsna.”

Srila Haridasa Thakura posò di nuovo la sua testa ai piedi di loto del Signore. Singhiozzando pregò il Signore affinché egli potesse sviluppare attaccamento per il santo nome. Colui che è benedetto dall’amore e dalla devozione e trova piacere nel servire i piedi di loto di Srila Haridasa Thakura troverà questo libro, Harinama Cintamani, prezioso come la vita stessa.

  • Capitolo Tre –

Namabhasa

Tutte le glorie a Sri Gadadhara Pandit e al Signore Gauranga; tutte le glorie al Signore Nityananda, la vita di Srimati Jahnavadevi; tutte le glorie a Sri Advaita Acarya e Madre Sita; tutte le glorie a Srila Srivas Pandit, e a tutti i devoti del Signore Caitanya.

La nuvola dell’anartha; la nebbia dell’ignoranza

IL MISERICORDIOSO SIGNORE Caitanya alillungò le Sue mani di loto e sollevò Srila Haridasa. Il Signore disse: “O Haridasa, per favore trattieniti. SpiegaMi chiaramente il namabhasa. Quando una persona comprende il namabhasa, si sforzerà di cantare il puro nome. Il santo nome è così potente e così dotato di qualità trascendentali che chiunque può facilmente ottenere la liberazione semplicemente cantandolo.”

“Sri Krsna è l’onnipotente sole spirituale ed Egli e il Suo nome sono identici. Così il santo nome è come il sole onnipotente e radioso che dissipa l’oscurità di maya, o l’ignoranza. Per inondare di misericordia le anime condizionate, il sole del santo nome è sorto sull’orizzonte di questo mondo materiale.”

“Ma a volte le nuvole e la foschia l’oscurano e non permettono di vederlo. La jiva è coperta dalla nuvola: degli anartha e dalla nebbia dell’ignoranza. La nuvola e la nebbia stendono una coltre sulla visione della jiva, così da renderla incapace di vedere il sole del santo nome. Il sole è troppo grande per essere coperto da qualsiasi nuvola o nebbia, ma se la visione della jiva è offuscata, allora il sole le rimarrà nascosto:”

La nebbia dell’ignoranza crea confusione

“La mancanza di conoscenza della natura e dell’identità trascendentale del santo nome crea una nebbia d’ignoranza che immerge la jiva nel­l’oscurità. Colui che è ignorante riguardo alla supremazia di Sri Krsna su tutto ciò che esiste, diventa confuso e comincia ad adorare gli esseri celesti. In tal modo rimane invischiato nel ciclo dell’azione interessata del karma. Colui che non ha compreso la natura trascendentale della jiva è situato in una coscienza materiale, è illuso ed è sempre in ignoranza.”

Srila Haridasa Thakura, esilarante, esclamò: “Oh, sono così fortuna­to, oggi! II Signore Caitanya vuole ascoltare da me ciò che riguarda il santo nome! Colui che è nell’ignoranza non comprende né la natura spirituale del santo nome, né la supremazia di Sri Krsna sopra ogni cosa. In realtà gli esseri celesti sono servitori di Krsna, la natura della jiva è trascendentale e maya (illusione) è la caratteristica della materia. Colui che comprende queste verità è libero dall’oscurità dell’ignoranza e ottiene l’illuminazione.”

Anatomia della nuvola degli anartha

“Il desiderio per le cose temporanee e irreali, la debolezza dei cuore e della mente e le offese producono una nuvola di anartha che tiene le jive in una costante sofferenza. Asat trsna (essere assetati d’illusioni) indica il desiderio per gli oggetti che non sono collegati a Sri Krsna, o in altro parole, il desiderio per i cosiddetti guadagni materiali. Hridaya­daurbalyam si riferisce alle tendenze che emergono dal cuore e; dalla mente a causa di una condizione di debolezza spirituale; e aparadha significa offesa. Questi tre anartha devono essere evitati poiché formano una nuvola che nasconde il sole del santo nome. II santo nome è sempre perfetto in sé stesso, ma il namabhasa offusca la visione della jiva.”

L’ampiezza del namabhasa

“Fintantoché la jiva non è fermamente stabilita nella conoscenza del sambandha-tattva, cioè della corretta comprensione della relazione con Dio, delle Sue energie e della jiva, essa continuerà a cantare nello stadio namabhasa. Quando la jiva prende pieno rifugio in un maestro spirituale autentico, diventa esperta nell’eseguire il servizio devozionale sotto la guida del suo guru; allora, gradualmente, le nuvole e la nebbia si dissipe­ranno.”

Sambandha, abhidheya e prayojana

“Quando la nuvola e la nebbia vengono dissipate, il sole del santo nome splende sempre più radiosamente ed illumina il devoto con l’amore per Dio.”

“Il maestro spirituale autentico istruisce il discepolo nel sambandha­jnana. Il canto del santo nome è l’indicazione (abhidheya) della sua eterna relazione (sambandha). Il guru incoraggia il discepolo ad accettare il canto, o abhidheya. Il sole del santo nome ora splende più forte e fa evaporare la nebbia degli anartha. Il canto a questo stadio diventa una necessità (prayojana). Prayojana conduce il devoto all’amore per Dio. A quel punto la jiva proverà l’estasi ad ogni momento del canto.”

“Il guru istruisce dapprima il suo discepolo nel sambandha jnana. Ciò dev’essere spiegato accuratamente, e il discepolo deve accettarlo con la fede appropriata. La quintessenza di questa conoscenza è che Sri Krsna è eternamente Dio, la Persona Suprema, la jiva è il Suo eterno servitore, e similmente la relazione d’amore della jiva con Krsna è ugualmente eterna, ed è una caratteristica inerente alla sua natura. A contatto con la natura materiale la jiva dimentica la sua eterna relazione con il Signore e perde il suo tempo ricercando la felicità in questo mondo d’illusione. Il mondo materiale è in realtà una prigione dove la jiva viene punita per aver voltato le spalle a Krsna. Esso è formato da quattordici sistemi planetari che nel loro insieme sono conosciuti come devi-dhama; questi sistemi planetari sono le celle della prigione nella quale sono confinate le jive recalcitranti. Devi-dhama non è un luogo dove si può sperimentare la felicità e la gioia. I cosiddetti piaceri materiali offerti alle jive sono solamente temporanei e perciò sono causa di ulteriore sofferenza. Tutta­via, poiché le punizioni rappresentano anche il rimedio, le jive vengono corrette attraverso queste misure punitive.”

“Grazie alla misericordia di un Vaisnava, devoto del Signore, se la jiva prigioniera è nuovamente istruita nel santo nome e nel sambandha­jnana, verrà gradualmente illuminata con l’essenza di tutte le pratiche religiose, cioè il puro amore per Dio. Per quest’anima fortunata la sayujya-mukti, o la liberazione impersonale, è riprovevole. Finchè non si sarà stabilita fermamente nel sambandha -jnana il suo canto sarà contaminato dagli anartha. Questo, allora, è il namabhasa: lo stadio in cui la jiva non può cantare il puro nome di Krsna.”

II risultato del namabhasa

“Lo stadio del namabhasa non deve essere sottovalutato, poiché procura molti benefici positivi alla jiva e aumenta la sua religiosità. Certamente il namabhasa è una delle più grandi virtù della jiva. Se consideriamo i benefici offerti dalla religiosità, dai voti, dallo yoga, dai sacrifici e così via, il namabhasa è in grado di offrire alla jiva una buona fortuna superiore a tutti questi benefici messi insieme. Attraverso il canto i suoi peccati vengono rimessi e viene così liberata dagli effetti del Kali­yuga. A quel punto, Kali diventerà un benefico servitore della jiva provvedendole sicurezza ed equanimità. Le sofferenze inflitte da demoni, fantasmi, spiriti burloni, spiriti maligni e influenze planetarie malefiche, verranno facilmente allontanate. Persino una jiva destinata ai pianeti infernali atterrà la liberazione; tutte le sue prarabdha-karma (reazioni peccaminose dalle attività delle vite precedenti che stanno avendo effetto) verranno annullate. Namabhasa è superiore al risultato dello studio di tutti i Veda, della visita di ogni luogo di pellegrinaggio, o del compimento di ogni possibile attività pia o altruistica.”

“I quattro obiettivi proposti dai Veda – religiosità, sviluppo economi­co, gratificazione dei sensi e liberazione – sono tutti raggiungibili grazie al canto nello stadio namabhasa. Esso è dotato di un potere inimmaginabile in grado di redimere ogni entità vivente, di elargire gioia e di portare anche i derelitti ad uno stadio molto elevato di realizzazione. Il nama­abhasa offre la residenza eterna nella dimora spirituale di Vaikuntha, specialmente in Kali-yuga; ciò è affermato nelle Scritture.”

Le quattro attitudini del namabhasa

“Le quattro attitudini del canto nello stadio namabhasa sono: sanketa (non intenzionale), parihasa (in modo ridicolo o per burla), stobha (con derisione) e hela (con negligenza e noncuranza). Sanketa è di due tipi: 1) quando qualcuno, udendo il canto del nome di Sri Visnu, ne ha una concezione materiale; 2) quando qualcuno ha nella sua mente qualcosa di completamente differente dal Signore o dal Suo nome, ma canta ugualmente il santo nome poiché in un modo o nell’altro si rammenta di questo suono trascendentale. Gli yavana mangiano le mucche, cio­nonostante essi possono ottenere la liberazione esclamando haram, una parola comune nel loro linguaggio (Urdu) nella quale il nome di Sri Krsna è automaticamente cantato. La potenza del santo nome non è mai diminuita perfino se esso viene cantato nello stadio sanketa-namabhasa. Cantare per scherzo (parihasa) così come fece Jarasandha, rende liberati, così come il canto derisorio (stobha) di Sisupala. Perfino il canto disattento e negligente culmina nella liberazione dalle miserie del­l’esistenza materiale. Il canto in namabhasa può purificare chiunque. Le persone di bassa nascita come i mleccha, i materialisti grossolani e le persone indolenti possono tutte trarre beneficio da questa opportunità per ottenere la liberazione.”

Sraddha-namabhasa e hela-namabhasa

“Come Tu stesso hai spiegato, mio Signore; il canto in piena fede disturbato dagli anartha è conosciuto come sraddha-nama. L’elemento di vera fede (sraddha) è assente nelle quattro attitudini del canto in namabhasa, e il canto in sanketa è tinto di negligenza. Ciononostante hela-namabhasa (canto con negligenza) dà la liberazione, che dire del canto in piena fede. Cantando con fede ci si stabilisce al livello di sambandha jnana, che culmina nel rati, o attrazione per il santo nome. Sraddha-nama pulisce molto facilmente e velocemente dagli anartha.”

Il namabhasa libero dagli anartha diventa nama

“Ad eccezione di krsna prema; ogni altro successo è disponibile nel namabhasa. Quando gli anartha vengono eliminati, il namabhasa si tramuta in nama o suddha-nama, il puro nome. Dal canto puro, seguendo le regole del sadhana come indicato da guru, sadhu e sastra, si acquisisce gradualmente ma sicuramente krsna prema, amore per Dio. Ma il canto in namabhasa non può mai dare krsna-prema. “

“Mi inchino davanti all’anima fortunata che si è liberata dalla ten­denza a commettere namaparadha, le offese verso il santo nome, nello stadio namabhasa. Questo stadio di namabhasa è situato molto al di là della conoscenza e dell’attività interessata. E se la propria fede si stabi­lizza ulteriormente in rati, o attrazione, ed è inoltre senza offese, gradual­mente condurrà al puro nome.”

Due tipi di namabhasa: chaya e pratibimba

“Le Scritture sono ricche di parole come namabhasa, vaisnava­abhasa, sraddha-abhasa, rati-abhasa, prema-abhasa, mukti-abhasa. II suffisso abhasa ha uno speciale significato ed è di versatile applicazione.

Ne discuteremo ora. In effetti, abhasa (presenza vaga o indistinta) è di due tipi: svarupa-abhasa e pratibimba-abhasa. Svarupa-abhasa è il parziale filtrare del pieno splendore; ad esempio, in un giorno nuvoloso la luce del sole è presente, ma la piena radiosità del sole è coperta dalle nuvole. Ora, nel suo primo stadio di apparizione, namabhasa è coperto; ciononostante è di immenso beneficio per l’umanità. E’ conosciuto come chaya-namabhasa, o la debole ombra del nome. La via che conduce al nome coperto è aperta dal chaya-sraddhabhasa o la debole ombra di sraddha (fede).”

“D’altra parte, pratibimba-abhasa riflette un’immagine distorta dell’oggetto reale, così come la luce del sole è distorta quando si riflette sulla superfice dell’acqua. Questo riflesso distorto permette solo una percezione imprecisa della sorgente di luce originale. Pratibimba­namabhasa appare quando i raggi del santo nome si riflettono sul lago del pensiero mayavadi accordando la sayujya-mukti ai mayavadi che lo cantano. Ciò comunque impedirà di generare la quintessenza del canto: krsna prema. In verità questo namabhasa è una forma maggiore di namaparadha, perciò non può essere considerato in alcun modo nama­abhasa. Chaya-namabhasa o svarupa-namabhasa è il reale namabhasa ed è suddiviso in quattro categorie, come sopra descritto. Le Scritture, mentre da una parte glorificano il namabhasa, dall’altra condannano profusamente pratibimba-namabhasa. Chaya-namabhasa è dato come il risultato di cantare il santo nome con gli anartha nati dall’ignoranza. Tuttavia, cantare il santo nome con gli anartha alimentati da una conoscenza perversa e viziosa produce pratibimba-namabhasa. Ciò è considerato un terribile ostacolo al servizio devozionale e un’offesa oltraggiosa.”

“Un vaisnava-abhasa che canta il santo nome non può essere riconosciuto come un puro Vaisnava, ma deve essere rispettato come un devoto neofita fintantochè non è più contaminato dalla filosofia mayavadi. Egli si può facilmente elevare a contatto con le persone sante. Il Vaisnava elevato considera innocenti tali neofiti e perciò li inonda di misericordia. Essi non devono essere ignorati ed evitati come gli agnostici mayavadi. I puri devoti sapranno risvegliare in loro la minuscola scintilla della devozione, ridaranno vita alla loro tendenza ad adorare le Divinità, e gradualmente daranno loro sambandha jnana affinché si stabiliscano nel servizio di devozione al Signore Supremo e ai Suoi devoti. Ma se mostra­no una spiccata inclinazione per l’incorreggibile punto di vista mayavadi, dovranno essere evitati.”

Pratibimba-namabhasa

“Quando una persona vede una pura e ferma fede negli altri ne è impressionata; in tal modo sraddha-abhasa, o l’inizio di fede, sarà evocato in lui. Egli desidera l’elevazione e così canta costantemente, nonostante mantenga forti attaccamenti al piacere dei sensi e al desiderio per la liberazione. II suo sraddha non è reale, ma ha i sintorni di sraddha. Nelle Scritture ciò è definito come pratibimba-sraddha-abhasa. Perciò cantando allo stadio pratibimba-sraddha-abhasa si giunge a pratibimba-namabhasa. Ma se, a causa di varie circostanze, questa forma di nama­abhasa viene sviata dalla filosofia mayavadi, colui che canta inizierà a pensare che il santo nome del Signore, perfetto e trascendentale, sia mondano e imperfetto, poiché esso necessita, per diventare perfetto, di essere cantato con conoscenza. Tale offesa oblitera la piccola porzione di sraddha genuina che la jiva ha sviluppato.”

Chaya- e pratibimba-namabhasa

“Chaya-namabhasa deriva semplicemente dall’ignoranza e trova le sue radici in hrdaya-daurbalyam, o debolezza del cuore, ed è un tipo di anartha. Ma tutti questi difetti sono rettificabili tramite il canto del santo nome. Tuttavia, cantando in pratibimba-namabhasa si alimentano le proprie offese. In accordo ai mayavadi il nome di Sri Krsna, la Sua forma, le Sue qualità e i Suoi divertimenti sono tutti illusori, falsi, temporanei e contaminati. Analogamente essi considerano prema, o l’amore spirituale, come qualcosa di evanescente. La caratteristica della filosofia mayavadi è di contraddire ad ogni passo il sentiero devozionale della bhakti e conseguentemente i mayavadi sono i più grandi offensori. Il canto dei mayavadi non è vero canto; il suono del nome del Signore può anche emanare dalla loro bocca, ma è privo della potenza del Signore. Il loro canto è pieno di desideri per il piacere dei sensi e la liberazione, e pensano sempre che il nome del Signore sia materiale. Poiché essi cercano d’ingannare, il loro canto si conclude in un’inesorabile sofferenza.”

Come può redimersi il mayavadi

“Se per qualche buona fortuna il mayavadi abbandona il desiderio per la gratificazione dei sensi e per la liberazione, e inizia a cantare conside­rando sé stesso come un servitore di Krsna, viene esonerato dalle sue offese e dalle sue deviazioni spirituali. Egli prende rifugio nel santo nome e si pente. In tal modo si apre la via per ascoltare i puri devoti ed associarsi con loro e il suo canto lo porterà a comprendere sambandha­jnana. Egli dovrà cantare versando continuamente lacrime di contrizione, solo allora potrà invocare la misericordia del santo nome.”

I mayavadi considerano la bhakti come materiale

“Secondo i mayavadi, la forma trascendentale di Krsna e la posizione costituzionale inerente alla jiva, come eterna servitrice del Signore, sono entrambe immaginarie e temporanee. Questa filosofia mayavadi è una grave forma di nama-aparadha. Namabhasa è veramente un albero dei desideri, poiché offre ai mayavadi la liberazione sayujya, da loro così tanto desiderata. Poiché il nome è onnipotente, lo stadio di pratibimba­-namabhasa è in grado di offrire la mukti-abhasa, o una parvenza di liberazione. Tra i cinque tipi di liberazione, sayujya (diventare uno con Dio) è considerato abhasa, un semplice accenno della liberazione: la sofferenza materiale certamente non esiste nella liberazione sayujya, ma sicuramente ne seguirà una condanna spirituale.”

“I mayavadi catturati da maya trovano piacevole la liberazione sayujya, ma si tratta solo di un fantasma della vera felicità. Essi perdono per sempre l’esistenza trascendentale, la conoscenza, la felicità e il servizio devozionale perchè la sayujya-mukti offusca il loro ricordo di Krsna. Come è possibile parlare di beatitudine eterna quando l’aspetto eterno di bhakti e prema viene messo in discussione?”

Chaya-namabhasa può condurre a suddhanama

“Se colui che canta nello stadio chaya-namabhasa non è contaminato da concezioni atee ha una buona fortuna. La sua posizione è quella d’ignorare la potenza del santo nome, ma è nella natura propria del santo nome impregnare di tale conoscenza il cuore di colui che canta. Per esempio il sole non può essere visibile quando il cielo è coperto, ma non appena le nuvole sono dissipate il sole brilla nella sua piena radiosità. Prendendo rifugio in un maestro spirituale autentico, colui che canta ottiene un grande beneficio e in breve tempo sarà in grado di ottenere il puro nome e krsna-prema. “

I devoti non devono associarsi con i mayavadi

“Evitate accuratamente l’associazione con i mayavadi. Per favore servite coloro che sono attaccati a cantare puramente! O Signore Caitanya, questa è la Tua istruzione e chiunque la segue è molto fortunato. Coloro che trascurano e disobbediscono a questa istruzione sono degli sciagurati che soffriranno eternamente. O mio Signore! Per favore benedicimi affinché io possa rigettare la cattiva associazione e prendere rifugio ai Tuoi piedi di loto! Non c’è altro modo.”

Colui che è benedetto dall’amore e dalla devozione e prova piacere nel servire i piedi di loto di Srila Haridasa Thakura troverà questo libro, l’Harinama Cintamani, prezioso come la. vita stessa.

  • Capitolo Quattro –

Criticare le persone sante

Tutte le glorie al Signore Gauranga, la vita di Sri Gadadhara Pandit; tutte le glorie al Signore Nityananda, il cuore di Srimati Jahnavadevi; tutte le glorie a Sri Advaita Acarya, il Signore di Madre Sita; tutte le glorie a tutti i devoti del Signore Caitanya.

Le dieci offese al canto del santo nome

IL SIGNORE CAITANYA disse: “Haridasa, ora descrivi nei parti­colari le offese al santo nome”. Srila Haridasa rispose: “O Signore, qualsiasi cosa io dica è solo un Tuo suggerimento, io sono solo un burattino.”

“Le Scritture enumerano dieci offese contro il santo nome e io sono impaurito da queste offese. Le elencherò una per una; per favore dammi la forza di evitare queste offese, mio Signore”.

“1) Criticare le persone sante.”

“2) Considerare gli esseri celesti indipendenti dal Signore Supremo o pensare che il nome del Signore Sri Krsna, la Sua forma, le Sue qualità e i Suoi divertimenti siano separati da Lui.”

“3) Disobbedire al maestro spirituale che rivela la verità riguardante il santo nome.”

“4) Criticare le Scritture che descrivono le glorie del santo nome.”

“5) Considerare immaginarie le perfezioni e le qualità divine del santo nome, così come vengono descritte nelle Scritture.”

“6) Compiere attività peccaminose contando sulla forza del santo nome.”

“7) Istruire gli infedeli sulle glorie del santo nome.”

“8) Equiparare il canto del santo nome alle attività materiali di buon auspicio raccomandate nella sezione karma-kanda dei Veda.”

“9) Essere disattenti durante il canto del santo nome.”

“10) Non sviluppare amore per il santo nome dopo aver conosciuto le Sue glorie a causa dell’attaccamento al corpo e agli oggetti legati al corpo.”

Criticare una persona santa é offensivo

“Criticare una persona santa è la prima offesa contro il santo nome. Questa offesa distrugge la vita spirituale. Tu hai personalmente descritto le qualità di un sadhu nella Tua incarnazione di Sri Krsna quando parlasti a Uddhava, come è descritto nell’Undicesimo Canto dello Srimad­ Bhagavatam.”

“Le qualità di un sadhu sono le seguenti: egli è misericordioso, tollerante, equanime con tutti, esegue le penitenze senza infliggersi ec­cessive austerità, puro di cuore; compassionevole, libero dalla lussuria, maestro dei sensi, accetta volontariamente la povertà materiale, gentile, pulito, regolato nel mangiare, pacifico, indifferente al materialismo, paziente, fisso, accetta Sri Krsna come suo unico rifugio, libero dall’illusione; grave, sa dominare la fame, la sete, il lamento, l’invidia e la vecchiaia, non si aspetta onori dagli altri, offre rispetti agli altri, esperto, non è un simulatore ed ha conoscenza.”

Le qualità sono di due tipi: svarupa e tathasta

“Queste qualità possono essere divise in due categorie: svarupa, o le qualità dirette e innate in ogni sostanza, e tathasta, qualità che sono di ornamento e sono visibili quando la sostanza viene in contatto con qualcos’altro. Quando il sadhu accetta Krsna come suo unico rifugio ciò è definito svarupa-laksana, e tutte le altre qualità sono tathasta. Se per sua buona fortuna una persona si associa con un Vaisnava, sviluppa un gusto per il santo nome e prende completo rifugio ai piedi di loto di Krsna. In questo modo sviluppa svarupa-laksana e, attraverso il canto costante, sviluppa gradualmente tutte le altre laksana, o sintomi. Queste altre laksana sono tathasta, ma sono essenzialmente presenti in un Vaisnava,”

La santità dipende dalla svarupa-laksana

“Le designazioni esterne (come i quattro ordini sociali di brahmana, ksatriya, vaisya, sudra e brahmacari, grhastha, vanaprastha e sannyasi) non sono i sintomi di un sadhu. Le Scritture spiegano che la qualità di completo abbandono a Sri Krsna è la caratteristica di un sadhu e soltanto lui può cantare il nome di Krsna puramente.”

“O Signore Caitanya, attraverso l’esempio di Raghunatha dasa Gosvami Tu hai insegnato a tutti come diventare un serio grhastha Vaisnava. Srila Raghunatha dasa Gosvami non apparve nella casta dei brahmana, ma nella casta inferiore dei kayastha, in un villaggio chiamato Saptagram. La Tua istruzione per lui fu che egli non avrebbe dovuto essere impaziente e agire scioccamente, lasciando capricciosamente la casa, ma di ritornare alla sua vita di famiglia e rimanervi. La liberazione viene gradualmente ottenuta seguendo un processo metodico. Non c’è bisogno di pretendere prematuramente di essere distaccati e rinunciati al solo fine di impressionare la gente. La rinuncia deve aver luogo all’interno del cuore. Portare l’abito del rinunciato mentre i sensi sono ancora in­controllati viene detta rinuncia della scimmia, o markata-vairagya. II ca­pofamiglia dovrebbe compiere i suoi doveri in modo regolato e praticare il distacco coltivando una ferma fede e un profondo attaccamento interiore per Krsna mentre esteriormente è impegnata nelle attività sociali con la gente in generale. Molto presto Sri Krsna lo libererà personalmente.”

Sintomi di un sadhu rinunciato

“Quando Tu vedesti che Srila Raghunatha dasa Gosvami lasciò infine la casa e abbracciò la vita di rinuncia, le Tue istruzioni per lui riguardanti il giusto sentiero della rinuncia furono meravigliose. Tu hai insegnato che non ci si dovrebbe occupare o dare spazio a frivole conversazioni materiali, e le opportunità d’indossare bei vestiti e di gustare cibi squisiti dovrebbero essere rifiutate: bisogna essere pronti a offrire rispetti agli altri, senza cercare rispetto per sé stessi, e si dovrebbe rendere un servizio a Sri Sri Radha e Krsna nel sentimento degli abitanti di Vraja.”

Qualità basilari del capofamiglia e del rinunciato

“La svarupa-laksana, o sintomo principale (cioè l’abbandono a Sri Krsna) deve prevalere in un sadhu al di là del suo varna e asrama. Il tathasta-laksana, o sintomo marginale, varierà certamente in accordo al varna e asrama. L’abbandono incondizionato a Sri Krsna è la svarupa-­laksana del servizio di devozione.

“Chiunque possieda questa qualità troverà ben presto che gli altri sintomi marginali potranno indubbiamente essere acquisiti facilmente. Tuttavia, se i sintomi marginali non hanno raggiunto piena maturità in un sadhu arreso e sono invece visibili in lui serie discrepanze nel suo carattere, ciononostante egli deve essere ancora rispettato come sadhu, o anima santa. Questo è il verdetto delle Scritture, così come fu espresso dalle parole di Sri Krsna nella Bhagavad-gita. Una profonda verità filo­sofica viene rivelata in questo verso, e noi ne siamo consapevoli solo grazie alla Tua misericordia.”

E’ offensivo criticare un sadhu per i peccati passati

“Quando si è sviluppato un vero gusto per il canto pronunciare an­che una sola volta il santo nome può sradicare tutti i peccati precedenti. Alcune tracce di reazioni peccaminose possono ancora rimanere in un particolare individuo, ma anche queste vengono gradualmente rimosse dal processo del canto. Quando queste ultime tracce di peccato scompaiono ne emergerà un puro devoto. Naturalmente le tracce velate del peccato sono considerate dall’uomo comune come peccati, ma se una persona santa viene criticata a causa della presenza nel suo carattere di tracce di peccati, quasi estirpati, si tratta di una terribile offesa. Se viene mossa una critica contro un sadhu per i peccati commessi prima del suo abbandono a Krsna, questa è un’altra grave offesa. Tale persona propensa alla critica attirerà sicuramente su di sé la collera di Krsna.”

Sintomi di un sadhu in poche parole

“Colui che si è pienamente arreso a Sri Krsna canterà naturalmente solo il nome di Sri Krsna; per la grazia del Signore, a tale persona verrà conferito il diritto di essere chiamata sadhu. Solo un devoto di Sri Krsna è degno di essere rispettato come un sadhu, e nessun’altro. Se qualcun’altro si proclama un sadhu, non è nient’altro che un ciarlatano e un presun­tuoso. Colui che dice umilmente di essere una povera anima arresa a Sri Krsna e canta costantemente il nome di Krsna, egli è un vero sadhu. Considerandosi più basso di un filo d’erba e più tollerante di un albero, egli offre tutti i rispetti agli altri senza aspettarsi di riceverne per sé stesso. Il santo nome di Krsna garantisce a tale sadhu il divino amore per Dio.”

Un Vaisnava stabilito nel nome è il vero sadhu

“Quando sento un sadhu cantare il santo nome, gli offro i miei rispetti sapendolo un perfetto Vaisnava. Un Vaisnava è il maestro spirituale del mondo, il vero amico di ogni essere, ed è sempre un oceano di compassione. Chiunque critichi un Vaisnava va direttamente all’inferno e soffre pene indicibili, nascita dopo nascita. Le porte della bhakti sono chiuse per questo offensore, perché il servizio devozionale è il dono misericordioso di un Vaisnava alle entità viventi. Il Vaisnava è la dimora delle potenze spirituali di Sri Krsna. Gli altri ricevono la krsna-bhakti solo grazie alla sua associazione confidenziale.”

“La potenza o sakti della pura devozione è formata da hladini (la potenza di piacere di Krsna) e samvit (la potenza di conoscenza di Krsna). La potenza della pura bhakti viene infusa nell’aspirante devoto da un perfetto puro devoto, ed è attraverso questo processo ché la potenza della bhakti viene trasmessa. La potenza della bhakti dimora nel cuore di un trascendentalista ed essa lo usa come veicolo per un ulteriore movimento. Quando la jiva si libera dall’invidia ed è incline al servizio di devozione, la potenza della bhakti verrà trasferita dal cuore di un puro devoto al cuore di quella jiva. Si tratta di un grande mistero. I tre straordinari oggetti offerti dalla misericordia di un Vaisnava in relazione alla bhakti sono: i resti del cibo del Vaisnava, l’acqua che ha lavato i suoi piedi e la polvere dei suoi piedi di loto.”

Come un Vaisnava infonde la sua potenza agli altri

“Quando ci si siede in presenza di un Vaisnava per qualche tempo si sentirà la potenza di Krsna emanare dalla sua persona. Questa potenza entra nel cuore di una persona di fede e la impregna con la bhakti, e così egli sperimenterà immediatamente l’estasi. Soltanto grazie a un attimo di associazione con un Vaisnava, la bhakti viene evocata nel cuore di una persona pia. Immediatamente egli sarà ispirato a cantare il nome di Sri Krsna e gradualmente il santo nome gli offrirà tutte le qualità spirituali.”

Vaisnava-ninda o criticare un devoto

“Chi fa offese contro un sadhu é colui che critica un Vaisnava a causa della sua casta, per una caduta accidentale non premeditata, o per le ultime tracce dei suoi peccati precedenti al suo abbandono a Sri Krsna. Tale offensore non svilupperà mai il gusto per il canto del nome. Colui ché ha preso completo rifugio nel processo del puro servizio devozionale è considerato un puro Vaisnava. I quattro difetti sopra menzionati possono essere presenti in lui, ma egli è totalmente libero da tutte le altro mancanze. Perciò criticarlo diventa rovinoso per l’offensore. Le glorie del santo nome sono propagate dal Vaisnava; Sri Krsna non tollera alcuna critica contro di lui. Si può rinunciare a tutte le altre attività come la reli-giosità, lo yoga, i sacrifici, le azioni interessate, la conoscenza empirica e così via; tuttavia, il semplice fatto di cantare il santo nome rappresenta la quintessenza della cultura spirituale.”

Il sadhu prende completo rifugio nel santo nome

“II vero sadhu non critica mai gli esseri celesti e le altre Scritture, egli semplicemente canta il santo nome. Senza badare se tale sadhu è un capofamiglia o un sannyasi, una persona dovrebbe prendere la polvere dei suoi piedi di loto. La purezza di un Vaisnava è giudicata da quanta attrazione o rati egli ha per il santo nome. Non ha niente a che vedere con la sua posizione ufficiale di Vaisnava o la sua ricchezza, l’erudizione, la giovinezza, l’aspetto piacevole, la forza o i seguaci. Dunque colui che prende rifugio nel santo nome deve annullare la propensione a criticare i sadhu.”

“La pura devozione basata sul canto dipende dalla misericordia del puro devoto e dalla sua pura devozione. Senza queste due prerogative tutto diverrà perverso e alla fine si rovinerà. La bhakti recede alla prima indicazione di sadhu-ninda, che diventa poi nama-aparadha. Facciamo in modo che l’aspirante devoto disapprovi il sadhu-ninda e serva e si associ con i sadhu.”

Due tipi di cattiva associazione

“L’appropriato comportamento Vaisnava è di evitare asat-sanga, o cattive compagnie che influenzano una persona a mancare di rispetto ad un sadhu. La cattiva associazione è di due tipi. La prima è l’associazione con le donne: ciò significa sia avere una relazione illecita con una donna che non sia la propria moglie, sia essere eccessivamente affezionato alla propria moglie. Le Scritture approvano solo una relazione corretta e regolata con la propria moglie. Mantenere la compagnia di un uomo licenzioso o controllato dalla moglie rientra ugualmente nella prima categoria di asat-sanga, o cattiva associazione.”

I non-devoti sono di tre tipi

“Il secondo tipo di cattiva associazione è familiarizzare con i non­devoti. Ci sono tre tipi di non devoti: i mayavadi, i dharmadhvaji (simulatori) ed i nirisvara (atei). I mayavadi non accettano che la forma del Signore Supremo sia eterna. Essi sostengono che la forma delle Divinità del Signore è illusoria o maya, e che anche la jiva è un prodotto di maya. Un dharmadhvaji è una persona che non ha né devozione, né attaccamento nel cuore, ma ne fa mostra esternamente. Egli porta gli abiti del devoto allo scopo di soddisfare fini materiali. Un nirisvara è un non credente, un ateo. Un serio aspirante o sadhaka deve stare in guardia da una tale associazione. Se qualcuno è dell’opinione che criticare tali non­devoti non rientra nell’ambito del sadhu-ninda, anche la sua compagnia deve essere meticolosamente evitata. Ci si deve tenere lontano dalla cattiva associazione e prendere completo rifugio nel santo nome. Solo allora l’amore per Dio è assicurato.”

II kanistha Vaisnava

“Il devoto neofita (Vaisnava kanistha-adhikari) manifesta una fede che è formale, persino mondana. Egli adora le Divinità, ma non ha sviluppato interesse nel servire un sadhu Vaisnava. Egli è quasi un Vaisnava, ma non è ancora un vero Vaisnava, perciò non è in grado di prendere pieno vantaggio spirituale dal sadhu-sanga. Un neofita dovrà ricevere le benedizioni di un puro Vaisnava per avanzare spiritualmente.”

Il madhyama Vaisnava

“Se un madhyama-Vaisnava (devoto intermedio) sviluppa un affetto amorevole per Sri Krsna, fa amicizia con i devoti di Krsna, ha com­passione per gli innocenti ed evita la compagnia degli atei diventerà rapidamente un puro devoto. Lui soltanto diventa qualificato per cantare il puro nome.”

L’uttama Vaisnava

“Un puro devoto del più alto livello vede Krsna manifestarSi in ogni luogo e sa che tutto riposa in Lui. In verità egli vede che Sri Krsna è tutto per lui. Non fa distinzione tra chi è Vaisnava e chi non lo è. Tutta la sua vita ruota attorno al santo nome. Per lui il santo nome è l’essenza di ogni cosa.”

Attività in accordo alla posizione del Vaisnava

“Un madhyama-Vaisnava è sempre impegnato nel servire i sadhu. Lo stadio del madhyama-Vaisnava segna l’inizio del puro Vaisnavismo. Egli deve distinguere i Vaisnava dai non-Vaisnava; servire i puri Vaisnava è la sua necessità. Se trascura di differenziare tra i vari livelli di Vaisnava, egli si troverà a commettere Vaisnava-aparadha. Egli deve continuamente apprezzare i Vaisnava e servire il puro Vaisnava. L’uttama-Vaisnava non vede nessuna distinzione tra un Vaisnava e un non-Vaisnava, o tra un nemico e un amico. Come servirà allora un Vaisnava? Come distinguerà un Vaisnava da colui che non è un Vaisnava?”

“Le Scritture dichiarano che un Vaisnava neofita (colui che è quasi Vaisnava) può cantare nello stadio di namabhasa, lo stadio di purifica­zione. Un madhyama-Vaisnava è degno di cantare il puro nome: dunque deve sempre evitare attentamente le offese, o nama-aparadha. L’uttama­Vaisnava non può mai commettere alcuna offesa perchè percepisce Krsna in ogni luogo.”

“Ora, ogni sadhaka deve considerare questi punti con calma e riflet­tere sulla sua reale posizione. Per prima cosa deve porre fine a sadhu-­ninda. Poi dovrebbe cantare con ferma fede, in accordo alla sua posizione Vaisnava. E’ dunque essenziale che egli riconosca la sua posizione. Le attività del devoto dovrebbero essere imperniate sull’associazione con i sadhu, il servizio ai sadhu, il canto del santo nome e una costante attitudine di compassione verso tutte le entità viventi.”

Rimedi per il sadhu-ninda

“Se qualcuno offende un sadhu in un momento di illusione o di pazzia, deve cadere ai piedi del sadhu e pentirsi amaramente, e piangendo e pieno di pentimento implorarne il perdono. Dovrebbe dichiararsi un caduto e uno sciagurato bisognoso della grazia di un Vaisnava. Un sadhu è molto misericordioso, il suo cuore diventerà tenero e abbraccerà l’offensore assolvendolo dalle sue offese.”

“Offro questa spiegazione della prima delle dieci offese, o nama-­aparadha, ai Tuoi piedi di loto.”

Colui che, come un calabrone, è attratto ai piedi di loto di Srila Haridasa Thakura troverà il potere della vita stessa in questa Harinama Cintamani.

  • Capitolo Cinque –

Considerare gli esseri celesti Indipendenti da Krsna

Tutte le glorie al Signore Sri Gauranga, la vita di Sri Gadadhara Pandit; tutte le glorie al Signore Nityananda, il cuore di Srimati Jahnavadevi; tutte le glorie a Sri Advaita Acarya, il Signore di Madre Sita; tutte le glorie a tutti i devoti del Signore Caitanya.

II principio del Signore Supremo Visnu

SRILA HARIDASA THAKURA, a mani giunte, continuò: “O Signore dell’Universo, ora prego affinché Tu possa ascoltare la mia spiegazione sulla seconda offesa al santo nome.”

“Sri Visnu è il Supremo, non differente dalla Verità Assoluta. Egli è il Signore dell’universo e possiede un corpo trascendentale che è sempre situato nella pura virtù. Sri Krsna, il maestro di Goloka, è l’essenza e la fonte di Sri Visnu. Krsna è ornato di sessantaquattro qualità eccezionali. Egli è il ricettacolo di tutti i sentimenti trascendentali. Narayana possiede sessanta di queste qualità, e così pure, sebbene in misura inferiore alla Sua pienezza, Sri Visnu e i purusa avatara.”

“Narayana, il Signore di Vaikuntha, è il vilasa-vigraha di Sri Krsna, o espansione parziale. A Vaikuntha, Sankarsana Si espande come Maha­Visnu, che giace nell’Oceano Causale. Questa è la prima espansione del purusa. La successiva espansione del purusa è Garbhodakasayi Visnu, l’origine di Brahma. Egli entra in ogni universo come purusa-avatara. Successivamente Egli Si espande come Ksirodakasayi Visnu, l’Anima. Suprema in ogni entità vivente. Questi tre aspetti di Visnu sono le espansioni purusa. Ksirodakasayi Visnu è la fonte delle incarnazioni, come Pesce (Matsya), Tartaruga (Kurma), ecc. Tutte queste incarnazioni sono forme del principio di Visnu del Signore Supremo e sono ornate di sessanta caratteristiche trascendentali. I saktyavesa-avatara sono jiva-tattva nei quali discende la potenza del Signore. Essi sono le espansioni separate del Signore o vibhinnamsa e ne fanno parte, ad esempio: Parasurama, Buddha, Prthu e così via.”

“Le parti separate del Signore Supremo, o vibhinnamsa, sono di due categorie: le jive ordinarie possiedono solo le prime cinquanta delle sessantaquattro caratteristiche trascendentali del Signore, e queste in quantità minuscola. Ma nella seconda categoria, che include gli esseri celesti come Siva ed altri; le stesse cinquanta caratteristiche si manifesta­no pienamente. Anche le cinque qualità successive sono parzialmente evidenti. Queste cinque qualità sono manifestate nella loro piena potenza solo nella categoria di Visnu.”

“Così, solo i visnu-tattva sono ornati al massimo grado delle prime cinquantacinque qualità del Signore. Essi inoltre manifestano una parte delle successive cinque qualità, per un totale di sessanta. Queste cinque qualità sono visibili in assoluta pienezza solo in Narayana. In tal modo Siva e tutti gli esseri celesti sono i servitori del Signore Supremo Visnu. Sebbene gli esseri celesti siano jive superiori, Sri Visnu è il maestro e il controllore sia delle jive che degli esseri celesti.”

Equiparare il Signore agii esseri celesti è ignoranza

“Le persone che sono ignoranti sul principio del visnu-tattva del Signore Supremo cercano di equiparare il Signore Supremo agli esseri celesti. Siva e tutti gli esseri celesti sono coloro che eseguono gli ordini di Sri Visnu. I mayavadi sostengono che il brahman impersonale è senza forma., mentre Siva, Brahma e Visnu, le tre Divinità che governano le tre influenze materiali (rispettivamente ignoranza, passione e virtù) hanno una forma. Le Scritture dichiarano inequivocabilmente che Brahma crea il mondo materiale e Siva lo distrugge; ma Narayana, o Visnu, Colui che preserva, è l’eterno Signore degno di adorazione. Colui che adora altri esseri celesti o trascura Vasudeva, il Signore Supremo Narayana, marcisce eternamente nell’inferno dell’esistenza materiale.”

“Alcune persone affermano che, poichè Sri Visnu è accettato nei Veda come la Verità Assoluta onnipervadente, il Signore è presente in tutti gli esseri celesti, e perciò l’adorazione degli esseri celesti è equivalente all’adorazione di Sri Visnu. Quest’argomento è fallace. Le Scritture non sostengono il concetto secondo cui l’adorazione degli esseri celesti è identica all’adorazione di Sri Visnu. In verità l’adorazione di Sri Visnu include l’adorazione di tutti gli esseri celesti: Perciò l’adorazione separata degli esseri celesti non è richiesta.”

“La corretta interpretazione della verità Vedica è questa: se Sri Visnu è onnipresente, allora la Sua adorazione rappresenta automaticamente l’adorazione di tutti gli esseri celesti. Innaffiando le radici, un albero potrà prosperare, mentre innaffiando il tronco, le foglie e i rami; l’albero appassisce e muore. La gente sciocca che dimentica i principi Vedici commette questo errore. Poiché la loro visione è contorta, essi adorano alcuni esseri celesti in accordo alla loro mentalità. Essi non sono a conoscenza dell’ingiunzione Vedica secondo cui l’adorazione di Sri Visnu è un’attività eterna in pura virtù, al di là delle tre influenze della natura materiale.”

“A causa dell’avvento del Kali-yuga e della contaminazione del­l’impersonalismo, la gente è diventata politeista e ha trascurato la suprema posizione di Sri Visnu. Individualmente gli esseri celesti possono offrire solo benefici limitati, mentre il Signore Supremo Sri Visnu, da solo, può offrire tutte le benedizioni. Egli mantiene tutti. Se questi materialisti avidi realizzassero il vantaggio dell’adorazione di Sri Visnu, abbandonerebbero l’adorazione di tutti gli esseri celesti.”

Le responsabilità di un capofamiglia Vaisnava

“Un capofamiglia devoto di Sri Visnu o Krsna deve adorare il Signore Supremo Sri Krsna in tutte le occasioni ed essere libero da ogni dubbio. Non è richiesta l’esecuzione di abluzioni o altre attività interessate. I Veda raccomandano l’adorazione di Sri Krsna e dei Suoi devoti.

Adorando gli antenati e gli esseri celesti occorre offrire loro ghirlande delle Divinità di Sri Krsna. Se, d’altra parte, il devoto capofamiglia compie la cerimonia dello sraddha in accordo al metodo mayavadi o adora altri esseri celesti, commette una terribile offesa. Imporre al Signore Supremo Sri Visnu concetti imperniati sulla dualità rappresenta una forma di namaparadha e non permette di essere qualificati per seguire la via della pura bhakti.”

“Una grave forma di namaparadha consiste nel considerare gli esseri celesti, come Siva, divinità supreme e separate. Il politeismo è una terribile offesa: ‘Sri Visnu è il Supremo Dio, ma anche Siva e gli altri esseri celesti sono individualmente supremi’. Questa idea non è corretta. Tuttavia, si possono adorare gli esseri celesti come guna-avatara, saktyavesa-avatara o come servitori di Sri Visnu. Nessuno è indipendente dal controllo del Signore Supremo, poiché Egli è il Supremo Controllore e maestro di tutte le energie. Esseri celesti come Siva, Brahma, Ganesa o il deva del sole sono stati investiti delle potenze del Signore Supremo. Da ciò deriva la loro potenza. Il Signore Supremo è Uno, e tutto il resto costituisce le Sue energie. Nel compimento dei suoi doveri, il devoto capofamiglia dovrebbe abbandonare completamente e senza indugio il materialismo; egli dovrebbe accrescere il suo sentimento di pura devo­zione.”

“La società umana deve condurre una vita in accordo alle leggi del sistema del varnasrama; tale sistema di vita è chiamato sanatana­dharma, o religione eterna. L’India è il paese della religione (punyabhumi) ed è il luogo in cui i grandi saggi del passato hanno introdotto ed attuato il sistema religioso del varnasrama:’Anche in altre nazioni questo sistema è presente in forme differenti, sebbene non sia mai riuscito ad evolversi nell’eccellente sistema socio-religioso che fu visto in India. La natura umana non può trovare piena espressione, né raggiungere il suo coronamento senza la divisione sociale dei varna. Sicuramente l’eterna verità è questa: come chiunque altro, perfino coloro che hanno ottenuto una bassa nascita fuori casta sono pienamente idonei ad entrare nella famiglia dei devoti di Krsna, se vivono la loro vita liberi dal peccato e dalle offese. In ogni caso la società umana nei suo insieme non può esistere o funzionare appropriatamente senza il sistema del varnasrama.”

Avanzamento nella devozione seguendo il varnasrama

“Un materialista deve impostare la sua vita in accordo alle direttive del varnasrama-dharma. Sulla base della potenza che scaturisce dal­l’adorare Krsna, pienamente arresi ci si può elevare gradualmente, attraverso il varnasrama-dharma, al livello di una condotta santa, ma se si segue il sistema del varnasrama senza l’adorazione di Sri Krsna si è condannati. Un capofamiglia che adempie alle sue responsabilità nel sistema del varnasrama deve vivere con poco e accettare solo ciò che è essenziale per servire Sri Krsna. Fintantochè si è situati nel sistema del varnasrama, si devono rispettare tutte le regole formali e le responsabilità. Si può facilmente adempiere a tutto questo fintantochè si canta il santo nome e si è impegnati nel servizio devozionale. Oltre a ciò, grazie a queste stesse pratiche devozionali si raggiunge bhava, o l’estasi spirituale. Col raggiungimento di bhava 1a natura meravigliosa della jiva risulta evidente. Essa allora non richiederà ulteriore ispirazione dai dettami del varnasrama. Il sentimento di bhava è incomprensibile alle persone materialiste, perchè esso è dinamico e appare in una persona di sua spontanea volontà. Il capofamiglia Vaisnava deve seguire questa via con determinazione per non essere soggetto alle contaminazioni delle influenze mayavadi.”

II nome di Sri Visnu non è differente da Lui

“Il nome di Sri Visnu, la Sua forma, le Sue qualità, ecc. non devono mai essere separate da Lui. Egli è non duale: Come tutto completo, Egli è il Supremo Assoluto. Se, a causa dell’ignoranza, si è legati al concetto duale di Dio, si può raggiungere al meglio lo stadio di canto in nama-­abhasa, ma senza mai raggiunge prema. Tuttavia, se si riceve la mise­ricordia di un maestro spirituale autentico e si superano gli anartha, si raggiungerà il puro nome attraverso il processo graduale di purificazione.”

La logica fallace e le offese dei mayavadi

“Il concetto duale di Dio è spesso raggiunto da persone presuntuose. Questo concetto è riprensibile e molto difficile da superare. I filosofi mayavadi affermano che il brahman è impersonale e senza forma e che il nome di Sri Visnu, la Sua forma, ecc. sono tutti prodotti dell’illusione. Essi si aspettano di percepire Sri Visnu come brahman impersonale, e niente più. Tali argomenti sono sciocchi e nichilisti. Il punto di vista dei mayavadi deriva dalla pazzia e da un’ignoranza ostinata sul fatto che il Signore Supremo è dotato di onnipotenza. Il brahman onnipotente è Visnu. La differenza è solo nel nome.”

“L’intelligenza del filosofo mayavadi è incoerente al massimo grado. Vedendo che l’esistenza materiale è varia, egli conclude che l’esistenza spirituale, essendo opposta alla sfera materiale, deve essere senza forma. Questa incompleta e immatura teorizzazione lo porta a immaginare il brahman come arido e impersonale. Nel suo stato originale il brahman ha un nome, una forma, delle qualità, divertimenti e così via. Ma il mayavadi è condizionato dall’esistenza umana. II puro devoto distrugge questa filosofia dannosa e stabilisce il proclama delle scritture: il Signore Supremo non è differente dal Suo nome, dalla Sua forma, dai Suoi divertimenti e dalle Sue qualità.”

La relazione tra Sri Visnu e il brahman

“Sri Visnu è la Suprema Verità Assoluta. Entrambi gli aspetti, personale e impersonale, sono inerenti alla Sua natura divina. Le potenze inconcepibili del Signore Supremo non solo includono il Suo aspetto personale e impersonale, ma manifestano la Sua bellezza assolutamente affascinante e mettono a tacere tutte le speculazioni che Lo riguardano.” “L’intelligenza umana è limitata e debole. Essa non può immaginare le energie inconcepibili del Signore Supremo. Così, quando un essere umano cerca di concepire con un cervello inadeguato un Supremo Controllore, può avanzare solo fino al concetto del brahman impersonale, che è una rappresentazione parziale del Tutto Assoluto. In questo modo egli è sviato dal traguardo supremo di adorare Sri Visnu, i cui piedi di loto sono adorati perfino dai grandi esseri celesti. Rimanendo ignorante riguardo al beneficio che ha perduto, egli si lega all’adorazione del brahman impersonale. Ma chiunque comprenda la natura trascendentale del nome, della forma, delle qualità, ecc. del Signore Supremo, e le riconosce come non differenti da Lui, può cantare il puro nome e percepire Sri Krsna nella Sua pienezza divina.”

‘La dualità esiste solo sul piano materiale – qui un nome è diverso dall’oggetto con cui si identifica, ma questo non avviene sul piano spirituale. E’ un grave errore immaginare tale differenza tra il Signore e il Suo nome, la Sua forma., le Sue qualità e così via. Lo stesso tranello intrappola coloro che considerano Siva e altri esseri celesti indipendenti dal controllo del Signore Supremo.”

La differenza tra i devoti e i mayavadi

“Il devoto che ha risolutamente preso rifugio nel santo nome è un’ani­ma veramente elevata. Egli adora Krsna, e nessun’altro, come il Signore Supremo. Egli non è ostile ad altre Scritture e ad altre Divinità, come gli esseri celesti, ma le adora e le rispetta come servitori di Sri Krsna. Egli rifugge dall’arida speculazione. Quando diverse Scritture tentano di stabilire la superiorità di altri esseri celesti è solo per facilitare la limitata abilità di una particolare mentalità di raggiungere la Verità Assoluta. Queste Scritture in realtà stanno cercando di elevare i loro seguaci al livello di devoti di Krsna. Perciò non si dovrebbero mai criticare altre Scritture ed esseri celesti, tale critica è un’offesa.”

“Un devoto non dovrebbe accettare resti di cibo o ghirlande da un mayavadi, perfino se fossero state offerte a Sri Visnu, poiché l’adorazione di un mayavadi è impura. Il canto del santo nome del mayavadi è offensivo; il Signore non accetta, le offerte e l’adorazione di un mayavadi. Un’altra offesa è accettare ghirlande e altri resti dall’adorazione degli esseri celesti; ciò è dannoso alla pura vita devozionale. Ma se un devoto adora il Signore Supremo Sri Krsna e ne offre i resti agli esseri celesti non sarà offensivo ricevere tali resti, né l’avanzamento spirituale sarà impedito in alcun modo. Un puro devoto evita sempre le offese, canta costantemen­te e così ottiene prema; il suo pieno successo si trova nel santo nome.”

Rimedio per l’offesa

“L’illusione e la pazzia accecano la jiva, così essa pensa che anche gli altri siano allo stesso livello del Signore Supremo, Visnu. L’unico rimedio è pentirsi profondamente e meditare su Sri Visnu, o Krsna, poiché con questo ricordo le offese sono dissolte. D’ora in poi si deve meticolosa­mente evitare di commettere nuovamente là stessa offesa. Ricordare il Signore è la penitenza più efficace; i Veda raccomandano sempre, ai brahmana in pericolo, di meditare sui piedi di loto di Sri Visnu per essere protetti. Ricordare il nome del Signore corrisponde a meditare sui Suoi piedi di loto. Il santo nome può dissipare tutte le offese precedenti, poiché agisce come il migliore amico del devoto.”

“Sri Krsna è un oceano di misericordia e di perdono; il devoto deve evitare l’associazione con gli adoratori degli esseri celesti e i politeisti, e deve cercare la compagnia dei devoti che adorano esclusivamente Krsna come il loro Signore Suprema.”

Colui che è benedetto dall’amore e dalla devozione e prova piacere nel servire i piedi di loto di Srila Haridasa Thakura troverà questo libro Harinama Cintamani più prezioso della vita stessa.

-Capitolo SEI –

Disobbedire o non rispettare il maestro spirituale

Tutte le glorie a Sri Panca-Tattva e a Sri Sri Radha-Madhava. Tutte le glorie a Navadvipa-dhama, Vraja-dhama, Yamuna-devi e a tutti i devoti Vaisnava.

II valore della vita umana

SRILA HARIDASA THAKURA disse: “O Signore, permettimi gentilmente di spiegare il terzo namaparadha. Questo aparadha consiste nel disobbedire agli ordini del maestro spirituale o nel non rispettarlo.”

“L’anima viaggia attraverso molte vite in differenti corpi e infine ottiene la possibilità di una rara nascita umana che è di buon augurio sotto ogni aspetto. L’anima si è avvicendata attraverso 8.400.000 specie; per mezzo dell’ajnata-sukrti, attività pie involontarie, l’anima ottiene infine un corpo umano. Una nascita nella forma umana è la più rara, poiché solo in quel corpo, e in nessun’altra specie, sono possibili le attività spirituali. Un essere celeste, un cittadino dei pianeti celesti, è destinato unicamente a godere le reazioni delle sue passate attività pie; egli non può volontariamente iniziare attività sante. Allo stesso modo gli animali sono legati dalle reazioni karmiche e sono troppo immersi nell’ignoranza grossolana per compiere indipendentemente qualsiasi tipo di attività virtuosa. Solo la nascita umana dà facilitazioni; per la vita spirituale e per il servizio al Signore Supremo.”

Un maestro spirituale è essenziale per tutti

“Ciononostante rimane il fatto che questo corpo è temporaneo. Se non ci si impegna con attenzione nella realizzazione spirituale, che è la più grande benedizione, si ritornerà di nuovo nell’infinito ciclo di nascite e morti. Una persona intelligente cercherà un maestro spirituale in grado di guidarlo a Sri Krsna. Tale maestro spirituale è un vero timoniere che può aiutare l’anima in procinto di annegare ad attraversare l’oceano del­l’ignoranza materiale. Solo le persone più sciocche tenteranno di attra­versare quest’oceano con la propria intelligenza. Per raggiungere qualsiasi tipo di successo in questo mondo occorre l’aiuto delle istruzioni di un guru. Allora, come si può ottenere la perfezione nel più elevato di tutti i soggetti, la scienza spirituale, senza l’aiuto di un guru? Solo colui che è realizzato spiritualmente ed è pienamente abile nella scienza spirituale è qualificato per essere un maestro spirituale. Alcune caratteristiche del maestro spirituale autentico sono le seguenti: è pacifico, imperturbato ed è un puro devoto di Krsna. Dovrebbe essere avvicinato con umiltà. La jiva dovrebbe soddisfarlo con il servizio e ricevere da lui l’iniziazione formale per l’adorazione di Sri Krsna. Questo è l’atto che offre la migliore possibilità di superare la trappola materiale. L’insito amore della jiva per Krsna giace assopito nel cuore e può essere facilmente ravvivato. Ma la jiva può facilmente perdere questa possibilità con la speculazione e la cattiva logica. La jiva deve evitare tali trappole, arrendersi alle istruzioni del maestro spirituale e ricevere da lui il mantra appropriato. Per quanto riguarda i capifamiglia, essi dovrebbero situarsi nel sistema del varnasrama e prendere rifugio in un maestro spirituale autentico.”

Un buon brahmana é qualificato per essere un maestro spirituale

“Un brahmana è qualificato per essere un maestro spirituale per tutti gli altri varna, o ordini sociali, se è un devoto di Sri Krsna. Tuttavia, se non è disponibile un maestro spirituale brahmana si dovrà cercare un maestro spirituale di un altro varna. Ciononostante al capofamiglia viene consigliato di accettare l’iniziazione da un maestro spirituale del varna-­brahmana. Un vero maestro spirituale è colui che è esperto nella scienza della coscienza di Krsna. Un maestro spirituale può giungere da qualsiasi varna o asrama, ma deve essere un kalpataru o pietra filosofale (che converte il ferro in oro) in grado di esaudire le aspirazioni spirituali di ognuno. Il prestigio di avere un maestro spirituale di un varna superiore è una considerazione materiale; tale prestigio dipende sem­plicemente dalla posizione della casta di colui che sta giudicando la casta del maestro spirituale. La necessità richiede che si trovi un maestro spirituale autentico e qualificato. Se avviene che appartenga a un varna superiore, è ancor meglio. Un capofamiglia dovrebbe trovare un maestro spirituale appartenente a uno dei varna superiori; se ne trova uno qualificato, non dovrà cercarlo in un varna inferiore. E’ comunque importante notare che nel cercare un maestro spirituale di ‘alta classe’ non si dovrebbe scegliere una persona non qualificata semplicemente per il prestigio di avere un maestro spirituale appartenente a un varna supe­riore.”

Un rinunciato deve avere un guru rinunciato

“Se per qualche ragione un capofamiglia lascia la casa e abbraccia la vita di rinuncia e non è ancora stato in grado di soddisfare i suoi desideri spirituali, necessiterà naturalmente di un maestro spirituale santo. Per un tale rinunciato, un maestro spirituale nell’ordine di rinuncia è la cosa migliore. Con la sua guida spirituale e l’iniziazione, il rinunciato gusterà molto presto l’estasi del canto del santo nome.”

“Un capofamiglia devoto potrebbe improvvisamente sentire che il peso della vita di famiglia sta condizionando la sua ricerca spirituale. Anche se lascia la casa, non ha bisogno per questo di lasciare il suo precedente maestro spirituale. A un capofamiglia viene consigliato di cercare rifugio in un maestro spirituale altrettanto capofamiglia – purché qualificato e puro. Se non è disponibile un maestro spirituale capo­famiglia, potrà prendere l’iniziazione da un guru qualificato e rinunciato. In ogni caso il suo maestro spirituale deve essere qualificato. Sotto la guida delle istruzioni spirituali del suo guru, il neofita inizia la vita devozionale ed è gradualmente elevato fino a sperimentare le trascenden­tali emozioni d’amore nel servizio al Signore. In tal modo egli sviluppa disgusto per la vita materiale e perciò diventa un rinunciato; tali sviluppi avvengono naturalmente. Non appena egli entra a far parte dell’ordine di rinuncia è tenuto ad avere un maestro spirituale rinunciato. Deve essere istruito nella vita di rinuncia da un maestro spirituale rinunciato e accet­tare da lui gli abiti di un mendicante, o vesa.”

Diksa-guru e siksa-guru devono essere ugualmente rispettati

“Vi sono due tipi di maestri spirituali: il maestro spirituale iniziatore o diksa-guru, e il maestro spirituale che dà istruzioni o siksa-guru. Entrambi i guru devono essere ugualmente rispettati. Questa è la chiave del successo spirituale. Il diksa-guru inizia una persona al canto del santo nome e al diksa-mantra, mentre il siksa-guru impartisce al discepolo le conclusioni spirituali. Questa conoscenza spirituale in particolare signifi­ca sambandha jnana, o la conoscenza della relazione della jiva con il Signore Supremo e le Sue molteplici energie. Il diksa-guru è uno, ma i siksa-guru possono essere molti. In effetti tutti i devoti Vaisnava sono siksa-guru, ma sia il diksa-guru sia i numerosi siksa-guru devono essere ugualmente rispettati.”

L’insegnamento dell’adi-guru deve essere seguito

“Le successioni discipliche Vaisnava sono le successioni autentiche di persone e insegnamenti santi. Le successioni Vaisnava hanno sempre diffuso i mantra autentici, le appropriate conclusioni delle scritture, i processi devozionali autorizzati e il traguardo ultimo della vita. Se s’inten­de proteggersi dai pericoli della filosofia mayavadi, ci si dovrebbe arren­dere a un maestro spirituale di una successione santa – precisamente una successione Vaisnava. Gli insegnamenti lasciati dagli acarya fondatori delle diverse sampradaya devono essere particolarmente onorati. Sri Ramanuja, Sri Madhvacarya, Sri Nimbarkacarya e Sri Visnusvami sono i quattro acarya originali delle quattro successioni Vaisnava. Si dovrebbero accettare solo i loro insegnamenti e le loro conclusioni, e non altri. Si dovrebbe ricevere l’iniziazione spirituale in una di queste quattro sampra­daya, e non in altre.”

“Un devoto deve comprendere che l’adi-guru, il maestro spirituale originale della sampradaya, è il siksa-guru, e solo i suoi insegnamenti devono essere accettati, e non quelli di qualche altro studioso o insegnante. Solo un devoto santo che ha compreso gli insegnamenti del siksa-guru è qualificato ad essere diksa-guru per gli altri. Se qualcuno pensa che si può essere iniziati agli insegnamenti della coscienza di Krsna da un guru mayavadi, sbaglia gravemente. Costui non otterrà la pura devozione.”

Accettare solo un puro devoto come guru

“Colui che impartisce insegnamenti errati e colui che li riceve sono entrambi destinati all’inferno. Colui che ha accettato gli insegnamenti e le conclusioni al di fuori della linea della pura bhakti ha sprecato la sua vita.

Come può tale persona diventare maestro spirituale? Come può salvare le altre anime condizionate? Egli stesso è nell’illusione ed è dunque un essere imperfetto, quindi come può portare buona fortuna agli altri? Si deve comprendere che un puro devoto non è un’anima comune. Le Scritture dichiarano che egli è il più qualificato ad essere maestro spirituale.”

II principio del guru

“Sia il diksa-guru che il siksa-guru sono intimi servitori di Sri Krsna. Essi sono eternamente situati nel sentimento di servizio di Vraja. Entram­bi sono manifestazioni dell’energia di Sri Krsna. Non si deve mai fare l’errore di giudicare il guru come un comune mortale. Il maestro spirituale è il rappresentante delle potenze di Sri Krsna, mandato dal Signore come l’eterno maestro spirituale dei discepoli. Egli deve essere sempre adorato come l’eterno associata del Signore Supremo, nutrito della potenza spiri­tuale superiore del Signore: Tuttavia, non si deve mai ritenere che il maestro spirituale sia il Signore Supremo. Questa è la filosofia mayavadi, in disaccordo con le pure conclusioni Vaisnava. I devoti Vaisnava sono molto diffidenti verso tali interpretazioni errate poiché il vortice dei giochi di parole contamina certamente la mente e il cuore. Il maestro spirituale deve essere sempre adorato in accordo alle conclusioni delle scritture; quando sono eseguite appropriatamente, queste pratiche culminano nella realizzazione spirituale.”

II guru -puja e il rispetto del maestro spirituale

“Il maestro spirituale deve essere adorato per primo, solo allora si può adorare Sri Krsna. Al maestro spirituale andrebbero offerti diversi oggetti come un bel seggio, scarpe, lavaggio dei piedi, abiti, ecc., quindi, con il permesso del maestro spirituale, si potranno adorare le Divinità di Sri Sri Radha e Krsna. II cibo dovrebbe prima essere offerto alle Divinità e poi offerto al maestro spirituale, poi agli esseri celesti e agli altri Vaisnava. Senza l’autorizzazione del maestro spirituale non ci si può impegnare nell’adorazione dì Radha e Krsna. Prima di cantare il santo nome il discepolo dovrebbe ricordarsi del maestro spirituale e delle sue istruzioni.”

“Colui che non rispetta il maestro spirituale commette una seria offesa che lo espellerà dal sentiero della devozione pura. Il maestro spirituale, Sri Krsna e i Vaisnava devono essere adorati con lo stesso fervore devozionale. Una fede e una devozione stabili nel maestro spirituale guideranno al puro canto e al traguardo finale: ottenere l’amore per Dio – krsna prema.”

Quando respingere un guru

“Se per qualche sventura il maestro spirituale cade vittima di una cattiva associazione, egli perde gradualmente la sua realizzazione spiri­tuale e la sua potenza. Nel momento in cui il discepolo l’ha incontrato il guru era autentico e realizzato, ma in seguito, a causa di offese al santo nome (namaparadha), egli è rimasto confuso da maya diventando privo di conoscenza. In questa condizione egli ora detesta la compagnia dei Vaisnava e diventa schiavo di lussuria, avidità, ricchezza e donne. Se per là misericordia di Sri Krsna il discepolo può vedere tutto questo, dovrà respingere il suo guru. In seguito potrà di nuovo cercare un devoto autentico e puro e sotto la sua guida spirituale coltivare il puro nome.”

Guru e discepolo devono mettersi alla prova

“II maestro spirituale deve essere rigido con i suoi discepoli. Egli deve correggere un futuro discepolo prima di iniziarlo e punire i discepoli disubbidienti. La vita spirituale di un discepolo è resa inutile se egli serve e adora un guru non qualificato. Ma fintantochè la relazione tra il maestro spirituale e il discepolo rimane stabile (cioè fintantochè ognuno rimane qualificato nella propria posizione), il problema di respingere non si pone.”

“La relazione tra guru e discepolo è eterna. Se entrambi mantengono le loro pure posizioni e sono autentici, la loro relazione eterna non è mai messa in pericolo. Tuttavia, se il maestro spirituale diventa sleale, il discepolo deve immediatamente ripudiarlo. Lo stesso deve essere fatto dal maestro spirituale nel caso del discepolo. Se tale ripudio non sarà eseguito da ambo le parti quando è necessario, essi saranno condannati.”

“Colui che manca di rispetto all’autentico, puro maestro spirituale Vaisnava è un empio ed è nella posizione di poter essere ripudiato da tutti. E’ consigliabile dunque che prima di accettare un maestro spirituale si scelga attentamente la persona giusta. Il maestro spirituale deve essere un puro devoto del Signore. Le Scritture raccomandano che sia il maestro spirituale sia il discepolo si pongano l’un l’altro sotto rigida verifica, prima della mutua accettazione. Questo esclude il kula-guru, o il tradizionale guru di famiglia. Naturalmente se il kula guru è qualificato è conveniente accettarlo subito. Ma nel caso non abbia qualità sante, si dovrebbe cercare un puro devoto e accettarlo come maestro spirituale. Dal momento che persino dei comuni articoli vengono provati prima dell’acquisto, è solo uno sciocco sfortunato colui che trascurerà di passare un periodo di prova nello scegliere il suo vero maestro spirituale che è il migliore amico di ogni entità vivente. Al kula-guru non qualificato dovrebbero essere offerti rispetto e devozione e, dopo aver implorato il permesso di lasciarlo, una persona dovrebbe cercare un maestro spirituale qualificato. II punto è che non si deve prendere su di sé la calamità di dover rigettare il proprio maestro spirituale. Se si è prudenti si può evitare tale situazione. Si deve attentamente evitare di commettere qualsiasi offesa contro un puro devoto guru. Ciò è disastroso e condurrà alla rovina sia gli uomini che gli esseri celesti.”

Come servire il maestro spirituale

Non si deve mai mancare di rispetto agli oggetti usati dal maestro spirituale, ad esempio il suo seggio, il suo letto, le sue scarpe, veicolo, sgabello, acqua per le abluzioni, ecc. Non calpestare la sua ombra, non adorare un’altra persona in sua presenza, non dare iniziazioni finché egli è ancora in vita, non cercare di impressionare gli altri con la propria conoscenza spirituale in sua presenza e non cercare di tenerlo sotto il proprio controllo. In qualsiasi momento e in qualsiasi luogo si veda il proprio maestro spirituale ci si deve inginocchiare e offrire omaggi con delle preghiere. II nome del guru deve essere pronunciato con grande reverenza. I suoi ordini non devono mai essere disobbediti. Bisogna sempre essere desiderosi di onorare i suoi resti e non dire nulla che gli possa dispiacere; bisogna cadere umilmente ai suoi piedi e implorare il suo rifugio e in questo modo agire per soddisfarlo. Semplicemente com­portandosi così si può facilmente sviluppare un gusto per il canto, il quale a sua volta offre tutte le perfezioni. Questo è confermato nei Veda.”

“Colui che offende il nama-guru, il maestro spirituale che inizia al canto del santo nome del Signore, cade vittima di compagnie peccaminose e adotta il punto di vista di scritture sacrileghe e non autorizzate. II nama guru insegna le conclusioni delle scritture erivela la natura esoterica del santo nome. Il diksa-guru sarà generalmente il nama-guru e il diksa­-mantra è in effetti il santo nome. Il mantra perde il suo significato e il suo scopo se è separato dal santo nome; semplicemente pronunciando il santo nome del Signore il mantra è automaticamente cantato.”

“II solo modo per essere perdonati da questa offesa è abbandonare la compagnia peccaminosa, le scritture non autorizzate, gettarsi ai piedi di loto del maestro spirituale e pentirsi. Il maestro spirituale è un Vaisnava compassionevole; grazie alla sua natura misericordiosa perdonerà sicuramente.”

Io, il miserabile autore dell’Harinama Cintamani, sono un peccatore. La mia sola speranza di redenzione è la polvere dei piedi di loto di Haridasa Thakura.

  • capitolo Sette –

Criticare le Scritture Vediche

Tutte le glorie a Srila Gadadhara Pandit, a Sri Caitanya Maha­prabhu; a Sri Nityananda Prabhu, a Sri Advaita Acarya e a tutti i devoti del Signore Gauranga.

I Veda sono l’unica evidenza

SRILA HARIDASA THAKURA disse: “Mio Signore, criticare la letteratura Vedica e altre Scritture che ne sostengono la versione è una seria offesa che non permette di raggiungere l’estasi della pura devozione.”

“Gli sruti-sastra (la letteratura Vedica), che includono le Upanisad, i Purana e altre Scritture complementari, sono stati emanati proprio dalle labbra del Signore Supremo Sri Krsna. Questa letteratura stabilisce e di mostra la verità spirituale e contiene la conoscenza trascendentale situata al di là della portata dei sensi materiali. Tale conoscenza può essere compresa solamente grazie alla misericordia di Sri Krsna. I sensi sono in grado di sperimentare solo oggetti materiali; la trascendenza, invece, è situata al di là della portata dei sensi. Poichè la scienza della coscienza di Krsna è completamente spirituale, è detta trascendentale. Allo scopo di conferire all’umanità la benedizione suprema; questa conoscenza trascen­dentale è stata misericordiosamente data da Sri Krsna nella letteratura Vedica. Il termine veda in realtà si riferisce a questa conoscenza spirituale, così come è stata ricevuta nell’appropriata successione discipli­ca autorizzata, o parampara.”

“Gli esseri umani sono nati con quattro difetti naturali: commettono errori, sono soggetti all’illusione, hanno la tendenza a ingannare e hanno sensi imperfetti. Tutto ciò che fanno è contaminato da questi difetti. La letteratura Vedica è libera da qualsiasi errore o discrepanza ed è l’unico mezzo per raggiungere la salvezza spirituale. La conoscenza trascenden­tale Vedica fu rivelata da Sri Krsna e in seguito compilata dai saggi. I saggi ricevettero questa conoscenza in un totale assorbimento spirituale, o samadhi.”

I dieci insegnamenti principali dei Veda

“La letteratura Vedica insegna inequivocabilmente il rigetto sia delle attività mondane interessate (karma), sia della conoscenza speculativa empirica (jnana) e conclude che l’atto di coltivare la pura devozione offre ogni perfezione. II Signore Stesso ha dato ripetutamente questo inse­gnamento e ha mostrato con il Suo stesso esempio la via della pura devozione. Nei Veda vi sono dieci principali istruzioni; la prima è che la prova o la base della vera conoscenza è rappresentata dai Veda, e le altre nove sono accertabili dai Veda come gli insegnamenti che distruggono l’ignoranza e stabiliscono la vera conoscenza spirituale.”

I primi tre insegnamenti riguardano Krsna

“Il primo insegnamento spiega che Hari, Krsna, è la sola Suprema Verità Assoluta. Il secondo insegnamento è che Egli è onnipotente; tutte le energie sono situate in Lui. Il terzo insegnamento è che Egli è Rasa-murti, la personificazione di tutti i sentimenti spirituali. Egli è la fonte di gioia per tutte le entità viventi e risiede eternamente nella Sua dimora nel cielo spirituale. Questi primi tre insegnamenti riguardano unicamente il Signore Supremo, Sri Krsna.”

I secondi tre insegnamenti riguardano le jive

“Il quarto principio spiega come le jive siano frammenti infinitesimali separati del Signore. Le jive comprendono le innumerevoli entità viventi, tutte scintille spirituali infinitesimali, e sono di due tipi: eternamente condizionate ed eternamente liberate; esse popolano sia i pianeti materiali sia quelli spirituali. Il quinto principio indica come l’anima condizionata sia affascinata dal luccichio della potenza illusoria di maya. La jiva ha dimenticato Krsna e rimane eternamente legata a questo mondo feno­menico, godendo e soffrendo dell’esistenza materiale. Il sesto principio è che le anime eternamente liberate o nitya-mukta sono eterne associate di Sri Krsna, risiedono nel mondo spirituale e godono di relazioni d’amore spirituali. Questi tre, dunque, sono gli insegnamenti riportati negli sruti che riguardano le jive.”

II settimo insegnamento: acintya-bhedabheda-tattva

“Ogni cosa materiale e spirituale è sotto la giurisdizione di acintya-bhedabheda-sambandha. Jiva e materia sono entrambi trasformazioni dell’energia di Sri Krsna, e ciò è inconcepibile. Conoscendo l’acintya-bhedabheda-tattva, la jiva comprende di essere la servitrice di Krsna e di essere come la scintilla o un raggio del sole spirituale che è Krsna. In accordo allo sruti, tali trasformazioni dell’energia del Signore sono incon­cepibili. I mayavadi vorrebbero far credere a tutti che il Signore Supremo stesso sia soggetto a certe cosiddette trasformazioni, ma si tratta soltanto di supposizioni malvagie e offensive. Questi sette insegnamenti formano il sambandha jnana, o la conoscenza della relazione eterna. I Veda inoltre indicano abhideya, o il mezzo più facile per raggiungere questo tra­guardo.”

Abhidheya: i nove aspetti del servizio devozionale

“I nove aspetti del servizio devozionale sono: l’ascolto, il canto, il ricordo, l’adorazione, la preghiera, rendere servizio, eseguire gli ordini del Signore, essere amico del Signore e arrendersi completamente al Signore. Il canto del santo nome è l’attività devozionale più importante. Nei Veda ci sono volumi che descrivono le glorie del santo nome.”

Prayojana (la necessità) è krsna prema

“La jiva deve prendere rifugio nel puro processo devozionale. Per la misericordia di Sri Krsna, essa otterrà krsna prema, o l’amore per Dio. La pura devozione è indicata dalla propensione umana di rendere costantemente servizio devozionale favorevole a Krsna. La pura devozio­ne ha come unico scopo un’ulteriore perfezione della devozione, non essendo soddisfatta da nient’altro. E’ libera dal desiderio per l’azione interessata o la conoscenza empirica. La devozione pura non è contami­nata dalle attività interessate o dalla conoscenza empirica. I Veda racco­mandano che si può coltivare la pura devozione prendendo pieno rifugio nel santo nome. Questo è essenziale.”

Criticare gli insegnamenti dei Veda è offensivo

“Lo sruti conferma i nove insegnamenti accertabili, e il guru, che è molto esperto nelle Scritture, è in grado di rivelare queste verità. Chiunque critica gli sruti commette un terribile crimine. Egli è un peccatore e un offensore del santo nome.”

“Jaimini, Kapila, Nagna, Nastika, Sugata e Gautama sono sei filosofi che rimasero impigliati nella logica mondana e nel ragionamento. Essi resero un servizio agli insegnamenti dei Veda solamente a parole, e non accettarono Dio. Jaimini diffuse il concetto secondo cui la miglior conoscenza che i Veda possono offrire è la parte rituale riguardante l’azione interessata, conosciuta come karma-kanda. Kapila osò affermare che Dio è imperfetto. Egli accettò il processo dello yoga, ma senza comprenderne le profonde implicazioni. Nagna sparse veleno insegnando una pratica tantra che è sotto l’influenza dell’ignoranza. Carvaka Nastika era un ateo che non accettò mai l’autorità dei Veda e Sugata, il buddista, impose ai Veda un significato differente. Gautama propagò la logica e non adorò il Signore Supremo.”

“Queste interpretazioni dannose rappresentano in realtà delle offeso ai Veda. Attraverso il sofismo, tali filosofi parlano di mezze verità che probabilmente confondono il comune ascoltatore, sebbene un esperto Vedantista possa facilmente scoprire il loro inganno. Evitate di dilettarvi in tali concetti filosofici poiché sono rovinosi per la crescita spirituale. La filosofia mayavada è ugualmente pericolosa perchè sopprime il naturale sentimento devozionale. La filosofia mayavada è in realtà buddismo camuffato. Nel Kali-yuga la diffusione di questa filosofia, che è una distorsione della verità Vedica, è stata autorizzata dal Signore Supremo. Per ordine del Signore, Siva ne divenne il diffusore. Come Jaimini sembrò sostenere l’autorità Vedica, ma in realtà propose una versione distorta delle conclusioni Vediche, allo stesso modo i guru mayavadi citano prove Vediche per stabilire il loro buddismo ricoperto oscurando così l’essenza dei Veda, ohe è la scienza del servizio devozionale.”

“Astavakra, Dattatreya, Govinda, Gaudapada, Sankaracarya e tutti i filosofi materialisti, seguaci di Sankara, sono conosciuti come guru mayavadi. Nel buddismo l’insegnamento principale è l’inesistenza dell’anima. Il buddismo non ammette un concetto di brahman. La teoria del nulla, l’ultima parola in fatto di buddismo, è interpretata dai mayavadi come il concetto del brahman impersonale, senza forma, ed è concepito da loro in tal modo affinché non sembri materiale. Ma questi concetti sono diametralmente opposti all’eterna scienza del servizio devozionale. Qualsiasi associazione con tali pensieri fa automaticamente commettere alla jiva il namaparadha. Alcuni accettano la filosofia mayavada e cantano il santo nome, ma ciò rappresenta un’offesa contro il santo nome.”

Come applicare la conclusione degli sruti

“Quando tutte le conclusioni cardinali della filosofia Vedica vengono riunite, si giunge al puro servizio devozionale con il quale la jiva ottiene il puro amore per Dio. Ovunque gli insegnamenti principali siano applicabili è sbagliato sostituirli con i principi secondari. Tutti questi significati principali indicano e sostengono la scienza della coscienza di Krsna. Imporre artificialmente significati secondari alle dichiarazioni Vediche è un peccato che ci allontana dalla Verità Assoluta. Dall’inizio alla fine, i Veda espongono la perfezione suprema dellom, o del santo nome. Cantando il nome dei Signore la jiva ottiene la più alta dimora spirituale. I puri devoti prendono sempre rifugio nel santo nome. Il santo nome è trascendentale, essendo una replica esatta del Signore Supremo. In questo mondo materiale si può raggiungere ogni perfezione semplicemente attraverso il canto allo stadio namabhasa. Solo le persone sciocche e sfortunate trascureranno di proposito gli; insegnamenti Vedici e in tal modo rovineranno la loro vita a causa delle offese.”

I Veda insegnano solo il puro nome

“Al devoto che è attaccato al canto del puro nome verrà rivelata la conoscenza dei Veda, e gradualmente otterrà krsna-prema. I Veda dichiarano inequivocabilmente che cantando il santo nome si sperimenta una gioia estatica, perché il santo nome è la fonte di ogni cosa. I Veda spiegano inoltre che tutte le anime liberate risiedono nel cielo spirituale e sono sempre impegnate a cantare il puro nome.”

La pratica dei tantra si oppone ai Veda

“Nel Kali-yuga sempre più persone stanno adorando maya, l’energia materiale. Esse abbandonano l’opportunità di cantare il santo nome dei Signore Supremo, Sri Krsna, che è pieno di dolcezze spirituali estatiche e adottano l’adorazione tantrica sotto l’influenza dell’ignoranza criticando i Veda. Queste persone fuoriescono dalla vera via della religione, mangiano carne, bevono alcool e compiono attività peccaminose. Questi filosofi offensori non potranno mai ricevere il rifugio del santo nome, o entrare nell’eterna dimora del Signore Supremo a Vrindavana.”

La misericordia di maya-devi è essenziale

“Maya-devi costringe gli atei a compiere attività peccaminose e in questo modo li priva del nettare del canto del santo nome. Tuttavia, se viene soddisfatta dal servizio reso da un ateo ai santi Vaisnava, essa gli mostra la sua grazia e lo conduce ai piedi di loto di Sri Krsna. Maya è un’eterna servitrice di Sri Krsna. Essa punisce le jive disobbedienti che si sono allontanate dal servizio devozionale a Sri Krsna. Coloro che vogliono servire maya sono semplicemente degli imbroglioni che non conosce­ramo mai la felicità. Ciononostante maya-devi ricompensa coloro che cantano il santo nome, e li aiuta ad attraversare l’oceano dell’ignoranza materiale.”

“Maya-devi è conosciuta e adorata nella forma di Durga, Kali, ecc. L’energia spirituale superiore è l’energia originale e primordiale di Sri Krsna; maya è la sua ombra. Il suo scopo è di correggere le jive traviste che cadono e di riportarle alla coscienza di Krsna. Questo è il suo primo dovere verso il Signore. Maya comprende due tipi di illusioni: niskapata (onesta e senza restrizioni) e sakapata (capricciosa e illusoria). Con la sua misericordia niskapata essa dà la scienza del servizio devozionale a Sri Krsna mischiata sottilmente con la conoscenza materiale. Nel caso della misericordia sakapata essa offre agiatezze e favori materiali temporanei, e in questo modo controlla la jiva. Quando è insoddisfatta del compor­tamento della jiva, maya la getta nel brahmajyoti con la liberazione sayujya; così la jiva è condannata.”

“Perciò evitate di commettere l’offesa di criticare le scritture, sruti. Assorbitevi nel canto costante del santo nome. Se inavvertitamente qualcuno critica lo sruti, dovrà pentirsi sinceramente dell’errore commesso glorificando appropriatamente lo sruti. Egli dovrà adorare la Letteratura Vedica e lo Srimad-Bhagavatam provando grande gioia e rispetto, of­frendo fiori e tulasi. Lo Srimad-Bhagavatam è l’essenza degli insegna­menti Vedici ed è l’incarnazione letteraria di Sri Krsna. Il Bhagavatam inonderà certamente di misericordia l’offensore, perché il Bhagavatam è un’oceano di misericordia. Solo gli empi criticano lo Srimad-Bhagava­tam.”

Colui che aspira alla polvere dei piedi di loto di Haridasa Thakura porterà al collo questa collana di gemme chiamata Harinama Cintamani.

-Capitolo Otto –

Considerare immaginarie le Glorie del Santo Nome

Tutte le glorie al Signore Gauranga e a Srila Gadadhara Pandit; tutte le glorie a Sri Sri Radha-Madhava, Tutte le glorie ai luoghi dei diverti­menti del Signore Gauranga, e a tutti i Vaisnava devoti del Signore.

Le glorie del santo nome

HARIDASA THAKURA continuò: “O Signore Gauranga! La quinta offesa o namaparadha è pensare che le glorie del santo nome siano esagerate. Questo è contrario alle ingiunzioni delle Scritture. Ad esempio, è offensivo pensare: ‘La presentazione delle glorie del Santo nome del Signore nelle Scritture non è del tutto vera, ma è stata usata in modo esagerato per aumentare la fede del lettore nel canto del santo nome’.”

“E’ un fatto che nelle sezioni karma-kanda e jnana-kanda dei Veda, il ritualismo e la speculazione filosofica sono state ampiamente lodate, e ciò intendeva suscitare interesse verso questi metodi. Ma ciò non si applica nel caso del santo nome; perciò pensare così è un’abominevole offesa.”

“Lo smrti afferma che chiunque canta il santo nome, sia con fede oppure con negligenza, attrae la misericordiosa attenzione di Sri Krsna. Il nome è la più pura forma di conoscenza, il migliore di tutti i voti, o vrata, e la più alta meditazione. Dà risultati estremamente di buon auspicio ed è la rinuncia più sublime. II canto è un’attività spirituale senza pari, la più santa delle attività pie, e il supremo sentiero della realizzazione spirituale. Offre il più alto traguardo e la liberazione più elevata. Il santo nome è divino e situato nel supremo regno spirituale. E’ il più perfetto servizio devozionale e il miglior agente di purificazione, perchè sommerge di amore per Dio. E’ l’essenza di tutte le Scritture, la causa di tutto, la Suprema Verità Assoluta e l’oggetto più adorabile, e agisce come guida e istruttore spirituale supremo.”

“Mille nomi di Sri Visnu equivalgono a un nome di Rama e tre nomi di Rama equivalgono a un nome di Sri Krsna. Le Scritture glorificano costantemente il santo nome di Krsna ed espongono ripetutamente le sue perfezioni trascendentali.”

Se si pensa che le glorie del santo nome siano immaginarie si va all’inferno

“Solo un ateo incallito può pensare che i passi delle Scritture sruti e smrti che descrivono le qualità e la perfezione suprema del nome siano delle esagerazioni. Chiunque commette tale abominevole offesa marcisce eternamente all’inferno. Solo un empio può pensare che sia stata usata dell’esagerazione per aiutare a inculcare una fede e un gusto per il canto. Inoltre, non ha idea della portata delle Scritture e di che cosa sia benefico per l’umanità. Egli prende ogni cosa in senso inverso. Poichè tale persona non ha riserve di precedenti attività pie, non potrà mai sviluppare fede nei proclami del servizio devozionale. II canto del santo nome è la forma più alta di servizio devozionale. Una persona dotata di insufficiente religiosità non può acquisire un gusto per il canto, e non avrà fede sufficiente negli illimitati risultati raggiungibili con il canto. Coloro che accettano solo una sezione delle Scritture non possono percepire l’essenza delle Scritture.”

I risultati del canto sono reali

“La sezione karma-kanda dei Veda contiene una conoscenza materiale ingegnosa ed egoisticamente motivata. Ma le motivazioni egoistiche sono totalmente assenti nella scienza Vedica della devozione e nel processo del canto del santo nome. Nel processo del karma-kanda i risultati sono semplicemente piaceri sensuali transitori, mentre i risultati del canto del santo nome e dell’esecuzione del servizio di devozione sono eterni. Nel canto del santo nome del Signore la superficialità e l’inganno sono evitati.

Quando un devoto ispira una persona pia a cantare, ciò avviene senza motivazioni egoistiche. Ma quando una persona ne ispira un’altra a impegnarsi nelle attività interessate, non fa altro che instillare nella mente altrui la speranza di acquisizioni materiali. Questo è solo un capriccio. I Veda ci informano che il canto produce illimitatamente risultati di buon auspicio. Solamente colui che non s’interessa del proprio interesse spiri­tuale, della realizzazione spirituale e del raggiungimento della perfezione rigetterà questo verdetto.”

“Le attività interessate, essendo materiali, danno risultati materiali. Colui che rigetta tali risultati interessati e semplicemente esegue i doveri della sua vita libero da egoismo, purifica il suo cuore e comprende l’essenza del canto del santo nome. Un cuore purificato s’impegna nella realizzazione spirituale e prova naturalmente repulsione per le attività ma­teriali.”

II santo nome è trascendentale

“Il santo nome include già la realizzazione spirituale, e il canto è pre­scritto dal Signore Supremo stesso. Le attività altruistiche conducono al canto del santo nome. I risultati pii che nemmeno un brahmana potrebbe ottenere in qualsiasi luogo dell’intero universo sono facilmente ottenibili cantando il nome di Krsna. La posizione suprema del canto del santo nome non può essere diminuita semplicemente dalle affermazioni invidiose di coloro che agiscono in maniera interessata e degli empirici.”

“Semplicemente con il canto namabhasa si ottengono tutti i risultati delle attività interessate e della conoscenza empirica. Così, se il livello namabhasa può offrire tali meravigliosi risultati, sicuramente il puro nome può offrire molto di più, illimitatamente. Dunque per il devoto attaccato al puro nome, ogni risultato che secondo le Scritture può essere ottenuto con il canto diventa facilmente accessibile.”

Colui che dubita è condannato

“Colui che dubita di questo fatto è un peccatore e viene condannato perchè commette namaparadha. Tutte le Scritture rivelate – i Veda, il Ramayana, il Mahabharata; i Purana, ecc. – sono piene di spiegazioni sulla perfezione del santo nome. Perciò, dubitare di queste affermazioni è abominevole.”

“Il santo nome e il Signore Stesso sono identici. Il Signore ha personalmente posto il canto del Suo santo nome al culmine di tutte le attività devozionali. II Signore Supremo ‘ è pienamente indipendente, autocratico e onnipotente. Tutte le regole acquisiscono potenza a causa del Suo progetto. Egli ha dichiarato che le attività interessate sono materiali e ha rivelato che coltivare la conoscenza del brahman impersonale conduce unicamente all’estinzione della coscienza, ponendola in uno stato di sonno profondo. Dopo aver spiegato tutto questo il Signore, di Sua volontà, ha ‘investito tutta la Sua potenza nel Suo santo nome. Non vi è ragione di sollevare obiezioni. Perciò una persona intelligente eviterà con attenzione di offendere il nome onnipotente del Signore.”

II metodo per rimediare a questa offesa

“Se in qualche modo si commette questo namaparadha, l’offensore deve andare umilmente nell’assemblea dei devoti e ascoltare attentamente le narrazioni dei divertimenti e delle qualità del Signore Supremo dalle labbra di un puro devoto. Pieno di rimorso, l’offensore deve ammettere il suo peccato contro il santo nome e chiedere perdono ai Vaisnava, I Vaisnava hanno realizzato le glorie del nome e, abbracciandolo, misericordiosamente libereranno l’offensore dai suoi peccati. La mentalità offensiva sarà così purificata ed egli sarà protetto dall’assalto furioso di maya. Se un devoto incontra o semplicemente guarda il viso di tale offen­sore dovrebbe immediatamente fare un bagno nel Gange. Se il Gange non si trova nelle vicinanze egli dovrebbe bagnarsi con qualche altra acqua pura. Nel caso che anche questo non fosse possibile, dovrebbe purificarsi facendo un bagno mentalmente.”

Colui che è arreso alla più amata consorte di Krsna, Srimati Radharani, e alla misericordia del Suo flauto, sarà ornato con gloria dal­l’Harinama Cintamani.

-Capitolo Nove –

Peccare contando sulla potenza del canto del Santo Nome

Tutte le glorie a Sri Gadadhara Pandit e al Signore Gauranga; tutte le glorie al Signore Nityananda, la vita di Srimati Jahnavadevi; tutte le glorie a Sri Advaita Acarya e a Madre Sita; tutte le glorie a Srila Srivas Pandit, e a tutti i devoti del Signore Caitanya.

II canto distrugge tutti gli anartha

SRILA HARIDASA THAKURA disse: “Il santo nome è eternamente situato nella pura virtù. Solo alcune jive molto fortunate possono prendere rifugio nel santo nome di Krsna. Il canto rimuove velocemente gli anartha dal cuore; di conseguenza, hrdaya daurbalyam (la debolezza di cuore) scompare. Quando si sviluppa una ferma fede nel santo nome del Signore la propensione a peccare è totalmente estirpata. Anche i peccati precedenti vengono annullati. II cuore splende di purezza positiva. I desideri peccaminosi nel cuore sono radicati nell’ignoranza; il peccato, i semi del peccato e l’ignoranza sono la fonte di tutta la sofferenza per l’anima condizionata. “

“Il canto ammorbidisce il cuore e suscita la compassione per tutte le anime condizionate. Colui che canta si sforza costantemente di agire per il loro benessere spirituale; egli non può tollerare di vedere le sofferenze delle anime condizionate, e cerca dì eliminare queste sofferenze con tutti i mezzi. Egli non è turbato da desideri lussuriosi e dal bisogno di godere dei sensi. Prova repulsione verso la ricchezza e le donne. Egli segue la via della rettitudine. Accetta solo ciò che è favorevole all’esecuzione del servizio devozionale e rigetta tutto ciò che è sfavorevole. Ha un’assoluta convinzione che in ogni situazione Sri Krsna sia Colui che lo mantiene, e che Egli sia inoltre il suo protettore e salvatore. E’ libero dall’attaccamento al corpo e ai concetti di ‘io’ e ‘mio’. In un umile stato di mente egli canta costantemente il santo nome del Signore. Non è mai più propenso a com­mettere attività peccaminose.”

I peccati precedenti e i loro residui vengono distrutti

“Il canto diminuisce gradualmente la propensione a peccare e simul­taneamente purifica la coscienza. A questo punto il gusto per il canto comincia a manifestarsi e la propensione a commettere attività peccaminose svanisce, sebbene un vago residuo dei peccati precedenti sia ancora presente nella coscienza e le reazioni peccaminose, diminuendo, lascino un odore di abitudini peccaminose sospeso nell’aria. Tuttavia, il contatto di colui che canta il santo nome con il santo nome stesso genera una purezza di mente e di forza di volontà che supera questo marchio di peccato che intaccava la coscienza.”

“Sri Krsna ha promesso ad Arjuna che i Suoi devoti non correranno mai il pericolo di essere distrutti. In caso di difficoltà Egli arriverà per­sonalmente a salvarli. I peccati dei devoti vengono annullati unicamente grazie alla misericordia del Signore. Il filosofo empirico (jnani) può dominare i propri peccati con grandi sforzi e penitenze, ma non appena lascia o rifiuta il rifugio dei piedi di loto di Sri Krsna cade immediatamen­te. Chiunque semplicemente accetti la protezione del Signore è un’anima elevata e il suo progresso non sarà mai ostacolato. Questo viene dichiarato nelle Scritture.”

Non vi è bisogno di penitenze rituali o prayascitta

“Anche se accidentalmente un devoto dovesse commette un peccato, egli non dovrà compiere le penitenze, o prayascitta, raccomandate nei Veda, per espiarlo e neutralizzarlo. Tali peccati rappresentano una fase di transizione, e verranno sommersi dal nettare del santo nome. Così il devoto non avrà smarrito il sentiero della spiritualità.”

“Tuttavia, se il devoto commette un altro peccato contando sulla potenza del canto, egli diventerà instabile; diverrà una persona disonesta ed sarà condannata a causa del suo namaparadha. I peccati avvengono in due modi: a causa di un’improvvisa debolezza o di uno sbaglio, o per effetto della premeditazione. Esiste una vasta differenza tra i due.”

Essere inclini ai peccato è namaparadha

“Se commette peccato, un materialista deve compiere prayascitta e pentirsi amaramente. Ma se commette peccati contando sulla forza purificatrice del santo nome, perfino il prayascitta sarà inutile. Egli andrà incontro a una sicura rovina. Anche dopo un’incalcolabile punizione all’inferno non sarà assolto da questo namaparadha. L’inclinazione a peccare è già di per sé sufficiente a procurare sofferenze all’anima; se poi essa accentua le proprie difficoltà commettendo deliberatamente peccati, contando sulla potenza del canto, il suo destino sarà molto deplorevole.”

La rinuncia delle scimmie

“Le Scritture dichiarano che il santo nome è così potente che può neutralizzare più peccati di quanti se ne potrebbero commettere anche in cento milioni di vite. Il più odioso dei peccati è annullato già allo stadio namabhasa del canto. Ecco perché imbroglioni e ciarlatani adottano il canto del nome; abbandonano le responsabilità e le fatiche del capo­famiglia e, nascondendosi dietro l’abito del rinunciato, viaggiano di paese in paese. I loro cuori sono appesantiti dai desideri di ricchezza e di donne. Tu hai descritto tali persone come markata vairagi, o ‘scimmie rinun­ciate’.”

Questo namaparadha è inevitabile per i simulatori

“Alcune persone si fingono rinunciate e mantengono una mentalità da uomini di famiglia. Queste persone sono dei pesi morti per madre terra e per la società umana, e dovrebbero essere evitate. Un devoto che ha preso rifugio nel santo nome può vivere in ogni situazione, nella vita familiare o nella foresta come eremita. Se la situazione familiare favorisce il canto, la vita del mendicante è sconveniente e non è necessaria, ma se la vita di famiglia non lo favorisce egli è tenuto ad abbandonare la casa. E’ una terribile offesa commettere peccati contando sulla potenza del santo nome; questo offensore sarà per sempre bandito dal sentiero del servizio di devozione.”

“I devoti allo stadio namabhasa del canto devono fare attenzione a tale compagnia ingannevole, perchè essa avrà un’influenza dannosa su di loro, altrimenti, i devoti si degraderanno a commettere questo terribile nama­aparadha. Colui che canta il puro nome è libero dal namaparadha.”

I puri devoti sono liberi dal namaparadha

“I devoti che hanno preso completo rifugio nel canto del puro nome non sono mai inclini a commettere alcuno dei dieci namaparadha. Il santo nome stesso protegge i puri devoti che si sono arresi al puro nome. Ma fintantochè il puro nome non si è manifestato nel cuore del devoto, il pericolo di commettere namaparadha sarà sempre incombente. Perciò i devoti allo stadio namabhasa del canto devono particolarmente evitare questa offesa: quella di commettere peccati contando sulla potenza del santo nome.”

Evitare attentamente le offese

“Un devoto deve ricercare l’associazione dei puri devoti che cantano il santo nome senza offese, e dovrebbe stare molto all’erta nel non commettere offese. Chi canta puramente ha una mente e una coscienza ferme. Egli non devia dal pensare a Krsna, neppure per un momento. Fintantochè non si è rafforzato il canto a questo livello e non ci si è pienamente arresi al santo nome, si deve essere molto attenti nell’evitare le offese. Occorre fare molta attenzione all’offesa che consiste nel com­mettere peccati contando sulla forza del canto. Si deve cantare il santo nome costantemente e in tal modo attrarre la misericordia del maestro spirituale il quale ci dà la perfetta conoscenza dell’eterna relazione. Questa conoscenza contiene la scienza della pura devozione e del puro santo nome.”

Rimedio per questo aparadha

Se per qualche errore viene commesso questo namaparadha, si deve cercare l’associazione di puri Vaisnava. La propensione a peccare è come uno scippatore che si avvicina al passante. I puri devoti sono le guardie che vanno a soccorrere i devoti che invocano a voce alta il loro aiuto. Al solo udire queste grida di aiuto il ladro fugge immediatamente, per paura che le guardie arrivino. Le guardie, i puri Vaisnava, consoleranno il devoto con dolci parole e gli assicureranno la loro protezione.”

Io, l’autore dell’Harinama Cintamani, sono un inutile sventurato. Faccio conoscere questa composizione avendo preso rifugio nei puri Vaisnava.

-Capitolo Dieci –

Parlare delle Glorie del Santo Nome agli infedeli

Tutte le glorie al Signore Gauranga, la vita di Sri Gadadhara Pandit; tutte le glorie al Signore Nityananda, i1 cuore di Srimati Jahnavadevi; tutte le glorie a Sri Advaita Acarya, il Signore di Madre Sita; tutte le glorie a Srila Srivas Pandit, e tutte le glorie ai devoti del Signore Caitanya.

Sraddha è essenziale per cantare il santo nome

CON LE MANI GIUNTE e con voce dolce, Srila Haridasa Thakura disse: “Ora, per favore, ascolta a riguardo di un’altro nama­-aparadha. La prima richiesta essenziale per cantare il santo nome di Krsna è sraddha, o ferma fede. Colui che ne è privo non può ascoltare il nome ed è quindi incapace di cantarlo. Una nascita elevata in una famiglia rispettabile, la conoscenza, la forza, l’erudizione o la ricchezza non sono qualità che qualificano una persona a cantare il santo nome. Le Scritture esaltano la fede come ingrediente indispensabile per un canto corretto. Il nome di Sri Krsna è il tesoro più prezioso della jiva. Sraddha significa avere piena convinzione che cantando il nome di Sri Krsna si adempirà automaticamente a tutti i doveri e si compiranno tutte le attività pie. Colo­ro che non posseggono tale fede non sono qualificati per il canto.”

Istruire gli infedeli riguardo al santo nome

“In accordo all’etichetta Vaisnava, una persona che non ha sraddha per il nome non dovrebbe essere iniziata al canto. Se una persona senza fede è iniziata al canto o è istruita riguardo alle glorie del santo nome, non farà che contaminare e mancare di rispetto al nome. Questa è l’afferma­zione delle Scritture. Il maiale frantumerà le perle che gli vengono offerte e la scimmia strapperà la stoffa che le viene data. Allo stesso modo una persona senza fede commetterà sempre più offese al santo nome e così si attirerà la sua condanna. Simultaneamente il guru iniziatore sarà tra­scinato in basso dalla sua responsabilità in queste offese, e molto presto lascerà la via del servizio devozionale.”

Cosa fare se una persona senza fede vuole l’iniziazione “Una persona senza fede potrebbe astutamente andare da un Vaisnava e pregarlo di essere iniziata al canto. Il sadhu dovrebbe comprendere il suo trucco e rifiutargli l’iniziazione. Il devoto ciarlatano presume: ‘Il santo nome di Krsna è il mezzo più efficace di purificazione; non appena avrò ricevuto il nome sarò esentato dalla preoccupazione di commettere peccati. Inoltre, cantando costantemente, la gente mi rispetterà e mi adorerà come un Vaisnava – così potrò richiedere loro una grande mole di servizi. Il prestigio che ho perduto con le mie attività peccaminose sarà ritrovato pienamente per mezzo del canto. Non dovrò più subire un’altra perdita, e godrò di immensi benefici materiali’, ecc. II sadhu dovrebbe chiedere al simulatore di pentirsi pienamente della sua disonestà. Per diventare degno dell’iniziazione egli deve riconoscere i propri desideri di distinzione e adorazione, e dovrebbe cercare di sviluppare sraddha per il santo nome.” “Solo quando lo sraddha per il santo nome è presente si può essere iniziati al canto. Il santo nome conduce colui che canta al di là dell’oceano dell’illusione materiale. Ma fintantochè egli non ha sviluppato sufficiente fede nel santo nome, non è qualificato a cantarlo. Si dovrebbero ascoltare le glorie del santo nome da un santo Vaisnava; diventando umili ascoltando le sue istruzioni, occorre lasciare da parte i desideri materiali e si deve cominciare a cantare. Quando il maestro spirituale Vaisnava perce­pisce il giusto grado di sraddha nel candidato, lo inizia al più grande tesoro spirituale – il santo nome di Krsna. Ma iniziare una persona senza fede è un’offesa abominevole. Il guru va all’inferno se dà l’iniziazione a una persona senza fede che vuole ottenere benefici materiali.”

“Se il guru sa che la persona che lo ha avvicinato per l’iniziazione è un simulatore falso e senza fede, e ciononostante sbadatamente lo inizia unicamente per ottenere benefici materiali, commette un’atroce offesa contro il santo nome. Se il guru non è stato in grado di giudicare cor­rettamente, iniziando il discepolo pensando che fosse sincero e fedele; e più tardi scopre che è un simulatore, deve riparare immediatamente al suo errore.”

Rimedio per questo namaparadha

“Se per inavvertenza e mancanza d’esperienza succede di dare l’inizia­zione ed istruire un devoto senza fede, il maestro spirituale iniziatore dovrebbe essere pieno di paura e rimorso. Egli deve rendere pubblica la sua offesa davanti alla comunità dei Vaisnava e rigettare il falso discepolo scomunicandolo. Se il guru fallisce nell’agire prontamente, egli affonderà gradualmente nell’abisso della depravazione morale e dell’illusione e sarà allontanato dal sentiero della devozione. O Signore Caitanya, le Tue istruzioni a coloro ai quali Tu hai ordinato di propagare il santo nome ci mettono in guardia a tale riguardo.”

Le istruzioni del Signore Caitanya ai predicatori

“Tu hai spiegato che i predicatori devono istruire appropriatamente gli sraddhavan (persone con sraddha) a riguardo del santo nome di Dio. In questo modo il mondo intero dev’essere inondato con il canto delle glorie del santo nome. Il santo nome dovrebbe essere ampiamente propagato mediante il canto collettivo. Coloro che sono sinceri si faranno avanti e sceglieranno un maestro spirituale autentico, e riceveranno da lui l’inizia­zione al santo nome. Attraverso il canto sincero essi otterranno sicura­mente l’amore per Dio, krsna prema. Si dovrebbero far cessare le loro attività malefiche e nocive alle prostitute, ai criminali, agli imbroglioni e alle altre persone peccaminose; lo sraddha sincero dovrebbe essere piantato nei loro cuori e quando il loro sraddha nel santo nome di Krsna giunge a maturazione devono ricevere l’iniziazione. Questo è il dovere di un predicatore quando va da un posto all’altro per insegnare a tutti.”

Il risultato di questo namaparadha

“Quando un guru, senza tener conto delle Tue istruzioni, inizia un simulatore non sincero, commette una terribile offesa per la quale andrà all’inferno. Le offese namaparadha che sono state commesse diminuiscono la potenza spirituale del guru, e alla fine il guru sarà rovinato. Questa offesa ha un effetto devastante sia nei confronti del guru che del discepolo: entrambi dovranno andare all’inferno.”

Prima sraddha, poi iniziazione

“Mio caro Signore, Tu sei stato molto misericordioso con Jagai e Madhai. Questi fratelli erano nati in una famiglia di brahmana, ma a Navadvipa erano diventati famosi come i più caduti a causa dei loro atti estremamente violenti. I loro nomi originali erano Jagadananda e Madhavananda. Dapprima Tu hai invocato in loro lo sraddha, e poi hai dato loro il santo nome. O Signore, il Tuo carattere e le Tue attività sono esemplari, e brillano come un faro attraverso il mondo. Che ognuno possa seguire il Tuo meraviglioso esempio.”

Coloro che sono servitori dei Vaisnava troveranno questa Harinama Cintamani una gemma inestimabile.

  • Capitolo Undici –

Equiparare il canto alle attività pie

Tutte le glorie al Signore Gauracandra, la vera incarnazione del santo nome; tutte le glorie al santo nome del Signore Supremo! Il santo nome del Signore è l’essenza di tutte le conclusioni Vediche.

La forma originale e la posizione del santo nome

SRILA HARIDASA THAKURA continuò: “O Signore, altre attività pie non possono mai essere equiparate al canto del santo nome. II Signore Supremo è il sole trascendentale e la Sua forma divina è pienamente spirituale; questa è la meravigliosa e misteriosa verità. Tutte le Sue manifestazioni nella forma di Divinità sono assolute. Esse sono trascendentali proprio come i1 Suo nome, la Sua dimora, i Suoi divertimenti, ecc. II santo nome del Signore cantato dal puro devoto discende direttamente da Goloka, il cielo spirituale. Il nome puro emana dalla sua anima e permea il suo intero corpo danzando sulla punta della sua lingua. Colui che canta con questa comprensione sta realmente cantando il nome; altrimenti, colui che nutre un concetto materiale del nome è sommerso dallo scoraggiamento, soffre eternamente all’inferno e un devoto non dovrebbe mai vedere il suo viso.”

“Le Scritture hanno inequivocabilmente dichiarato che il Signore Supremo Sri Krsna è l’unico soggetto e oggetto di ricerca, e il processo per trovarLo è stato indicato chiaramente allo stesso modo. In accordo all’abilità individuale del ricercatore questo processo unico diventa molteplice. Così sono germogliate differenti vie come karma, jnana, bhakti, ecc. A chi è appesantito dal materialismo si raccomanda di seguire la via del karma per la purificazione della coscienza. Per le anime ingannate dall’illusione di maya la via consigliata è coltivare la filosofia monista, mentre l’attività più adatta per il resto delle jive è il puro servizio devozionale.”

Cos’è il karma?

“Le persone assorte nella vita materiale cominciano ad adorare il Signore Supremo per paura della morte. I piedi di loto del Signore sono il rifugio perfetto, libero da ogni ansietà. Essi sono l’unico mezzo per attraversare l’illimitato oceano dell’ignoranza. Ma quando il processo per ottenere la protezione del Signore si tinge di motivazioni materiali, diventa mondano. Anche se il Signore viene adorato, poiché il processo di adorazione è mondano viene considerato come attività pia, o subhakarma. Subhakarma include attività altruistiche, sacrifici, abluzioni nei luoghi santi, sacrifici del fuoco, carità, yoga, la pratica del varnasrama-dharma, pellegrinaggi, voti, offerte agli antenati, meditazione, coltivare la cono­scenza empirica, propiziarsi gli esseri celesti, penitenze, austerità, ecc. Tutte queste attività sono situate al livello mondano. Gradualmente, grazie a questo processo mondano, colui che compie queste attività ne raggiunge il traguardo: il Signore Supremo. A questo punto tale processo mondano viene abbandonato. Egli non è più attratto da queste pratiche materiali, poiché conosce la vera essenza di tutti i doveri religiosi. Egli ha trovato il servizio devozionale al Signore, la bhakti.”

II metodo delle attività pie, o subhakarma

“Il contatto della jiva con la materia aumenta il suo scontento e la sua sofferenza. Tutto questo è un grande piano della provvidenza, che gra­dualmente guida la jiva alla perfezione. Le anime condizionate non possono esistere senza un contatto ravvicinato con la materia. Tutte le loro attività e pensieri sono intimamente intrecciati nel tessuto del materialismo. Le attività pie (subhakarma) provvedono alla jiva i mezzi per avvicinare la pura devozione attraverso `il contatto materiale. Perciò subhakarma è certamente un sentiero percorribile per qualsiasi anima condizionata che voglia avvicinare il traguardo finale: l’amore per Dio. Ciononostante un fatto dev’essere chiaro: raggiungere la perfezione attraverso il subhakarma è un grande spreco di tempo. L’obiettivo finale è krsna prema, che è pienamente spirituale; mentre il subhakarma è mondano. Perciò vi è una differenza abissale tra il mezzo e l’obiettivo.”

II santo nome è il mezzo per giungere al sadhana

“Per la Sua compassione senza causa, il Signore Supremo Si è incar­nato nella forma del santo nome, rendendoSi disponibile alle jive. Così il santo nome viene accettato dalle anime pie come il mezzo migliore per raggiungere la perfezione. Le Scritture raccomandano il santo nome del Signore come il mezzo più efficace per ottenere l’Assoluto, ma le jive hanno frainteso questo canto considerandolo come uno dei tanti tipi di subhakarma. Questa errata interpretazione è paragonabile all’idea di considerare Sri Visnu allo stesso livello degli esseri celesti, come Siva e Brahma.”

“II santo nome è pienamente spirituale e trascendentale alla natura materiale ed è incontaminato dalla materia. Sebbene la jiva sia spirituale, la concezione che ha di sé stessa è materiale a causa di una grossolana ignoranza. Di conseguenza la jiva pensa che ogni cosa, incluso il santo nome del Signore, sia materiale e così il canto del santo nome di Krsna. è stato classificato come subhakarma; le jive con tendenze mayavadi sono convinte che ciò sia giusto e corretto, ma coloro che si uniformano a questa visione sono esclusi dalla via del servizio devozionale.”

Il nome è sia il mezzo che il fine

“Il santo nome è il ricettacolo della perfetta beatitudine, ed è disceso in questo mondo materiale per diventare il mezzo grazie al quale può essere ottenuto il summum bonum della bhakti. Le Scritture elogiano le sue glorie divine poiché il nome di Krsna rappresenta sia il mezzo che il fine. In accordo al grado individuale di perfezione spirituale della jiva, il nome di Krsna viene considerato come il mezzo o il fine. Fintantochè non si è otte­nuta la realizzazione spirituale, il santo nome diventa il mezzo per rag­giungere questo traguardo.”

Subhakarma è secondario; il santo nome è il mezzo principale

“I mezzi per raggiungere la realizzazione spirituale sono di due tipi: principali e secondari. Subhakarma è il mezzo secondario e il santo nome del Signore è quello principale. Sebbene il santo nome sia considerato un mezzo, è eternamente il mezzo principale. Tutti i tipi di subhakarma sono sempre considerati mezzi secondari. Quando questo punto è chiaramente compreso, la differenza tra il santo nome e subhakarma diventa automa­ticamente manifesta. Il verdetto delle Scritture è che il santo nome è l’essenza e perciò non è comparabile con qualsiasi tipo di subhakarma. Chi canta con il cuore puro sperimenta in che modo la beatitudine divina entra nel suo cuore elevandolo a delizie sublimi. Questa è l’essenza della natura del santo nome. Perfino la beatitudine di realizzare il puro sé non è situata a questo livello.”

La gioia della sayujya mukti è solo un’ombra

“Lo stato di gioia che si sperimenta nella realizzazione del brahman o della sayujya-mukti rappresenta semplicemente il termine delle sofferenze materiali. L’illimitata abbondanza di sublime beatitudine presente nel santo nome del Signore è più grande di qualsiasi altra cosa.”

“La meravigliosa qualità del santo nome è che durante il periodo di sadhana (pratica) esso rappresenta il mezzo, e nello stadio perfezionato rappresenta il traguardo finale. Anche quando viene utilizzato in qualità di mezzo, il santo nome rimane sempre il fine. Non si può dire lo stesso per gli altri tipi di subhakarma, che sono tutte attività mondane. Il santo nome è puramente spirituale e si manifesta spontaneamente a seguito della bontà divina. Il santo nome è situato nella pura virtù anche durante la pratica del sadhana; solo le imperfezioni del sadhaka e gli anartha sembrano offus­carlo.”

“II santo nome dev’essere cantato in associazione con i sadhu: in tal modo le ebbrezze materiali e gli anartha scompariranno, essendo sostituiti dal puro nome di Krsna. La pratica di qualche tipo di subhakarma deve essere tralasciata quando si è ottenuto il rifugio della destinazione finale; tuttavia, colui che canta il santo nome non abbandona mai il santo nome, ma semplicemente canta il nome puro allo stadio perfetto. II santo nome del Signore è, per sua natura, diametralmente opposto alle attività mondane del subhakarma. Nello stadio di sadhana il devoto dovrebbe, per la grazia del maestro spirituale e sulla base delle evidenze Vediche, comprendere le differenze tra il santo nome e il subhakarma.”

“Quando sraddha è sufficientemente maturo, esso conduce all’associa­zione dei sadhu ed è in tale associazione che s’inizia il servizio di devozione. Attraverso il canto del santo nome del Signore, il cuore viene pulito da tutti gli anartha e quanto più il cuore viene pulito dagli anartha, tanto più il canto diventa puro. Gradualmente si diventa stabili nella devozione e si sviluppa gusto per il santo nome. La conoscenza di questi livelli di sviluppo dev’essere innanzitutto compresa con fede dal sadhaka per la grazia del suo maestro spirituale, altrimenti, continuando a com­mettere namaparada, i suoi anartha si moltiplicheranno. Tuttavia, con l’appropriata comprensione e la giusta fede, il nome puro si manifesterà molto velocemente.”

Rimedio per questo namaparadha

“L’aparadha di equiparare il santo nome al subhakarma viene commesso a causa di attività peccaminose. Devono quindi essere prese immediate contromisure. Le offese ai Vaisnava sono, in effetti, attività peccaminose. Come risultato di queste offese, la jiva acquisisce una contorta comprensione mayavadi del santo nome. Solo l’associazione dei devoti può liberare da tali offese. Per liberarsi dal namaparadha si deve avvicinare un capofamiglia Vaisnava originariamente proveniente da una casta molto bassa, in modo da eliminare ogni falsa concezione basata sulle designazioni e sulle distinzioni di casta. L’offensore dovrebbe cospargere su tutto il suo corpo, con grande fede e rispetto, la polvere dei piedi di quel Vaisnava. Egli deve anche mangiare i resti del cibo di tale Vaisnava e bere l’acqua che ha lavato i suoi piedi. In questo modo l’attitudine appropriata verso il santo nome si svilupperà nuovamente nel cuore dell’offensore. Il mondo intero canta di come Kalidasa fu salvato da questo namaparadha per la grazia del Signore.”

L’attaccamento di Haridasa Thakura per il santo nome

“Mio caro Signore, i miei pensieri e il mio intelletto sono pienamente mondani: dunque io semplicemente recito il nome del Signore. Sono troppo sfortunato per sperimentare le qualità trascendentali del santo nome, simili alla pietra filosofale. O Signore! Ti prego, che Tu possa apparire come santo nome e danzare sulla mia lingua: Cado ai Tuoi piedi di loto e prego. Se Tu vuoi, mi puoi tenere in questo mondo materiale e puoi privarmi del cielo spirituale; qualunque cosa Tu desideri, sei libero di attuarla. Ma, per favore, Ti prego di lasciami gustare il divino nettare del santo nome di Krsna. Tu Ti sei incarnato tra le jive per distribuire il santo nome, così gentilmente considera anche me, una jiva insignificante. Io sono un’anima caduta e Tu sei il salvatore delle anime cadute. Che questa sia la nostra relazione. O Salvatore! Contando sulla nostra relazione, io imploro da Te il nettare del santo nome.”

Perché il santo nome è la religione di quest’era

“Nel Kali-yuga ogni altro processo, eccetto il santo nome, è inadatto a redimere le anime cadute. Dunque il canto del santo nome è lo yuga­dharma. Il canto del santo nome del Signore è la pratica religiosa più efficace in tutte le ere. Nel Kali-yuga, diversamente dalle altre ere, non vi è un’altra religione disponibile; così il santo nome si manifesta come l’unica religione in grado di redimere le anime cadute.”

Io, Bhaktivinoda, sono una bassa anima caduta. Io, fautore che enun­cia l’Harinama Cintamani; sono anche un’umile servitore di Haridasa Thakura.

Capitolo Dodici

Cantare in modo disattento è offensivo

Tutte le glorie a Sri Caitanya Mahaprabhu; tutte le glorie a tutti i devoti del Signore. Io posso compiere il canto collettivo del santo nome del Signore solo per la loro misericordia incondizionata.

Pramada o canto disattento

SRILA HARIDASA THAKURA continuò a spiegare: “O Signore Caitanya, Tu hai istruito Srila Sanatana Gosvami qui a Jagannatha Puri, e Srila Gopala Bhatta Gosvami nel sud dell’India, sul fatto che il santo nome dev’essere cantato in modo attento. La disattenzione nel canto è namaparadha. Si possono accuratamente evitare tutte le altre offese, o namaparadha, senza tuttavia poter sperimentare l’estasi del puro nome. Questo è l’indizio di un altro tipo di namaparadha conosciuto come pramada, che reprime la crescita naturale della pura devozione.”

La disattenzione è una forma di negligenza

“Disattenzione e negligenza sono sinonimi. Il canto negligente pianta i semi degli anartha che presto daranno frutto. La disattenzione è di tre tipi. La prima è detta audasinya, o servizio devozionale apatico, intendendo con ciò una mancanza di risolutezza nel sadhana. II secondo tipo si chiama jadya, pigrizia o perfino inerzia. Il terzo tipo è detto viksepa, che significa distrazione, o deviare la propria attenzione in attività non diret­tamente collegate al sadhana-bhakti.”

Per sviluppare anuraga si deve cantare attentamente

“Per uno speciale colpo di fortuna una jiva può sviluppare sufficiente sraddha da riuscire a prendere rifugio nel santo nome. Cantando regolar­mente un numero fissa di santi nomi con particolare cura e attenzione si progredisce gradualmente verso anuraga, o attrazione spontanea per il nome del Signore. Si dovrebbe cantare il numero prescritto di giri sul tulasi-mala e, col tempo, aumentare gradualmente il canto. Prima di rag­giungere il livello di anuraga si deve essere estremamente cauti riguardo al canto.”

‘Le persone sono naturalmente attaccate alle cose materiali. I loro pensieri sono assorti nella materia. Una persona può cantare il santo nome, ma la sua attenzione e la sua mente possono essere lontani dal canto. Anche se si cantasse un lakh (100.000) di santi nomi sul mala, nel cuore non viene prodotta neppure una goccia di gusto per il santo nome del Signore. Questo è un vivido esempio di cantò disattento e dei suoi risultati. E’ difficile impedire al cuore di un materialista di commettere tali offese.”

II processo del canto attento

“Si deve fare un’abitudine quotidiana di cantare per un’ora in associazione con un santo Vaisnava o in un luogo solitario e isolato, notando l’attitudine devozionale del Vaisnava e il suo gusto per il santo nome. Il neofita dovrebbe cercare di emulare questo sentimento e liberarsi gradualmente dalla sua apatia nel canto. Gradualmente la sua attenzione e la sua mente diventeranno fisse nel santo nome. Con il canto costante, la dolcezza del santo nome lo renderà ansioso di gustare ancora di più quel nettare. Egli è attratto ad essere in presenza di Tulasi-devi e a risiedere in un luogo che ha visto i divertimenti di Sri Krsna. Cercando sempre l’associazione di devoti santi, egli adotta la loro disciplina e segue le orme dei precedenti puri devoti nel gustare la sublime gioia dell’intimo servizio devozionale o bhajana. Egli inizia con un’ora di bhajana, poi con due per aumentarle fino a quattro; infine giungerà a cantare non meno di tre lakh di santi nomi al giorno. Questo lo aiuterà a tagliare rapidamente i suoi legami con il materialismo.”

“Un altro metodo efficace per rimuovere l’apatia nei confronti del santo nome è quello di sedersi da soli e meditare sul nome come hanno fatto i saggi del passato. Se questo non è possibile, ci si dovrebbe coprire la testa e il viso con della stoffa e concentrarsi sul santo nome. Len­tamente si svilupperà attrazione per il santo nome, e l’apatia e la disatten­zione gradualmente svaniranno.”

Sintomi della pigrizia o jadya

“Indulgere nella pigrizia (jadya) impedisce a una persona di gustare il nettare del santo nome. Egli inizia can il canto e il ricordo del santo nome, ma molto presto lo trova intollerabile e vuole dormire. I devoti avanzati ci mettono in guardia riguardo a tale offesa. Essi non sprecano nemmeno un momento in attività o discorsi inutili e meditano costantemente sul santo nome del Signore. Sono talmente assorti nel nettare del santo nome che non si interessano di nient’altro. Si deve fare lo sforzo di associarsi con tali rari devoti e seguire il loro esempio, liberandosi così della pigrizia. E’ la natura dei -santi Vaisnava essere sempre impegnati in attività devozionali. Essi non perdono mai tempo inutilmente. Notando ciò si diventerà immediatamente attratti da questa loro caratteristica devozio­nale. Ci si chiederà come poter diventare simili a questi devoti, immersi nella meditazione sul santo nome. Com’è possibile, già da oggi, aumentare gradualmente il proprio canto fino a raggiungere, con desiderio e ispira­zione, tre lakh di santi nomi? Quando Sri Krsna vede tale entusiasmo, Egli ricambia rimuovendo la pigrizia mentale del neofita con il potere del Suo nome e lo avvicina all’associazione dei devoti avanzati.”

La distrazione ( viksepa) e il suo antidoto

“La distrazione nel canto produce un tipo di illusione che causa serie offese al santo nome: tali offese sono molto difficili da superare. Questa illusione porta a desiderare intensamente la ricchezza, le donne, la posizione, il successo e conduce perfino all’inganno. Quando questi desideri coprono il cuore, il neofita gradualmente perde interesse per il canto del santo nome.”

“Si deve fare uno sforzo costante per allontanare dalla mente questi pensieri e seguire diligentemente le regole dell’etichetta Vaisnava. Questo sforzo gli farà ritrovare la sua buona fortuna. Per cominciare, dovrà iniziare ad osservare i voti di ekadasi, i giorni che commemorano l’apparizione del Signore e altre importanti festività. Si dovrebbero utilizzare tutti i giorni di festa recitando e cantando giorno e notte le glorie del Signore in associazione di devoti santi. Il modo ideale di celebrare questi festival è quella di trovarsi in un dhama (Navadvipa, Vrindavana, Puri, ecc.) con dei sadhu (puri devoti nella linea di Srila Rupa Gosvami), leggendo e discutendo degli sastra (letteratura Vedica come la Bhagavad Gita e lo Srimad-Bhagavatam e altre Scritture Vaisnava). Si deve partecipare con entusiasmo a questi festival, senza ansietà né esitazione. Questi festival riaccenderanno gradualmente la scintilla morente del gusto spirituale. Così, gradualmente, si ridiventerà nuovamente attratti ai diver­timenti del Signore Supremo.”

“Assaporando il gusto superiore della pura spiritualità si sarà naturalmente disgustati dai propri bassi desideri materiali. Si sarà rapiti dai dolci canti che parlano del Signore Supremo cantati dai devoti, e le orecchie si colmeranno di nettare. La mente si staccherà dalla materia e si concentrerà sui divertimenti e sul santo nome del Signore. Quando la propria mente sarà fissata nuovamente sul santo nome, si potrà cantare eternamente con attitudine calma e gioiosa.” ‘

Entusiasmo per il canto

“Si deve completare diligentemente il numero prescritto di santi nomi secondo il proprio voto e si deve sempre controllare di cantare i propri giri sinceramente. Chi canta in modo distratto è sempre desideroso di terminare il numero prescritto di santi nomi il più presto possibile. E’ importante concentrarsi sulla qualità del canto e non provare arti­ficialmente ad aumentare il numero dei santi nomi. Il nome del Signore dovrebbe essere pronunciato distintamente. Questo può essere ottenuto solo per la grazia del Signore. In tal modo si dovrebbe pregare il Signore di non cadere mai vittima della trappola dell’illusione della distrazione e di poter continuare a gustare il pieno nettare del santo nome.”

Il procedimento per vincere la distrazione

Il devoto dovrebbe, facendone una pratica regolare, rimanere solo per un po’ di tempo, in un luogo tranquillo, e concentrarsi profondamente sul santo nome. Dovrebbe pronunciare e ascoltare il nome distintamente. E’ impossibile che la jiva, da sola, riesca a evitare e superare l’illusione della distrazione. Tuttavia, per la misericordia del Signore, ciò potrà essere ottenuto con facilità. Perciò è essenziale implorare con fervore e grande umiltà affinché il Signore conceda la Sua misericordia. Questa è l’unica via di salvezza per la jiva.”

La necessità di sviluppare entusiasmo

“O Signore Caitanya! Tu sei un oceano di compassione! Il mio cuore inquieto implora la Tua misericordia. Se non divento coscienzioso e non prego per la Tua misericordia, allora non vi è nessuno più sfortunato di me.”

“Coloro che tentano di adottare il servizio devozionale contando sulla propria intelligenza individuale e sulla propria abilità mentale troveranno che i loro sforzi non daranno alcun frutto. La misericordia di Sri Krsna è la causa prima del successo in ogni attività. Colui che non aspira a ottene­re la misericordia del Signore è certamente un’anima miserabile.” “Parlavamo prima di concentrarsi profondamente sul santo nome. Il consiglio del Signore Caitanya per tutti a questo riguardo si trova nel Caitanya-Bhagavata (Madhya-lila 23.650):

“Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare, Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare. Il Signore disse: ‘Ecco il maha-mantra, ora praticate la meditazione sul japa e cantate i santi nomi un numero prescritto di volte (nirbandha). Otterrete dal canto tutte le perfezioni desiderabili. Cantate il santo nome costantemente, poiché non vi sono rigide regole che possono limitarlo`.

“La parola nirbandha necessita una spiegazione. Il sadhaka dovrebbe cantare il maha-mantra sulla corona di Tulasi. Un japa-mala ha 108 grani. Quattro giri sul mala fanno un granthi. Aumentando gradualmente il suo canto, il sadhaka dovrebbe desiderare di cantare sedici granthi, o un lakh di santi nomi; questo numero in particolare viene considerato come nirbandha. Se il canto viene ulteriormente incrementato fino a tre lakh di santi nomi, il devoto sarà, sempre immerso nel santo nome del Signore. Tutti gli acarya precedenti e i mahajana hanno seguito questa istruzione del Signore Caitanya e ottenuto la perfezione. Anche adesso ognuno può ottenere la perfezione col canto appropriato. Tutti (incluse le anime libe­rate, coloro che cercano la liberazione e i materialisti) sono degni di canta­re il santo nome del Signore. Un sentimento nettamente diverso nel canto è visibile nelle anime liberate, ma il nettare del santo nome viene assaporato in ognuno di questi sentimenti, sia nella gioia spirituale che trae origine dall’unione con il Signore, sia nel dolore della separazione dal Signore.”

Colui che porta la gemma dell’Harinama Cintamani come una corona sul capo troverà certamente rifugio ai piedi di loto di Srila Haridasa Thakura.

  • Capitolo Tredici –

Mantenere gli attaccamenti materiali di ‘lo’ e ‘Mio’

Tutte le glorie a Sri Gadadhara Pandit e al Signore Gauranga; tutte le glorie al Signore Nityananda, la vita e l’anima di Srimati Jahnavadevi; tutte le glorie a Sri Advaita Acarya, il Signore di Madre Sita; tutte le glorie a tutti i devoti del Signore Caitanya.

La peggiore offesa contro il santo nome

IMMERSO NELLE LACRIME di amore estatico, Srila Haridasa Thakura continuò a spiegare, con voce spezzata, l’ultima offesa al santa nome. “Mio Signore, quest’ultimo namaparadha è il peggior tipo di offesa. La sua presenza limita il libero fluire dell’amore divino, o prema. Persino dopo aver accettato l’iniziazione spirituale, persone molto attaccate materialmente non riescono ad abbandonare pienamente le designazioni corporee. Essi mantengono una mentalità di ‘io’ e ‘mio’ che li svia dal sentiero della devozione. Le designazioni fisiche, come ad esempio: ‘Io sono un brahmana, io sono un Vaisnava, io sono un re, o ‘questa è la mia posizione, ricchezza, figlio, nipote e così via, sono sintomatiche di imma­turità spirituali che impediscono l’appropriata coltivazione del servizio devozionale. Questa terribile offesa è mitigata solo quando ci si arrende al santo nome.”

La necessità di arrendersi al santo nome

“Ogni devoto deve cessare ogni namaparadha e arrendersi com­pletamente al santo nome. In accordo alle Scritture il processo di abban­dono si divide in sei parti. E’ al di là della mia abilità poterli descrivere dettagliatamente. Mi limiterò a toccare questi punti e a porli dinanzi ai Tuoi piedi di loto.”

“Il voto di accettare tutto ciò che è favorevole al compimento del servizio devozionale, rigettare tutto ciò che è sfavorevole, essere convinti che il Signore ci proteggerà sempre, dipendere completamente da Sri Krsna per ogni cosa; essere sempre umili e miti e gettarsi ai piedi di loto di Sri Krsna – questi sono i sei processi dell’abbandono.”

“Il servizio devozionale è possibile solo quando si è in vita, quindi si deve accettare solo ciò che mantiene il corpo e l’anima insieme. La vita deve essere modellata in modo tale da facilitare il servizio devozionale. Perciò si deve sviluppare un gusto per gli oggetti che sono collegati a Sri Krsna. Simultaneamente, un naturale disgusto per tutto ciò che impedisce il servizio devozionale si svilupperà nel cuore. Sri Krsna diventa il solo protettore e mantenitore, poiché non vi è una persona affidabile come Lui. Io, come Suo eterno servitore, in un modo o nell’altro faccio parte della famiglia di Sri Krsna, e la mia sola aspirazione è di agire in accordo alla volontà di Sri Krsna.”

“Si devono abbandonare tutte le false designazioni, come brahmana, sudra, padre, marito, re, suddito, maestro, benefattore e mantenitore, e abbandonare tutti gli attaccamenti a denaro, corpo, figli, moglie, ecc. Invece, si devono porre al centro gli attaccamenti e le relazioni che riguardano Krsna, pensando: ‘Egli è il mio vero maestro e Signore e il Suo volere è per me imperativa. Sono pronto ad agire solo per soddisfare il desiderio di Sri Krsna e non penserò nemmeno ai miei desideri personali. Adatterò la mia situazione familiare per la soddisfazione del Signore. Grazie al Suo desiderio attraverserò l’oceano materiale. Rimarrò eternamente un servitore di Sri Krsna sia nella gioia che nel dolore. Solo per il Suo desiderio diventerò compassionevole verso la sofferenza degli altri. Tutti i miei momenti di felicità materiale e le mie tendenze all’auste­rità sono dovute solamente alla volontà del Signore’. Quando questi senti­menti emergono spontaneamente si raggiunge lo stadio di atma-nivedana (abbandono dell’anima).”

Cosa avviene senza l’abbandono

“Una persona incapace di accettare i sei processi dell’abbandono è prigioniera del falso ego e pensa in termini di ‘io’ ,e ‘mio’. Egli dichiara orgogliosamente: ‘Io qui sono il maestro. Questa casa e questa famiglia mi appartengono. I frutti del mio lavoro mi appartengono di diritto e io ne sono il beneficiario, siano essi dolci o amari. Io sono il mio unico protetto­re e mantenitore. Questa donna è mia moglie, questo è mio fratello, e là c’è mio figlio. Mi guadagno da vivere con il sudore della fronte. II successo è il premio dei miei sfarzi. Inebriate dall’egoismo queste persone materialiste stimano oltre misura la loro abilità e intelligenza. Gli scienziati diffondono le loro teorie e sviluppano la tecnologia per ostentare la loro negazione dell’onnipotenza di Dio e anche di Dio stesso. Fra gli atei, questi sono i demoni peggiori. I loro crediti sono dovuti ai loro cosiddetto avanzamento scientifico e tecnologico e ai benefici materiali che esso procura., Ma in realtà tutto avviene per volontà del Signore: questo è stato volutamente dimenticato.”

“Quando gli atei ascoltano le glorie del santo nome, non ci credono. Ciononostante, anche se pronunciano il santo nome di Krsna a seguito delle norme sociali, poiché questo modo di cantare è privo di fede, essi non provano mai gioia. Queste sono le vie stereotipate dei simulatori che fanno semplicemente mostra di religiosità. Ripetendo il nome di Krsna, anche se in modo negligente, essi ottengono un po’ di compassione, ma sono privati del vero risultato del canto: il puro amore per Dio. La causa del loro atteggiamento offensivo è dovuto al fatto che essi sono assorti nella materia. Sono talmente prigionieri della potenza illusoria da esserne accecati, ed è estremamente difficile per loro liberarsi dalla loro condizione offensiva. Solo chi acquisisce un gusto per il puro servizio devozionale diventa disgustato dalla vita materiale e, dopo averla lasciata, prende pieno rifugio nel santo nome:”

Come liberarsi da questa offesa

“Tralasciando tutti gli attaccamenti materiali e accettando volontaria­mente la povertà, si dovrebbero adorare umilmente i piedi di loto di Sri Krsna, prendendo completo rifugio nel canto del santo nome. Si deve cercare l’associazione dei sadhu e servirli senza desideri materiali. Gradualmente il cuore si impregnerà di attrazione per il santo nome. La mentalità egoistica di ‘io’ e ‘mio’ scomparirà e si potrà andare al di là dell’oceano dell’ignoranza materiale. Ascoltando le glorie del santo nome, le ultime tracce del falso ego scompariranno. I sintomi di un puro devoto sbocceranno nel cuore e si comincerà a mettere in atto i sei processi della resa. Colui che prende completo rifugio nel santo nome è una grande anima e diventa il ricettacolo del tesoro dì krsna prema.”

Sintomi di colui che è libero dal namaparadha

“Il pieno beneficio spirituale non è acquisito semplicemente evitando i dieci namaparadha. Ognuna di queste dieci offese ha degli aspetti particolari; essendo stato avvertito di evitarle, di fatto al devoto viene ordinato di utilizzare positivamente le specifiche qualità divine che rendono impossibili questi aparadha. Perciò, non si devono criticare i santi Vaisnava, ma si deve glorificarli; si deve adorare Krsna come il Signore Supremo e Assoluto; comprendere la superiorità del guru che dà l’iniziazione al santo nome; comprendere la supremazia delle Scritture che rivelano le glorie del santo nome; estirpare e distruggere il desiderio di commettere peccati; avere la certezza. nel cuore che il santo nome è eternamente situato nella pura trascendenza; predicare le glorie del santo nome solamente a coloro che hanno fede; abbandonare completamente le attività rituali e pie e arrendersi totalmente al santo nome cantando con sincerità.”

Bhava è raggiunto rapidamente cantando senza offese

“Quando una persona è libera dalle offese diventa l’essere più fortunato, acquisisce tutte le buone qualità e diventa degno di ricevere la misericordia senza causa di Sri Krsna. Molto velocemente il suo canto gli dona il divino frutto di bhava, il primo stadio di prema. Chi recita senza offese è immediatamente elevato al sadhana, o il livello di pratica che conduce a bhava, o il puro servizio devozionale spontaneo. Da bhava si giunge a prema che, in accordo alle Scritture, è il frutto maturo della devozione, la vetta. insuperabile di ogni perfezione. Mio caro Signore Caitanya, Tu hai personalmente convalidato il fatto che se un devoto canta il santo nome libero dalle offese, ottiene rapidamente krsna prema.”

II canto offensivo impedisce la pura devozione

“Se, nonostante i numerosi sforzi, si continua a cantare con offese, non si raggiungerà mai la pura devozione. Coloro che sono interessati al frutto dell’azione godono di piaceri celestiali attraverso il karma. Il jnani ottiene la liberazione come risultato della conoscenza empirica. Ma la pura devozione per Sri Krsna, che si ottiene raramente, è raggiungibile solo attraverso il puro servizio devozionale. La gioia del paradiso e la libera­zione vengono paragonate alla madreperla (la parte interna del guscio dell’ostrica), ma la pura devozione a Krsna è una gemma inestimabile, la perla stessa. E’ prerogativa della jiva raggiungere il successo del suo sadhana. Lo scopo della pratica accorta è di evitare le dieci offese (nama­aparadha).”

La gravità di namaparadha

“Se si è sufficientemente desiderosi di ottenere la pura devozione si canterà liberi dalle dieci offese. Si deve evitare diligentemente ognuna delle offese, provando sentimenti di profondo pentimento per averle commesse. Si dovrebbe pregare sinceramente ai piedi di loto del santo nome e cantare con determinazione. Solo allora si sarà benedetti dalla misericordia del santo nome, il quale distruggerà tutte le offese. Nessun’altra attività di penitenza potrà in alcun modo assolvere dalle offese.”

II metodo di rifiutare namaparadha

“Le offese al santo nome del Signore svaniscono unicamente con il canto costante. Così, quando esse sono distrutte non possono più riapparire. Canto costante significa che, a parte un tempo minimo per il riposo e altre necessità fisiche, si dovrebbe cantare tutte le ore del giorno con intenso pentimento. Nessun’altra penitenza o rituale ha un tale effetto. Quando le offese sono distrutte, il puro santo nome sboccerà nel cuore. Così il puro nome di Krsna dona bhava ed infine prema.”

“O Signore Caitanya, prego umilmente ai Tuoi piedi di lato affinché le dieci offese al canto del santo nome del Signore non trovino mai posto nel mio cuore: Ti prego, gentilmente fa’ in modo che possa essere sommerso dal nettare del puro nome.”

Questo sventurato Bhaktivinoda è in grado di recitare l’Harinama Cintamani con grande gioia solamente grazie alla misericordia senza causa di Srila Haridasa Thakura.

  • Capitolo Quattordici –

Offese nel Servizio Devozionale

Tutte le glorie a Sri Gadadhara Pandit e al Signore Gauranga; tutte le glorie al Signore. Nityananda, la vita e l’anima di Srimati Jahnavadevi; tutte le glorie a Madre Sita e a Sri Advaita Acarya; tutte le glorie a Srila Srivas Pandit e a tutti i devoti del Signore Caitanya.

Srila Haridasa Thakura è namacarya

IL SIGNORE CAITANYA disse: “Mio caro devoto Haridasa, le anime condizionate del Kali-yuga trarranno un grande beneficio da questa accurata spiegazione che ci hai dato finora sulle offese al santo nome. Tu sei certamente una persona molto risoluta spiritualmente e un acarya. Srila Haridasa Thakura è il namacarya, o la più esperta autorità spirituale nell’ambito del santo nome. Egli ha praticato tutto ciò che ha predicato. Egli ha insegnato alle jive ciò che riguarda il puro santo nome, ed ha insegnato anche come si dovrebbe smettere di commettere namaparadha. Egli ha insegnato tutto questo con il suo esempio.”

II Signore Caitanya continuò: “Sono molto compiaciuto della tua dissertazione sul santo nome. Come acarya tu sei esemplare, e come predicatore sei profondo e sei sempre ornato con l’inestimabile gemma del santo nome del Signore. Ramananda Raya Mi ha insegnato la scienza esoterica delle dolcezze divine, e ora tu Mi hai istruito sulla profonda filosofia del santo nome. Ti prego, gentilmente, parlaMi dei differenti tipi di offese commessi nell’esecuzione del servizio devozionale.”

Srila Haridasa Thakura rispose: “Tu mi hai rivolto una domanda su un soggetto che è più familiare a un devoto servitore. Il mio tempo tra­scorre in associazione col santo nome. Non so che cosa dire a tale riguar do, ma non posso trascurare la Tua istruzione. Dirò qualsiasi cosa Tu mi farai dire.”

Varietà di sevaparadha

“Le offese nel servizio devozionale (sevaparadha) sono numerose. In alcune Scritture sono elencate trentadue offese e in altre cinquanta. Le Scritture generalmente identificano quattro classificazioni di sevaparadha. Per definizione, sevaparadha è sempre collegato all’adorazione delle Divinità. Le quattro classificazioni di offese nell’adorazione delle Divinità sono quelle riguardanti le persone impegnate nell’adorazione delle Divinità, quelle riguardanti l’installazione delle Divinità, quelle riguardanti le persone che ricevono il darsana delle Divinità nel tempio, e quelle che generalmente si applicano in qualsiasi caso. Queste possono essere facil­mente determinate.”

I trentadue sevaparadha

“La lista delle trentadue offese nell’adorazione delle Divinità è la seguente: 1) entrare nel tempio su un palanchino o su qualsiasi altro veicolo, oppure con le scarpe; 2) non osservare i giorni di festival; 3) dimenticarsi di offrire omaggi e preghiere alla Divinità; 4) entrare nel tempio senza essersi lavati le mani e i piedi dopo aver mangiato; 5) offrire adorazione alla Divinità in una condizione sporca o contaminata; 6) offrire omaggi posando solo una mano sul pavimento; 7) girare in tondo davanti a Sri Krsna; 8) stendere i piedi davanti alla Divinità; 9) sedersi davanti alla Divinità tenendosi le caviglie, i gomiti o le ginocchia; 10) dormire o sdraiarsi in presenza della Divinità; 11) accettare prasada davanti alla Divinità; 12) mentire davanti alla Divinità; 13) parlare a voce alta davanti alla Divinità; 14) chiacchierare davanti alla Divinità; 15) versare false lacrime davanti alla Divinità; 16) litigare davanti alla Divinità; 17) criticare qualcuno davanti alla Divinità; 18) fare la carità ai mendicanti davanti alla Divinità; 19) usare parole dure davanti alla Divinità; 20) co­prirsi con una pelliccia davanti alla Divinità; 21) fare l’elogio di qualcuno davanti alla Divinità; 22) essere immodesto davanti alla Divinità; 23) emettere aria davanti alla Divinità; 24) trascurare di adorare la Divinità secondo le proprie possibilità; 25) mangiare cibi che non siano stati offerti a Krsna; 26) non offrire a Krsna i frutti e le verdure di stagione; 27) offrire alla Divinità del cibo contaminato, che è stato mangiato prima da qualcun altro; 28) sedersi voltando la schiena alla Divinità; 29) offrire omaggi o adorare qualcuno davanti alla Divinità; 30) non glorificare e non offrire omaggi al proprio guru davanti alla Divinità; 31) glorificare sé stessi davanti alla Divinità; 32) denigrare gli esseri celesti davanti alla Divinità. Questi trentadue namaparadha, riportati nelle Scritture, sono stati compilati dai saggi realizzati.”

Ulteriori offese elencate in altre scritture

“Altre fonti hanno elencato ulteriori offese; le menzionerò brevemente. E’ offensivo mangiare fastosamente; toccare la Divinità di Hari al `buio; toccare la Divinità senza il rito appropriato; aprire le porte dell’altare senza l’accompagnamento di musica e canti per il piacere del Signore; offrire al Signore del cibo che sia stato visto da un cane; parlare durante l’adorazione delle Divinità; offrire arati senza mettere una ghirlanda di fiori alla Divinità; adorare Sri Krsna con fiori non profumati o poco attraenti; offrire adorazione a Krsna senza essersi lavati viso e bocca; offrire adorazione alla Divinità avendo trascurato di fare un bagno dopo aver avuto rapporti sessuali con la moglie; essere in presenza di una donna, durante il suo periodo mestruale; offrire adorazione immediatamente dopo aver appiccato un fuoco; emettere aria davanti alla Divinità; offrire adorazione con abiti sporchi o indumenti contaminati; offrire adorazione incolleriti; offrire adorazione immediatamente dopo essere stati in un crematorio o dopo aver toccato un cadavere o dopo aver visto la faccia di un cadavere; offrire adorazione mentre si soffre di indigestione o dissen­teria; offrire adorazione masticando betel o tabacco; offrire adorazione dopo aver massaggiato il proprio corpo con olio; offrire adorazione con fiori di ricino e di pipal; offrire adorazione in un momento di cattivo augurio; offrire adorazione su un piccolo sgabello di legno; toccare il Signore con la mano sinistra durante il bagno; offrire fiori appassiti o già offerti; inorgoglirsi durante l’adorazione; sputare abitualmente; adorare la Divinità dopo aver applicato il tilaka in modo scorretto o in linee orizzontali; entrare nel tempio senza essersi lavati i piedi; offrire alla Divinità cibo cucinato da un non Vaisnava; compiere pula alla presenza di un non Vaisnava.”

Il servitore deve evitare sevaparadha

“Chi è impegnato nell’adorazione delle Divinità deve attentamente evitare i sevaparadha, e tutti i Vaisnava devono astenersi rigidamente dai namaparadha e assaporare il gusto del puro servizio devozionale a Krsna. Il devoto stesso è il miglior giudice per stabilire da quale offesa guardarsi, in accordo al servizio in cui è impegnato. Ma la responsabilità di evitare namaparadha è applicabile a tutti i Vaisnava in ogni momento.”

Nello stadio di bhava-seva, sevaparadha è quasi inesistente

“Il devoto che, in un luogo isolato, sente la separazione dalla Divinità, ed è impegnato stabilmente nell’adorazione del Signore con un sentimento di amore estatico (bhava), deve diligentemente evitare le dieci offese al santo nome, poiché i namaparadha sono la fonte di tutti i mali. Bhava­seva inizia solo dopo aver superato i namaparadha. In questo stadio di seva si deve essere liberi da tutte le offese. In bhava-seva il servizio mentale è preminente; vi sono pochissime possibilità di sevaparadha. O Signore Caitanya, tu hai istruito Srila Raghunatha Dasa Gosvami nell’adorazione alla Sri Govardhana Sila in questo modo (come riportato nella Caitanya-caritamrita, Anthya-lila 6.294-304):

`Questa pietra è la forma trascendentale di Krsna. Adorala dunque con grande desiderio. Adora questa pietra sotto l’influenza della virtù, come un perfetto brahmana, perchè con questa adorazione otterrai molto presto l’amore estatico per Krsna. Per questa adorazione è necessaria una brocca d’acqua e alcuni fiori della pianta di tulasi. Se è compiuta in uno stato di assoluta purezza, questa adorazione si situa nella pura virtù. Con fede e amore dovresti offrire otto teneri fiori di tulasi, ognuno con due foglie di tulasi a ciascun lato del fiore.’

“Dopo avergli spiegato il metodo di adorazione, Sri Caitanya Mahaprabhu, con le Sue mani trascendentali, offrì personalmente a Raghunatha dasa la govardhana-sila. Come gli aveva consigliato il Signore, Raghunatha dasa adorò la sila immerso in una grande gioia trascendentale. Svarupa Damodara diede a Raghunatha dasa due pezzi di stoffa lunghi circa quindici centimetri, una piattaforma di legno e una brocca per l’acqua. Così Raghunatha dasa cominciò ad adorare la pietra di Govardhana, e durante la sua adorazione vide Dio, la Persona Suprema, Krsna, il figlio di Nanda Maharaja, direttamente nella pietra. Ogni volta che pensava che la govar­dhana-sila gli era stata consegnata direttamente dalle mani di Sri Caitanya Mahaprabhu, Raghunatha dasa si sentiva sopraffatto dall’amore estatico. La felicità trascendentale sperimentata da Raghunatha dasa con l’offerta di acqua e di tulasi non si può ottenere nemmeno adorando la Divinità con sedici categorie di oggetti. Un giorno, dopo che Raghunatha dasa ebbe così adorato govardhana-sila per qualche tempo, Svarupa Damodara gli rivolse queste parole: ‘Offri alla pietra di Govardhana otto kaudi di squisiti dolci detti khaja e sandesa. Se li offrirai con fede e amore, saranno proprio come nettare”.”

Coloro che meditano sul santo nome praticano bhava-seva

“La meditazione sul santo nome del Signore genera bhava-seva, o servizio di devozione spontaneo. O Signore Caitanya, questa è la Tua misericordia per le jive: tutti i differenti aspetti del sadhana-bhakti, o la pratica del servizio devozionale, culminano infine in prema. Ci si deve dunque immergere nel nettare del canto del santo nome e dimenticare tutti gli altri processi di elevazione.”

E’ solo per la potenza delle istruzioni di Srila Haridasa Thakura che una persona insignificante e senza qualifiche può recitare l’Harinama-Cintamani.

Capitolo Quindici –

Il Bhajana dell’Adorazione Confidenziale

Tutte le glorie a Sri Gadadhara Pandit e al Signore Gauranga; tutte le glorie al Signore Nityananda; tutte le glorie a Sri Advaita Acarya, il Signore di Madre Sita; tutte le glorie a tutti i devoti del Signore Caitanya. Colui che rigetta tutti gli altri processi di elevazione e s’immerge semplicemente nel canto del santo nome è realmente, sotto tutti i punti di vista, un’anima magnanima e gloriosa.

La scienza del santo nome viene svelata

IL SIGNORE CAITANYA disse: “O Haridasa! Semplicemente contando sulla tua meravigliosa devozione sei esperto in ogni conoscenza. Tutte le conclusioni filosofiche dei Veda riguardanti il Signore Assoluto, la jiva, maya, il puro nome del Signore, namabhasa e namaparadha sono rivelate nei tuoi discorsi. E’ dunque giusto dire di te che i Veda camminano gioiosamente a testa alta sulla tua lingua”. Il Signore Caitanya desiderò che i precetti del namabhasa, la scienza spirituale più elevata sui sentimenti del santo nome, venisse rivelata dalla bocca di Srila Haridasa e così il Signore parlò in tal modo.

Il Signore Caitanya continuò: “Ora, per favore, istruisciMi riguardo al namarasa. Come può una jiva diventare degna di riceverlo?” Allora Haridasa Thakura pregò ai piedi di loto del Signore, certo che qualunque cosa egli avesse detto su questo argomento gli sarebbe stata ispirata dal Signore Stesso.

Il concetto di rasa

Srila Haridasa rispose: “I Veda affermano che i rasa, o il sentimento trascendentale, sono della stessa sostanza trascendentale della Suprema Verità Assoluta e del regno della pura trascendenza. I poeti mondani amano dilettarsi in un rasa che è totalmente materiale; in realtà, ciò a cui si riferiscono non è rasa, ma una sua forma perversa. Il rasa esistente al di là della giurisdizione dei ventiquattro elementi della natura materiale è trascendentale ed eternamente situato nella pura virtù. Questo in realtà è il vero rasa. Perfino gli atmarama, i trascendentalisti soddisfatti in sé stessi che hanno superato la natura materiale, non sono capaci di percepire questo meraviglioso sfoggio di varietà divine, perciò sono privati di questo rasa. II rasa eterno è la cognizione spirituale intrinseca nella pura tra­scendenza. E’ eternamente pieno di estasi e risiede ai piedi di loto del Signore Suprema.”

“La Suprema Verità Assoluta esiste distintamente come saktiman, o l’Energetico, e sakti, o l’energia. Qualitativamente saktiman e sakti sono identici, sebbene siano state notate alcune differenze tra le due. Saktiman è sempre l’autocrate assoluto e indipendente, e la sakti mostra sempre la sua piena e suprema potenza. La potenza della sakti si manifesta in tre modi: la potenza cit o la natura spirituale, la jiva o la potenza marginale e maya o la natura materiale.”

La potenza cit rivela l’oggetto supremo

“La cit-sakti rivela l’Oggetto Supremo, il Suo santo nome, la Sua dimora, i Suoi divertimenti, la Sua bellezza, ecc.; Sri Krsna è quel­l’Oggetto Supremo. Il Suo meraviglioso aspetto scuro (syama) è la Sua bellezza. Goloka è la Sua dimora, il luogo dove si svolgono i Suoi diverti­menti. Il Suo nome, dimora, forma, qualità e divertimenti sono un aspetto eternamente esistente della sostanza spirituale non duale. La varietà trascendentale è il risultato dell’attività della potenza divina superiore.”

“II Signore Sri Krsna. è la forma originale di tutte le qualità spirituali, e la Sua natura eterna è la Sua para-sakti o la Sua divina potenza suprema.

Perciò non c’è differenza tra la forma di Krsna e la Sua divina natura di para-sakti. Tuttavia, la varietà, spirituale (rasa) crea l’impressione che vi sia differenza. Ciò viene manifestato solo nel mondo spirituale.”

Cos’è maya-sakti?

“Il riflesso della para-sakti si chiama maya-sakti, o natura materiale. Essa è conosciuta anche come potenza esterna. Per ordine di Sri Krsna essa ha prodotto questo mondo materiale, o devi-dhama.”

Due tipi di jiva-sakti

“La regione marginale (tatastha) della para-sakti manifesta la jiva­sakti. La jiva è eterna, inconcepibilmente e simultaneamente una e differente dal Signore Supremo. Essa partecipa dell’energia di Sri Krsna e dunque è considerata come parte integrante di ciò che viene usato per il servizio al Signore.”

“Vi sono due categorie di jive: nitya-bhadda e nitya-mukta, o anime eternamente condizionate ed eternamente liberate. La jiva eternamente liberata ottiene il diritto di rendere eterno servizio devozionale. La jiva eternamente condizionata viene assorbita dalle attività materiali e può essere di due tipi: estroversa e introspettiva. Le jive nitya-baddha introspettive si stanno sforzando di raggiungere Sri Krsna. Le jive estroverse sono totalmente assorte nella materia grossolana e così si allontanano da Krsna; esse vogliono semplicemente sfruttare ciò che in origine era adibito al servizio di Sri Krsna per il proprio godimento personale. Tra le jive introspettive, quelle più pie e fortunate giungono a contatto con i sadhu e, grazie alla loro associazione, accetteranno il canto del santo nome del Signore che infine le condurrà alle porte del cielo spirituale. Le jive introspettive meno fortunate sono attratte dalle vie del karma e del jnana, per mezzo delle quali esse adorano numerosi esseri celesti oppure giungono infine a fondersi nel brahman impersonale.”

Rasa e i suoi differenti aspetti

“Il santo nome di Sri Krsna è la gemma del fiore del rasa. Rasa è l’essenza della pura trascendenza, e questo rasa, per misericordia di Krsna, si diffonde nel mondo materiale nella forma del Suo santo nome.”

“Al primo apparire della gemma del santo nome viene invocata l’affascinante forma Syamasundara di Krsna a Goloka Vrndavana. Le sessantaquattro qualità trascendentali di Krsna si diffondono dalla gemma, ora parzialmente fiorita, con una fragranza irresistibile. Quando questo fiore giunge in piena fioritura, esso manifesta gli eterni e intimi divertimenti di Sri Krsna conosciuti come gli asta-kaliya-lila, o gli otto divertimenti eterni, e sebbene questa manifestazione sia trascendentale, al devoto essa appare ancora entro questo mondo materiale.”

La bhakti-sakti

“Latenti nella jiva si trovano le minuscole potenze spirituali di ahlada (beatitudine) e samvit (conoscenza). La svarupa-sakti (potenza interna del Signore Stesso) discende per mettersi in contatto e risvegliare queste minuscole potenze spirituali della jiva. Tutto questo viene attuato grazie alla misericordia e all’influenza del santo nome. La svarupa-sakti contiene la vera essenza delle potenze hladini e samvit. L’amalgama della svarupasakti con la beatitudine e la pura conoscenza della jiva producono una mentalità che facilita la pura devozione spontanea, conosciuta come bhakti-svarupa-sakti.”

Rasa e bhava

“Così si raggiunge uno stato di perfezione conosciuto come sthayibhava o emozione permanente, che viene detta anche rati. Quattro aspetti di bhava si combinano per trasformare rati in rasa. I quattro bhava sono: vibhava, anubhava, sattvika e vyabhicari (o sancari).”

“Vibhava, l’elemento che suscita il sentimento, ha due sottodivisioni: alambana e uddipana. Alambana, o la persona che è l’oggetto dei sentimento, è anch’esso di due tipi: visaya (soggetto) e asraya (ricettacolo).

II devoto di Sri Krsna è l’asraya e Sri Krsna Stesso è il visaya. Uddipana, o l’incentivo, è la bellezza, le qualità, ecc. di Sri Krsna.”

“Anubhava (l’espressione fisica delle emozioni permanenti) è il risultato di vibhava, o delle attività di alambana e uddipana. Poi, quando queste emozioni diventano più intense si trasformano in sattvika-bhava (gli otto sintomi estatici principali). Allo stesso tempo tutte le sancari-bhava (vyabhicari-bhava, o sintomi di apparente disturbo) fanno la loro appari­zione.”

“Rasa è come una macchina. Rati, o emozione permanente, ne è l’asse portante. Quando la macchina inizia a muoversi grazie all’energia combinata dei quattro bhava, l’emozione permanente o sthayi-bhava viene trasformata in rasa. Il devoto, che è l’asraya (ricettacolo dell’amore estatico per Krsna) diventa il beneficiario di quel rasa. E il rasa qui menzionato è il vraja-rasa, o il sentimento spirituale di Vrindavana. Questo rasa è l’essenza di ogni cosa, ed è il traguardo più elevato per la jiva. I Veda espongono quattro traguardi: dharma, artha, kama e moksa (principi religiosi, sviluppo economico, gratificazione regolata dei sensi e liberazione). Ma oltre a questi traguardi dei Veda il vero apice di tutte le perfezioni è il rasa. Esseri perfetti pienamente realizzati possono di diritto gustare questo rasa.”

Elevazione per mezzo del maha-mantra Hare Krsna

“Fra le jive introspettive, colui che è attratto al puro servizio di devozione è il più evoluto. La jiva accetta la via della bhakti solo dopo aver accumulato sufficiente sukrti (religiosità) dalle vite precedenti. Quando sviluppa forte fede (sraddha), essa viene a contatto con un puro e santo maestro spirituale. Per la misericordia del maestro spirituale la jiva è iniziata al canto del maha-mantra Hare Krsna – i santi nomi della Coppia Divina. Sebbene all’inizio la jiva possiede sraddha, il suo desiderio per il successo materiale ostacola il cammino del suo progresso. Il maestro spirituale lo benedice con un processo disciplinato adatto a superare questo ostacolo; così egli ottiene forza spirituale dal canto. Cantare sui grani di tulasi e meditare giornalmente su un numero fisso di santi nomi è la migliore forma di adorazione e guiderà sicuramente al successo. Perciò inizialmente una parte del tempo dovrebbe essere trascorsa giornalmente in solitudine per concentrarsi pienamente sul santo nome. Gradualmente, quando il canto aumenta, si svilupperà una relazione più profonda con il santo nome e gli ostacoli materiali svaniranno.”

“La via della bhakti ha due diversi aspetti: l’adorazione delle Divinità e il canto e la meditazione sul santo nome. Sebbene entrambe le occupazioni siano utili, il canto e la meditazione sul santo nome sono preferiti dai devoti più profondi e seri. Molti devoti puri ed elevati a volte cantano a voce alta i santi nomi sul loro japa, ed altre volte vi meditano ricordando i divertimenti di Krsna. Il vantaggio di eseguire kirtana, o il canto a voce alta del maha-mantra sul japa, è che tre tipi di servizio devozionale – l’ascolto, il canto e il ricordo – sono compiuti simultaneamente. Naturalmente tutti i nove metodi del servizio devozionale dimorano nel santo nome, ma il canto e il ricordo sono i due metodi migliori.”

“II canto manifesta automaticamente gli altri aspetti del servizio devozionale, cioè pada-sevanam, dasyam, sakhyam, atma-nivedanam e così via. Con piena fede che il santo nome e la persona di Krsna sono identici, e abbandonando i namaparadha, si dovrebbe cantare in un luogo solitario con profonda concentrazione.”

Tre tipi di jive introspettive

“Tre tipi di jive sono catturate dai fenomeni esterni: i materialisti grossolani, i karmi e i jnani. Essi sono dunque tutti estroversi perchè inseguono le false speranze di felicità materiale. Il materialista grossolano ricerca i piaceri sensuali. Il karmi aspira all’effimero piacere paradisiaco dell’aldilà. II jnani è pienamente impegnato a cercare di capire come mitigare la sua sofferenza esistenziale. Dopo aver passata queste fasi la jiva diventa introspettiva. La jiva introspettiva si divide in tre categorie: kanistha, madhyama, e uttama (neofita, intermedio e avanzato). Il neofita introspettivo rigetta l’adorazione degli esseri celesti e ‘adora solo Krsna, nonostante abbia alcune motivazioni materiali. Egli non è in grado di comprendere la sua identità spirituale, quella di Sri Krsna. e quella del puro devoto del Signore. Sebbene egli sia semplice e ingenuo, non è offensivo e si preoccupa solo di sé stesso. Dunque i neofiti non sono considerati puri Vaisnava, sebbene debbano certamente essere considerati come vaisnavapraya, o somiglianti ai Vaisnava.”

“La jiva introspettiva intermedia, o madhyama, è un puro devoto ed è fermamente situato nella devozione. Come per l’uttama o la jiva introspettiva avanzata, si può dire che ha raggiunto uno stato di perfetta equanimità. Non si può diventare veramente introspettivi senza essere prima situati nella conoscenza della medesima posizione del santo nome e di Krsna Stesso. Le jive introspettive nutrono automaticamente una fede risoluta nel Signore Supremo, e ottengono così il diritto di cantare puramente il santo nome.”

Avanzamento nell’ascolto, nel canto e nel ricordo

“La sequenza disciplinata o sadhana-krama è la seguente: il devoto introspettivo deve abbandonare tutte le dieci offese e semplicemente meditare sul santo nome, cercando di cantare costantemente. Dovrebbe pronunciare distintamente il santo nome e meditare sulla vibrazione sonora trascendentale. Quando il suo canto è chiaro, fisso, ed estatico egli dovrebbe cercare di meditare sulla forma Syamasundara del Signore. Cantando sulla corona, il suo canto e la sua meditazione dovrebbero ricer­care la forma trascendentale del santo nome. Egli certamente riuscirà a percepire, con una visione spirituale, il vero significato del santo nome.”

“Un altro metodo che può essere adottato per vedere questa forma è sedersi di fronte alle Divinità, bere con gli occhi la meravigliosa forma del Signore e meditare sul santo nome. Anche dopo aver raggiunto il livello nel quale il santo nome e la forma del Signore diventano uno, egli deve cercare di ricordare le qualità trascendentali di Krsna. II santo nome e le qualità di Krsna devono fondersi l’un l’altro attraverso il canto costante.”

“In seguito si deve praticare il ricordo dei divertimenti di Krsna. Generalmente questi divertimenti faciliteranno la meditazione sul santo nome. Il lila-smarana, o la meditazione sui divertimenti, gradualmente diventerà uno con il santo nome, la forma e le qualità del Signore. A questo punto il primo raggio di namarasa, o la trascendentale dolcezza del santo nome, spunta all’orizzonte della percezione. Progressivamente la pratica del lila-smarana s’intensifica fino al punto in cui si inizia a meditare sui divertimenti più confidenziali del Signore, conosciuti come asta-kaliya-lila, i divertimenti in otto aspetti di Radha-Krsna. Quando la meditazione giunge a maturità, il rasa risplende nella sua piena gloria.”

Il metodo di adorazione svarsiki

“L’asta-kalya-lila smarana è noto anche come adorazione svarsiki. In questo stadio di bhajana Sri Krsna Si manifesta in accordo al tempo e al luogo del divertimento sul quale si sta meditando. Ora il devoto comprende la piena. misericordia del suo maestro spirituale che, nella sua eterna forma spirituale (siddha-svarupa), guida il discepolo a una sakhi, o gopi, che lo introduce ai divertimenti del Signore. Tra tutte le gopi Srimati Radharani, la figlia del Re Vrsabhanu, è l’apice della perfezione. Ella personifica il più elevato sentimento spirituale, mahabhava; il servizio a Krsna sotto la Sua guida è la più sublime esperienza spirituale.”

“I cinque rasa principali, o sentimenti spirituali, sono: santa (servizio), sakhya (amicizia), vatsalya (parentela) e srngara o madhurya (amore coniugale). Tra questi, srngara è il più elevato. I devoti degni di entrare nel rasa coniugale sono i seguaci intimi di Sri Krsna Caitanya. In questo rasa Sri Krsna ha molte yuthesvari, o guide femminili dei vari gruppi, ma tutte preferiscono Srimati Radharani. Ella è la manifestazione diretta della . svarupa-sakti o potenza spirituale di Sri Krsna, e tutte le altre vraja-gopi sono Sue espansioni. Ella è la personificazione assoluta di tutti i rasa, e per questo è essenziale che il devoto rasika entri a far parte del Suo yutha, o gruppo. Il servizio a Sri Krsna in Vraja non è possibile senza avere dapprima preso completo rifugio nelle vraja-gopi. Si dovrebbe entrare nel gruppo di Srimati Radharani e servire direttamente sotto la guida di Lalita-­devi.”

Quando le coperture materiali sono rimosse il fine spirituale è raggiunto

“Nella disciplina di rasa, sadhana (pratica) e bhajana-siddhi (per­fezione dell’adorazione) si spostano a distanza ravvicinata l’uno dall’altro. Così il grande divario tra i due si riduce. In breve tempo l’aspetto spirituale di servitore comincia a prendere forma. Per misericordia delle yuthesvari si è molto facilmente soggiogati dall’attrazione per Sri Krsna. Questa forte attrazione spirituale elimina il concetto materiale grossolano e sottile della propria forma originatasi a causa del suo allontanamento da Krsna. In tal modo la jiva guadagna l’entrata a Vraja nella sua forma spirituale originaria. Fino a questo punto, il progresso della jiva nella vita spirituale può essere descritto a parole; al di là di esso, la sua relazione con il Signore è indescrivibile, e può essere percepita solamente grazie alla Tua misericor­dia, Signore Caitanya.”

“Srngara-rasa è il rasa più splendente perchè nel mondo spirituale questo rasa offusca ogni altra relazione. Adottando il bhauma-vraja-rasa, o il vraja-rasa disponibile nella piattaforma materiale a Vrndavana­dhama, si diventa degni di ottenere lo srngara-rasa.”

“Sri Ramananda Raya disse [come riportato nella Sri Caitanya­caritamrta, Madhya-lila 8.228-230],

“Perciò si dovrebbe accettare l’attitudine delle gopi nel loro servizio. In tale stato d’animo trascendentale si dovrebbe sempre pensare ai divertimenti di Sri Sri Radha e Krsna. Dopo aver pensato a lungo a Sri Sri Radha e Krsna e ai Loro divetimenti, ed essersi completamente liberato dalla contaminazione materia­le, il devoto è trasferito al mondo spirituale. Là egli riceve l’opportunità di servire Radha e Krsna come una delle gopi. Senza seguire le orme delle gopi non si può ottenere il servizio ai piedi di loto di Krsna, il figlio di Nanda Maharaja. Se si è sopraffatti dalla conoscenza delle opulenze del Signore non è possibile raggiungere i piedi di loto del Signore; pur essendo impegnati nel servizio devozionale.”

“Il devoto che è naturalmente incline a coltivare il rasa coniugale deve accettare la guida superiore di una vraja-gopi. La jiva non è degna di servire Krsna nel sentimento coniugale come maschio. Il puro servizio di devozione a Sri Krsna, nel suo aspetto più elevato, è possibile solo nella forma di una vraja-gopi. Epossibile diventare una vraja-gopi quando il cuore è ornato degli undici sentimenti trascendentali. Essi sono: 1) sam­bandha (relazione), 2) bayasa (età), 3) nama (nome), 4) rupa (forma), 5) yutha pravesa (entrare a far parte di un gruppo), 6) vesa (abiti), 7) ajna (permesso), 8) basasthana (luogo di residenza), 9) seva (servizio), 10) parakastha (perfezione), 1l) palayadasi-bhava (il sentimento di una servitrice mantenuta da Krsna). I devoti possono trovarsi in qualsiasi forma terrena, ma devono coltivare questi undici sentimenti e compiere bhajana appropriatamente.”

I cinque stadi di coscienza nel bhava-sadhana

“Coltivando questi undici sentimenti delle gopi, si sviluppano cinque stadi di coscienza. Essi sono: 1) sravana-dasa (lo stadio dell’ascolto), 2) varana-dasa (lo stadio di accettazione), 3) smarana-dasa (lo stadio del ricordo), 4) apana-dasa (lo stadio di applicazione), 5) sampatti-dasa (lo stadio di eredità). Srila Ramananda Raya disse [Sri Caitanya-caritamrta Madhya-lila 8.220-222]:

“Chi è attratto dall’amore estatico delle gopi non si cura dei principi regolatori della vita vedica o dell’opinione pubblica. Si arrende completamente a Krsna e Gli rende servizio. Chi adora il Signore sulla via dell’amore spontaneo e va a Vrndavana, riceve il rifugio di Vrajendra-nandana, il figlio di Nanda Maharaja. Allo stato liberato il devoto è attratto da uno dei cinque stati d’animo nel trascendentale servizio d’amore al Signore. Se offre un servizio ininterrotto al Signore in tale attitudine, ottiene un corpo spirituale per servire Krsna a Goloka Vrndavana.”

“Così dicendo Srila Ramananda Raya ci insegna ad ottenere dapprima la forma e il sentimento di una vraja-gopi, in modo da ottenere il servizio nel sentimento coniugale.”

“Quando un devoto sadhaka, avendo ascoltato i divertimenti di Krsna, è attratto dal sentimento coniugale, deve accettare ulteriori istruzioni sul rasa da un maestro spirituale santo e realizzato. Questo è detto lo stadio di ascolto, o sravana-dasa. Quando il devoto sadhaka accetta ansiosamente e con desiderio il sentimento coniugale, a quel punto inizia il varana-dasa. Grazie al puro ricordo dei sentimenti del rasa, egli desidera praticarli; a questo punto raggiunge il terzo stadio: smarana-dasa. Quando è in grado di evocare perfettamente questi sentimenti del rasa raggiunge apana-dasa, o prapti-dasa. Infine, quando può separare sé stesso da tutte le desi­gnazioni materiali temporali ed è perfettamente stabilito in questa identità spirituale originale alla quale anela, avrà raggiunto sampatti-dasa – l’ere­dità della sua identità spirituale.”

II bhajana da sravana-dasa a smarana-dasa

“Se dopo aver messo alla prova il discepolo, il maestro spirituale decide che egli sia degno di eseguire bhajana e di servire nello srngara-­rasa, egli informerà confidenzialmente il discepolo riguardo al suo eterno ruolo spirituale come manjari nel gruppo di Srimati Radharani, sotto la supervisione di Sri Lalita-devi. Il maestro spirituale insegna al discepolo come sviluppare gli undici sentimenti delle gopi, come meditare sulla asta­kaliya-lila e come essere appropriatamente situato in entrambi.”

“Per fare in modo che egli possa comprenderle pienamente, al sadhaka viene mostrata la sua siddha-deha, o identità spirituale. Ossia il suo nome spirituale, la sua forma, qualità, servizio e così via. Il maestro spirituale rivela inoltre al discepolo chi sono i suoi genitori nell’identità di sadhaka­manjari, in quale casa ella è nata, chi è suo marito e così via. A questo punto il discepolo deve rifiutare tutti i fini religiosi dei Veda ed essere semplicemente una servitrice pienamente arresa di Srimati Radharani, Colei che guida il gruppo. In seguito il guru rivelerà in dettaglio l’eterno servizio del discepolo a Srimati Radharani nell’asta-kaliya-lila. Il sadhaka (ora di entità femminile, sadhaki) fa sue queste rivelazioni nel varana­dasa. Egli entra nello smarana-dasa quando in realtà le ricorda spon­taneamente; in questo modo, il sadhaka prende nascita spirituale come gopi a Vraja.”

Une digressione sul tema del ruci

“Man mano che il maestro spirituale rivela la pura inclinazione nel cuore del discepolo, quest’ultimo scoprirà anche il proprio apprezzamento per il sentimento o rasa allo scopo di aiutare il maestro spirituale. Fintantochè le pure intenzioni naturali e il dolce gusto dei sentimenti non emergono chiaramente, le istruzioni del maestro spirituale a questo riguardo non saranno esplicite. Ruci, o gusto, è la naturale propensione che nasce da una concentrazione di religiosità, o sukrti. Vi sono due tipi di religiosità: sukrti passata e sukrti presente.”

“Coloro che non sono attratti al srngara-rasa, ma preferiscono dasya o sakhya, devono ricevere istruzioni pertinenti riguardanti queste relazioni per ottenere il frutto della loro devozione, altrimenti essi ritorneranno ad una vita di anartha. La grande anima Syamananda dapprima non era consapevole del suo siddha-ruci, o sentimento spirituale permanente, così venne spinto ad abbracciare il sakhya-rasa o sentimento fraterno. Più tardi, per la grazia di Srila Jiva Gosvami, gli venne concesso di compiere bhajana nel suo ruci, o propensione spirituale. Questa è una storia molto conosciuta. O Signore Caitanya, secondo i Tuoi insegnamenti in questo campo, l’idoneità e l’acume spirituale contano sopra ogni altra cosa.”

“Il sadhaka ha il suo sva-ruci, o gusto naturale, come gopi. Altre forme di ruci (come accettare un manto) sono falsamente attaccate a questo sva-ruci prima che il sadhaka possa infine abbracciare l’autentica forma di ruci. Ma per la grazia del suo maestro spirituale il sadhaka ottiene il servizio a Krsna in accordo al suo naturale ruci nel parakiya­rasa, o relazione di amante. Il rasa non può mai giungere in piena fioritura tranne che nel parakiya-rasa. L’apice dei Tuoi insegnamenti, o Signore Caitanya, è che l’attitudine parakiya è permanente nei divertimenti del Signore, sia quando essi appaiono (quando Krsna scende a Vrajabhumi), sia quando essi scompaiono (nell’invisibile Vraja del mondo spirituale).”

Il rasa coniugale è completamente trascendentale

“Srngara-rasa è totalmente privo della sia pur minima traccia di materialismo. La jiva trascendentale, per godere e scambiare rasa, diventa una gopi trascendentale e offre servizio devozionale alle personalità trascendentali di Sri Radha e Sri Krsna nel regno trascendentale di Vrindavana. Questo servizio non è toccato nemmeno dalla più sottile sfumatura della relazione mondana uomo-donna. Solo il più puro e ideale concetto di amore coniugale è manifestato come sentimento trascendentale. Questa conoscenza si può ottenere solo da un puro devoto, un maestro spirituale. Senza la sua misericordia tale verità inconcepibile non può essere scoperta. Essa è situata al di là del regno della speculazione e della ricerca pedante, e la sua comprensione è estremamente rara.”

Passaggio da smarana-dasa ad apana-dasa

“La perfezione completa è difficile da ottenere fintantoché non si compie, in maniera entusiasta, sufficiente sadhana per elevarsi dallo stadio di smarana-dasa a quello di apana-dasa. II processo confidenziale di apana-dasa è ineffabile e privo di qualsiasi ostentazione come il jnana, il karma o lo yoga. Esternamente il devoto si impegna pienamente nel canto del santo nome e conduce una semplice vita di rinuncia. Internamente egli mantiene la splendida fiamma del rasa che arde costantemente con pura intensità. Quei sadhaka che sono disposti a far mostra esteriore di una fastosa devozione, o che falliscono nel dirigere propriamente e stabilmente le loro aspirazioni spirituali interiori, sono incapaci di elevarsi dalla piattaforma di smarana-dasa ad apana-dasa. Così il sadhaka procederà a rilento nel corso di molte vite di pratica devozionale prima di raggiungere la completezza.”

“Questa via di adorazione o bhajana è la più semplice; ma se la purezza del bhajana è in qualsiasi modo deturpata da una sfumatura di desideri contaminati da distinzione, riconoscimento o reverenza, il sadhaka viene espulso dalla via del vraja-sadhana, o bhajana nel sentimento di Vraja. Si deve avvicinare il maestro spirituale con semplice umiltà e si deve imparare questo puro processo in maniera appropriata.”

Due metodi di sadhana: vaidhi e raganuga

“Ecco come la perfezione viene ottenuta nel modo più facile: la jiva è un’anima spirituale pura, frammento infinitesimale del Tutto Assoluto. Essa ha una forma originale trascendentale che è pienamente perfetta, ma ha dimenticato la sua perfetta posizione spirituale ed è caduta nelle grinfie di maya. E’ offensiva verso Sri Krsna ed è inebriata dalle false designa­zioni mondane legate al suo corpo grossolano. Se, per la misericordia di un puro devoto, maestro spirituale, essa ottiene nuovamente la conoscenza della sua vera origine, la riscoperta della sua identità originale può essere facilmente raggiunta.”

“Vi sono due metodi di sadhana-bhakti: uno è vaidhi (con regole e regolamenti) e l’altro è raganuga (spontaneo). All’inizio questi metodi sembrano contraddittori, ma comprendendone lo scopo esoterico, le differenze reciproche svaniranno. Il metodo vaidhi del sadhana è il frutto di una serie di concessioni ed esigenze riportate nelle scritture. Raganuga­-sadhana nasce da un’intensa attrazione per le attività dei residenti di Vraja. II primo metodo è per la massa delle persone in generale, mentre il secondo è estremamente raro e confidenziale.”

Lo stadio di apana-dasa raggiunto attraverso il vaidhi-sadhana

“Ogni sentimento e pensiero del vaidha-bhakta nel corso della sua meditazione e del suo ricordo di Krsna devono essere accuratamente controllati attraverso le ingiunzioni delle Scritture. Gradualmente il suo sraddha giunge a nistha (ferma fede), poi a ruci (gusto o attrazione) e quindi ad asakti (attaccamento). Quando raggiunge il primo livello di spontaneità tinto con sfumature di bhava metterà da parte la sua dipendenza dalla logica delle Scritture, sapendola un impedimento al suo progresso. A quel punto egli viene elevato allo stadio di apana-dasa.”

Lo stadio di apana-dasa raggiunto attraverso il raganuga-sadhana

“Nello stadio smarana-dasa del raganuga-sadhana, dapprima il sadhaka ricorda gli undici sentimenti delle gopi. Questi sentimenti devono ornare le sue emozioni prima che egli possa ricordare l’asta-kaliya-lila. Nello smarana-dasa vi sono cinque livelli di sviluppo. Inizialmente il suo ricordo non sarà stabile; questo livello si chiama smarana. A volte egli ricorda i sentimenti, la sua posizione e il suo servizio, ma altre volte li dimentica. Ma con una pratica costante di smarana, egli gradualmente raggiunge la stabilità del ricordo; questo stadio è conosciuto come dharana. Quando si medita su ogni aspetto del soggetto del ricordo, punto per punto, minuziosamente, il dharana si sviluppa in una meditazione fissa – questo è dhyana. Quando dhyana diventa continuo viene chiamato anusmrti; dopo anusmrti segue il quinto livello del ricordo: samadhi, nel quale il devoto non ha altri interessi oltre a quello del perfetto assorbimento nei divertimenti di Sri Krsna.”

“Dallo stadio di samadhi dello smarana-dasa avviene l’ascensione decisiva all’apana-dasa, o stadio di applicazione. Per colui che non è un adepto, l’elevazione attraverso i cinque stadi di smarana-dasa per giungere ad apana-dasa potrà richiedere sforzi che si protraggono nell’arco di tempo di numerosi yuga. Un abile sadhaka, invece, giunge rapidamente all’apana-dasa.”

“Allo stadio di apana-dasa l’identificazione con il corpo psicofisico si riduce ad un livello insignificante e la sua identità spirituale diventa predominante. La sua identità spirituale o svarupa si manifesta ad intermittenza ed egli prova una sublime estasi nel rendere servizio devozionale a Sri Sri Radha e Krsna a Vraja. Queste esperienze si sviluppano fino a quando egli trascorre lunghi periodi di tempo a Vraja, interagendo con gli altri nella sua vraja-svarupa, vedendo il dhama e i divertimenti trascendentali dentro di sé.”

“A questo stadio elevato il bhajana e il nama costanti porteranno inevitabilmente ad incontrare a tu per tu il Signore Beato, Syamasundara. Grazie alla misericordiosa volontà del Signore tutte le tracce del corpo sottile, della mente, dell’intelligenza e del falso ego del devoto si estingueranno con la dipartita del corpo grossolano composto di cinque elementi.” “Questo è ciò che avviene quando la pura forma spirituale del devoto si manifesta pienamente, priva di tutte le coperture materiali. Nel sentimento di puro bhava egli accetta il suo eterno servizio a Sri Sri Radha e Krsna nel dhama trascendentale. Egli diventa così un sadhana-siddha o un’anima condizionata che si è perfezionata e che ora è reintegrata nella sua svarupa attraverso sadhana e bhajana. Egli ora serve il Signore in compagnia dei nitya-siddha, gli eterni associati del Signore che non sono mai stati condizionati.”

Sommario

“Il santo nome è il più grande ma anche il più facile tesoro spirituale da ottenere. Questo tesoro è ottenuto semplicemente quando la jiva canta con fede e devozione, tralasciando karma, jnana e yoga. La jiva si eleva rapidamente e facilmente alla più alta perfezione seguendo il metodo di nama-bhajana già descritto. Questo metodo è il migliore dei metodi, migliore persino di qualsiasi altro metodo della bhakti. I requisiti basilari per ottenere il successo nel nama-bhajana sono che il sadhaka deve evitare totalmente la cattiva associazione e deve impegnarsi nella pratica del servizio devozionale in compagnia di santi devoti del Signore. Il puro amore per Krsna è l’espressione del puro servizio devozionale. Solo il cuore di un puro devoto ha la propensione e la capacità di ricevere prema, mentre il cuore del non-devoto la rifiuterà. Prema si rifiuta di entrare nel cuore di colui che non mantiene la compagnia dei puri devoti. La decisione della jiva di accettare la buona o la cattiva associazione ha un’in­fluenza potente e permanente sul suo destino.”

“Vi sono tre aspetti essenziali che si devono coltivare per ottenere il successo nel canto: associazione santa, isolamento dai disturbi della vita mondana ed entusiasmo determinato e fiducioso.” Dopo aver detto questo Srila Haridasa Thakura dichiarò di essere molto caduto e assorto nel materialismo, privo di buona associazione e sempre immerso nell’illusione. Sebbene Srila Haridasa Thakura sia un nitya-siddha, un eterno associato del Signore, egli si esprime in modo così umile. L’umiltà è l’ornamento di prema.

II favore speciale del Signore nei confronti di Haridasa Thakura

Srila Haridasa Thakura continuò: “O Signore, per favore inondami con la Tua misericordia senza causa (ahaituki-krpa). Io prego affinchè Tu possa garantirmi l’entrata nel regno di bhakti-rasa”. Dicendo questo Srila Haridasa cadde svenuto per l’amore estatico, pienamente arreso ai piedi di loto del Signore.

Ahaituki-krpa significa ‘misericordia senza causa’. Dicendo questo Srila Haridasa intendeva dire che egli era spiritualmente incompleto e perciò privo di speranza per il tipo di misericordia che Sri Krsna accorda ai Suoi puri devoti. In questo sentimento di impotenza egli semplicemente invocò la misericordia incondizionata del Signore Caitanya.

Srila Haridasa Thakura è famoso per il nama-bhajana e per i suoi insegnamenti sulle glorie del santo nome, ma egli è anche il ricettacolo della misericordia del Signore Caitanya. Egli è una tale autorità nella filosofia del nama-rasa che una volta, quando il Signore Caitanya stava gustando le conversazioni sui lila di Radha-Krsna con Sri Ramananda Raya e Sarvabhauma Bhattacarya nel cortile del bhajana-kutira di Srila Haridasa Thakura, Srila Haridasa espose ripetutamente ed estesamente le glorie del nama-rasa all’attenzione rapita delle altre elevate personalità presenti.

A queste parole, Sri Caitanya venne trasportato da divine emozioni d’amore. Egli alzò Srila Haridasa e l’abbracciò. Il Signore quindi gli parlò in confidenza: “O Haridasa! Ascolta attentamente ciò che ho da dirti. La verità sul santo nome rimarrà celata ai mascalzoni malvagi che gettano un’oscura coltre d’ignoranza sul mondo intero. In quel momento, queste tue straordinarie e meravigliose istruzioni sul canto, compiuto nell’associazione di persone sante, verranno comprese solamente da un piccolo gruppo dì devoti rimasti”.

Che cosa intendeva dire il Signore Caitanya riferendosi ai “mascalzoni malvagi”? I primi candidati per questo appellativo sono le varie sette fatte­si dal nulla, come i sahajiya, aula, baula e così via, che diffondono dottrine mondane camuffate con gli insegnamenti di Mahaprabhu. Certamente costoro nascondono al mondo la pura filosofia della coscienza di Krsna esposta dal Signore Stesso nel Suo Sri Siksastaka.

Il Signore continuò: “La vera via del santo nome sarà seguita da persone sante che sono totalmente distaccate dalla vita materiale. Essi canteranno il santo nome con bhava; perciò saranno conosciuti come rasika-bhakta. Il loro bhava sarà quello della separazione e con il loro canto potranno assaporare i divertimenti principali di Radha-Krsna e delle Loro otto principali gopi.”

“La jiva è benedetta con la pura bhakti solo grazie alla sua sukrti, o religiosità e fede. Non tutti si meritano tale devozione. Al fine di intensificare la loro devozione, sono disceso e ho propagato il canto del santo nome come religione per quest’era. II canto del maha-mantra: Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare ! Hare Rama, Hare Rama,Rama Rama, Hare Hare è in realtà la religione eterna ed intrinseca della jiva.”

“O Haridasa! Dipendo da te per compiere questa missione, e così ascolto da te le glorie del santo nome”.

L’Harinama Cintamani, la pietra filosofale del santo nome del Signore, è un’insondabile miniera di nettare divino. Chiunque gusti questo nettare è veramente fortunato ed è benedetto da Krsna. Egli è una grande anima e in modo estatico serve Sri Krsna senza interruzione, con un amore e una devozione spontanei. Io sono un’anima. caduta; stringo i suoi piedi e prego umilmente che i resti di questo nettare siano abbondantemente distribuiti, così da diffondere a tutti la divina beatitudine.

Così termina Sri Harinama Cintamani