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Insegnamenti di Sadhu Maharaja


da LA BELLEZZA DEL VERO AMORE

Parte II


Insegnamenti di Sadhu Maharaja

Riguardo ai Vaishnava

Essere Vaishnava significa sentirsi puri nel cuore; quand’è che questo ci sarà rivelato? Quando ci si fisserà sul maestro spirituale. Si proverà allora piacere nel servire tutti i Vaishnava, e quando si rispetteranno e serviranno i Vaishnava, allora nascerà prema.

Antare-bahire, sama vyavahara amani manada ha’bo

Krishna-sankirtane, sri-Krishna-smarane, satata majiya ra’bo

Con il cuore libero dalla dualità, il mio comportamento esteriore corrisponderà ai miei sentimenti e pensieri interiori. Vedendo me stesso completamente insignificante, rispetterò tutti, senza cercare onori in cambio. Sempre danzando e cantando i santi nomi, rimarrò costantemente assorto nel ricordo dei bellissimi passatempi di Sri Krishna”. ( Vimala Vaishnava, verso 2 )

Questo, non è un lavoro esteriore, è un lavoro all’interno dell’essere. Dobbiamo comportarci in modo più misericordioso, non solamente con i Vaishnava, ma anche con gli altri, verso ogni entità vivente. Dobbiamo rispettare tutti senza aspettare alcun riconoscimento.

Prendi, come esempio, il danzare per il Signore. Danzare significa che il tuo cuore comincia a muoversi e non puoi fermarlo. Allora vorrai essere sempre con il Nome, ed il Nome darà così tanti bei sentimenti dall’interno, che dimenticherai la tua coscienza esterna. Se sei nella coscienza del corpo, è difficile poter danzare. E’ uno sforzo dei sensi, e non “anubhava”, una reazione naturale verso la realizzazione interiore. Adesso penserai: Cosa vedranno gli altri? Cosa penseranno? Quando smetterai di pensare in questo modo, li dimenticherai. Vedrai solamente te stesso ed il Nome, e diventerai folle nel ritmo. Cosa fanno nei club, nei locali notturni? Fanno la stessa cosa. Ma ad un certo punto devono cominciare a bere per dimenticare loro stessi. Le persone assumono molto alcool. Dimenticano, e così cominciano a danzare.

Con questo Nome spirituale non hai bisogno di dimenticare alcuna cosa esteriore; il dimenticare seguirà automaticamente. Quello è “il vino”, che le persone bevono nei locali notturni, e ciò che facciamo noi è il “di-vino”.

Se le persone pensano: Io sono un Vaishnava e gli altri sono senza speranza, Io sono anziano, canto 16 giri sul mahamantra, … allora cosa succederà? Il gusto non verrà mai. Prema, non svilupperà mai le sue radici nel cuore, si diventerà solamente rami secchi. Come può venire del gusto per il santo nome? Rispettando i Vaishnava, servendoli, che è la cosa più cara a Sri Krishna. Tre cose sono importanti: Nama-ruci, jiva-daya e Vaishnava-seva. Queste sono le prime cose da dare alla jiva. Non che servo e distribuisco qualche chapati. Questo tipo di donazione sviluppa il falso ego: ovvero che si sta facendo qualcosa e così immediatamente si penserà di meritare il nome e la fama, perché lo si sta facendo. Questo non è jiva-daya. Questo è “falso-ego-daya”. Jiva-daya significa conoscere se stessi e vivere in questa coscienza. Occorre vedere l’intera creazione di Krishna e trovare, dalla propria prospettiva, ciò di cui gli altri hanno bisogno da te, senza che nessuno te lo dica. Servizio significa che nessuno ti dice: “Devi fare questo!” Devi scoprirlo: come farlo e come servire. Se non entri in quest’ottica, come diventerai qualificato per entrare al servizio di Krishna? Nessuno ti dirà niente. Devi capire tu, da solo, cosa fare. Se Krishna guarda in una certa direzione, con un certo sguardo, devi capire la ragione per cui sta guardando. Devi sentirlo. Se non hai connessione, non puoi sentirlo. Sta guardando per dell’acqua, per delle noci di betel, o i suoi occhi stanno guardando in cerca di Radhika, quindi, devi essere pronto per ogni incombenza.

Dobbiamo cominciare a sviluppare, nel mondo materiale, questa indole, in tutte le circostanze

Prendersi cura dei Vaishnava, prendersi cura degli altri. Questa è la via per il servizio a Vrindavana. A Vrindavana vedo i Vaishnava che sono molto assorti nel bhajan. Mi ricordo che una volta, con Krishna Chandra das, andammo insieme da un Vaishnava. Fu molto bello. Krishna Chandra das si informò riguardo ai suoi sentimenti, perché questo Vaishnava speciale, è un devoto nella linea Nimbarka, e canta “Radhe Krishna, Radhe Krishna, Krishna Krishna, Radhe Radhe, Shyam Shyam, Radhe Radhe”. Questo è il suo mantra. Per tutta l’intera giornata canta senza fermarsi.

Krishna Chandra chiese:

Maharaja, vedo che canti questo mantra, mentre io canto il maha-mantra. Posso raggiungere il posto dove stai andando tu?”

Il Vaishnava disse:

Tieniti stretto quello che stai facendo. Non hai bisogno di cambiare niente. Il cambio non ti è d’aiuto. Se invece fisserai te stesso in ciò che stai facendo, raggiungerai l’obiettivo”.

Non ci fissiamo mai in qualcosa. Vogliamo cambiare. Nella vita materiale si può cambiare, ma anche nella vita materiale bisognerebbe praticare per non cambiare. Perché? Per incrementare la nostra vita spirituale e sviluppare la pace interiore. Stabilizza la tua vita materiale, così ti posizionerai in uno stato di pace interiore ed andrai avanti nella vita spirituale.

Non appena le persone cambiano, cominciano a soffrire. Cambiando creano delle difficoltà nelle loro vite, e così ricominciano ogni volta dall’ABC. E poi ancora cambiano ed ancora ripartono dall’ABC. Non raggiungono mai la Z, solamente ABC ed ancora ABC.

Krishna Chandra chiese quattro o cinque volte, per vedere se il Vaishnava-Nimbarka avrebbe cambiato idea. Ma non lo fece. Ripeteva:

Solamente fissa te stesso, non hai bisogno di cambiare niente, così raggiungerai l’obiettivo”.

Il mantenimento del mio corpo deve semplicemente andare avanti con una naturale consuetudine, così che la mia mente possa pienamente essere data all’harinama. Rimarrò attaccato solamente a ciò che è favorevole per il servizio a Sri Krishna” (Verso 3, “Hari Hari, Kabe Mora Ha’be Hena Dina” di Srila Bhaktivinoda Thakura ).

Il nostro mantenimento corporeo è importante perché se si possiede una casa, ma non la si mantiene, come si può andare a viverci? Dobbiamo stabilizzarla, ripararla e mantenerla, pagare le tasse. Ma se si possiede una casa, non significa che noi siamo la casa. Se si pensa “Sono diventato la casa”, allora a che punto siamo?

Qualcuno potrà dire:

No, io sono solo una finestra di questa casa. Sono solo un senso di questa casa. Io sono solamente uno dei sensi di questa casa, e godo solo di ciò. La mia vita è quella di mantenere e tenere questa finestra e pensare unicamente a questo rapporto”.

Cosa dire allora? Non è pazzia questa?

Devozione significa questo: essere devoti come i Vaishnava, come il mahatma Gandhi. Egli declamava: “Coloro che sentono le difficoltà e i problemi degli altri, sono Vaishnava. I Vaishnava non sono delle persone fanatiche. Se sono fanatiche, non sono Vaishnava, e allora non possono sentire le difficoltà e i sentimenti degli altri”.

Ci sono molte storie di puri Vaishnava, di bhakta. Si devono leggere le storie dei bhakta, di come siano diventati bhakta, e perché lo sono diventati. Il mio Gurudeva mi raccomandava sempre di leggere bhakta-mala (una splendida compilazione di biografie di grandi anime che non hanno vissuto negli antichi e lontani tempi Vedici, ma molto più recentemente. Si deve conoscere come siano diventati bhakta. Ascoltare solamente una o due storie, può cambiare l’intera vita.

C’era una volta Seman Kumar, che raggiunse Krishna servendo i suoi genitori. Lui e la sua famiglia avevano il desiderio di andare in un luogo di pellegrinaggio. Seman Kumar serviva la madre e il padre prendendosi cura di loro, ed era molto felice di fare questo servizio.

Un giorno arrivò con loro in un villaggio, e la sua mente si inquinò. Qualcuno incontrandolo gli disse:

Cosa stai facendo qui? Stai sprecando il tuo tempo in compagnia di questi due vecchi”.

Allo stesso tempo anche Seman Kumar cominciò a pensare:

Perché sto sprecando il mio tempo con i miei genitori?”

Non aveva mai avuto prima un tale pensiero. Cosa successe dopo? Un sadhu arrivò e lo apostrofò:

Stavi servendo tuo padre e tua madre così benevolmente, mentre adesso hai dei dubbi. Questo posto non è buono per te. Vai via in fretta”.

Così se ne andò da quel luogo, e la sua mente tornò ad essere devota, e la sua devozione per suo padre e sua madre riapparve. Questa devozione è la cosa più importante nella nostra vita. Non è una cosa innaturale. Solamente a causa di quel luogo e per una cattiva associazione, Seman Kumar fu contaminato negativamente.

Bhaktivinoda Thakura afferma che bisogna cominciare col rispettare i Vaishnava, e provare a servirli. Se non abbiamo idea di come poter fare, possiamo ottenere qualche libro. Quando leggerai ed andrai dentro te stesso, il tuo cuore si scioglierà dall’interno. Perché Krishna dice:

Vivo nei cuori dei Vaishnava”.

Perciò se si servono i Vaishnava, si sta servendo anche Krishna. C’è l’esempio di un marito e di sua moglie. Loro non si rispettavano l’uno con l’altra. Se non riescono a rispettarsi tra di loro, allora come possono rispettare gli altri Vaishnava? Dato che sono ignoranti, non possono vedere che gli altri sono Vaishnava e che Krishna esiste nel loro cuore. Io non devo dare del dolore a nessuno. Questo dolore significa che la mia devozione si fermerà, mentre, invece, bisogna servire tutti. Krishna sta guardando. Ti potrà sembrare che Lui non stia vedendo cosa sta succedendo nella tua vita, invece lo sta facendo. Sta vedendo cosa si fa agli altri e come ci si comporta nella propria vita. Si può vivere con il Suo nome ed essere molto pacifici. Allora la felicità reale verrà nella tua vita. Tutte le sofferenze andranno via automaticamente.

La Mente

“La mente può essere controllata quando è fissa sulla Suprema Personalità di Dio. Avendo raggiunto una situazione stabile, la mente diventa libera, dai desideri inquinati e dall’eseguire attività materiali; così, come la bontà si rafforza, si potrà rinunciare completamente alla passione ed ignoranza, e gradualmente trascendere anche le influenze della natura materiale. Quando la mente è liberata dal combustibile delle influenze della natura materiale, il fuoco della esistenza materiale viene estinto. Così si raggiunge la piattaforma trascendentale della relazione diretta con l’oggetto della meditazione, il Signore Supremo”. (Bhagavad-Gita 11.9.12)

Usiamo sempre la nostra mente. Tutti quanti siamo influenzati dalla mente, e così questa ci porta in molti posti. Per colpa della mente non siamo pacifici, perché la mente non può fissarsi su niente. Se la mente potesse fissarsi su qualcosa, allora si diventerebbe pacifici. Tutti sanno ciò. Dobbiamo scoprire come la mente ci prende e ci porta in molti posti. “Fai questo, fai quello. Adesso fai questo. Crea questo programma, quel piano e poi un altro ancora!” Non c’è un obiettivo fisso per la mente. Sta sempre correndo per cose materiali, perché non ha gusto per la più elevata e pura virtù. Possiamo raggiungere la natura della virtù con questa mente, lasciando ignoranza e passione dietro di noi. Ma non possiamo arrivare allo stato di pura virtù. Quando proveremo a fissarci in quella direzione, allora la nostra vita potrà cambiare. Verrà la pace, e arriverà la vera felicità. Raggiungeremo l’obiettivo reale, che è la più elevata relazione con il Signore. La mente deve essere controllata e fissata sulla Suprema Personalità. Non sappiamo come, e quindi diciamo:

Ho così tante cosa da fare, così tanto lavoro, come posso fissare la mia mente sul Signore Supremo?”

Tutto ciò avviene semplicemente perché il nostro sé vuole essere il capo, e non il servitore. Solamente come servitori, possiamo fissare la nostra mente in quella direzione. Siamo degli strumenti. Ogni cosa che Lui farà, la farà. Il nostro reale obiettivo è fissare la mente su di Lui e fissarla sulla nostra coscienza spirituale. Questa è la conoscenza più elevata. Se qualcosa deve essere importante, allora è questo: come fissare la nostra mente nel maestro spirituale, come centrare noi stessi in Krishna? Se si pratica, si può fissare il proprio sé in queste cose. Se invece non si pratica, allora la mente ci porterà sempre nei sensi, e di conseguenza sulle cose materiali. Essere fissi e costanti è la bellezza della vita spirituale. Tutto ciò avviene cantando, e pregando il Signore per la Sua misericordia. Se questo avviene nella nostra vita, allora questa cambierà. Conoscenza e realizzazione sono molto importanti per centrare la mente, ed entrambe rendono tutto più facile.

Praticando, la natura della virtù si svilupperà. Si comincerà a vivere su quel piano. Quando si inizia a fare servizio, per la misericordia di Krishna, allora ci si accorge di ottenere qualcosa di speciale. La forma trascendentale apparirà. Potrai così servirLo con la mente, con i sensi , o potrai avere una connessione trascendentale con Lui, nella tua forma spirituale. Dimentichiamo la nostra esistenza, non sappiamo che siamo dei servitori di Krishna, e così diventiamo servitori dei sensi e partecipiamo inutilmente ad illimitati ruoli nel mondo materiale. In questa coscienza, la coscienza trascendentale, si fisserà la relazione d’amore con Krishna. La mente è sempre dubbiosa, sempre con dei sospetti, sempre a giudicare gli altri. La fede non può svilupparsi nel mondo della mente. Centra la mente solo nel servizio. Questo è tutto. Non saltare in molti luoghi, non funzionerà. Cerca di parlare alla mente:

Non disturbarmi, per favore, solamente adora il bellissimo figlio di Nanda Maharaja”.

Allora anche i sensi non ti disturberanno. Sarai così libero di capire cose trascendentali, te stesso, la tua forma spirituale. Puoi ottenere una relazione diretta con l’oggetto della relazione quando sei nella tua svarupa. Questo è sempre ripetuto ovunque, nella Gita, nello Srimad Bhagavatam: conosci te stesso e sviluppa la tua relazione. Senza questa diretta relazione trascendentale niente è compiuto. Centrare la mente sul Signore Supremo ti porterà nella virtù. Dobbiamo venire fuori dal dharma dei sensi (il quale cerca continuamente delle circostanze comode) verso nitya-dharma, l’eterno desiderio dell’anima. Quando conoscerò tutto ciò? Quando saprò cos’è divino, eterno e trascendentale. In tutto il nostro corpo, l’unica cosa trascendentale è l’anima. Solamente l’anima può andare verso l’Assoluto, e solamente loro possono sviluppare una relazione. Puoi controllare la tua mente, e così potrai controllare i tuoi sensi. Anche la mente ed i sensi possono giungere alla natura della virtù. La virtù non è uno stato spirituale. È uno stato di pratica religiosa, che diminuisce l’influenza da parte del mondo esterno. Ma questo non è il nostro obiettivo, è solamente l’inizio del percorso che porta verso l’obiettivo. Quando questa virtù sorgerà, allora si potranno raggiungere alti livelli ad uno stadio di pura virtù. Se sono totalmente in ignoranza, come posso arrivare in virtù? La pura virtù è trascendentale – conoscere te stesso e la tua forma spirituale; comincia da quel punto “A” (da “ABC…”).

Tutto è più facile, quando si vive con persone che hanno lo stesso scopo. Io posi termine a tutti i miei affari. Quando vivevo nel grihasta ashram, nella mia vita di famiglia, cantavo un lakh (64 giri di maha-mantra ) ogni giorno. Mia moglie e i miei figli erano lì, ma non sapevo di avere una moglie. Anche lei era sulla stessa piattaforma. I sensi non erano importanti per noi. A quel tempo aveva ventisette o ventotto anni, mentre io ne avevo trenta. Ci prendevamo cura del nostro maestro spirituale. In questo modo arrivò della misericordia, per la nostra realizzazione del sé. Conoscere Krishna ed avere fede in Krishna non è un grosso problema perchè Egli è il Supremo. Anche conoscere ed avere fede in Gurudeva non è un grosso problema perché lo si può incontrare faccia a faccia. Prima lo si vede esternamente e più tardi anche all’interno. Conoscerlo dall’interno è un po’ più difficile. Quando comincerai a vederlo costantemente sia dentro che fuori, allora ti donerà la misericordia di vedere ogni cosa con degli occhi divini. Con quegli occhi divini, non potrai vedere soltanto il Maestro Spirituale, potrai vedere anche Krishna. Ovunque sto guardando, Lo vedo! Quando comincerai a vedere il mondo in questo modo, allora avrai bisogno di conoscere la tua forma spirituale. I sensi non possono stabilire un rapporto con Lui. Hai bisogno di conoscere la tua forma spirituale. Questa visione divina la potrai avere tutto il tempo, dentro e fuori. Questa è la via per fissare la tua mente. La tua esistenza trascendentale sarà sempre connessa a Lui. Solamente con questo rapporto potrai sviluppare questa conoscenza.

Il maestro spirituale ( guru-tattva )

Nitai Pada Kamala di Narottama Dasa Thakura

nitāi-pada-kamala, koṭi-candra-suśītala
je chāyāy jagata jurāy
heno nitāi bine bhāi, rādhā-kṛṣṇa pāite nāi
dṛḍha kori’ dharo nitāir pāy


se sambandha nāhi jā’r, bṛthā janma gelo tā’r
sei paśu boro durācār
nitāi nā bolilo mukhe, majilo saḿsāra-sukhe
vidyā-kule ki koribe tār


ahańkāre matta hoiyā, nitāi-pada pāsariyā
asatyere satya kori māni
nitāiyer koruṇā habe, braje rādhā-kṛṣṇa pābe
dharo nitāi-caraṇa du’khāni


nitāiyer caraṇa satya, tāhāra sevaka nitya
nitāi-pada sadā koro āśa
narottama boro dukhī, nitāi more koro sukhī
rākho rāńgā-caraṇera pāśa

Questo è guru-tattva. Nityananda è guru-tattva. Sta portando ogni cosa che si trova in questa creazione, vicino a Krishna. Nityananda è all’interno, nella forma di caitya-guru; ma si trova anche all’esterno, Nityananda è Balarama. Ciò che vedi con gli occhi: la città, la casa, il pavimento, l’altare, tutto è una espansione di Balarama, vivente o non vivente. Tutto ciò che vedi è un’espansione di Balarama. Anche l’harmonium, il pianoforte, gli altoparlanti, ogni cosa che vedi è una espansione di Balarama. Balarama è sevaka-Bhagavan: la Suprema Personalità di Dio che serve. Vuole dare piacere a Krishna, così crea degli arrangiamenti attraverso le sue espansioni, così che tutto l’amore sia diretto solamente verso di Lui. L’intera creazione materiale è intesa per dare piacere a Krishna. È per questo che è una espansione di Balarama. Infinito significa ananda. Ogni cosa che vedi è guru-tattva, ci porta verso il Signore Supremo. Così nel gaura-lila vediamo tutto questo nella forma di Nityananda. Nel gaura-lila Balarama appare come il Signore Nityananda.

Ci sono due tipi di persone in questo universo: uno che vuole sviluppare la conoscenza, mentre l’altro vuole conoscere la verità prendendo rifugio. Quando si vuole sviluppare la conoscenza, si ha bisogno della potenza esterna perché è all’interno del regno che sembra di poter essere in grado di avere un controllo illusorio. Si provi a sapere ogni cosa in ogni minimo dettaglio. Persino Brahma provò a conoscere ogni cosa riguardo la sua esistenza, da dove provenisse e così via; provò molto ma non potè trovare niente per migliaia di anni. Così si fermò e cominciò a pregare, un processo di abbandono. Quando cominciò a pregare, Vishnu apparve e disse a Brahma da dove proveniva ogni cosa. Quindi, trovare la reale conoscenza da soli è molto difficile. E’ invece facile pregare e prendere rifugio. È molto facile, anche Brahma lo fece. Cominciò a pregare e si rifugiò in Vishnu, così riuscì a capire ogni cosa con molta facilità. Il guru è la forma di Krishna che ci insegna come abbandonarsi.

Ci sono due modi per usare la tua mente: cercare di scoprire sempre più cose o pregare e prendere rifugio nel Maestro Spirituale e in Dio, ottenendo così la conoscenza reale. Puoi prendere rifugio nella potenza interna, o puoi prendere rifugio nella potenza esterna, ma in ogni caso devi prendere rifugio. Ashraya è il rifugio. Vogliamo abbandonarci a Krishna, che è il vishaya, l’oggetto verso cui fluiscono tutte le attenzioni e l’amore. Prendi rifugio in ashraya per raggiungere vishaya. Questo significa che quando vorrai arrenderti a Krishna, Krishna manderà qualcuno che agisce come ashraya. Quando un’anima ha un sincero desiderio verso il Signore, Egli offre una guida che conduce da Lui. Il miglior modo di ashraya è prendere rifugio in Radhika. Balarama, guru-tattva ed infine Radhika ti manderà da Krishna. Questo è il cerchio. Senza qualcuno come ashraya, non puoi raggiungere vishaya, l’obiettivo della vita. Non prendendo rifugio, non puoi raggiungere l’obiettivo.

Se vuoi venire devi sederti in automobile e guidare per arrivare qua. Devi prendere rifugio nell’automobile per venire qua. Per raggiungere l’obiettivo hai bisogno di prendere rifugio nella macchina. Chi ti insegnerà ad amare? Chi ti insegnerà a conoscere di più riguardo il Supremo? Questo è ahraya-tattva, e alla fine è Radhika. Il primo è Balarama come guru-tattva che guida l’anima nella piattaforma dell’eternità; e da lì è Radhika che porta l’anima nel regno del rasa, nell’eterna svarupa dell’anima. Quindi l’infinita forma di ashraya-tattva è presente in Nityananda per aiutarti a raggiungere il Supremo. Ananda significa infinito, e infinito significa che non puoi contarlo.

nitāi-pada-kamala, koṭi-candra-suśītala
je chāyāy jagata jurāy
heno nitāi bine bhāi, rādhā-kṛṣṇa pāite nāi
dṛḍha kori’ dharo nitāir pāy

Traduzione:

I piedi di loto del Signore Nityananda sono il rifugio dove si ottiene il chiaro di luna, non di una, ma di milioni di lune. Se il mondo vuole avere una pace reale, deve prendere rifugio nel Signore Nityananda. A meno che non si prenda rifugio sotto l’ombra dei piedi di loto del Signore Nityananda, sarà molto difficile poter approcciare Radha-Krishna. Se si vuole effettivamente entrare nella festa danzante di Radha-Krishna si devono fermamente afferrare i piedi di loto del Signore Nityananda.

Nitai è anche Ananga Manjari, Nitai è anche Balarama, Nitai è infinito, Nitai è il guru, guru-shakti, guru-tattva. Offre una vasta connessione spirituale. Se non è chiaro questo punto riguardo Nitai, allora penserai che Gurudeva è molto lontano da te, e non ti sta guardando. Ma ciò non è vero, sta guardando. Sta guardando dalla sua immagine per vederti. Non puoi scappare dal tuo maestro spirituale. Non puoi nasconderti dal tuo maestro spirituale, perché è sempre dentro il tuo cuore. Pensi qualcosa, e lui lo sente. Questo è guru-tattva. Se vuoi andare a Krishna, hai bisogno di incrementare la tua conoscenza spirituale. Nityananda è molto misericordioso, non s’infastidisce. Può vederti in ogni circostanza, perché non c’è posto dove Lui non esista. C’è un poema che parla riguardo all’andare in città. Ogni cosa che vedi è Nitai. Anche la strada è Nitai, la casa in cui stai vivendo è Nitai. Anche il letto in cui dormi è Nitai. In questo universo ogni cosa non vivente risiede in Nityananda. Tutto è presente in Nitai. L’intero universo è rifugiato sotto l’ombrello di Nitai. Non puoi scappare da ciò.

Stai soffrendo in questo mondo materiale. Questo mondo materiale è pieno di sofferenza, ma se andrai vicino al maestro spirituale ti sentirai molto pacifico e calmo. Qui sta la pura divinità del maestro spirituale. Solamente prendendo rifugio e pensando ai suoi piedi di loto diventerai molto pacifico. Quando ti dimenticherai di ciò, allora comincerai a soffrire di nuovo. Se centinaia di lune appaiono in un solo posto, non possono darmi la stessa pace e felicità che provo quando sono di fronte al mio maestro spirituale. Solamente pensarlo è propizio. Se chiedi a qualche discepolo che ha preso rifugio in un maestro spirituale, diranno tutti la stessa cosa. Non solamente una persona. Tutti quanti diranno che è così. Questa è la connessione divina.

Quando voglio andare in India devo acquistare il biglietto altrimenti non posso volare. Prima devo chiamare la biglietteria, dire quando voglio partire, poi pago il biglietto ed il giorno del mio volo posso andare, prendere il mio posto e senza alcun problema, l’aereo mi porterà a destinazione.

Similmente se non si compra il biglietto e non si prende rifugio in un maestro spirituale, come si potrà capire qualcosa riguardo a Radha? E se non si capisce Radha, come si potrà mai capire di Radha-Krishna ? Forse conosci Krishna dai libri, e così inizi a conoscere qualcosa riguardo Krishna, ma poterLo conoscere bene non è possibile. Devi tornare dal tuo maestro spirituale per conoscere Radha Krishna. Per la misericordia di Nitai, del maestro spirituale, di Balarama, è molto facile poter capire il Supremo.

Centra seriamente te stesso. Cerca di essere serio nel fare ciò. Non c’è altra via d’uscita, nessuno sta prenotando il tuo volo, lo devi prenotare tu stesso. Se non decidi, non puoi andare. Solamente io posso prendere la decisione che centrerò me stesso. Perché? Perché sono già orientato su tanti soggetti. Ci vuole tempo il giorno in cui ci si fisserà esclusivamente sul guru. Ci si concentrerà e ci si penserà costantemente. Non che penso al mio maestro spirituale solo quando vado da lui, dopo di che me ne dimentico. Mi devo concentrare costantemente sui piedi di loto del mio maestro spirituale. La sua misericordia è così grande, che l’intero universo può ripararsi sotto il suo ombrello. Pensandoci, posso prendere rifugio in lui. Sarò nella sua misericordia.

se sambandha nāhi jā’r, bṛthā janma gelo tā’r
sei paśu boro durācār
nitāi nā bolilo mukhe, majilo saḿsāra-sukhe
vidyā-kule ki koribe tār

Traduzione:

E’ da ritenersi che chiunque non abbia stabilito la sua relazione con Nityananda ha sprecato la sua preziosa vita umana. Un tale essere umano è in effetti un animale privo di controllo. Dato che non ha mai pronunciato i santi nomi di Nityananda, si è immerso nella cosiddetta felicità materiale. Come possono aiutarlo la sua tradizione di famiglia, e l’inutile educazione?

A cosa serve qualunque educazione, imparare, andare a scuola, al collegio, all’università? Qual è lo scopo di tutto ciò? Vai al collegio, a scuola, all’università per soffrire in questo mondo materiale? Qual è l’utilità di capire e sviluppare della conoscenza, se non si sviluppa la reale conoscenza? Allora la vita è inutile. Qual è la differenza tra un animale ed un essere umano? Gli animali non possono capire, ma un essere umano può realizzare che stiamo soffrendo, e come poter uscire da questa sofferenza. Sofferenza significa vivere separati dalla realtà, da Radha e Krishna. Se non c’è relazione con il maestro spirituale, allora dov’è il rapporto? Così avviene nella relazione con molte altre cose. Se non ho una relazione con il maestro spirituale, allora ho un certo tipo di rapporto con molte altre cose. E cosa succederà dopo? Le relazioni che ho, sono la causa della mia sofferenza. Se vuoi cambiare te stesso, e vuoi venire fuori da questa sofferenza, allora devi sviluppare solamente una relazione, e questa è quella con il tuo maestro spirituale, così tutte le sofferenze se ne andranno.

Se non c’è un rapporto con il Supremo, si sta perdendo del tempo inutilmente. Dato che si è così coinvolti nelle vicissitudini materiali non si può capire se ci sono delle realtà spirituali o no. Non si vuole sviluppare la propria vita spirituale, pacifica e felice. Siamo così fortunati da poterlo fare, non siamo come gli animali. Possediamo l’intelligenza per distinguere qual’è la cosa migliore per progredire nella nostra vita. Solamente gli animali commettono l’errore di vivere esclusivamente per il mondo temporaneo e transitorio. Le persone che sono risvegliate non fanno ciò. Se si vede una persona che non è seria riguardo la comprensione e l’importanza di vivere con il maestro spirituale, questa persona deve essere molto imbrigliata nella vita materiale, e di conseguenza sta soffrendo. Potrai dire: Lascerò la mia vita materiale dietro di me e penserò costantemente al mio maestro spirituale. Ma non hai bisogno di lasciarti alle spalle la tua vita materiale. Vivi con la tua famiglia e i tuoi figli. Vivrai con tutte le circostanze di cui Krishna ti ha provvisto. Perché vuoi dimenticare la sua misericordia? Perché vuoi diventare irriconoscente? Perché vuoi dimenticare il bhajan? Se hai ricevuto la misericordia, allora devi essere grato di ciò. Devi rifletterci costantemente. Se te lo dimentichi allora non ne sei degno. Cosa si potrà dire a questa persona ingrata? Dobbiamo pensare: qualcosa di buono è successa nella mia vita. Tutte le cose buone che sono successe nella mia vita sono la misericordia del Signore, del maestro spirituale.

ahańkāre matta hoiyā, nitāi-pada pāsariyā
asatyere satya kori māni
nitāiyer koruṇā habe, braje rādhā-kṛṣṇa pābe
dharo nitāi-caraṇa du’khāni

Traduzione:

Essendo impazziti a causa del falso prestigio e identificazione con il corpo, si pensa, chi è Nityananda? Cosa può fare per me? Non mi interessa. Il risultato è che si sta accettando qualche falsità, come fosse la verità. Se si vuole effettivamente approcciare l’associazione di Radha-Krishna, si deve prima raggiungere la misericordia del Signore Nityananda. Quando Egli sarà misericordioso verso di te, allora avrai la possibilità di avvicinarti a Radha-Krishna. Perciò si devono fermamente afferrare i piedi di loto del Signore Nityananda.

Se si osserva bene, intorno a noi c’è tanto falso ego. Divento orgoglioso perché sono un uomo molto ricco. Sono un dottore, un ingegnere, un professore. Sono un sannyasi, sono sposato. In questo stato d’animo si diventa pazzi, dimentichi del proprio maestro spirituale. Si pensa:

Adesso divento il padrone. Posso fare ogni genere di cose. Posso fare le cose più pazze nella mia vita, perché adesso sono il capo”. Dimenticando da dove sta provenendo questa misericordia.

Si cade nell’ambiente materiale, e così si soffre. Dimentichiamo la misericordia del Signore, e così dobbiamo essere giudicati dal Signore. Dal giudizio stanno venendo, imposizioni e sofferenza. Questo è il modo sbagliato di pensare, e stiamo soffrendo per questo modo di fare. Si può capire nella coscienza più alta dell’amore divino della coppia divina. Solamente dalla Sua misericordia. “Radha-Krishna”, non “Krishna”. Radha-Krishna significa la coppia divina.

nitāiyer caraṇa satya, tāhāra sevaka nitya
nitāi-pada sadā koro āśa
narottama boro dukhī, nitāi more koro sukhī
rākho rāńgā-caraṇera pāśa

Traduzione:

I piedi di loto del Signore Nityananda non sono un’illusione: sono un fatto. Chi è ingaggiato nell’amorevole servizio trascendentale a Nityananda, anch’egli è trascendentale e continuamente in cerca di afferrare i piedi di loto del Signore Nityananda. Questo Narottama das è molto sofferente, perciò sto pregando il Signor Nityananda, di rendermi felice. Mio caro Signore, tienimi vicino ai tuoi piedi di loto.

Qual è il fatto reale? Il creatore e la sua misericordia sono reali. Colui che verrà a darti la misericordia è la realtà. Non è possibile conoscerLo direttamente. Ho bisogno di aiuto, ho bisogno di rifugiarmi in qualcuno che Lo conosca bene. Questa è la verità, questa è il modo per raggiungere il creatore Supremo. Questa è la via, ed è la vera via. È una via in cui non hai bisogno di provare ancora e ancora. Tutti quanti possono realizzarla e praticarla nella vita. Molte persone vengono all’interno di questo universo e muoiono; qualcuno viene ricordato, qualcuno invece viene dimenticato.

Se si prende Gesù: nessuno lo dimentica. Perché? Perché è sempre in relazione d’amore con il padre. Nessuno che ha preso rifugio in Dio attraverso il maestro spirituale è dimenticato dopo avere lasciato il corpo. Persino dopo aver lasciato il corpo questi tipi di santi sono ancora qua. Le persone celebrano il loro compleanno, perché sono sempre connesse. In questo corpo si connettono a Dio e al loro maestro spirituale.

Possiamo fare esempi di qualunque religione di qualunque luogo. Chi si arrende al maestro spirituale non morirà mai. Vedi l’esempio di Srila Prabhupada. Sta vivendo o no? Molte persone dicono:

Voglio seguire Srila Prabhupada, non ho bisogno di alcun maestro spirituale”.

Perché pensano che egli sia in vita. Loro stanno sempre vivendo. Quindi dobbiamo fare qualcosa nella nostra vita così che possiamo vivere per sempre. Solamente una cosa cambierà la vita: prendere rifugio nel maestro spirituale. Perché da solo non lo posso fare, non posso vivere senza il mio maestro spirituale.

Tienimi sotto la tua guida, mio maestro spirituale. Tu sei capace di fare ciò. Prendimi, tienimi con te. Sono completamente in maya e non so come venirne fuori. Afferrami per i piedi e portami fuori da tutte le delusioni, portami ai tuoi piedi di loto. Fermami se voglio scappare da te, e per favore controllami”.

Narottama dasa Thakura dice:

Questa è l’unica speranza per me. Se fai ciò, allora sono salvo. So che sei molto gentile e che, in ogni modo, te ne prendi cura. Quando dai la tua misericordia ogni cosa può cambiare”.

In ogni momento, ogni secondo, ogni minuto sono rifugiato in lui. Non voglio uscire da sotto il suo ombrello.

Dissi al mio maestro spirituale,

Gurudeva, sei molto malato, hai 120 anni. Tra poco mi lascerai, come potrò vivere senza di te?”

E lui rispose,

No, non ti lascerò mai. Sarò sempre con te, non ti preoccupare”.

Non mi preoccupai mai, non mi hai mai lasciato. Dissi:

Gurudeva, canti veramente tanto, ma io non posso cantare”.

E lui disse:

Non preoccuparti, canterò io per te”.

Se ti dimenticherai del maestro spirituale, lui non ti lascerà. Questa è vita materiale, non una concezione materiale.

Se tutto ciò avviene, se sarai sempre connesso al tuo maestro spirituale, guru-tattva è sempre con te. Cosa succederà? Quegli occhi divini, la sua visione divina ti cambierà. Cambierà la tua vita, così che potrai vedere la tua istha-deva in ogni posto. La forma dell’istha-deva comincerà a guardare dall’immagine, quando la tua meditazione sarà rivolta in quel punto. “Ovunque sto guardando, ti vedo”. Crescerà ulteriormente sempre di più. Terrai sempre con te il santo nome. Non potrai allontanarti dal nome. Prima potevi fermarti dal cantare per fissare la tua attenzione verso altre cose che sembravano molto importanti, perché ti dimenticavi del nome. Adesso il nome viene automaticamente dalla tua interiorità. Prima era molto difficile poter cantare il nome, mentre adesso devi venire fuori dal nome ed essere abile per fare altre cose. Non solamente questo. Crescerai sempre più e riuscirai a conoscere la tua forma spirituale, e non finisce qui. Prema (l’obiettivo più alto) verrà. Non si fermerà qui. Andrà sempre più avanti. È il più alto e puro amore del Signore, che riceverai in ogni istante. Così centrerai te stesso nel silenzio. Centrerai te stesso, facendo ogni cosa pacificamente e felicemente. Potrai vedere molte cose, e potrai guarire gli altri. Vai dal maestro spirituale; lui ti guarderà e ti guarirà, così adesso anche tu devi fare ciò. L’hai ricevuto. Ciò ti dà la responsabilità di condividere tutto questo.

Sul grihastha ashram

“Grihe thako vane thako ha gauranga bole dako” Molte persone vivono nel grihastha ashram (una vita spirituale di famiglia). Qualcuno vive anche in vanaprastha o sannyasi ashram. Se stai facendo qualcosa nel sentimento di “ha gauranga”, significa che stai piangendo (“ha” significa piangere). Con le lacrime agli occhi ti sciogli tutto il giorno per il Signore Supremo. Quando viviamo in questo modo la nostra vita è un successo – non importa in quale ashram (situazione di vita) stiamo vivendo.

La mia esperienza nella vita fu quella di vivere nel grihastha ashram. Imparai molto riguardo alla mia vita spirituale, quando ero nel grihastha ashram, perché in quegli anni ho avuto abbastanza tempo per stare in sadhu-sanga. Avevo abbastanza tempo per ascoltare, leggere, servire i sadhu e i Vaishnava, perché grihastha significa che si deve servire. Se non puoi servire i sadhu e i Vaishnava con le tue mani, allora non sei in grihastha ashram. Stai guadagnando dei soldi per via dei tuoi affari, ma se non stai usando parte dei soldi nel servizio di Krishna, dei sadhu e dei Vaishnava, se non stai condividendo i tuoi guadagni, allora non è il modo perfetto di guadagnare. Si devono dare parte dei soldi raccolti a Krishna, ai sadhu e ai Vaishnava. Usai i miei soldi in questo modo, per servire. Non eravamo sempre della stessa opinione. Qualche volta i membri della mia famiglia, la moglie, i bambini avevano delle idee differenti dalle mie, e non accettavano cosa avevo intenzione di fare. Così dovevo regolarmi in base alle loro idee, perché grihastha ashram significa adattarsi. Se hai adeguato la tua vita, allora hai trovato il grihastha ashram. Devi ascoltare cosa vuole ogni persona, devi realizzare, devi riconoscere le difficoltà degli altri; e se qualcuno usa delle parole forti verso di te, non te ne devi interessare. Allora la tua vita di grihsta ashram è di successo. Questo è un sadhana, un periodo di sadhana. Per via di questo sadhana praticherai per diventare umile, ascoltando da ogni forma vivente. Non è necessario che tutto sia favorevole nel grihastha ashram. Una tale situazione non si avvererà mai nella creazione materiale. Forse tua moglie o tuo marito non ti è favorevole, e se si trova quindi un compromesso per adattarsi, diventa un sadhana molto pesante. Adattarsi a un sentimento opposto è un grande risultato. Si è veramente di successo nel grihastha ashram quando si serve ogni persona della famiglia senza divorziare. Il divorzio fa parte della cultura occidentale. Dato che noi siamo Vaishnava non possiamo fare ciò. Vaishnava significa servire, non separarsi dalla famiglia. Si deve servire; se tu puoi fare tutto ciò, il tuo ashram sarà di successo. Quando si è di successo? Quando sei umile, quando non hai del falso ego. Avrai così rispetto per gli altri, rispetto per tuo marito, rispetto per gli anziani e per ogni entità vivente. Imparerai come mostrare rispetto verso gli altri. Tutto ciò è come quando si studia. Per esempio leggi riguardo la fisica o la chimica. Per primo leggi qualcosa sulla teoria, dopo di che fai gli esperimenti pratici nel laboratorio di fisica o in quello di chimica. Il grihastha ashram è come laboratorio di pratica, dove si dimostra se siamo di successo o no. Se qualcuno è di successo in questo, servendo la sua intera famiglia, allora può servire l’intera società. Se ha fallito nel servire gli altri, è perché non sa come farlo. Se le possibilità sono favorevoli, se tutti i membri della famiglia si ascoltano l’uno con l’altro, allora c’è la misericordia di Krishna. Se il marito e la moglie hanno dei malintesi e non sono della stessa opinione, se non dividono un terreno in comune per le decisioni da prendere, se hanno idee diverse, anche questa è misericordia di Krishna. Perché? Perché così si praticherà per diventare più umili, riducendo la tendenza di pensare di essere perfetti. Non si devono lasciare le proprie condizioni. Tutto ciò è una misericordia speciale. In questo mondo materiale si deve solo fare più lavoro. Krishna ti sta facendo forte per ascoltare gli altri, e risolvere i problemi. Se non puoi risolvere i problemi che sono all’interno della tua famiglia in un modo gentile ed amorevole, allora non puoi risolvere i problemi di tutte le altre persone nel mondo.

Ricordo la storia di mio nonno e mia nonna. Si sposarono quando erano giovani. Erano il re e la regina. Mio nonno era un re, e suo padre lo fece sposare per espandere la famiglia. Così i miei nonni si sposarono in età molto giovane. I matrimoni precoci in India sono molto comuni. Mia nonna aveva 12 o 13 anni, e mio nonno all’incirca 15 o 16. Mio nonno adorava Radha e Krishna sin dall’infanzia. Faceva servizio personalmente, e tutto il giorno era impegnato nel servire le divinità. Quando sposò mia nonna, le disse:

Per favore, sei la mia moglie adesso. Prima del nostro matrimonio, non avevo mai meditato sul grihastha ashram, ma adesso stiamo entrando in quest’ashram, quindi ho bisogno del tuo aiuto. Non stiamo entrando nel grihastha ashram per la gratificazione dei sensi. Ho bisogno di una moglie che può aiutarmi. Moglie significa colei che aiuta il marito per il suo avanzamento, e marito significa colui che si prende cura della propria famiglia. Siamo compagni di vita, quindi per favore aiutami”.

Mia nonna chiese:

Cosa desideri da me?”

E lui rispose,

Sono innamorato di Radha e Krishna. Desidero solamente che anche tu servi con me; canto anche un lakh di mahamantra harinama ogni giorno, così se mi puoi aiutare a cantare sarebbe magnifico”.

Lei disse,

Certo, questo è meraviglioso!”

Cosa successe? Per cinque anni cantavano insieme per tutta l’intera notte. Mia nonna si sedeva in un angolo della stanza, mentre mio nonno sedeva nell’altro angolo. La camera da letto, ed il letto non venivano toccati. Prima di sposarsi mio nonno cantava sempre un lakh al giorno. Dopo il matrimonio cominciò a cantare due lakh, tre lakh, perché improvvisamente i due nonni avevano una competizione nel canto. Mia nonna diceva:

Guarda, ho cantato tanto così. Tu invece quanto hai cantato?”

Erano nella vita di famiglia, e in sadhu sanga l’uno con l’altro. Entrambi servivano il Signore. Mia nonna, come servizio, si occupava di cucire i vestiti per le divinità. Aveva il desiderio di acquistare i vestiti migliori, magnifici vestiti con oro e argento. Acquistava il tessuto e faceva un vestito con l’aiuto di 5-6 persone. Ogni giorno creava un vestito nuovo per le divinità. Lo vidi con i miei occhi; faceva tutto ciò all’età di 75 anni. Cominciò col matrimonio, e lo stava ancora facendo al tempo della sua morte. Mio nonno serviva le divinità con dei profumi. I profumi indiani sono come olii. Serviva Radha e Krishna con i profumi più costosi. Metteva il profumo sugli abiti e li usava come oli per massaggiare; li metteva sui volti e sugli abiti. Quando divenne anziano aveva qualche problema con la sua vista, così cospargeva i profumi ed olii solamente sui vestiti. I vestiti, così, diventavano molto sporchi. Allora mia gli nonna chiese:

Perché versi così tanto olio suoi vestiti nuovi? Diventano tutti sporchi. Krishna li può indossare solamente una volta, così devo portare sempre degli abiti nuovi. Tutto ciò è veramente costoso!”

Allora mio nonno rispose:

Perché ti preoccupi? Siccome devo ungerli col profumo, ti sto dando l’opportunità di fare quotidianamente degli abiti nuovi. Così i vestiti diventano sporchi e tu ne crei di nuovi. Il mio servizio è quello di profumare con un olio, e lo faccio, mentre tu fai il tuo servizio. Così entrambi siamo nel sentimento del servizio!”

Erano sempre totalmente coinvolti nel loro servizio. Ho imparato molte cose da loro. Stavano sei mesi a Vrindavana e sei mesi a Munger. Quando andavano a Vrindavana prendevano anche a noi bambini con loro, per avere sadhu-sanga.

Non capii mai veramente cosa stava accadendo e cosa c’era tra loro; ma ne sentivo la vibrazione, ed inconsciamente mio fratello ed io lo realizzavamo. Adesso capisco cosa dicevano, e che tipo di persone divine erano. È molto bello quando diamo sadhu-sanga ai nostri bambini. Se ci comportiamo così, in un modo amorevole, non ci sarà mai alcuna battaglia. I miei nonni volevano sempre aiutare gli altri. Non lottavano mai l’uno con l’altro. Combattevano solo per Krishna e per il servizio. Vivendo così nel grihastha ashram, erano sempre nell’umore di cantare, pregare e adorare la Dolce Coppia.

Pace

Pace significa assenza di rumori – si può dire in una parola: silenzio. Se non c’è silenzio, non si può sentire pace, e se si vuole diventare pacifici si deve andare dove si può sentire il silenzio, senza disturbi.

Per ottenere questo tipo di pace le persone vanno nella foresta, per questa pace vanno in montagna; le persone vanno dove risiede il silenzio, così quando ti siedi e senti il silenzio, allora ti connetti all’interno, con te stesso. Puoi ascoltare così la tua voce interiore. Non puoi ascoltare la tua voce interiore senza la pace, questo è il punto. Senza ascoltare la voce interiore non c’è pace. Dopo che viene la voce interiore, automaticamente si entra in silenzio. Allora non cercherai alcun silenzio esterno. Inizierai a muoverti nella pace reale, perché sarai fisso nella tua voce interiore e nel flusso interno di misericordia; quando ti centrerai in tutto ciò, scoprirai che questa è la vera vita spirituale. Concentrati sempre sulla voce interiore. Quando sei in purezza e silenzio, allora la voce interiore arriva dalla super anima.

L’anima non si muove mai. Realmente non siamo attivi. Prima abbiamo viaggiato per il mondo esterno, cercando il silenzio; ma quando iniziamo ad andare in profondità, siamo nel momento di pace. Cominciamo ad ascoltare la voce interna, così non abbiamo bisogno di alcuna pace esterna. Il mondo esterno non può toccarti quando sei totalmente in una pace interiore. In ogni circostanza puoi essere in pace; per esempio se cento persone stanno parlando e facendo qualcosa, puoi essere in pace. Poichè conosci come arrivarci, e come rimanerci. Per arrivare a questo livello, si deve iniziare con delle circostanze che siano disposte in un modo favorevole, così che tu possa andare dentro te stesso.

Ci sono due tipi di modi: uno va all’esterno, e l’altro va all’interno. Se osservi le persone nel mondo esterno, sono molto coinvolte nelle vicissitudini esterne. Non vogliono andare nel mondo interiore. Non vogliono realizzare se stessi, non stanno cercando la pace, non cercano il silenzio. Stanno solamente cercando dei problemi e della violenza. Accettano volontariamente ogni distrazione che Krishna offre, per evitare il silenzio interiore, il reale posto dell’anima. Se si capisse quanti sforzi si fanno, solamente per dimenticare la realtà, allora si comincerebbe a cambiare e a muoversi verso l’interno. Le persone che hanno fatto così, possono allora aiutare molte altre persone che vogliono muoversi in questa direzione.

Tale è la bellezza di questa coscienza di pace del mondo interno. Puoi sentire e realizzare tutto ciò solamente quando sviluppi la tua coscienza interna. Questo è divino. Il divino è sempre pacifico, mentre l’esterno è sempre un disturbo. Se non sei determinato, non puoi fissarti li. Così ogni cosa ti porterà lontano da questa pace. Quando qualcuno è veramente centrato, nessuno può spostarlo da li, perché riconosce il gusto in tutto ciò. Se non si ha del gusto, non si può essere fissi in quella dimensione.

Il desiderio è la via. Se ho desiderio, se c’è una volontà, allora c’è una via; e per questo devo diventare silenzioso e ritratto da tutti i sensi. Questi sensi vogliono portarti fuori, ma devi cercare di fermarli e dare loro una direzione. Altrimenti sarai forzato solo a seguire il loro impulso immediato, e questo significa che perderai la tua libera volontà, e arriverai solamente in superficie. Devi cercare di tacitare i tuoi sensi. Tutto ciò che devi chiedere è di essere in silenzio per qualche giorno, qualche mese, così che da potere andare dentro te stesso. I sensi ti porteranno solamente fuori dalla pace, soffocheranno la tua energia. Questo silenzio è molto importante per i sensi, i sensi ci devono aiutare. Abbiamo bisogno da’aiuto da parte dei sensi, e se vogliono aiutarci, sarà facile da fare. Dobbiamo farceli nostri amici.

Le persone devono vivere con dei principi religiosi. Non è necessario che diventino questo o quello. Ogni pratica religiosa è buona. Devono vivere in virtù. Se non possono vivere in virtù, allora si trovano in ignoranza o passione. Sattva-guna- virtù – significa pensare solo in positivo, agire solo in positivo, ogni vibrazione deve essere positiva. Questa è virtù.

Le persone ignoranti pensano che tutto sia negativo. Se qualcuno sta facendo qualcosa, ci sarà una ragione nel fare ciò. “Forse qualcuno vuole prendermi qualcosa” – vedono solamente il meno. Se qualche virtù sta nascendo in te, allora vedrai tutto in un modo positivo, mentre le persone ignoranti non possono vedere così. La nostra istruzione, la nostra qualificazione dopo la nascita è completamente in passione ed ignoranza. Puoi vedere sin dall’infanzia, che i genitori ci insegnano a come diventare passionali. Devi fare questo, quello, e se non lo fai non sei qualificato. Devi competere, devi fare questo, devi sviluppare molte cose, le quali aumentano l’ignoranza, e non ciò che è pio e religioso.

Così se non fermiamo questo comportamento, diventerà un’abitudine. Non ne possiamo venire fuori, e per colpa di questa pratica diamo sofferenza ai vicini, ad altre persone. Non posso distinguere tra ignoranza e passione, non posso realizzare cos’è buono e cos’è cattivo. In questo mondo ci insegnano solamente passione ed ignoranza. Praticamente nessuno dice qualcosa sul lato positivo. Questo lo devi giudicare da te stesso. Questo è da fare, o non è da fare. Per primo devi decidere nel tuo cuore e nella tua mente. L’intero processo spirituale comincia con questa decisione interiore.

Se si è positivi, allora si cercheranno della pace, del silenzio; se si è in ignoranza allora si ha bisogno di violenza, di dormire e di delusioni. Se qualcuno è in passione, ha bisogno di sforzi intensi, di rumore e distruzione per misurare gli altri; faranno più lavoro, spenderanno meno soldi, così che ne possano accumulare di più. Vogliono fare della violenza per la loro passione, e si sentono come :”Io sono la persona più intelligente”.

Essere pacifico significa automaticamente che vuoi dare. Se qualcuno vuole ricevere qualcosa da te, anche tu sei pronto a dare. Non sei violento, non sei passivo. Senza chiedere, sei pronto a dare. Qualcuno vuole qualcosa da te, così tu sei pronto a dare, per il tuo amore e i sentimenti positivi; perché le tue realizzazioni ti dicono di diventare umile ed amorevole.

Ci sono molti modi di amare: con la mente, con i sensi, con la coscienza, col corpo e col cuore. Qual è il tipo di amore che vuoi conoscere?

Qualcuno ama i sensi, ma quando i sensi non funzionano, allora non hanno più relazioni. Qualcuno vede che quella è una persona davvero intelligente; voglio stare con quella persona intelligente. Così cominciano ad amarla, ma quando l’intelligenza diminuisce non l’amano più. Qualcuno ama il corpo: una ragazza e un ragazzo sono stupendi, ma quando vedono qualcuno più bello, allora si lasciano per degli altri, scappano. Qualcuno ama il sesso per godere sempre di più, e dopo un po’ di tempo diventano stanchi del sesso. Il mio amore adesso è finito.

Il vero amore è differente. C’è l’amore da anima ad anima, da cuore a cuore. La differenza è che queste persone amano l’anima. Non vivono mai separatamente. Vivono insieme fino a che la loro vita finisce. Quindi quale tipo di amore vuoi nella tua vita?

Quali sono queste circostanze, e in quale coscienza si trova la persona che ti dice “Ti amo”? Solamente una persona pacifica può giudicarlo. Se non è in pace, come potrà vedere ciò?

La pace è il centro. Dobbiamo prima trovare la serenità e dopo pensare a Dio? Non è necessario. Per sviluppare violenza e ignoranza, qualcuno crede o non crede; hanno ancora bisogno di agire in violenza. Come sviluppare pace? Dobbiamo sviluppare il centro della nostra vita, il rifugio della nostra vita. Pace è il nostro centro. Pace è al centro del mondo, e pace non è violenza. Voglio dare pace a me stesso, e quando troverò la serenità? Quando realizzerò la mia verità. Pace è verità, e verità è pace. Anche il centro in questo mondo è verità. Qual è l’obiettivo in questo mondo? È la verità, e la verità è pacifica. Pace è la vera bellezza. Se vuoi vedere, la verità e là. Perchè questa verità si trova là? Perché anche la pace è nello stesso posto. Qual è il risultato della verità? La bellezza. Qual è il risultato della pace? La bellezza. La forma di Krishna è la verità, e la forma della pace è Radhika. Lei è sempre pacifica, tranquilla e molto equilibrata, mentre Krishna è sempre in cambiamento. La verità si muove sempre, non sta in un solo posto. Verità e pace – Come Krishna e Radha. Le persone devono capire cos’è il significato di verità: “sat” è la verità, “cid” è la shakti di guru-tattva, ”ananda” è la pace e felicità.

Quando non c’è pace, non c’è neanche felicità. Cid è l’energia, è il tattva – si incontrano, si divertono – entrambe, continuamente.

Le persone sono insoddisfatte perché sono molto lontane dalla verità. Se dirai ciò ad alta voce, nessuno lo accetterà. Tutti pensano che ciò che fanno sia la cosa giusta, mentre ciò che stanno facendo gli altri è sbagliato. Non lo capiscono. Come la rana che vive nel suo stagno, conosce solamente quello stagno. Non conosce alcun altro stagno. Così dice:

Vivo nel posto più grande, nelle grandi acque!”

Tu dirai:

Posso mostrarti che ci sono laghi più grandi”.

La rana non ci crederà perché non conosce la verità, è limitata dalle sue esperienze. Così similmente, tutte quelle persone che non vogliono aprirsi alla verità, e pensano di possedere tutte le esperienze e conoscenze del mondo. La conoscenza reale nasce quando conosci te stesso. Quando scopri cos’è materiale e cos’è spirituale.

Se possiedo la capacità di riconoscere questo, e posso stare nella verità, la pace sarà sempre con me. Mille persone possono suonare delle percussioni intorno a te, e potrai essere ancora tranquillo e felice. Ma qualcun altro – anche se vive in delle tranquille montagne – dato che la sua mente è piena di desideri ed identificazioni con dei pensieri che crescono in continuazione, rimarrà completamente sotto tensione. Poichè il suo silenzio non gli sta dando della pace, non può cercare la verità.

Ama te stesso. Ma prima devi conoscere te stesso. Se conosci te stesso, conosci la verità, allora sarai pacifico. Ci sono due cose da differenziare: cosa pensano le persone della religione, e cosa ci insegna la religione. Possiamo sentire che siamo tutti cristiani. Cosa ci insegna questo? Come possiamo vivere in virtù? Possiamo sentire per esempio che siamo tutti ebrei, cristiani, musulmani. Cosa ci insegna ciò? Ogni religione di questo mondo – cosa ci stanno insegnando? Ci stanno insegnando come centrare noi stessi in virtù. Quindi la religione non è male. Semplicemente non capisco cosa mi stanno insegnando, questa è una mia ignoranza. E questa ignoranza produce violenza, quindi la religione non è male. Se vogliamo migliorare la nostra pace spirituale e trovare verità nella vita, dobbiamo vivere una vita religiosa.

Dobbiamo capire che questo significa vivere in virtù e non in violenza. Se io dico, “Combatti per la mia religione!” questo significa violenza. La religione non ha niente a che fare con tutto ciò, questa non è religione. La religione ci dice come sacrificarci. Per misericordia puoi spiegare Dio ad altre persone, ma non per creare violenza intorno a te.

Quando Gesù stava per essere crocefisso, avrebbe potuto ribellarsi usando la violenza, perché aveva molti seguaci. Perché abbandonarsi alla violenza? Avrebbe potuto dire:

Combatti, Vieni con me! Possiamo combattere per la nostra religione!”

Non disse mai una cosa di questo genere. La religione non manifesta mai della violenza.

Krishna dice nella Bhagavad-gita:

Distruggo il mondo!”

Non ci vogliamo credere. Noi vogliamo distruggere il mondo. Non crediamo che lo voglia distruggere. Krishna dice così:

Distruggerò quando lo riterrò, ma sosterrò coloro che vivono in virtù. Non sosterrò mai una persona che vuole la violenza – neanche in mille milioni di anni. Chi vive in virtù, chi è pio, sarò sempre con questi”.

Non puoi aiutare delle persone che vogliono vivere nella violenza, perché vogliono viverci fino al giorno in cui moriranno. Se raggiungiamo tutti il livello della virtù, tutta la violenza se ne andrà. Se ci sono più persone in virtù, tutto l’ambiente sarà più positivo. Quando agisci con violenza, crei un ambiente differente. Se qualcuno si trova in passione e vai con lui, anche tu comincerai a vivere in passione.

Quale fu la motivazione per cambiare la mia vita? Pace e verità cambiarono la mia vita. Pace significa Radha, verità è Krishna. Dato che vivevo in ignoranza e passione, alla fine ho voluto conoscere me stesso. Ho voluto amare me stesso. In questo momento stiamo amando i nostri sensi, non stiamo amando noi stessi, e non potremo mai soddisfare i sensi. Se ami i sensi, non potrai mai essere soddisfatto, perché le loro domande sono senza fine. Richiederanno sempre di più.

Volevo amare me stesso, non i miei sensi; volevo conoscere me stesso. Quando decisi ciò, mi distaccai dalla mia condizione di vita sicura. Non pensavo al giorno dopo. Semplicemente mi allontanai. Diventai forte; andai lontano per la pace nel silenzio, e ottenni così la forza e la pace interiore. Adesso non mi sento disturbato in alcuna circostanza.

Praticai la mia vita da grihastha quando vivevo con la mia famiglia. Stavo con mia moglie, e smisi di amare i miei sensi. I miei sensi si intorpidirono. Praticai secondo le circostanze di quel momento. Imparai a praticare il silenzio. Prima iniziai con mauna (voto del silenzio) per quindici giorni, poi un mese e così via, quando si presentavano delle distrazioni. I miei genitali mi creavano dei problemi, li misi a tacere. Come si può mettere in silenzio ogni cosa? Provai a farlofermandosi non si può imporre il silenzio. Il silenzio è presente quando ogni cosa diventa pacifica, senza fastidi. Ogni circostanza è misericordia, quindi non è più un disturbo per me. Come utilizzare tutto ciò, questo è il punto.

Abbiamo bisogno di bhakti. L’obiettivo è la bhakti. I miei sensi non sono l’obiettivo. Se i sensi creano qualche disturbo, devo fissarmi sempre più sul percorso della bhakti. Se vado in profondità nella bhakti, i problemi per i sensi diminuiranno, la miseria se ne andrà e la pace e l’amore nasceranno.

Come puoi diventare tranquillo? Nella tua vita devi effettuare mauna (voto del silenzio) come una pratica. Se pratichi il silenzio, l’energia verrà. Tutti quanti lo possono fare. Se la tua bocca è silenziosa, puoi sperimentare il silenzio di tutti i sensi. Dobbiamo praticare per raggiungere una pace mentale. Questa è la felicità reale, il sadhana reale, il bhajan reale. Questa è bhakti. Lavora verso un obiettivo, bhakti.

È sempre meglio imparare dagli altri. Se con la tua coscienza interiore, sei veramente costante, ciò può guidarti. Se non sei costante, è meglio imparare da una persona più elevata, che si trova realmente in pace.

Non puoi diventare violento se sei in pace. La violenza è guerra ed ignoranza. Un altro aspetto dell’ignoranza è l’orgoglio, che anzi ne è il padre. Se c’è dell’orgoglio, l’ignoranza non andrà mai via. Puoi vederlo in quasi tutte le persone. Se hai gli occhi aperti, puoi riconoscere chi è in questa condizione. Se migliori la tua visione, puoi vedere te stesso e gli altri. La persona pacifica conosce, ma non commenterà mai il fatto che tu sia buono o no. Non possiamo insegnare a nessuno. Dire “insegnare” è una parola in ignoranza. Condividi con le persone amore e meditazione. Con i bambini puoi cercare dei mezzi pratici. Puoi dire loro di sedere in un posto tranquillo. Quando ci sono molte persone fuori, vedranno della violenza, rumore. Non si può pianificare. Impegnali nel fare delle cose pratiche.

Saranagati

Manasa, dehlo, geho, jo kichu mor

Arpilun tuwa pade, nanda kishor!

Mente, corpo, famiglia e quant’altro possa essere mio, mi sono arreso ai Tuoi piedi di loto, O giovane figlio di Nanda !”

Questo poema di Srila Bhaktivinoda Thakura mostra come fare saranagati. Saranagati significa come prendere rifugio. Se nella tua vita, hai un qualsiasi obiettivo, devi prendere rifugio in qualcosa. Per esempio, se il tuo obiettivo era quello di venire qui, hai dovuto prendere rifugio in un aereo, un treno o un’automobile, perché volevi venire qui. E quando prendi rifugio, lo fai per davvero – non scappi via all’improvviso. Ti arrendi totalmente al tuo veicolo come l’aereo, un treno o macchina. Non cambi la mente dopo qualche chilometro e pensi:

Oh, andrò in quell’altro programma; anche quello mi suona bene”. Una volta che hai preso la tua decisione, siedi nel tuo veicolo, e ti muovi con quello, fino a quando raggiungi il tuo obiettivo. Bhaktivinoda Thakur sta dicendo la stessa cosa. Se hai un obiettivo spirituale, hai bisogno di un mezzo per raggiungerlo. Ogni giorno pratichiamo la nostra vita spirituale. È un modo facile per fare esercizio, ma non appena qualcuno dice che dobbiamo prendere rifugio ed abbandonarci, pensiamo: “No!”; ma senza l’abbandono non possiamo raggiungere l’obiettivo. Un mahajana, il settimo Goswami nella nostra linea, volle mostrarci, un modo veramente semplice per ognuno, anche per le persone ordinarie e non solo per le persone molto elevate spiritualmente. Per questo abbiamo bisogno di conoscere una breve storia:

Bhaktivinoda Thakura era una grande giudice dello stato. Cominciò a scrivere poemi, quando viveva in famiglia, con sua moglie ed i figli. Persino con una grande famiglia ed il dovere di mantenere la casa, scriveva per tutto il tempo che aveva a disposizione. Non appena cominciò a predicare rinunciò al suo lavoro, per Mahaprabhu e Krishna. Dopo di ciò divenne un babaji, rinunciando a tutto. Passava il tempo solamente scrivendo, e piangendo per Krishna. Si può sentire come scrive con l’esperienza della sua vita, e come si muove verso Krishna. Scrive in questo modo: se pratichi durante la tua vita, molte cose possono cambiare. Questa è la grande grazia dei mahajanas: non parlano soltanto dello scopo più elevato, ma spiegano anche come raggiungerlo:

Manasa deha geha”

Qual è il centro del corpo umano? L’anima. Se dimentico il mio centro, cosa succederà? Soffrirò, perché ho dimenticato il mio centro reale. La sofferenza inizia perché non conosco il mio centro; sofferenza significa esistenza al di fuori dell’anima. Da dove viene l’anima? Qualcuno può dire Krishna, la superanima; si può dire qualsiasi cosa, rimane il fatto che c’è un qualche Assoluto da cui proviene l’anima. Questo Assoluto, il Signore Supremo, crea le anime spirituali. Quando l’anima va all’esterno non rimane niente. Quando dimentico che sono un’anima, cosa mi succederà? Andrò in basso. Creo della sofferenza verso me stesso.

Se c’è un grande palazzo, ma nessuno ci sta abitando, qual è lo scopo del palazzo? Se possiedi una casa, ma non puoi ospitarci nessun altro, qual è l’uso di questa casa o appartamento? Quando viene un ospite, è come Dio, come Krishna stesso. Come potrai sentire se Krishna sta venendo? Non potrai capirlo. Come potrai sapere che è Lui? È venuto per vedere Radhika, ma ha indossato un abito differente. Devi essere molto intelligente a riconoscerlo, come Lalita e Radhika, che hanno molto amore per Lui.

La misericordia può arrivare in ogni momento e in ogni luogo. Dobbiamo prepararci a riceverla. La prima cosa è sapere chi sei e qual è il tuo centro, e che il centro è connesso con il Super Centro. Se tieni questo in mente, allora sai che ogni cosa che possiedi non è tua, ma è Sua. Se hai dell’amore per Dio, allora Lo avvicinerai con un nome come Kanahaia, Gopal, Mohan, Krishna. Se Lo approcci vedendoLo principalmente in connessione a questo mondo, e quindi senza una relazione personale ed eterna, allora Lo chiamerai con gauna-namas (nomi secondari che descrivono la Sua posizione di Dio) come Dio, Allah, Isvara, Paramatma, Bhagavan. Se invece Lo chiami con un profondo desiderio per una relazione d’amore nel mondo spirituale, allora userai i suoi mukya-namas (nomi primari che si riferiscono alla Sua vera natura nel mondo spirituale).

Quando ci incontriamo per la prima volta, non conosciamo i nostri nomi; ma se faccio di te mia sorella, e tu fai di me tuo fratello, allora hai appreso il mio nome ed io il tuo. Così non si dirà più, “Oh, mia cara signora, mio caro signore”.

Perché diciamo “Krishna”? Non siamo dei fanatici. Diciamo “Krishna” perché ci sentiamo in amore con Lui. Mi sento in amore con il mio Mohan. Ognuno è connesso in qualche luogo. Una persona intelligente proverà a conoscere la connessione reale; non appena la scoprirai sarà facile capire ed arrendersi. Se connetti una lampadina all’energia, cosa succederà alla lampadina? Darà della luce. Se connetti la tua anima alla Super-energia, anch’essa darà luce. Non ci sarà più l’oscurità. Brahman significa “luce”. Automaticamente sarai illuminato quando sei connesso con la tua super-potenza. Non ci sarà più tristezza. La tristezza si trova solamente per colpa dell’oscurità.

Questa è la misericordia di Gurudeva. Non chiudere questa connessione. Lasciala sempre aperta per ricevere misericordia, non disconnetterti mai. La connessione reale comincia con saranagati. Non è una cosa difficile vivere nella luce, non è un problema; tutti quanti vogliono vivere nella luce.

La vita spirituale è come fluire in un fiume, tra la corrente. Non hai bisogno di fare nulla. Devi solo sdraiarti, chiudere i tuoi occhi ed automaticamente l’acqua ti trasporterà.

Nella vita materiale si deve sempre andare contro corrente. Lavori molto duramente e come risultato, alla fine non arriva niente. Dopo quaranta o cinquant’anni considererai cosa hai acquisito, e cosa hai perso. Allora ti renderai conto: ho perso tutto, e non ho ottenuto niente. Non allontanarti dal tuo centro. Rimani nel rifugio, non dimenticarlo mai, e così capirai il significato di ogni cosa.

Mente, corpo, famiglia, ogni cosa offro ai tuoi piedi di loto, oh Nanda Kishor”.

Dono a te ogni cosa, perché ti conosco. Prima ti nascondevi da me. Dato che adesso ti ho conosciuto, dò me stesso a te, ti dò ogni cosa e mi abbandono. Prima mi trovavo nell’oscurità, ma per via della tua connessione ora ti conosco. Tutto è chiaro adesso.

Successe così a me: quando mi sono seduto ed arreso, ogni cosa mi fu rivelata. Se questo è potuto accadere a me, perché non anche a te? Hai solo bisogno di abbandonarti e tutto può cambiare. Vi sto dicendo questa cosa personale, perché siete diventati miei fratelli e sorelle.

Venni a sapere che un conoscente era stato coinvolto in un grave incidente, riportando una frattura. Andai a trovarlo e mi disse:

Krishna mi dona così tanta misericordia!”

Gurudeva ti sta insegnando ogni secondo, ogni minuto. Puoi imparare costantemente. Egli vive ovunque, e ti sta aiutando. Non c’è interruzione, una grande misericordia è disponibile tutto il tempo.

L’uomo infortunato mi disse:

Le mie stelle erano molto sfavorevoli, dovevo morire. L’astrologo mi aveva predetto che sarei morto presto, e Krishna mi ha rotto soltanto il piede; si rimetterà in uno o due mesi!”

Questo è buono o no? Anche le cose cattive sono misericordia. Non lo sappiamo. Tutte le cose, buone e cattive, che arrivano sono misericordia. Quando ti abbandoni puoi sentire la misericordia in ogni momento. Non importa affatto se il corpo è in salute oppure è malato, se sopravvive o muore. Misericordia è poter sentire l’eterna relazione con Krishna.

Da quel giorno anche io provai a praticare questo modo di pensare, questo “non mi preoccupo”. Una volta in Italia ed una volta in America andai vicino alla morte. Sentii che la morte stava venendo a prendermi. Non mi preoccupai. Cosa avrei potuto fare comunque? Dobbiamo in ogni caso prepararci sul cosa fare dopo la morte. Il significato di questa vita è la preparazione per dopo la morte. Ho avuto qualche buon karma accumulato nelle mie vite passate, perché nacqui in una famiglia Vaishnava; non solo una famiglia Vaishnava, ma anche molto ricca. Non potevo credere a quanti soldi possedevano. Non vedo quel tipo di ricchezza in nessun altro luogo in questi giorni. Tuttavia non erano delle persone normali, erano puri devoti. Il loro unico interesse fu quello di rendermi un devoto. Erano così aperti che per prima cosa mi mandarono in una scuola cattolica. Questa è la ricchezza della devozione: loro pregavano Krishna, ed io pregavo Gesù, e questo mi aiutò. Ciò significa che erano realizzati, erano connessi, avevano capito ogni cosa. Mi vollero mostrare come diventare un puro devoto, come rispettare persone sante, come poter vedere Krishna in tutta la Sua creazione. Nella mia vita passata, prima di questa, avevo qualche desiderio per soldi e patrimoni, così nacqui in una famiglia ricca. Fui anche un devoto, quindi nacqui ancora in una famiglia di devoti. Costruirono cinque templi prima della mia nascita. Dieci anni prima che io nascessi, i templi erano già pronti. Quando venni alla luce, giocavo in questi templi. Questo è il mio buon karma passato per avere fatto della devozione. Se procedi in questo modo, otterrai anche tu cose di questo genere. Dobbiamo accrescere la nostra vita spirituale, e le cose materiali automaticamente arriveranno. Adesso non mi sento a mio agio nell’amministrazione, è molto difficile per me adesso. Non ho desiderio di creare degli ashram. Qualche volta ho troppi problemi con i miei figli. Non ho neanche il desiderio di avere molti discepoli, è troppo impegnativo.

Saranagati è la sola via verso la felicità. Se entri nella coscienza del corpo, sarai ancora coperto. Torna indietro in saranagati, e sarai connesso. In questa ultima vita, ho fatto molto bhajan a Vrindavana. Quando giunsi per la prima volta a Vrindavana non avevo desiderio di andare in altri posti dell’India. Infatti non vado mai in altri posti sacri, perché non ne ho il desiderio. Una volta fui in Puri e Mayapur ma non ho intenzione di tornarci. So che è molto bello, perché Mahaprabhu nacque in quei posti, ma sento come se fossi a casa, solamente in Vrindavana. Non so come mai ho così tanta connessione solamente in questo posto. Però tale connessione mi soddisfa; sento che tutto ciò è tutto per misericordia.

So che può essere difficile connettersi in un solo posto. È come fissarsi su di una immagine. All’inizio richiede del tempo. Se hai molte cose da fare, e devi fissarti su un solo soggetto, ciò richiederà del tempo, ma centrare te stesso è importante. È molto semplice, e ti dico che se lo farai, la tua vita può cambiare.

Nella mia vita passata, il mio desiderio era di avere dei templi. Senza lavorare Krishna mi ha dato cinque templi, e non ne ho più desiderio, sono pienamente soddisfatto. Ho solamente un desiderio: mantenere me stesso nel rifugio. Non c’è felicità maggiore del gusto che si prova quando si è connessi. Quando sei lì, con l’Assoluto, Lui si prenderà cura di ogni cosa, e al di sopra di questo: tu ti prenderai cura di Lui. Questo è un rapporto d’amore persino maggiore. Se è Lui a prendersi cura di me, non c’è la bellezza dell’amore.

Te sei mio, io non sono tuo. Questo è il sentimento di Candravali. Il suo animo è così: devi prenderti cura di me, sono tua moglie. Mi dai soldi, vestiti, gioielli, perché sono tua. Sono tua devota. Divento tua amica. Chi altro si prenderà cura di me?

Radhika dice:

No, no. Non hai chiesto niente per te. Perché? Perché tu sei mio. E quando sei mio, mi devo prendere cura di te”.

Questo è il sentimento reale, la bellezza del vero amore. Questo è prema.

Lei dice:

Prenderò tutti i tuoi dolori. Se non posso prendere i tuoi dolori, qual è il significato dell’amore?”

Non si può coltivare amore in un giardino o in un campo agricolo. Non si può comprare nei supermercati. Se vuoi amare, devi completamente dare te stesso. Non ti preoccupare riguardo la sofferenza. La sofferenza verrà più tardi, amore significa un po’ di sofferenza. Questa è la vera prova in amore, quando si soffre, come Krishna quando si travestì per vedere Radhika. Non volle suonare il flauto, o fare qualunque altra cosa. Nonostante Radhika sappia che la bellissima Gopi era Krishna, evita di pensarci. Non vuole mostrare apertamente di conoscere che “lei” è Krishna. Il suo nascondersi in vestiti da donna è magnifico e così adesso è facile incontrarsi. Questa è la bellezza dell’incontro; e quando sono insieme, dopo aver detto una sola parola, tutto per loro diventa chiaro.

Bhaktivinoda Thakur è così misericordioso, egli dice:

Cosa Tu voglia fare con il mio corpo e le mie cose, adesso tutto ciò è un tuo problema. Puoi fare ogni cosa: uccidermi e distruggere tutto ciò che ho realizzato. Nessuno parlerà male di me, perché le persone capiscono che sono diventato tuo, perciò ti incolperanno. Questa non è una mia faccenda. Se vuoi essere incolpato, che problema c’è per me? Cosa posso fare? Ti proteggerò dalle accuse perché non voglio alcun tipo di problemi. Quindi ti proteggerò ma per tuo conto. Come ho detto: puoi distruggermi, hai il diritto di uccidermi. Questo non è un problema per me. Perché? Perché sei mio. Mi rendo conto che sei mio. So che quando ti accettai, tu eri già in piedi, che mi aspettavi. Ti amerò, e non ti lascerò mai, perché anche tu non mi abbandoneresti mai”.

Il Signore ama i suoi devoti

Puoi vedere che sei una Jiva, quando dai della misericordia a te stesso. Capirai allora che non sei la carne – sei jiva, un’anima – e quando conosci te stesso, sai che Krishna si trova nel cuore di tutti gli esseri viventi. Quindi, come puoi dare del dolore agli altri? Puoi solamente servirli.

Perché non Lo vediamo in tutta la Sua creazione? A causa della mancanza di devozione. Quando prema e bhakti arriveranno, tutta l’ignoranza se ne andrà. Puoi leggere i Veda, e il Purana. Ogni scrittura scrive a questo riguardo. Nella bibbia, San Paolo dice:

Se avessi della fede, potrei muovere montagne, ma non ho amore, non sono nulla”.

Parlo in un modo elevato, ma se non c’è amore per Dio, questi discorsi sono inutili. Se hai dell’amore per Dio, puoi vederLo faccia a faccia. Puoi vedere il suo volto, e Lui può vedere il tuo. Coloro che non hanno amore, possono speculare riguardo queste cose, ma se qualcuno ha dell’amore allora può vederLo faccia a faccia. Questa è devozione. La devozione non è molto difficile. La devozione è la natura dell’anima, mentre la natura della mente è il dubbio. La natura dei sensi è di godere. Dove ti trovi? Se sei nella mente, i tuoi dubbi non si fermeranno. Se ti trovi nei sensi, la tendenza per dei divertimenti egoistici non spariranno mai; se invece stai vivendo nella coscienza spirituale, la devozione non ti lascerà mai. La natura dell’anima, è quella di amare. Non c’è alcun esempio dove il corpo e i sensi amano altri corpi e altri sensi. Devi giudicare te stesso, e non gli altri. Se vogliamo migliorare la nostra vita spirituale, dobbiamo giudicare noi stessi. Cerca di controllarti nel come vedi gli altri. Giudicare le altre persone non aiuterà nella vita spirituale. Aiuterà solo nella vita materiale.

La seguente storia mostra che non possiamo mai giudicare un essere umano, vedendolo soltanto dal punto di vista esterno. La vita interiore di una tale persona, potrebbe essere molto differente.

C’era una volta un venditore di carne. Vendeva carne tutto il giorno e possedeva una pietra. Pesava la carne da vendere con questa pietra. Un giorno arrivò un sadhu e vide che la pietra era una Salagram Sila, che è considerata una manifestazione del Signore in questo mondo. Egli vide che il macellaio pesava la carne con la Salagram Sila. Il mercante possedeva questo esercizio e aveva bisogno di soldi perché, vendendo la sua merce, poteva provvedere alle necessità della sua famiglia. Ogni giorno il venditore di carne, dopo aver fatto il suo lavoro, portava a casa la Salagram Sila e la puliva da tutto il sangue e le ossa. L’attonito sadhu lo osservò per un giorno o due, pensando:

Come posso riuscire ad avere questa Salagram Sila? È molto raro trovarla, ed è così bella e grande. Come posso ottenerla? Per me è troppo doloroso vederla in un posto così impuro”.

Così disse al venditore di carne:

Sei una persona molto fortunata, e questa è una pietra veramente bella, infatti è una pietra sacra. Posso ricompensarti, ma per favore dammi questa pietra”.

Il commerciante allora fu preso da una grande angoscia:

Non posso darti questa pietra, è tutta la mia vita. Essa dona a me e alla mia famiglia il cibo per mangiare. Da quando mi è arrivata, sono diventato molto fortunato. Non posso dare via questa pietra; chiedimi ogni altra cosa ma non questa”.

Il sadhu non smetteva di insistere, e ancora e ancora, ripeteva:

Devi dare qualcosa ad un sadhu. Ti darò molte benedizioni”.

Dopo molti giorni il venditore di carne si stancò:

Va bene, se ti piace, posso darti la mia pietra”.

Il sadhu felice la prese, e così cominciò a fare l’abhisheka, una bagno sacro. Iniziò ad adorare la Salagram Sila, facendo l’arati ogni giorno con fiori, incensi, lampade di ghee e tutto il necessario. Dopo alcuni giorni, nella notte, la Salagram Sila apparve in sogno al sadhu.

Portami indietro! Voglio andare dal mio devoto. Mi stai adorando esageratamente, ma lui mi ama col suo cuore e non mi lascia mai. Tu agisci con ostentazione per mostrare agli altri quello che fai, non sono felice con te”.

Così con il cuore agitato, portò indietro la Sila Salagram al venditore di carne, che l’accolse pazzo di gioia. Il sadhu disse:

Questa è una Salagram Sila; non vuole lasciarti”.

Il macellaio allora comprese quanto Narayana lo amava, e realizzò anche che stava commettendo molte cose senza senso. Alla Salagram Sila non piaceva vivere con quel brahmana; le piaceva stare con il suo devoto. Così il venditore di carne cambiò completamente il suo cuore:

Non ho fatto niente di buono nella mia vita, ma non commetterò mai più queste uccisioni. Narayana mi ama ed allora vivrò un tipo di vita che a Lui possa piacere”.

Uddhava in Vrindavana

Parte I

Siamo molto fortunati a poterci radunare con un obiettivo: vogliamo incrementare la nostra vita spirituale – perciò siamo fortunati.

Quando nella vita stanno arrivando delle belle realizzazioni, cosa succede? Otteniamo l’associazione per migliorarci. Questa è la vera fortuna nella nostra vita, la realtà della nostra vita.

Aho bhagyam aho bhagyam

Nanda-gopa-vrajaukasam

Yan-mitram paramanandam

Purnam Brahma sanatanam

Quanto sono fortunati Nanda Maharaja, il pastore, e tutti gli altri abitanti di Vrajabhumi! Non c’è limite alla loro grande fortuna, perché la Verità Assoluta, fonte di beatitudine trascendentale, il Supremo Brahman eterno, è diventato loro amico”. (Srimad Bhagavatam 10.14.32)

La vera fortuna è che lui diventi tuo amico. Egli è il figlio di Nanda Maharaja. Noi non vediamo Krishna come la Suprema Personalità di Dio. Egli è solamente un pastore, ed è controllato unicamente da Lalita e Vishaka.

Loro gli dicono tranquillamente:

Vai fuori! Non puoi stare qui”.

Così Lui va. Krishna viene controllato da loro. Lo accusano:

Sei un imbroglione! Non mantieni le tue promesse, non vogliamo vederti!”

Così cambia i suoi abiti e si veste come una donna, ma ad ogni modo tutti sono dalla parte di Radhika. Nessuno è lì ad aiutarLo. Qual è il nostro obiettivo? Essere dalla parte di Radhika, o di Krishna?

Se vuoi Krishna, la via veramente più facile è quella di prendere rifugio in Radhika, così non avrai bisogno di cercare Krishna. Cosa succede? Krishna viene e cambia i suoi abiti, perciò adesso devi capire che Lui è Krishna. Se sei molto vicino, per esempio se diventi un servitore di Radhika, allora te lo potranno mostrare, questo è Krishna, perché lo conoscono. Lalita lo saprà, Rupa Manjari lo saprà, Guru-Manjari lo saprà. Questa è la nostra fortuna in Braja Vrindavana: Krishna si trova sempre vicino a noi, viene verso di noi. Non puoi ottenere tutto ciò in aishvarya-bhava (amore maestoso), che è un approccio a Dio per cui Lo si vede come l’Onnipotente Signore Supremo.

Anche Radhika lo sa, ma non vuole mostrare che ne è consapevole, e non Le piace abbracciarLo in presenza di tutti, ma le piace poterlo abbracciare solamente alla fine e Lei non è mai la prima a farlo. Dà l’opportunità dell’abbraccio ai devoti. Questa è la bellezza di Radha-ashraya (l’esclusivo rifugio in Radharani). Se prendi l’ashraya di Radhika, otterrai gli stessi sentimenti che prova lei, ma le manjari non hanno desiderio per loro stesse; questa è la qualità delle manjari. Le sakhi hanno il desiderio di andare e stare con Krishna, ma Rupa Manjari, Ananga Manjari, Guru Manjari e le altre manjari non lo desiderano. Provano della soddisfazione, solamente quando Radha è soddisfatta.

Kundalata ottenne per prima l’opportunità di abbracciare Krishna. Questa è la buona fortuna: senza compiere alcuno sforzo, nè tapasya, nè austerità, solamente rimanendo vicina a Radhika, ottenne l’opportunità di abbracciare Krishna.

Se si vuole diventare servitori di Radhika, si deve sviluppare la propria prakriti-deha. Prakriti-deha è una forma spirituale. Prakriti significa forma femminile, come l’anima. È importante conoscere ciò che riguarda la nostra prakriti-deha, perché se non sei in questa coscienza, allora sentirai di appartenere alla forma fisica. In questo modo potrai solo pensare riguardo a cosa sta accadendo nel mondo materiale.

Per la misericordia del guru, la misericordia dei Vaishnava, la misericordia del canto (questo significa l’incontro dell’anima con la super-anima, ed il loro abbraccio), la forma spirituale si sviluppa: il nostro corpo materiale è chiamato sadhak-deha (la forma fisica nella quale possiamo sviluppare il desiderio per Radha-Krishna), e il corpo-anima è chiamato siddha-deha (l’eterna forma spirituale dell’anima).

Quando la nostra forma spirituale si risveglia, automaticamente siamo li, e scivoliamo facilmente nel servizio di Radha e Krishna, per la misericordia del Guru e di Rupa Manjari. Questo è molto speciale: tutto il tempo ti troverai lì. Devi venirne fuori per fare altre cose, ma non ne vuoi venire fuori; qual è lo scopo di uscirne per fare altro? Questo è il più elevato, dolce e magnifico rasa. Per raggiungere questo posto dobbiamo cantare con avidità.

Perciò Gurudeva ti sta dicendo di cantare. Perché? Da te solo non sai cosa devi sviluppare. Anche se te lo dirà, non capirai; ma se canterai, ogni cosa diventerà chiara. Cantare potrà rivelarti ogni cosa. Sviluppa ruci (un gusto interiore) per il nome, ed allora farai jiva-daya; ciò significa che darai misericordia alla siddha-deha. Darai misericordia per migliorare l’anima spirituale, prakriti-deha.

So che molte persone non capiranno tutto ciò. Quando io l’ascoltai, non capii, ma in qualche modo serve. Posso assicurarti, che un giorno ti sarà d’aiuto. Non sarà inutile, perché questo è quanto di più il più alto, dolce e migliore ci sia per noi nelle nostre vite.

Ci sono molti tipi di sentimenti e relazioni con il Signore. Prendendo vero rifugio nel Santo Nome, si comincia a realizzare l’eterna inclinazione dell’anima: Krishna come amico, come figlio o come amato. Se si prende esclusivo rifugio in Radhika, si sperimenta tutto ciò che lei prova nella sua relazione con Krishna. È riflesso sulle manjari. Come manjari non possiamo direttamente andare e vivere in amore coniugale con Krishna, ma possiamo prendere rifugio in Radhika per raggiungere Krishna. Se ti piace questo sentimento, allora devi prendere rifugio nel tuo Guru, poi Rupa Manjari e poi Radhika.

In sakhya bhava pensi che Krishna sia tuo amico, ma Lui è paramatma, è un controllore, è la personalità più potente. Come può divenire tuo amico? Non è impossibile? Se lo vuoi veramente, verrà a te e diventerà tuo amico.

C’è un bellissimo passatempo con Uddhava. Uddhava è un caro amico di Krishna, e veste in maniera simile a Krishna. Prende tutti gli abiti smessi da Krishna, dopo di che li indossa. È molto intelligente; un discepolo di Brihaspati. Brihaspati è il guru dei deva, perciò conosce tutti gli sastra; è un maestro spirituale. Possiede tutta la conoscenza, intelligenza, e vive sempre con Krishna. Un giorno Krishna sta sedendo da solo a Mathura. Uddhava vede Krishna che piange, e dato che è suo amico, gli chiede:

Cosa ti succede? Perchè hai delle lacrime nei tuoi occhi?”

Krishna risponde:

Oh, questo, non è nulla. Non ti preoccupare. Sto pensando solamente a qualcosa, e il mio cuore ha cominciato a sciogliersi”.

Uddhava quindi chiede:

A cosa pensi, che può addirittura sciogliere il tuo cuore?”

Krishna risponde:

Sto pensando a mia madre Yasoda, e a quanto lei mi ama. Sto pensando anche ai miei amici di Vrindavana, e su come eravamo abituati a giocare insieme; nemmeno per un momento hanno pensato che sono la Suprema Personalità di Dio. Si comportavano come se io fossi un normale amico per loro. Mia madre non vuole credere che io sono la Suprema Personalità di Dio. Molte volte volevo mostrarle la mia forma universale, ma lei mi respingeva. Diceva, “Questo è solo un fantasma che ti gira intorno!” Nessuno in Vrindavana crede che sono il Signore Supremo, neanche mia madre vuole crederlo. Perché? Perché lei mi vuole amare semplicemente come un figlio. I miei amici non credono che sono Paramatma e che non ho desideri; pensano che sono pieno di desideri, credono che voglio rubare il burro a tutte le gopi. Mi mandano avanti per mostrare che ho rubato il burro e quando le gopi mi catturano, i miei amici scappano e mi lasciano lì. Qualche volta, quando perdo in un gioco contro di loro, cavalcano la mia schiena come fossi un cavallo, e devo iniziare a correre. Loro sono molo contenti, ed anche io lo divento, perché in questo modo li rendo felici.

Una volta volendo mostrare Vaikuntha ai miei amici pastorelli, portai li, ma quando arrivammo, loro videro che io sedevo più in alto di loro, sul mio trono e allora gridarono:

Hey, vieni giù! Perché stai sedendo li? Sei nostro amico. Ottieni anche qualche trono anche per noi allora. Vogliamo sedervici sopra con te”.

A Vrindavana mi trattano come un amico, ma questo non è possibile a Vaikuntha. Là si deve seguire l’etichetta, ma a loro non piace l’etichetta. Così gridarono:

Adesso vieni giù da quel posto! Vogliamo giocare!”

In questo momento i Risis e le eterne anime liberate vennero, con l’intenzione di controllare i Brijbasis (abitanti di Vrindavana).

Erano molto arrabbiati:

Non potete comportavi in questo modo!”

Allora i pastorelli cominciarono a piangere:

Abbiamo perso il nostro amico, che posto è questa Vaikuntha? Non vogliamo vivere qui. Non vogliamo avere una vita opulenta, siamo felici nella nostra Braja. Giochiamo insieme, viviamo insieme. Mangiamo dalle Sue mani, e Lui mangia dalle nostre. Noi diamo a Lui, e Lui dà a noi; qualche volta prendiamo del cibo dal Suo pranzo, e Lui prende qualcosa dal nostro. Il nostro sentimento è questo e non vogliamo vivere qui. Portaci indietro, a Vrindavana. Non vogliamo vedere questa tua forma spirituale. Comunque cosa ti è successo? Perché hai quattro braccia? Qualcuno se ne sta seduto dietro di te”.

Hanno persino controllato la mia schiena, per vedere da dove provenivano le quattro braccia.

Così piansero:

Perché stai facendo così? Perché hai quattro braccia? Da dove provengono quelle mani?”

Sono dei ragazzi molto semplici, si lamentavano:

Oh Krishna! Dove sei, Kanu? Portaci indietro! Non vogliamo più stare qua. Ci sono cose deliziose da mangiare qui, dei buoni dolci e ogni cosa si possa immaginare, ma a noi ancora non piace. Non possiamo respirare, non possiamo vivere qua!”

Krishna rispose:

L’amore dei miei amici di Vrindavana è così grande, che il loro sentimento copre tutte le opulenze di Vaikuntha, e crea il luogo dell’eterno scambio amorevole: Vrindavana”.

In questo modo Krishna spiega a Uddhava cosa ricordava, e perché stava piangendo.

Loro sono molto semplici e non possiedono molta conoscenza degli shastra. Vogliono mantenere un rapporto diretto con me, e non vogliono cambiare tipo di relazione. Ah! quando penso alle gopi, e a Radhika … Ho dato loro così tanta sofferenza. Non sono mai tornato indietro per incontrarle, e non mi volevano neanche lasciare. Per loro persino un piccolo momento senza di me era come uno yuga (cicli). Staranno pensando a ciò che ho detto, che sarei tornato dopo due giorni. Stanno contando periodicamente i due giorni: tra due giorni verrà. Ogni giorno credono che domani arriverò.

Ho cominciato a piangere per questi ricordi, quando mi è tornato in mente tutto questo. Uddhava, poichè tu sei una persona molto colta, puoi aiutarli. Puoi spiegare ed insegnare a mia madre e a tutti gli altri, ciò che riguarda la mia forma trascendentale”.

Uddhava dice:

Questo non è un gran problema; sembrano essere semplici pastorelli, e persone molto religiose. Sarà facile riuscire a spiegarglielo. Con delle persone colte è più difficile, perché sono esperti in discorsi logici, ma io sono un tuo caro amico e nessuno ti è più vicino di me, perciò ti conosco meglio di chiunque altro”.

Così Uddhava partì da Mathura con il suo carro, in direzione di Vrindavana. A quel tempo le strade non erano ben tenute e c’era moltissima polvere. I cavalli correvano e le ruote sollevavano nell’aria turbinii di polvere. Il carro, Uddhava stesso, la sua faccia e i vestiti erano coperti dalla polvere; improvvisamente si distolse dai suoi pensieri, e cominciò a ragionare:

Questa è una sorpresa, la terra è differente. C’è qualcosa di divino nell’aria, perché quest’albero sta chinandosi per toccare la polvere?”

Sai che sei giunto a Vrindavana, quando vedi gli alberi chinarsi per toccare la polvere. Lo fanno perché Krishna non indossava scarpe, quando giocava nella polvere. La polvere che c’è ancora oggi, è come quella che c’era 5000 anni fa.

Quando questa polvere – questa braja-raja – toccò la testa di Uddhava, egli cominciò a sciogliersi, voleva inoltrarsi più rapidamente in quei luoghi. Finalmente giunse a Vrindavana. Gli amici di Krishna erano fuori, quando videro arrivare il carro. Immediatamente pensarono che Krishna stesse tornando, perché Uddhava da molto distante sembrava Krishna.

Così gridarono dall’eccitazione,

Oh, la nostra fortuna sta tornando!”

Tutti quanti cominciarono a danzare e saltare, ma non appena il carro fu più vicino, videro che non c’era Krishna, ma un’altra persona.

Uddhava spiegò:

Sono l’amico di Krishna, e sono il suo messaggero. Krishna vi manda un messaggio a voi, Yasoda Ma ed anche Nanda Baba”.

Gli abitanti di Vrindavana furono felici di incontrare Uddhava. Tutti quanti cominciarono ad abbracciarlo, e mentre lo festeggiavano sentirono come se Krishna fosse venuto per trovarli. Erano molto eccitati per questo messaggero di Krishna; dopo un pò gli dissero:

Parleremo con te più tardi, dopo che avrai visto madre Yasoda. Vogliamo subito portarti da lei perché sta aspettando Krishna da lungo tempo. In questo frattempo è diventata molto anziana”.

Uddhava chiese:

Dove la posso trovare?”

Loro risposero:

Vedrai un flusso e seguendolo, raggiungerai allora madre Yasoda”.

Uddhava chiese:

Che tipo di flusso è questo?”

I brajabasi spiegarono:

Il flusso proviene dalle sue lacrime, perché passa tutto il tempo a piangere. Perciò vai e parla al più presto con lei e Nanda Maharaja”.

Yasoda Ma e Nanda Maharaja stavano seduti all’esterno della casa, quando udirono del rumore; pensarono che Krishna stesse arrivando.

Fu come quando si aspetta qualcuno, e si vede un’auto fermarsi di fronte a casa. Si guarda fuori dalla finestra e si cerca di vedere se è lì oppure no; e si ha questo sentimento, ”Oh, il mio ospite sta arrivando”.

Allo stesso modo, prova madre Yasoda. Pensa che Krishna si trovi li. Non vuole morire, perché se muore e Krishna torna, allora Lui piangerà per lei, e diverrà triste. Sa che desidera abbracciarla, e che vuole bere il latte dal suo seno. Questo è il motivo per cui non poteva neanche rinunciare al suo corpo in separazione. I suoi occhi non sono molto limpidi, e così non può distinguerlo chiaramente. Avendo il desiderio di vederlo, come Uddhava si avvicina, comincia a toccarlo, ma sente che non è Krishna.

Allora Uddhava disse,

Sono un amico di Krishna”.

Lo abbracciò, cominciando ad odorarlo. Sperimentò gli stessi sentimenti di quando odorava Krishna. Dato che erano degli amici molto vicini, e Uddhava indossava i vestiti di Krishna, Yasoda Ma si sentì molto felice. Ogni giorno cercava Krishna, senza fermarsi. Ogni giorno aspettava, cucinando, facendo tutto normalmente, e non preoccupandosi mai del perché non stesse arrivando.

Madre Yasoda disse:

Uddhava, non c’è differenza tra te e Krishna. Vieni, fai il bagno e mangia qualcosa. Oggi voglio nutrirti con le mie proprie mani”.

Yasoda Ma si sentì verso Uddhava come una madre, disse:

Siedi sul mio grembo, ti sto dando cibo ed ogni cosa necessaria”.

Anche Nanda Maharaja stava lì, abbracciando costantemente Uddhava. Chiese:

Cosa ti piace? Cosa posso portarti?”

Volevano solamente soddisfare i desideri di Uddhava; erano molto felici che fosse venuto.

Dopo uno o due giorni Uddhava dimenticò ogni cosa, il perché fosse andato, e che la sua intenzione era quella di predicare. Ricevette molto amore. Un giorno improvvisamente gli tornò alla mente che era venuto per compiere un servizio. Disse:

Madre, perché stai piangendo così tanto per Krishna? Egli è Paramatma, non ha forma. È la Suprema Personalità di Dio, ed è senza forma”.

Lei rispose:

Sei diventato matto? Non possiede forma? Vieni che ti mostrerò qualcosa. Vedi questa camera? I suoi vestiti si trovano qui, tutti i suoi vestiti. Senza una forma come avrebbe potuto indossarli? Qui si trova la sua culla, dove Krishna dormiva. Se non avesse avuto una forma, come avrebbe potuto farlo? Non scherzare con me, Lui è mio figlio. Io sono sua madre, e Lui è mio figlio. Sentii dolore quando lo diedi alla luce. Dici sinceramente che non possiede forma, che è Paramatma, Brahman. E’ inutile parlare con te, non sai niente. Io sono una madre, conosco ciò meglio di te. Tu sei solo un amico, io sono la madre di Krishna”.

Questo è il punto: devi dire “Io sono tua madre”, allora Lui diventerà tuo figlio. Quando dici “Sono suo amico”, allora diventerà tuo amico. Uddhava è un pandit (scolaro), ma non possiede questa relazione d’amore come sakhya-bhava (amicizia), o come braja-gopi. In Mathura ognuno ama Krishna, ma loro lo conoscono come la Suprema Personalità di Dio.

Uddhava andò a Vrindavana, e Krishna lo mandò li, per dimenticare la sua conoscenza pandit. A Mathura Krishna avrebbe così avuto almeno una persona con cui condividere pienamente il Suo amore per Vrindavana, e Uddhava cambiò. Cominciò a pensare:

Non voglio lasciare Vrindavana, ma diventare una pianta e restare qui. Forse un giorno potrei avere la fortuna di ricevere il piede di una gopi sulla mia testa, e così questa sarebbe la mia perfezione. Come potrò mai lasciare Vrindavana? Non posso. Non voglio andare. Voglio prendere rifugio in Braja”.

Andò così a vedere Radhika. Un’ape le stava ronzando intorno, e lei pensò:

Ah, questo è Krishna – in una nerastra forma di ape”.

Mentre guardava l’ape, vide Krishna:

Sei molto cattivo. Vai! La tua natura è quella di prendere il miele e scappare via. Questa cosa nera mi sta disturbando. Tu vuoi solamente pungermi, e ciò non mi piace”.

Voleva persino tagliarsi i capelli, non voleva vedere niente di colore nero. Corse via dall’albero tamal e dal katamba, perché le davano dolore come l’ape, come Krishna. Ogni cosa le ricordava Krishna. Questa era una fase chiamata divo-mada, la pazzia dell’amore divino. Uddhava ne rimase profondamente colpito.

Uddhava in Vrindavana

Parte II

Una volta che Uddhava era con Krishna, a Mathura, vide che Krishna era molto triste. Lacrime cadevano dai suoi occhi. Uddhava chiese:

Cosa succede? Possiedi ogni cosa. Perché ci sono delle lacrime nei tuoi occhi?”

Krishna rispose:

Niente, niente”.

Così Uddhava lo pregò:

Per favore, devi dirmelo. Io sono tuo amico. Devi spiegarmi qual’è il problema che ti provoca tanto dolore”.

Krishna allora disse:

Mi sento colpevole perché ho detto a mia madre che sarei tornato entro due giorni. Promisi ai miei amici di tornare presto e lo promisi anche a Radhika e a tutte le Gopi. Lo sai tu quanto mi amano? Possiedono bambini, mariti, case, ogni cosa, ma pensano sempre a me. Cucinano in casa e pensano:

Quando verrà Krishna, così che lo potrò servire?”

Mentre rassettano le case, pensano:

Se qui è sporco e Krishna arriva, allora non si sentirà a suo agio”.

Puliscono la casa per me, cucinano per me, ogni cosa che fanno, la fanno per me. Si prendono molto bene cura delle loro famiglie, ma per tutto il tempo, il loro cuore è con me. Promisi a tutti loro che sarei tornato presto, mentre sono ancora qua”.

Uddhava disse:

Perché ti preoccupi? Sei il Signore Supremo, sei Paramatma. Sei ogni cosa, risiedi in ogni entità vivente; non hai nè inizio nè una fine, sei il creatore dell’universo intero, sei la forma universale. Predicherò a loro, spiegandogli ogni cosa. Sono il discepolo di Brihaspati”.

Krishna rispose:

Loro non sono molto istruiti Uddhava, non sono letterati, sono persone molto semplici. Non potranno comprendere i tuoi argomenti logici”.

Uddhava allora insistè:

Sarà molto facile insegnargli. Non ti preoccupare”.

Così andò a Vrindavana. Si guardò intorno e pensò:

Oh, questi alberi si stanno chinando per toccare la terra”.

Uddhava conosceva solamente alberi che crescono in alto, verso il cielo; ma questi alberi stavano chini verso il basso, per toccare la polvere di Vrindavana. Tutte le piante stavano facendo ciò, e cominciarono ad istruirlo:

Dove stai andando, prendi questa polvere di Vrindavana. Krishna stesso ha giocato qui a piedi nudi. Questo è il posto in cui Krishna dimenticò tutte le sue opulenze e giocò come un bambino. L’intero universo sta danzando come un burattino, in accordo alla volontà di Krishna; ma qui a Vrindavana, danzò per un piccolo pezzo di burro, quando le gopi glielo chiesero. Muovendo un solo dito, l’intero universo può danzare, ma qui la Suprema Personalità di Dio, danza per un pezzettino di burro. Questa è Vrindavana, non venire qui a predicare. Non scappare da questo posto, questa è la terra dell’amore. Questo non è il posto di Krishna; qui Lui non è la Suprema Personalità di Dio. In questo luogo Egli è solamente un pastorello, la regina di Vrindavana è Radhika, Vrindavana è sotto l’influenza di Radhika. Non potrai comprendere Krishna senza la sua misericordia”.

Uddhava cominciò a capire un poco, perché è molto intelligente, ma la conoscenza era troppo alta per comprenderla immediatamente.

Era molto dubbioso sul cambiare se stesso, il suo falso ego. Quando il vento si mosse, della polvere soffiò su di lui, braja-raja, sulla sua testa, e così cominciò a cambiare, pensò:

Questo non è un posto per la predica. Questo è un posto per imparare”.

Prima si recò dalla madre di Krishna, che stava piangendo, aspettando Krishna. Era diventata molto anziana, ma non voleva morire. Perché? Perché se moriva e arrivava Krishna, questi ne avrebbe sofferto. Quando Uddhava arrivò, lei pensò fosse Krishna; la sua vista non era molto limpida, non poteva vedere in modo corretto, ma lo abbracciò:

Oh Krishna, sei venuto! Sono molto contenta. Pensiamo ogni giorno a te”.

Per tre o quattro ore rimase ad abbracciarlo, piangendo e dicendogli:

Ti amiamo così tanto. I tuoi amici vengono tutti i giorni, le mucche e i vitelli ti pensano sempre; non vogliono mangiare niente, sentono troppa separazione da te. Perché sei così in ritardo? Sono felice che sei tornato indietro”.

Uddhava pensò:

Come posso dirle che non sono Krishna? Impossibile. Questa anziana donna morirà, se le darò questa notizia”.

Così, semplicemente disse:

Certo, madre”.

Lentamente, quando arrivò, Nanda Baba disse:

Questo non è Krishna, è un suo amico”.

Yasoda Ma rispose:

Non parlare così, questo è il mio Krishna, non puoi portarmi via dal mio Krishna. Lui è il mio Krishna”.

Lentamente, arrivò il tempo per dormire. Nella notte, Uddhava pensò:

Domani è veramente importante che predichi. Tutto questo non le fa bene. Devo annunciarle che suo figlio non ha nè inizio nè fine, non prende nascita, è il Signore Supremo, non ha forma, risiede in ogni entità vivente; vive all’interno di oguno, e in tutta la creazione. Devo dirle tutto ciò domani mattina”.

La mattina seguente Yasoda Ma andò ancora da lui:

Lala! Lala! Mangia il burro e pulisciti bocca. Questa è la tua acqua, c’è dell’acqua calda per te”. Poi prese del sapone e cominciò a strofinarlo.

Oh! Figlio mio, mi sei mancato così tanto”.

Uddhava pensò,

Oh! Neanche questo è il momento giusto”.

Yasoda Ma portò allora qualcosa da mangiare, e lui disse:

Madre, voglio dirti qualcosa”.

Cosa vuoi dirmi?”

Madre, ciò che pensi riguardo a Krishna, non è corretto. Egli è Paramatma, non possiede forma, non è mai nato, è l’onnipotente. È il Signore Supremo”.

Yasoda Ma chiese:

Che cosa stai dicendo? Sei diventato pazzo? Vieni, ti mostrerò qualcosa. Questa è la culla di Krishna; dormiva qui quando era un bambino. Quando divenne grande, usava questo come letto. Vedi i vestiti nella sua camera? Il suo pitambara, il suo scialle nero? Quando va fuori con il carro, indossa questi, mentre quando esce con le mucche indossa quegli altri. Quando viene a casa indossa questi altri ancora, tutti questi sono i suoi vestititi, ma tu dici che non ha forma. Se non ha una forma, allora come può indossare questi vestiti? Se non è mai nato, come avrebbe potuto dormire qui? Prese del latte dal mio seno per cinque anni. È così forte! Perchè? Perché l’ho alimentato io, e adesso nessuno può batterlo, nessuno può combattere con Lui. Vennero grandi demoni, e come li toccava, morivano tutti. Perché? Perché gli ho dato latte per cinque anni, è così forte! Non confondermi, Lui non è la Suprema Personalità di Dio, non è Paramatma. Nacque in questo posto, ed è mio figlio. Egli gioca con me, e se non vuoi credermi, chiedi allora a Nanda Baba”.

Nanda Maharaja disse:

Certo, lo misi molte volte sulla mia schiena, si sedeva sempre sulle mie spalle”.

Questo è amore. Se non c’è alcun dubbio in amore, allora c’è il vero amore. Non sono pronti per credere che Lui è la Suprema Personalità di Dio, perché la conoscenza ridurrebbe l’intensità del loro amore.

Una volta Krishna volle mostrare che l’intero universo si trova nella sua bocca. Lo fece perché mangiò della terra, e Yasoda Ma voleva castigarlo per averla mangiato; ma è nella sua natura mangiare terra, a Lui piace tutto. Quando la mangiò Yasoda Ma disse:

Apri la bocca”.

Quando aprì la bocca, lei vide l’intero universo al suo interno. Non poteva credere a tutto ciò, così pensò:

Mi è successa della magia nera. Forse sono andata in qualche posto, e qualcuno ha fatto qualcosa con la mia mente. Devo andare dal mago nero per pulire me stessa. Com’è possibile che l’intero universo si trovi nella bocca di Krishna?”

Non ci poteva credere.

Uddhava in Vrindavana

Parte III

L’amico di Uddhava è Krishna, e Krishna inviò Uddhava ad aiutare i vrajabasis perché è molto intelligente e colto negli sastra. Uddhava andò a trovare Yasoda Ma; voleva anche andare a incontrare le gopi. Sridama e Sudama gli dissero:

Guarda il dolore in noi, ma osserva le gopi e vedi quanto stanno soffrendo. La nostra sofferenza non è niente in paragone alla loro”.

Le gopi e Kishori Radhika pensano tutto il tempo a Krishna.

Noi abbiamo due corpi. Questo è il nostro sadha-deha. Quando si dorme, c’è anche un corpo sottile dove, mentre si sta sognando, si dimentica ciò che riguarda il corpo fisico; ma esiste anche un corpo spirituale. Questo è la forma dell’anima, la svarupa, la svarupa non è fisica. L’anima fu, è, e sempre sarà. Quando qualcuno dice che l’anima non ha una forma eterna, allora quella è una filosofia mayavadi. Quando si pensa che la jiva è solamente luce, e che l’ultima realtà sia solo luce ed energia, allora questo è mayavadi. Allora non ci sarà un’individualità eterna, e perciò neanche un amore eterno. Ogni cosa, incluso l’amore, sarebbe maya. È per questo che viene chiamata “maya-vada”.

Esiste una forma e una relazione con l’anima. L’anima è di natura-prakriti. Prakriti significa natura, e in questo caso significa femminile. L’anima è femminile. Quando si vuole servire Radhika non si può fare nel corpo maschile. Abbiamo bisogno di servire nel sentimento-prakriti (indole femminile); dobbiamo sviluppare la nostra consapevolezza in questa coscienza-anima, allora possiamo crescere nella nostra vita spirituale.

È molto difficile abbandonare il falso ego, essendo nella coscienza del corpo.

Questa è la sola sofferenza nella vita. Krishna è in piedi accanto a noi, a guardarci. Quando si guarda attentamente, allora si potrà vedere che Lui è sempre con presente, perché è costantemente connesso con l’anima. L’anima è sempre connessa con la Super-anima. Quando si trova lì, ed io voglio stare qua, come potrò raggiungerlo?

Una condizione simile la troviamo con Uddhava. Krishna sa:

Se gli predico cercando di convincerlo, allora non capirà e non crederà, perché la conoscenza, potrebbe anche creare dei problemi nella comprensione. È meglio che vada lì per conto suo, per scoprire cosa sia più elevato: rituali d’adorazione o prema, bhakti”.

Quando c’è prema, ogni altra cosa è inferiore.

Quando ero molto giovane e cominciai la mia vita spirituale con il mio Gurudeva, volevo raggiungere qualcosa ogni giorno, con il canto, agendo e leggendo. Dopo quattro o cinque giorni mi chiamò, e mi disse:

Stai facendo molto bene, ma non è lavoro di un giorno. Non puoi ottenere prema con i tuoi sforzi stressanti”.

La prima cosa di cui hai bisogno è sviluppare purezza. Purezza significa mettere l’anima al centro. Significa anche essere nella nostra forma spirituale; per la sua misericordia l’ho ottenuta. Quando sei fisso lì, l’ascolto è la cosa più importante da fare. Automaticamente, un giorno tutto sarà rivelato e ti sarà svelato senza alcuno sforzo. Posso dirti che è reale. Il mio Gurudeva mi disse,

Aspetta e guarda, non avere fretta. Sviluppa la tua purezza e vivici, in questo modo ogni cosa ti sarà rivelato, mio caro”.

Dopo aver incontrato Yasoda Ma e gli amici di Krishna, la purezza cominciò a svilupparsi in Uddhava. Gli amici di Krishna gli dissero:

Perché ci stai osservando? Guarda il dolore delle gopi, e quanto stanno soffrendo per Krishna. Piangono giorno e notte, dillo presto a Krishna; non sopravviveranno”. Uddhava disse:

Ho una lettera per Radha, da parte di Krishna”.

I pastorelli dissero:

No, non andare lì. Rimani dietro qualche albero ed osserva cosa sta facendo”.

Inizialmente si deve guardare da una certa distanza, non puoi andarle vicino; perché dapprima dobbiamo stare in disparte senza accostarci, ed imparare come servire. Il Guru ti mostrerà come partecipare e allora potrai andare. Rupa Manjari ti mostrerà la via, e dopo anche Ananga Manjari. Tutti ti aiuteranno, ti mostreranno l’anima, come servire lì.

Ci sono tre acharya: Sanatana Goswami, Rupa Goswami, Raghunath das Goswami. Senza sambandha (relazione), la vita non può crescere. Srila Prabhupada scrisse nell’introduzione alla Bhagavad-Gita, che solamente Arjuna può capirla, perché possiede una relazione. Quando si conosce la propria forma, e si possiede un Istha-deva, allora si può sviluppare un rapporto. Non puoi avere una relazione con questo corpo fisico. Dall’identificazione con la creazione temporanea, non si può capire l’eterna forma dell’anima. La relazione si trova nella coscienza dell’anima. Rupa Goswami è l’acharya di abhideya-tattva, che significa compiere qualcosa al di fuori del corpo fisico. Comprendi la tua identità, e vivi in quel piano, praticando; vivi in questo corpo ma ne rimani distaccato.

In tutti i libri si trovano tre argomenti:

Sambandha: essere consapevoli del collegamento di base; la verità a riguardo alla relazione che abbiamo con Krishna.

Abhidheya: la metodologia per raggiungere l’obiettivo più elevato, il percorso della perfezione reale.

Prayojan: l’obiettivo più alto.

Ragunath das Goswami, nei suoi libri spiega il prayojan prema. Il mio prayojan non è vedere Krishna come la Suprema Personalità di Dio, l’obiettivo non è vederLo dieci volte, potresti vederLo ogni giorno; l’obiettivo è la mia relazione d’amore. Conoscere Krishna come il creatore, non è il mio prayojan. Il mio prayojan è come amarLo, è prema-bhakti.

Se voglio amare qualcuno, allora dovrò conoscere chi già lo ami. Colui che ha una reale sambandha può dirtelo. Devi prendere rifugio nel guru che si trova nel tuo rasa.

Radhika piange:

Oh Vishaka, oh Lalita. Guarda! Krishna sta arrivando; è venuto e si nasconde dietro gli alberi. Andate e cercatelo, si trova dietro l’albero tamal”.

Vishaka e Lalita andarono a cercarlo, e dissero:

Non possiamo trovarlo”.

Radhika allora insistette:

L’ho appena visto. Stavamo parlando e Lui è andato dietro l’albero a nascondersi”.

Uddhava, che stava osservando, disse tra se:

Veramente, anche io ho visto Krishna sedersi e parlare a Radhika. Dov’è scappato? Dove si è nascosto? Dov’è andato?”

Krishna non lascia mai Vrindavana. Radhika comincia così a piangere:

Dove se n’è andato?”

Ogni momento prova separazione ed unione. I loro incontri le danno piacere, e quando Lui non è lì, allora prova separazione.

Una piccola ape le volava vicino, così Radha disse:

Vedete, sta suonando il suo flauto, e così gioca con l’ape; ma,oh no, l’ape è Krishna. L’ape è nera, ed anche Krishna è nero, e si sta muovendo vicino la mia testa, dirgli di andare via. Non voglio nè vederlo nè parlargli. Porta qualche forbice, voglio tagliare i miei capelli neri, perché mi ricordano Krishna, e quando qualcuno lo pensa, il mio amore per lui si incrementa; ma quando scompare, allora il dolore è persino più grande, meglio non pensare a Lui. Non voglio vedere cose nere, mi danno dolore e mi prendono in giro. Ho commesso l’errore nella mia vita nel cominciare una relazione con questo Krishna nero. Prima ero felice; adesso non posso mangiare, perché devo aspettare di incontrarlo. Se arrivasse e non mi vedesse, soffrirebbe, e non lo posso tollerare. Per me è molto difficile scegliere tra entrambe le opzioni, vivere o morire”.

Allora le sakhi si preoccupano molto. Non sanno come renderla felice, Krishna è l’unico modo; deve venire e alleviare il suo dolore. Uddhava sta sempre guardando.

La Istha-devi è Radhika, medito solamente su di lei, leggo solamente ciò che la riguarda; poichè è la mia Istha-devi, esito a dire di più su di lei, ma ti dico che quando nella nostra vita sorge la buona fortuna, prendiamo rifugio in Kishori Radhika e allora realizziamo che la sola via per raggiungere Krishna è Kishori.

C’è una bellissima poesia di Bhaktivinoda Thakur:

Radha-bhajane yadi mati nati bhela

Krishna-bhajana taba akarana gela”

Posso adorare Krishna per molti molti anni, e non succede niente; ma quando comincio a spostare la mia attenzione verso Radhika, allora Krishna correrà verso di te, perché è attratto dalla bhakti, e Radhika è la forma condensata della bhakti”.

Perché andiamo da Krishna? Ci andiamo per raggiungere Radhika. Quando sei in Vrindavana, puoi ascoltare tutti quanti che dicono “Radhe! Radhe!” Non dicono “Krishna! Krishna!” Dicono, “Oh! Radhe, Radhe! Come posso ottenere Krishna? Aiutami ! Aiutami!”

Quando diciamo “Krishna! Krishna!”, allora vogliamo sapere come raggiungere Radhika. Solamente Lui può mostrarci la via.

Srila Prabhupada amava la canzone “bhajau re mana”, specialmente le ultime due righe.

pujana,sakhi-jana,atma-nivedana

Govinda-dasa-abhilasa re”

L’intenso desiderio di questo servo di Govinda, è adorarLo, dando me completamente me stesso, come fecero le sakhi in Vrindavana”.

La poesia “jaya-radha-madhava”, l’amava anche di più.

(Jaya) radha-madhava (jaya) kunja-vihari

(jaya) gopi-jana-vallabha (jaya) giri-vara-dhari

(jaya) yasoda-nandana (jaya) braja-jana-ranjana

(jaya) jamuna-tira-vana-cari”

Krishna è l’amato da Radha. Mostra molti passatempi amorosi nelle foreste di Vrindavana, è l’amato dai pastorelli di Vraja, il sollevatore della collina Govardhana, l’amato figlio di madre Yasoda, l’allegria degli abitanti di Vraja, che vaga nei boschi, lungo le rive del fiume Yamuna”.

La cantava ovunque. Riguarda il Madhava di Radha. Lei vinse sul suo Madhava, e adesso è controllato da Lei.

Kunja vihari: Sono i “bon vivant”: Krishna e Radha. Vivono nel kunja, voglio vederti lì.

Gopi jana vallabha: questo approccio è elevato. Il più caro di gopi-jana: non è l’amato degli abitanti di Dwaraka o Kuruksetra, ma è l’amato dalle gopi di Vrindavana.

Giri-vara-dhari: Tu sei la persona che con una mano ha sollevato la collina Govardhana. Non ho bisogno della tua opulenza, ho bisogno della tua dolcezza: come hai fatto per i vrajabasis, tenendo sul tuo dito la collina per sette giorni. Anche noi siamo tuoi piccoli servitori. Puoi proteggerci.

Yasoda-nandana braja-jana-ranjana: devaki-nandana non è menzionata qui. In vrindavana solamente Yasoda Ma è la madre di Krishna. Vrindavana non è il posto di Krishna, è quello di Kishori, lei qui è la regina.

Ovunque vedi opulenze, Krishna si trova lì. A Vrindavana non c’è opulenza: l’acqua è salata, non ci sono fiori ma solo cespugli spinosi, le strade sono sconnesse e c’è così tanta sofferenza. Ma Vrindavana è il posto più elevato nell’universo, perché l’amore divino fluisce lì; per riceverlo ho bisogno di una chiara e pura coscienza.

Tu sei mio. Io sono Tuo”

Mio caro Signore, io prego dunque di essere così fortunato che in questa vita come Signore Brahma, o in qualunque altra vita, ovunque prenderò nascita, io possa essere contato tra i tuoi devoti. Prego che ovunque io sia, anche tra le specie animali, possa impegnarmi nel servizio devozionale ai Tuoi piedi di loto”. (Srimad Bhagavatam 10.14.30)

Mio caro Signore! Quando si è connessi, allora si dirà “mio caro”. Perché dici questo? Perché senti: io sono un devoto, sono il tuo servitore, sei il mio Signore. Non è un problema in quale circostanza mi stai tenendo. Non è un problema se sto soffrendo o se sono felice, Tu sei il “mio caro Signore”. Non ti dimenticherò né nella sofferenza, e nemmeno nella felicità. Perché? Perché sono il tuo servitore. Mi abbandono a te. Non posso vivere senza di te, perché quando qualcuno ti è molto caro, non puoi vivere senza di lui. Quando qualcuno è molto caro, è estremamente difficile lasciarlo. Lo si può vedere anche nel mondo materiale. Per esempio una madre non può vivere senza il figlio, perché il suo bambino le è molto caro. Quando c’è sambandha, una relazione, si inizia a sentire qualcosa, allora si diventa molto vicini; allora arriva un gusto differente, quando l’oggetto della relazione è Radha. Tutto ciò non ha niente a che vedere con la circostanza che sono un grihastha, sannyasi o brahmachari. In questo mondo materiale non ha significato dove si vive, si pensa:

Sono il Tuo servitore, sei il mio Signore, piango costantemente. Ti ricordo sempre. La mia mente vuole vagare in molti posti, ma va solamente lì dove c’è l’amore. La mia mente si dirige solo in quel posto”.

L’amore ti porta a Krishna, tutto il tempo. Senza prema non si può ottenere il gusto. In qualunque circostanza mi metti, e qualunque servizio mi dai, tutto questo non importa. Sei il mio Signore, io sono il Tuo servitore. Ogni cosa che faccio, la faccio per Te. Nella vita di ogni giorno non abbiamo bisogno di cambiare le contingenze, ma abbiamo bisogno di cambiare i nostri attaccamenti. Abbiamo bisogno di essere sempre più attaccati al Signore. Abbiamo bisogno di pensare:

Tu sei mio, io sono Tuo”.

Sono molto caduto, non possiedo nessuna qualificazione per pensarti e servirti, ma nonostante ciò – Tu sei mio; per questo ho fede giorno dopo giorno, nella mia vita ho una speranza. Nella mia vita verrà il giorno in cui potrò servirti e non ti lascerò. Mi sei molto caro. In questa vita materiale ho provato a trovare pace e felicità, ho provato a trovarle in tutta la mia vita, non sapendo che tutto è una Tua creazione. A quel tempo pensavo che le cose che facevo fossero mie. Nel mondo intero tutti quanti mi hanno rifiutato, nessuno ha bisogno di me. Ovunque ho perso la mia speranza. L’intera esistenza è soltanto un sogno dove otterrò acqua da una Fata Morgana, perché ho sete. Adesso so che è un errore pensare in questo modo. Adesso, mio caro Signore, sei mi vedi no, non importa. Non ti lascerò perché senza te non posso trovare la via nella mia vita; voglio diventare Tuo devoto. Non sono realmente qualificato, ma voglio diventare tuo devoto. Un giorno, soddisferai i miei desideri; non voglio lasciarti per alcuna circostanza. Sarai per sempre con me, e vorrò per sempre vivere con Te.

Questa è la cosa reale: non ho qualificazione per diventare Tuo devoto, e servirti. Qui sta la bellezza nel servizio, nella devozione, nella bhakti, nel prema. Prema ti rende umile; sei ami, se possiedi la bhakti, diventerai umile. In ogni circostanza sono Tuo. So che non sono qualificato per servirti; non ho bisogno di alcuna qualificazione. Ho bisogno di servirti, ho bisogno di amarti. Ho bisogno di vederti in ogni luogo. Ovunque sto guardando, vedo solamente Te.

Perché nella mia vita sta accadendo questo? È per via del mio Gurudeva, perché quando ho cominciato a vederlo come un costante compagno, ho iniziato a vederTi in qualunque luogo. Provo ad essere un Tuo servitore. Se dovrò prendere ancora nascite, va bene, non voglio alcuna liberazione, voglio servirti. Non voglio diventare libero. Voglio mantenermi come Tuo servitore, nonostante sappia di non essere qualificato per fare niente. Soffro ovunque, e non voglio più soffrire, in qualunque circostanza. Forse, dovrò nascere in una vita animale a causa di questi pensieri, ma, purché sia connesso a Te, sono felice. Non voglio cambiare niente all’esterno, ma voglio cambiare me stesso, all’interno. Per favore aiutami e non guardare ai miei errori.

La mia natura è di scappare da molte cose. Non ho il gusto di stare in un solo posto. Tu puoi controllare questa mia brutta abitudine, per la Tua misericordia, così che non mi metta a correre da posto all’altro come una prostituta. Dobbiamo sviluppare questa coscienza: non possiamo scappare da Te. Dobbiamo mantenere con costanza la nostra connessione. Ogni scrittura, ogni testo, ogni sastra insegna sul come connettersi con la tua magnifica Personalità. Non importa se mi trovo in cucina, in ufficio, in un giardino o altrove – in tutte le circostanze ed in ogni posto posso mantenere la mia connessione con Te. Guarda per esempio le gopi, loro non cambiano le loro circostanze:

se sono sposate – non c’è problema;

se hanno dei bambini – non c’è problema;

se la loro suocera non vuole che vadano a vedere Krishna- Non c’è problema;

se una cognata non vuole che vadano a vedere Krishna- non c’è problema;

se le circostanze sono buone o cattive – non c’è problema;

Pensano sempre:

Io sono Tuo, e Tu sei mio. Non posso vivere senza di Te; nascita dopo nascita, non posso lasciarti perché Tu sei Mio”.

Questi due sentimenti si trovano in braja: io sono Tuo e Tu sei mio.

Entrambi sono magnifici. Non è molto complicato, è una cosa veramente semplice, perché se una può farlo gopi allora è semplice. Le gopi non sono molto educate, non conoscono alcun sastra. L’unica cosa che hanno è la devozione. Non c’è bisogno di comprendere niente di più – solo questa affermazione: Tu sei mio. Sia che ti piaccia o no, sarai sempre mio.

Mantieni questa unica cosa “Tu sei mio”; la pratica ed il canto andranno avanti automaticamente, ed improvvisamente lo ricorderai per tutto il tempo.

Servitù e attaccamento

Mio caro Signore Krishna, fino a quando le persone non diventano tue devote, i loro attaccamenti materiali e i desideri, rimangono dei furti, le loro case prigioni, ed i loro sentimenti d’affetto per i membri della famiglia ceppi ai piedi”. (Srimad Bhagavatam 10.14.36)

La natura di questo verso, è: vuoi vivere in prigione o vuoi diventare libero? La natura di ogni essere umano è quella di attaccarsi a qualcosa. Per cos’è il tuo attaccamento? La natura della jiva è di cercare un legame. Se non sei cosciente di essere una jiva, allora stai cercando inconsapevolmente dell’amore e dei legami; se non ho la coscienza della mia anima, rimarrò attaccato a questo mondo materiale, alla famiglia, per sempre. Rimaniamo attaccati a questo mondo materiale, a questa famiglia, a prescindere dalle circostanze. Perché? Perché non c’è amore per Krishna. Soffro perché ho dimenticato il mio sé, che sono una jiva, un’anima eterna. Quando sorgerà la devozione, quando arriverà l’amore per Krishna, automaticamente la coscienza-jiva sarà rievocata, perché questa è la natura della vita spirituale. Se ci si vuole sviluppare spiritualmente, senza devozione e bhakti non è possibile.

Se stai lavorando molto duramente, allora sarai attaccato alla famiglia e ad ogni circostanza materiale. Il tuo attaccamento e devozione sono lì, ma stanno imprigionando il tuo sé interiore, restringendo la tua coscienza; mentre quando la tendenza ad amare è diretta verso il Signore, allora ciò ti renderà libero, distaccato dalla sofferenza. Anche io l’ho sperimentato nella mia vita; sono con tutti, ma non ho nulla. Diventerai libero, conoscerai te stesso. Sai a chi va diretto l’amore, e quando amerai Krishna, amerai tutta la Sua creazione. Facevo delle distinzioni: questa è la mia famiglia – quella è la tua famiglia. No! Tutta è famiglia di Krishna! Diventa solamente più grande. All’inizio si pensa al corpo, combattendo contro le circostanze materiali e i desideri, che non sono mai soddisfatti; ma dopo un po’ comincerai ad orientarti solamente verso la Super-anima. Vedrai che ogni cosa è già perfettamente controllata, sotto la Sua dolce volontà. La tendenza a combattere con le contingenze si dissolve, e vedrai in tutte le entità viventi una sola cosa: l’anima, la jiva.

Chaitanya Mahaprabhu disse, “Nama ruci jiva daya”. Jiva Daya significa dare misericordia alla jiva, all’anima. Come puoi dare della misericordia alle anime? Prima devi darla alla tua, dopo di che puoi iniziare a dare della misericordia anche alle altre anime. Se non ho coscienza di essere un’anima, come potrò capire le altre anime? Come si potrà veramente capire? Dato che non hai mai provato a capire Krishna, come potrai mai capire la connessione che c’è tra la jiva e la Super-anima?

Mahaprabhu dice: “acintya-bheda-abheda-tattva”. C’è una differenza e non differenza. Perché? Perché Bhagavan, Paramatma e Brahman sono uno, non sono differenti. I devoti preferiscono Bhagavan, la forma personale del Signore, perché l’amore può essere gustato soltanto nella relazione, e in Brahman non c’è amore personale, mentre il rapporto con Paramatma non è amore puro. Per comprendere tutto questo si deve conoscere cosa è l’anima e cos’è la Super-anima, Paramatma.

“Krishnas tu bhagavan svayam”. Se vogliamo diventare liberi dalla sofferenza, per noi c’è solamente una via, quella di sviluppare prema bhakti verso Krishna, perché questa è la funzione eterna dell’anima. L’ignoranza esiste solamente perché non c’è prema per Krishna; solo quando verrà l’amore per Krishna, tutta l’ignoranza se ne andrà.

Ti chiederai allora: come svilupperò Krishna prema? Tutto questo dipende dal sanga, la tua associazione. Se accresci l’associazione con il tuo maestro spirituale, il sadhu-sanga, con i devoti che sono nello stesso stato d’animo, allora svilupperai questa condizione d’essere dentro di te.

Mahaprabhu andò a vedere Ramananda Raya. Perché? Egli è Radha e Krishna stesso. Perché andò da Ramananda Raya? Si recò da lui, e quando si incontrarono, Mahaprabhu disse:

Io sono un sannyasi mayavadi. Sono vestito come un mayavadi, ma tu sei un bhakta. Tale aspetto fa di me un mayavadi, ma sono venuto per avere la tua associazione”.

Mahaprabhu è Radha stessa. Per ricevere qualcosa si deve diventare molto umili. Se c’è del falso ego, è molto difficile ricevere della misericordia. Quando si abbracciarono l’uno con l’altro, cosa successe? C’erano alcuni smarta-brahmanas (che sono attratti dalle religioni rituali), che dissero:

Cosa è successo a questo sannyasi? È diventato matto?”

Non potevano capire il loro amore:

Cosa è successo al nostro re? Perché sta facendo ciò? Perché il nostro re sta rotolandosi in terra? Cosa gli è successo?”

Mahaprabhu e Ramananda Raya sapevano il perché si comportavano in questo modo. I karma kandis, che praticano rituali senza guardare ad un obiettivo finale, non possono comprendere ciò. Solamente i puri devoti possono capire perché si stanno comportando così; fu solo perché si incontrarono l’uno con l’altro. Radhika (Chaitanya Mahaprabhu) incontra Vishaka (Ramananda Raya), e Vishaka osserva Radhika e non possono controllare le loro emozioni. È come quando un vecchio amico incontra un altro vecchio amico.

Vedendo che intorno a loro nessuno capiva, si fermarono e ritirarono tutte le emozioni. Quello non era un buon posto per sentirsi liberi e parlare apertamente. Mahaprabhu disse:

Ci incontreremo in serata, e parleremo; vengo per imparare da te, voglio ascoltarti”.

Perché? Perché Radhika, vuole accrescere il suo amore per Krishna. Se vuoi incrementare il tuo amore, allora devi ascoltare da altri che sono molto vicini alla persona che ami. Questa è la bellezza, non è predicare. Se vuoi aumentare la tua bhakti, prema, devi ascoltare. Mahaprabhu insegna così: “Voglio incrementare prema per Krishna”.

E Ramananda Raya rispose:

Non so dire niente; se m’ispiri a parlare, allora lo posso fare”.

Tutto deve trovarsi nello stesso mood (stato d’animo). In cosa consiste questa condizione? Vishaka si prende sempre cura di Radhika: come può essere compiaciuta Radhika? Come può diventare felice Krishna? Radhika diventa felice quando incontra Krishna, e come può essere organizzato quest’incontro? Vishaka progetta come farlo, ma qualche volta Radhika non vuole vedere Krishna, così anche Vishaka ne interrompe l’organizzazione; non si preoccupa di cosa proverà Krishna, si preoccupa soltanto riguardo a: “Come posso compiacere la mia Radhika?”

Il nostro gaudiya-bhajan è Radha-ashraya-bhajan.

I nostri gurumahajanas ( i grandi maestri nel passato) ci insegnano di prendere rifugio in Radhika, perché lei sa come amare Krishna. Tutte le sue associate, non hanno il compito di prendersi cura di Krishna, servono solamente Radhika. Questa è la bellezza del servizio a Radhika. Krishna diventa automaticamente molto felice, quando qualcuno serve Radhika. Essi sono due corpi ma una sola anima. Nell’apparizione di Mahaprabhu i due corpi diventano un’anima. Qual è la ragione dell’apparizione di Mahaprabhu? È venuto solo per darci il segreto che riguarda Radha e Krishna; vuole aprire questa scatola del tesoro, perché nessuno conosce qualcosa al riguardo. Era molto privato, solo tra Radha e Krishna. Solamente Loro possono dire cosa è successo tra Loro due. Mahaprabhu venne per mostrarlo. Come puoi nel corso della tua vita migliorare questo prema spirituale per Krishna? Accadrà solo se prenderai rifugio in Radhika. Senza la misericordia di Sriman Mahaprabhu questa conoscenza riguardo prema-bhakti non sarebbe disponibile per noi, e perciò saremmo imprigionati nella nostra vita materiale. Perché la vita materiale diventa una prigione? Perché quando non si è devoti di Krishna, non si capisce niente di ciò che Lo riguarda; non accetti Krishna nel tuo cuore, così dovrai accettare qualcos’altro. Senti le faccende temporanee allo stesso modo che se fossero eterne, e dimentichi persino te stesso, che sei un’anima eterna, e così dimentichi tutto. Pensi solamente a cose temporanee, come la casa, la macchina, il palazzo, riparare qualcosa, la biancheria, le tasse, lavorare per questo, raggranellare soldi per quello, la manutenzione di quest’altro ancora, prenderti cura di tutta la famiglia, e poi abbiamo bisogno di un’automobile nuova, una nuova BMW, una grande casa, una casa per le vacanze … non c’è fine. Si diventa sempre più impigliati nella vita materiale, perché ci si senta più agiati, e così ti impegni in quel campo. Tutto questo, diventa quindi una galera, non ne puoi venire fuori.

Io mi impegnai negli affari, e sperimentai grandi perdite; così fui veramente felice. Pensai che mi sarei libero e dissi alla mia famiglia:

Non sono adatto per fare questo, prendete voi ogni cosa, io non posso farlo, non ne sono capace. Ho perso troppe cose e adesso voglio servire Krishna”.

Loro mi aiutarono molto, dissero:

Si, hai ragione, non sei più la persona adatta per fare tutto ciò”.

La misericordia arriva, ma non siamo pronti a vedere. Vogliamo imbrigliarci sempre più nella schiavitù. Krishna dice:

Non c’è problema, hai bisogno di più schiavitù? Io te ne darò sempre più di quella che vuoi”.

Se si è intelligenti, si può capire. Vuoi essere libero – questo è il tuo desiderio più profondo.

Quando Krishna nacque nella prigione di Kamsa, cosa successe? Tutti quanti, nella prigione erano incatenati, anche Devaki e Vasudeva. Quando Krishna comparve, le catene automaticamente si ruppero. Cosa successe quindi? Vasudeva disse:

Tu sei mio, sei il mio Krishna”. Quando Krishna sente, “Tu sei mio”, il suo cuore si scioglie; come può quindi Vasudeva rimanere in questa schiavitù? Le porte si aprirono. Le guardie dormivano incoscienti, non erano svegli, perché era apparso Krishna. Vasudeva disse:

Krishna, Tu sei mio”.

Ogni volta che qualcuno dice “mio” a Krishna, allora Lui ne è molto compiaciuto. Nella tua vita pensa solamente a prema; bhakti è la cosa più importante nella nostra vita. Quale tipo di perfezione arriverà? Prema è la perfezione di ogni cosa, e quando sambandha (la relazione) verrà, allora anche prema arriverà. Prayojan significa: quale è il nostro obiettivo? L’obiettivo è prem-prayojan. Questo è lo scopo: Come posso amarLo?

Krishna è uguale verso tutti

Mio Signore, considero la Tua autorità essere tempo eterno, il controllore Supremo, senza inizio nè fine, l’onnipervadente. Nel distribuire la Tua misericordia, sei uguale verso tutti. I dissensi tra gli esseri viventi sono dovuti ai rapporti sociali”. (Srimad Bhagavatam 1.8.28)

Quand’è che si dice “mio caro”? Si dice soltanto quando si diventa molto intimi con qualcuno. Persino il Signore può diventare “mio caro”. Nel dodocesimo capitolo della Bhagavad-Gita, Krishna dice ad Arjuna “Mio caro”. Se ti comporti in questo modo ,allora diventerai “mio caro”. Pensiamo sempre di essere noi il capo, e Lui il servitore; quando si cambia, non si ragionerà più con il falso ego. Diventerai amorevole verso tutti, non vorrai vedere niente di cattivo negli altri. Krishna diverrà “mio caro”, non avrai bisogno di cercarLo. Abbiamo soltanto bisogno di cambiare noi stessi, così Lui dice:

Allora diventerai a me caro”.

Quando comincerai a cambiare te stesso, allora anche tu dirai,

Sei il Mio caro, mi sei volto vicino”.

Tutto questa verrà, quando giungerai a delle realizzazioni, e comincerai a vivere nel tuo sé. Cambierai perché non vedrai degli errori negli altri, sarai sempre equilibrato e non ci sarà del falso ego. Vedrai il bene in ogni cosa perché Krishna è ovunque, e così Lo potrai vedere in qualunque posto. Diventerai il Suo “mio caro”.

Quando ti accetterà come il Suo “mio caro”, allora anche tu dovrai dire:

Sei il Mio caro”.

Krishna dice alla regina Kunti:

Sei la mia cara zia. Mi prenderò sempre cura di te, in ogni difficoltà. Anche quando starai soffrendo, rimarrai molto equilibrata; tutte le angosce non potranno cambiare la connessione con Me. Sentirai sempre che sei la mia servitrice, e che farò ogni cosa per te. I problemi che verranno nella tua vita, non ti disturberanno mai”.

Quindi la regina Kunti e Krishna sono molto vicini, e si accettano l’uno con l’altro come il proprio “mio caro”.

Nessuno può conoscere il suo inizio, o la sua fine. Potrai conoscerLo solamente prendendo rifugio in colei che lo ama. Persino Brahma ha voluto cercare la Sua origine. Non poteva trovare l’inizio di Narayan, cosa dire quindi di Krishna? Brahma cominciò a pregare:

Aiutami, così che possa conoscerTi, così che possa sapere dov’è l’origine della mia fonte; Tu tratti tutti allo stesso modo”.

Nella Bhagavad-Gita, Krishna conferma che se Lo segui, la tua natura diventerà in questo modo. Per Krishna sono tutti uguali, perché il tuo servitore è diventato come te. Quando Lui è presente nel cuore del devoto, agisce in questo modo. Puoi osservare te stesso come cambi. Il mondo sta cercando questa armonia. Perché? Perché le persone non sono connesse a Krishna, sono molto lontane da Lui. Non conoscono loro stesse, e non conoscono la loro connessione come anime con Krishna.

Per esempio, Rupa Goswami prega sempre Sanatana Goswami, perché Sanatana Goswami è l’acharya (insegnate principale) di sambandha (Chi sono io? Chi è Dio e qual è la nostra relazione?). Senza relazione non ci può essere abhideya (pratica spirituale). Se non c’è relazione, non ci saranno sentimenti, gli scambi non verranno, non ci sarà connessione; e quando non c’è una connessione come potrò conoscere me stesso? Penserò solamente alla mia coscienza del corpo e dei sensi. Deha significa corpo, e abhi significa fuori da questo corpo; quindi abhideya significa distaccare se stessi dal proprio corpo.

Così Rupa Goswami prega:

Dammi la relazione con Krishna, e solo allora potrò essere in grado di comprendere la mia forma spirituale. Posso sviluppare tutto ciò grazie al tuo rapporto d’amore con Radha; Lei ti rende tenero, gentile e misericordioso”.

Perché arriva l’armonia? Perché conosciamo noi stessi. Quest’armonia si sviluppa solamente per amore: come consapevolezza di vivere nella coscienza e forma spirituale, allora verrà l’armonia. Se si è nella coscienza del corpo, allora l’armonia non si manifesterà realmente.

La regina Kunti dice:

E’ fonte di confusione sapere che sei attivo, anche se non fai mai nulla; che hai preso nascita, sebbene sei il non nato”.

Cosa è successo? Ha preso nascita o no? Qualcuno dice in un modo, qualcuno in un altro. Perché entrare in tutto questo? È fonte di confusione. Quando ero piccolo, mi piaceva molto ascoltare. C’era un sadhu, Akhandananda Swami, che diceva, leggere è bene, ma ascoltare è meglio. Qualcuno chiese il perché, e lui rispose:

Se leggi, potresti avere qualche dubbio, e allora ti fermerai. Anche quando ascolti, possono venire dei dubbi, ma rimanendo molto concentrato durante l’ascolto dimenticherai i tuoi dubbi, se ne andranno. Inoltre, le persone sante che stai ascoltando daranno le proprie realizzazioni, e questo ti donerà una differente comprensione, essi dissiperanno tutti i dubbi”.

Come si chiariscono i dubbi? Se ne possono andare solamente ascoltando, per la misericordia delle persone sante, incontrando dei puri devoti; allora i dubbi se ne vanno, perché per loro non è una teoria speculativa, ma una realtà vissuta.

La regina Kunti dice:

Caro Krishna, Yasoda prendeva una corda per legarti, quando commettevi delle marachelle. Sei la personalità più elevata, e puoi legare l’intero universo, e adesso a Vrindavana tua madre ti lega, Tu che sei non nato, che non hai nè inizio nè fine, che controlli l’intero universo”.

Cos’è giusto? Questo o quello? Entrambe le prospettive sono corrette. Entrambe mostrano Krishna come La Personalità Suprema. Puoi legarlo se provi per Lui dell’amore vero. Ogni sottomissione è assunta per via dell’amore. Lo si può vedere nel mondo intero, puoi legare chiunque con il tuo amore. Yasoda Ma ha così tanto amore, che la Suprema Personalità vuole diventare un bambino, piangendo come un neonato: del kajal scorre giù dalle sue guance e dai suoi occhi. Allo stesso tempo rende la madre felice e soddisfa tanto i suoi desideri che quelli del padre. Per loro Krishna rappresenta tutto. Le persone pensano che se Lui è la Personalità Suprema di Dio, allora devono adorarlo; ma se qualcuno le dice che suo figlio è la Suprema Personalità di Dio e chiede perchè lo sta legando, allora lei risponde:

Sei matto? È mio figlio!”

Prima devi pensare e praticare considerando che Krishna è la Suprema Personalità di Dio. Quando avrai piena fede in Lui, allora devi praticare per dimenticare che è la Suprema Personalità di Dio. Perché dobbiamo dimenticare che Lui è il Supremo? Perché se è così in alto, come potremmo amarlo?

Krishna dice:

Non voglio diventare il più grande ed andare lontano. Voglio essere il tuo bambino, il tuo sincero amico”.

Come nel passatempo di Arjuna e Uddhava. Egli possiede molti amici, come Subala; sono tutti amici, molto amorevoli.

Krishna dice:

Vuoi amarmi? Puoi amare ogni cosa nel mondo materiale. Per amarmi devi dimenticare qualunque altra cosa”.

La preghiera della Regina Kunti

Perciò, O Signore di Madhu, come il fiume Gange fluisce sempre verso il mare senza impedimento, lascia che la mia attrazione sia costantemente tesa a Te, senza essere deviata verso chiunque altro”. (Srimad Bhagavatam 1.8.42)

Questa è una preghiera fatta dalla Regina Kunti a Krishna, e parla del flusso. Questo flusso è l’unico modo per raggiungere il Signore, e se mantieni il tuo corpo completamente rilassato, allora il fiume ti trascinerà. Non ha nulla a che vedere con gli sforzi. Cosa significa questo “Rifugio del Gange”? Dove mi trascina, non ne ho idea, ma l’obiettivo è l’oceano. Mi porterà certamente lì, con il suo flusso.

Ashraya significa rifugio. Se vogliamo raggiungere qualcosa, non è possibile farlo senza prendere rifugio; abbiamo bisogno di un rifugio. Col sadhana, lo yoga, meditando, non è possibile ottenere la bhakti. Dobbiamo provare a ricordare cosa piaceva ascoltare quando si era a scuola, e provare a gustare più tardi. Cosa succederà? Otterrai delle realizzazioni.

È lo stesso con me: ascolto Krishna Chandra, Premprayojan, te, persino me stesso quando Gurukripa sta arrivando, e differenti realizzazioni si manifestano in me. Se si vuole nuotare contro il flusso del Gange, è molto difficile. Non si può raggiungere l’oceano, quando si nuota contro la corrente. Questo è ciò che facciamo: nuotare con i nostri sensi fisici, vogliamo nuotare contro corrente, e così ci stanchiamo molto. La mia richiesta è questa: adesso dobbiamo sviluppare questo stato d’animo, di nuotare seguendo il flusso. Come? Vivendo, ogni giorno per circa dieci minuti, in una coscienza spirituale, nuotandoci, e vedere come ci si sente in quel momento. Questi dieci minuti saranno il miglior momento dell’intera giornata. Anche 15, 25, 30 minuti – qualsiasi cosa tu possa fare, sarà il miglior momento della tua giornata.

Se proverai gusto per questo esercizio, allora incrementane la durata. Ogni cosa cambierà e allora il Gange ti porterà all’oceano. Questa pratica di lasciarsi andare completamente, ti trasporterà automaticamente verso l’oceano. Senza progresso spirituale possiamo fare di tutto e raggiungere l’intero universo, ma non Krishna. Per esempio possiamo arrivare a Vishnu, Kali, e anche a Durga, ma se vuoi andare da Krishna, allora dovrai partire dal fiume fino a raggiungere l’oceano. Il Gange è un fiume – come una pratica religiosa – e se t’immergi nel Gange, diventerai puro. Diventerai puro praticando questa religione. Qualcuno è molto soddisfatto di vivere vicino al Gange, e non vuole mai raggiungere l’oceano. Qualunque fiume scorre verso l’oceano, ed il nostro obiettivo è l’oceano. Vai verso l’oceano perché non c’è limite all’amore. Non puoi vedere fino all’altro lato dell’oceano. Nell’oceano ci sono le onde. Senza onde non c’è significato all’espressione “oceano”. Le onde sono Radhika. Queste sono le onde d’amore che arrivano dall’oceano. Se ti metti a dieci metri di distanza, queste onde verranno e ti avvolgeranno, portandoti vicino all’oceano. Questa è la misericordia del guru e di Radhika. Guru-tattva è un’energia di Radhika, che ci aiuta ad andare nell’oceano portati dalle sue onde. Non c’è differenza tra le onde e l’oceano, ma le onde sono Radha, e l’oceano è Krishna. Non possiamo comprendere tutto ciò quando viviamo sulle sponde del Gange. Dobbiamo andare vicino all’oceano per comprendere le onde.

Il sole raccoglie l’acqua, e l’acqua diventa una nuvola; e ancora la nuvola produce acqua sotto forma di pioggia. La nuvola è nera, e il cielo è blu. Puoi volare anche per ventiquattro ore, guardando sempre lo stesso cielo blu. L’oceano è blu, ed anche il cielo. Quando si vola, si può vedere che le nuvole sono anche bianche, ma dal basso sembrano scure e nere; e ci danno la pioggia. Non c’è selezione da parte loro, a chi stanno dando la pioggia. Semplicemente danno della pioggia, che arriva a tutti senza distinzione. Questa è misericordia: la misericordia scorre continuamente, ma non siamo pronti a riceverla, così copriamo noi stessi, perché non abbiamo le nostre pentole per riceverla. Tramite l’oceano e la pioggia siamo sempre connessi all’oceano, ma voltiamo le spalle al Signore. Davanti a noi ci sono molti desideri da realizzare, ed essendone coinvolti ci creiamo molti problemi, facendo resistenza al Signore; in questo modo soffriamo. Il fiume vuole portarci verso l’oceano, ma quando ci accostiamo, sentiamo la potenza della corrente come sofferenza. La verità è che apparteniamo all’oceano.

Yatha dekho tatha syam” – Ovunque sto guardando, Ti vedo! Quando osservo il cielo, Ti vedo. Quando guardo le nuvole nere, sento che Tu sei qui. Quando vedo qualcosa dorata, sei presente. Quando guardo le onde dell’oceano, mi viene in mente Radha, che viene per dare della misericordia. La nostra natura è nitya (tutto il tempo eterno), ma pensiamo solamente a questo mondo materiale. Questa è la nostra sfortuna, e la fonte di tutti i problemi.

Bhismadeva in un letto di frecce

Adesso, posso meditare con piena concentrazione su questo solo Signore, Sri Krishna, ora presente davanti a me, perché adesso ho trasceso le idee sbagliate di dualità a riguardo della sua presenza nel cuore di tutti, persino nei cuori degli speculatori mentali. Egli si trova nel cuore di tutti. Il sole può essere percepito differentemente, ma il sole è solamente uno”. (Srimad Bhagavatam 1.9.42)

Questa è l’introduzione all’episodio dove Bhismadeva si trova nel suo letto di morte, e Krishna gli appare davanti. A Kurukshetra Arjuna vide la forma universale del Signore. Quante persone videro questa forma nell’undicesimo capitolo della Bhagavad-Gita? Non tutti. Solamente tre persone: Sanjaya, Arjuna e Bhisma.

Bhisma è un puro devoto; è veramente in relazione d’amore con Krishna. Vuole essere tra i nemici di Krishna, per vedere continuamente Krishna dall’altro lato del campo di battaglia. Anche Krishna ama così tanto Bhisma che ha persino infranto la sua propria promessa. Aveva promesso che non avrebbe impugnato alcuna arma; e Bhisma aveva promesso che un giorno avrebbe combattuto così tanto che Krishna avrebbe dovuto rompere quella promessa. Cosa successe a Kurukshetra? Bhisma combatté così duramente contro Arjuna, che Krishna non poté più sopportare. Krishna non poteva vedere il dolore del suo devoto Arjuna. Un carro si ruppe, e Krishna prese la ruota, il chakra. Allora Bhisma disse:

Sei così gentile. Per i tuoi devoti fai di tutto. Hai persino infranto la tua promessa per soddisfare un loro desiderio. Hai soddisfatto il mio desiderio”.

Così scese, lasciò il carro, le sue armi, e si inchinò davanti a Krishna; Bhisma disse:

Krishna, per favore, promettimi una cosa. Quando starò per lasciare questo corpo, devi venire da me. Voglio andare da Te, nella Tua eterna dimora. In quel momento voglio solo vederti, dopo di che andare da Te”.

I Pandava vinsero questa grande battaglia, ed ottennero quanto era giusto. Krishna volle quindi tornare a Dvaraka. Andò a trovare sua zia Kunti, e le disse:

Mia cara zia, sto tornando a Dvaraka”.

Lei rispose:

Perché stai tornando lì? Non puoi andare. Perché vuoi lasciarci? Sai, quando eri con noi, nelle nostre vite sono arrivati molti problemi. Ricordo che avevano costruito una casa di lacca, perchè volevano bruciarci, ma tu ci hai salvato.

Ricordo la volta in cui Durvasa Muni era arrivato con diecimila suoi discepoli, e noi avevamo appena finito il nostro pasto. Draupadi aveva finito il resto, e non c’era la possibilità di cucinare nient’altro. Arrivasti tu e cercasti qualche avanzo nelle pentole. Così trovasti una foglia, e questa sfamò tutti i diecimila discepoli. Perchè quando Tu sei soddisfatto, ogni essere è soddisfatto. Ti abbiamo nutrito con una sola foglia e si è riempito lo stomaco di tutti. Con una foglia sei soddisfatto, e dai soddisfazione a tutti. In ogni momento ci proteggi, non ci lasci mai. Ricordo quel giorno quando tutti volevano aprire il sari di Draupadi nella sala delle riunioni, e Tu diventasti il Sari. Chi può fare queste cose?

Ricordo quando Bhisma, affermò che il giorno dopo avrebbe ucciso i cinque Pandava, e loro, dopo essere tornati dalla battaglia, andarono tutti a dormire. Non si erano preoccupati per il fatto che Bhisma sarebbe venuto ad ucciderli, nonostante avessero ascoltato quella promessa. Avevano mangiato, dopo di che si erano addormentati. Tu hai pensato a loro per tutta la notte, sul come aiutarli. Quella notte, quando Draupadi si svegliò, pensò:

Perché Krishna sta camminando avanti e indietro nella veranda, nel bel mezzo della notte?”

Così venne a guardare; Krishna era preoccupato:

Cosa fare? I cinque Pandava stanno dormendo”.

Krishna era preoccupato sul come aiutarli. I Pandava avevano pensato:

Perché ci dobbiamo preoccupare? I figli non sono mai intimoriti quando il padre è lì. Gli affiliati non si preoccupano quando c’è un qualunque guardiano presente”.

Così Krishna era preoccupato, mentre i Pandava stavano dormendo”.

Draupadi Gli chiese:

Krishna, perché non stai riposando? Cosa è successo?”

Lui rispose:

Non sai che domani i tuoi mariti moriranno, perché Bhisma l’ha promesso?”

Draupadi lo tranquillizzò:

Non ti preoccupare, Krishna. Tu sei con noi”.

Era molto fiduciosa; Krishna disse,

Va bene; vai e vestiti come se stessi andando sposarti”.

Era mezzanotte. Draupadi andò e in quindici minuti si vestì, dipingendo il suo corpo e piedi; fuori stava piovendo. Krishna disse:

Devi venire con me”.

Lei semplicemente rispose “certo”, e non chiese alcuna spiegazione, possedendo così tanta fede e certezza. Non aveva dubbi su di Lui, non si poneva domande sul fatto che fosse notte, e che mentre i suoi mariti dormivano aveva dovuto cambiarsi gli abiti, decorare il suo corpo con i trucchi da matrimonio, per andare fuori con Krishna sotto la pioggia. Disse:

Va bene, andrò dove vuoi che io vada”.

Noi abbiamo la tendenza a dubitare persino delle cose più piccole.

Krishna disse:

Sta piovendo, siedi sulle mie spalle”.

Draupadi indossava delle pantofole, quindi Krishna disse:

Dalle a me”.

Così le mise in un suo panno giallo, e le avvolse. Poi Krishna portò Draupadi al bivacco di Bhisma, e le disse:

Vai e porgi i tuoi omaggi a Bhisma”.

Mentre Draupadi obbediva, Krishna rimase in piedi sotto la pioggia. L’acconciatura dei suoi capelli scendeva, fino a cadergli sul volto. Draupadi entrò e offrì i suoi omaggi a Bhisma, così Bhisma la benedì:

Che tutta la fortuna possa essere con te”.

Draupadi aprì la stoffa che stava coprendo la sua testa, per mostrare il suo viso, dopo di che disse:

Che tutta la fortuna possa essere con me, significa che nessuno può uccidere i miei mariti. Quindi non li puoi uccidere domani, nonostante tu l’abbia promesso”.

Bhisma rispose:

Sì, l’ho promesso, ma adesso che ti ho benedetto nessuno può farti alcun male. Per favore dimmi una cosa: “Come sei venuta qui?”

Mentre erano ancora fuori, Krishna aveva detto a Draupadi di non pronunciare il Suo nome, così lei rispose:

Sono soltanto venuta per avere il tuo darshan”.

Krishna sapeva che la moglie di Duryodhana doveva venire quella stessa notte, per prendere le benedizioni da Bhisma. Ma prima che questo potesse succedere, Krishna aveva portato la moglie dei Pandava, così Bhisma aveva pensato che lei fosse la moglie di Duryodhana. Quando Krishna vuole proteggere qualcuno, nessuno può fare niente a questa persona.

Bhisma allora chiese:

Come hai fatto ad arrivare con questa pioggia? Hai un bel colore rosso sui tuoi piedi, e non è stato lavato via dall’acqua. Qualcuno ti deve aver trasportato”.

Bhisma andò fuori per vedere lui stesso; Krishna stava ancora in piedi sotto la pioggia. Gocce d’acqua scendevano dalla Sua faccia, e Bhisma vide i suoi grandi occhi, i capelli arricciati, le grandi labbra, il magnifico naso ed il Suo viso. Quando Bhisma vide Krishna, esclamò:

Stai in piedi sotto la pioggia, per favore vieni dentro. Sono molto fortunato a poter avere il Tuo darshan”.

Cominciò a tirare il vestito giallo di Krishna, e caddero le pantofole di Draupadi.

Bhisma chiese:

Le pantofole di Draupadi? Sei così misericordioso! Porti le pantofole del Tuo devoto per nasconderle? Sono molto fortunati ad essere tuoi devoti. Quando verrà il tempo che diventerò tuo devoto anche io?”

Così Krishna lo abbracciò,

Tu sei già mio devoto”.

Ovunque, puoi vedere quanto amore Krishna stia donando.

Una volta i Kurava ed i Pandava si recarono da Krishna, a Dvaraka, per chiedergli qualcosa, perché prima della battaglia, Krishna voleva dare loro qualunque cosa desideravano. Duryodhana chiese:

Voglio da Te i tuoi soldi, braccia, soldati, eserciti, e la promessa che non impugnerai nessuna arma e non combatterai”.

Krishna disse:

Va bene, soddisferò il tuo desiderio”.

Anche Arjuna stava attendendo. Era giunto più tardi pensando che Krishna doveva riposare. Cominciò a fargli dei massaggi.

Krishna gli chiese:

Tu cosa desideri? Darò tutto quanto anche a te”.

Arjuna rispose:

Non voglio nulla delle Tue cose. Voglio soltanto Te”.

Ci sono due tipi di persone in questo mondo materiale. Uno vuole tutto da Krishna, e l’altro vuole solo Krishna.

La regina Kunti disse, Vuoi andartene perché siamo molto felici; vuoi andartene perché abbiamo ottenuto le cose che volevamo. Adesso pensi: “Ora non ho più niente da fare”. Quindi vuoi tornare a Dvaraka. Devi darmi qualcosa. Concedimi che vivrò sempre con dei problemi. Se c’è un problema, e ho una devozione reale, non mi lascerai mai”.

Krishna abbracciò sua zia:

Perché stai domandando questo? Chiedimi qualche cosa di materiale. In questo modo non posso lasciarti. Come potrei lasciarti adesso, che mi chiedi questo? Dovrò seguirti per sempre e dovrò vivere sempre con te. Se arriverà qualche problema, devo esserci. So che non m’imploreresti mai, per venire ad aiutarti”.

Così in quel momento Krishna cancellò il suo progetto. Ma le disse:

Per un breve periodo, devo andare in un posto a trovare un devoto che mi sta chiamando”.

Questo era il momento in cui Bhisma stava lasciando il suo corpo, giacendo in un letto di frecce. Solamente Arjuna poteva predisporre un tale letto per lui. Quando Bhisma si trovava alla corte di Duryodhana, mangiava del cibo proveniente dalle mani di persone che odiavano Krishna, o gli si mostravano indifferenti; quindi questo cibo si trasformò in sangue. Questo sangue impuro doveva uscire completamente dal suo corpo, così che avrebbe potuto prendere posto la purificazione. Mentre giaceva sul letto di frecce, nemmeno una goccia di sangue rimase nel suo corpo, e così la sua coscienza divenne ancora chiara e limpida. Quando si mangia, la mente agisce in relazione al modo in cui si è mangiato. Quel cibo impuro, poteva quindi creare una distanza tra lui e Krishna. Bhisma così cominciò a pregare Krishna:

Me l’hai promesso, e adesso devi venire da me”.

Krishna andò quindi alla presenza di Bhisma che giaceva al suolo; Bhisma continuò:

La mia dualità, e tutti gli attaccamenti adesso sono finiti. Voglio vedere soltanto te. Per favore vienimi davanti, perché devo tornare nella Tua casa. Krishna, sei venuto, sei così misericordioso! Senti quando il Tuo devoto Ti sta chiamando sinceramente, e per tale sentimento appari in sua presenza”.

Bhisma sta sentendo, e Krishna appare. Quando i devoti Lo sentono, Krishna appare. Quando Krishna appare tutta la dualità, è finita.

Quale è questo concetto sbagliato di dualità? Dualità significa: percepire la varietà infinita, e i poli opposti, senza vedere che dietro di ciò, c’è il Signore Supremo come il controllore di ogni cosa. Krishna ha dato questa dualità: puoi andare in questa via, o nell’altra. Puoi avanzare verso di Lui, o puoi essere nell’esistenza materiale. Per il suo amore, Egli offre delle opzioni. Concede questa dualità, come il padre dà dei giocattoli per giocare, e osserva se il figlio o la figlia ne fanno uso, e sono assorti nel gioco, o se invece vanno da lui. La madre pensa continuamente:

Quando verrà il mio bambino? Lo nutrirò e lo abbraccerò”.

Ma allo stesso tempo si controlla e pensa:

Va bene, gioca con i tuoi giocattoli”.

Decidiamo di giocare nella dualità, e pratichiamo questa coscienza del corpo, mentre non vogliamo vivere costantemente nella nostra coscienza spirituale. La dualità può essere eliminata con la pratica, vivendo nella coscienza spirituale, che significa centrarsi su Krishna. Egli non appare per via della nostra dualità, e per le carenze nel nostro comportamento, come lussuria e attaccamento. Quando la dualità scomparirà, Krishna sarà sempre e direttamente di fronte a noi. Lui stesso ha promesso che non lascerà mai i suoi devoti. Bhisma è il figlio del Gange. Nella tua vita, qualunque problema hai, vai e fai il bagno nel Gange; tutte le tue impurità saranno spazzate via. Il Gange è la nostra madre, e Bhisma quando era giovane promise, che non si sarebbe mai sposato in tutta la sua vita. Serve e pensa sempre a Krishna. Sul campo di battaglia si trova sul lato opposto, per poter vedere sempre Krishna. Egli sa chi vincerà, sa che tutti quanti moriranno. Noi sappiamo di morire, ma lui sa quando morirà. Lui sa che tutte le potenti personalità che stanno combattendo contro Arjuna moriranno. Vuole impiegare tutto il suo tempo per meditare su Krishna. Così tante volte disse a Duryodhana:

Devi cambiare te stesso”.

E Duryodhana:

Non ti è permesso giudicarmi. Mangi il mio cibo, vivi insieme a me. Lodi continuamente i Pandava; pensi sempre che loro vinceranno e noi perderemo”.

Bhisma rispondeva:

Solamente perché Krishna è lì. Non c’è modo che di vincere, vinceranno loro. Cerca di capirlo, e pratica l’armonia”.

Ma Duryodhana non era pronto. Nella vita di Bhisma si può vedere che lui è sempre fisso. Quindi, da ora in poi: Perché non meditiamo su Krishna? Perché non pensiamo a ciò che lo riguarda? Se voglio amare, allora voglio amare Lui. Se devo combattere, devo combattere con Krishna. Quando Bhisma fu pronto a lasciare il suo corpo, Krishna gli apparve davanti e disse:

Qualcuno mi sta chiamando, e chiunque altro deve aspettare. Devo stare qua. Perché? Perché questa chiamata è più potente di altre”.

Bhisma realizzò che prima si trovava in una concezione di dualità.

Ero nella dualità di vita rituale, e nitya-dharma (la funzione eterna dell’anima: devozione d’amore). Il mio errore fu quello di dare più enfasi al naimithika-dharma (impegni temporanei in accordo alla mia condizione psicologica e sociale), mentre ho trascurato il nitya-dharma”.

Bhisma pensa che poichè mangia il cibo di Duryodhana, deve combattere per lui. Promise di supportare ciecamente il re, senza pensare se fosse giusto o sbagliato; e sta facendo in questo modo. Anche se il re ha torto, Bhisma non glielo dice. Sta solo facendo ciò che il re chiede.

Nonostante sia estremamente elevato nella sua relazione con Krishna, non si centrava in un sola cosa. Non si trattava di una devozione purissima. Ma adesso, sul suo letto di morte, è completamente assorto in Krishna, e dice:

Krishna, sono libero da altre cose, perché il mio sangue è fuoriuscito dal mio corpo. Questo sangue ha provocato molti problemi. Arjuna era l’unico uomo adatto per predisporre il mio letto. Perché lui sa ciò di cui ho bisogno. Questo letto di frecce non mi sta dando dolore, ma piuttosto mi allevia dalla sofferenza. Adesso sono centrato su una cosa sola: nitya-dharma”.

Cos’è nitya-dharma? È l’eterno dharma dell’anima – la mia relazione è con Te, e devo fissarla. Tutto qui. Non c’è altro da fare. Bhisma sta ricevendo così tanta misericordia!

Ero in entrambi i dharma. Dopo aver vissuto e pensato sempre a Krishna, esternamente ed internamente, in una vita piena di responsabilità, sono andati avanti. Ma adesso sono libero, e Tu sei apparso davanti a me. Sei così gentile e così misericordioso. Questo è il nostro errore, che non Ti vediamo. È il tempo di lasciare questo corpo mortale”.

Se il puro devoto comprende tutto ciò, sarà molto fortunato. In ogni momento potremmo morire. Gli insegnamenti nello Srimad-Bhagavatam sul come morire, riguardano tutti. Come prepararti al momento della morte, così che Krishna vivrà sempre con te. Quando praticherò tutto ciò nella mia vita, allora può succedere anche per te al momento della morte. Guarda alle persone che muoiono. Ciò che hanno praticato nella loro vita, lo praticano anche nella morte. Si dice così. Se qualcuno combatteva, combatterà ancora. Lo stesso comportamento verrà sempre più incrementato, perché il controllo dall’intelligenza cade. Se qualcuno è devoto a Dio, comincerà a pregarlo molto a lungo. Questa vibrazione cambierà. Se qualcuno è devoto Krishna, centrerà la sua mente su Krishna.

Questa è la via di un devoto, come Bhisma. Al momento della morte non si preoccupava. Questa è la verità. Tutti quanti devono lasciare questo corpo. Quando centriamo e conosciamo noi stessi, ogni cosa diventa sottile nella nostra vita. Cosa ti succederà? Per prima cosa, arriverà la pace. Solo conoscendo te stesso, e vivendo nella coscienza dell’anima, arriverà la pace. Vivrai come in mauna. Stai facendo tutto, ed ancora non stai facendo niente. Arriverà la felicità. Il reale obiettivo apparirà davanti a noi. Mantieni la tua fede nel Guru, sull’Istha-deva, sul Nome e sulla tua forma spirituale. La tua forma spirituale sarà evocata dopo che avrai praticato queste tre cose. E quando sarà evocata, ogni cosa cambia. Prima di tutto ciò, si tratta solamente di pratica religiosa, per mantenerti in virtù. A volte, virtù, passione ed ignoranza ci influenzeranno. Come venirne fuori? Per questo devi sviluppare la tua coscienza dell’anima, la coscienza del sé ;allora ne potrai venire fuori. Persino dopo ciò, queste influenze avranno effetto. Persino i mahajanas qualche volta si arrabbiano. Anche loro devono fare il bagno, cambiare i loro vestiti, camminare, pulirsi i denti, ma loro vivono nel nitya-dharma, nella coscienza della jiva, in visita per queste occupazioni, e tornare indietro velocemente. Sanno che si tratta solo di pochi minuti, o poche ore. Dobbiamo solamente praticare a vivere lì per alcuni minuti, non permanentemente, ma iniziare da un minuto, due minuti, cinque minuti, dieci minuti, così che puoi osservare e verificare. Così avrai visto entrambi i lati della moneta. Questa è la via per Vrindavana. Dov’è il posto più elevato che dobbiamo raggiungere? Dov’è l’inizio, cos’è la cosa più elevata?

Se praticherai per vivere lì, allora potrai gustarlo, perché con questo corpo fisico non puoi farlo. Quando lo gusterai con il tuo corpo spirituale, allora non desidererai fare qualunque altra cosa. Lentamente gli altri desideri se ne andranno.