Srila Puri Maharaja a Vicenza
Conferenza tenuta a Nove (Vicenza) il 21-5-99
La non violenza
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Om santih santih santih om Siamo molto felici di vedere tutti voi con dei visi luminosi, che siete ansiosi di ascoltare riguardo alla non violenza. La non violenza è un soggetto eterno. Nei Veda e nelle Upanisad è predicata la non violenza. La non violenza fu predicata e insegnata dai grandi maestri e saggi. In tempi recenti Sri Caitanya che è apparso in India 500 anni fa, ha anche Lui predicato la non violenza. Mahatma Gandhi cominciò questo movimento della non violenza nel 1919/20.
Naturalmente le persone nel mondo hanno potuto conoscere la non violenza tramite Mahatma Gandhi. Ma perché è necessaria la non-violenza? Quando le persone non possono più mantenere la loro indipendenza, non riescono più a seguire le regole e le norme che sono prescritte nelle Scritture, allora uno si deve arrendere a cercare di stabilire la verità. La verità può essere stabilita attraverso la non-violenza. Qual è il significato della non violenza, ahimsa? Il significato letterale della parola ahimsa è che non dobbiamo danneggiare nessun essere vivente o creatura, né fisicamente, mentalmente, verbalmente, moralmente. Se facciamo del male a qualcuno, usando delle parole dure e taglienti, anche quella è violenza. Se usiamo i nostri organi fisici per controllare gli altri, anche questo è far del male. E se si pensa mentalmente a far del male a qualcuno, anche questa è violenza. C’è una gran varietà di cose in questo mondo, ma fra tutte la non violenza è necessaria. Perché in tutte le attività che svolgiamo dobbiamo applicare la non violenza. Senza usare la violenza possiamo risolvere anche i problemi più difficili. Possiamo ridurre le incomprensioni, le guerre, i litigi, lo sfruttamento delle persone. Questo sistema dev’essere adottato ed è il messaggio dei grandi saggi. La non violenza è un sistema che esiste da sempre. Ci sono tre tipi di leggi: la legge fatta da Dio, quella fatta dall’uomo e quella fatta dalla natura. Non dobbiamo violare questi tre tipi di leggi.
Ciò che è stato stabilito in natura, se noi lo violiamo, poi dovremo subirne le reazioni. Vediamo che nell’atmosfera, nell’ambiente e nell’etere, sono sorti molti problemi dovuti al fatto che sono state violate le leggi della natura. Gli scienziati sebbene dicano che loro non sono responsabili, anche loro hanno una parte di responsabilità. Anche l’uomo ha fatto certe leggi per far sì che ci sia l’armonia tra gli uomini e gli uomini e gli animali e l’ambiente. Così questa armonia dev’essere mantenuta eternamente. Se dimentichiamo di mantenere questa armonia, stiamo violando la legge. Perciò per mettere ogni cosa in modo ordinato, dobbiamo osservare la non violenza. Tramite la non violenza, Mahatma Gandhi riuscì ad ottenere l’indipendenza dell’India, quindi la non violenza è un’arma che può rusolvere molti problemi, senza spargimento di sangue. Al contrario, molte nazioni ottennero l’indipendenza con vari spargimenti di sangue. Questa è una scienza politica. C’è anche una scienza spirituale. Om santih santih santih om. Pace, pace, pace.
E’ detto nei Veda che uno non deve usare un linguaggio tagliente o offendere le creature sia umane che animali, perciò c’è bisogno della pace, pace, pace. La pace è un’antica parola che fu divulgata dai santi, persone che avevano realizzato Dio. Solo attraverso la pace si possono fare delle cose meravigliose. Però se non c’è la pace, tramite la non-pace, non si otterrà niente, né pace né felicità.
Però la felicità c’è. Mahatma Gandhi aveva creato un movimento di satyagrahi, persone che seguono la Bhagavad-gita. Sthita-prajna… chi è uno sthita-prajna? Colui che ha abbandonato tutti i desideri. Dobbiamo essere senza desideri poiché appena abbracciamo i desideri arrivano i problemi. Dobbiamo quindi abbandonare tutti i desideri. Se sviluppiamo le buone qualità come la non-violenza ed altre qualità, allora possiamo mantenere la pace sia a livello spirituale, sociale, mentale e fisico.
Viene detto nel Mahabarata che Yudhistir, il fratello maggiore dei Pandava, sebbene fosse in esilio nella foresta, era in grado di dare da mangiare tutti i giorni a mille persone. Draupadi, sua moglie, aveva un piatto speciale: tutto ciò che lei cucinava, sia che fosse per cinque, sei o dieci persone, fintanto che lei non mangiava, questo piatto poteva nutrire un numero illimitato di persone. Questa notizia arrivò all’orecchio di Duriodhana che era un nemico dei Pandava. Lui organizzò un complotto facendo sì che uno yogi di nome Durvasa andasse a far visita a Maharaja Yudhistir verso le due del pomeriggio, dopo che Draupadi aveva già mangiato, in modo tale che lo yogi avrebbe poi lanciato una maledizione ai Pandava. Quando lo yogi arrivò coi suoi duemila discepoli, Maharaja Yudhistir gentilmente gli disse di andare a fare il bagno in un laghetto lì vicino. Poi Yudhistir Maharaj chiese a Draupadi se era rimasto qualcosa nel piatto, ma Draupadi gli disse che lei aveva già mangiato ma il piatto era vuoto. Questo fatto avrebbe però attirato le maledizioni di Durvasa lo yogi su di lei e su tutti loro. Disperata, Draupadi chiamò invocando il suo amato Maestro Krishna. Sentendo le sue preghiere Krishna arrivò immediatamente, chiedendo quale fosse il problema. Draupadi gli spiego cosa stava succedendo.
Allora Krishna disse: “ Va bene. Sono venuta da solo da Dvaraka. Per favore dammi qualcosa da mangiare.” Draupadi disse che aveva già pulito il piatto e non c’era più niente. Ma Krishna le disse di portare il piatto ugualmente per guardare meglio se c’era qualcosa. In effetti, guardando meglio, vide che era rimasta una piccola foglia (una foglia di tulasi). Allora Krishna prese questa foglia e la mangiò e poi disse:”Trposmi” (“Sono completamente soddisfatto”). Quando si sentì soddisfatto, automaticamente anche lo yogi e i suoi discepoli si sentivano sazi. Krishna nel frattempo mandò Bhima, uno dei Pandava, a chiamare Durvasa e i suoi discepoli, dicendo che il pranzo era pronto. Sapendo che non avrebbero potuto mangiare perché erano già sazi, Durvasa e i suoi discepoli decisero di andare via senza dire niente a nessuno. Così si risolse un problema senza maledizioni o spargimenti di sangue. Qual è il nemico della pace? Kama esa krodha esa rajo-guna-samodbhava, maha sana maha papa. Abbiamo sei nemici: uno è kama la lussuria, poi krodha la rabbia, poi lobha l’ambizione, moha la dimenticanza, mada l’orgoglio e la pazzia, e matsarya la malizia o l’invidia. Tutti sono sotto il controllo di questi sei nemici. Adesso questi sei nemici mi danno gli ordini, mi comandano. Kama la lussuria dice:”Voglio questo”. Krodha la rabbia ci fa agitare. Siamo schiavi di questi sei nemici che ci tartassano giorno e notte, ventiquattro ore al giorno.
Essi ci trascinano costantemente senza dare all’individuo un minuto di riposo, né un giorno alla settimana o al mese o all’anno. Non danno tregua. Loro stanno controllando il mondo intero e finchè saremo sotto l’influsso di questi sei nemici, come potremo godere della pace? Coloro che sono sotto l’influsso di questi sei nemici, possono dire di essere felici? Nessuno può dire di esserlo. Cos’è la felicità? La felicità è la pace. Adesso le nostre Upanishad dicono: pace, pace, pace. Quella pace può essere ottenuta e goduta se noi ci abbandoniamo al Signore supremo ed onnipotente.
Dio è la per controllare il mondo intero, la natura, etc. etc. Ci sono sette mondi, Bhuloka, Bhuvarloka, Svarloka, Maharloka, Janaloka, Tpoloka, Satyaloka, Brahmaloka e al di là di Brahmaloka c’è il mondo trascendentale chiamato Vaikuntha. E al di là di Vaikuntha c’è Goloka. Abrahma-bhuvanal loka punar avartino ‘rjuna, mam upetya tu kaunteya punar janma na vidyate. Una persona, anche se dovesse raggiungere il pianeta più elevato di questo universo dovrà poi tornare sulla terra, dopo essere vissuto lassù, non potrà rimanere a lungo. Ma se uno attraversa il limite di questo universo ed entra nello spazio non sarà più attratto dalla “massa”. Adesso siamo attratti dalla massa, ma se attraversiamo la massa ed entriamo nella spazio, non cadremo più nella massa. Potremo diventare leggeri come un pezzo di carte e volare nello spazio. Però là non c’è ossigeno, e allora? Uno morirà. Adesso gli scienziati hanno scoperto lo spazio. Precedentemente, c’era la legge di gravità, stabilita da Sir Isac Newton, che diceva che tutto ciò che uno butta nell’aria poi ricadrà dovuto alla forza di gravità (massa). Ma se uno riuscirà a superare le migliaia di miglia che formano la massa, ed entrare nello spazio, allora uno non tornerà più giù. Là però non c’è ossigeno, allora si morirà. In questo modo c’è un altro mondo, Vaikuntha, il mondo spirituale. E una persona che in questo mondo diventa perfetta seguendo tutte le regole e le norme della devozione, lui potrà arrivare nel mondo spirituale dal quale non tornerà più giù! E se raggiungerò questo stadio, anch’io non tornerò più in questo mondo. Qui c’è la pace assoluta, ed è chiamata ahimsa. Ahimsa paramo dharma. Qual è il significato di ahimsa paramo dharma? Non dobbiamo far del male a nessuna creatura vivente sia che sia una mosca che vola che un uccello, una bestia come una pecora o una capra, o una mucca o l’uomo. Perché non solo l’uomo possiede la vita, ma anche una mucca, un uccello, una gallina, un’insetto insignificante, hanno vita. E noi non abbiamo il diritto di sopprimere la loro vita.
Noi siamo esseri infinitesimali, servitori di Dio. Quale autorità abbiamo noi di odiare gli esseri, far loro del male, di ferire o uccidere. Per questo viene detto nella Bibbia, tra i dieci comandamenti, nel quinto comandamento: non uccidere! Se uccidiamo gli animali stiamo facendo Himsa, violenza. Non si può parlare di Ahimsa se si commette violenza. Le antiche scritture rivelate dicono che non dobbiamo danneggiare nessuna creatura. Se facciamo del male alle creature, poi arriveranno le reazioni. C’era una volta il re Pracinabhari, che eseguiva molti sacrifici, uccidendo capre che poi metteva nel fuoco. Arrivò là il saggio Narada che disse al Re che tutte le anime delle capre che lui aveva ucciso lo stavano aspettando per vendicarsi di lui. L’atto di uccidere in un sacrificio è detto mamsa. Quella persona a cui viene tolta la vita, lui poi la toglierà a colui che gliel’ha tolta. “Ma” significa mia, e amsa “carne”. Queste sono le regole che vengono seguite dai nostri saggi, ma adesso nel mondo nessuno segue più nessuna legge e nessuna regola. Noi certamente non abbiamo nessuna autorità per punirli. Ma se anche loro non vengono puniti dall’uomo, la natura stessa li punirà. Uno non può così evitare le reazioni perché ogni azione ha una sua reazione simile e contraria. Questa ahimsa, la non-violenza, fù insegnata da Buddhadeva. Buddhadeva era una incarnazione del Signore Krishna. Krishna si è manifestato in dieci incarnazioni. L’ottava incarnazione di Krishna era Buddha avatara, Dio stesso. Le persone eseguivano i sacrifici animale nel nome degli yajna, ed uccidevano molti animali.
Allora Buddha disse:”Fermatevi dall’uccidere questi animali e smettete di compiere questi sacrifici animali al presente”. Quando Buddha scomparve i suoi discepoli fraintesero i suoi insegnamenti. Loro pensavano che lui gli aveva sconsigliato di seguire i Veda, o di svolgere le attività descritte nei Veda. Questo significava secondo loro che Lui non apprezzava i Veda e che noi non avremmo dovuto seguire i Veda. Così tutti i discepoli di Buddha decisero di non seguire i Veda, ma in realtà lui è un avatara, non può andare contro i Veda. Aveva semplicemente chiesto loro di non eseguire questo tipo di rituali descritti nei Veda. Loro dicono:”Noi stiamo seguendo l’ahimsa”, ma stanno facendo himsa violenza. In che modo? Magari non uccidono gli animali, pesci o altre creature, ma poiché loro vanno nei ristoranti o hotel e mangiano il pesce e dicono:” noi non abbiamo ucciso questo pesce, piuttosto noi paghiamo”. Ma un animale dovrà soffrire, colui che lo cucina, colui che lo distribuisce, e colui che mangia un animale, colui che lo trasporta e colui che fa propaganda all’uccisione, dovrà sottostare alla punizione come reazione a questa violenza. Sebbene i buddhisti in molti paesi come il Giappone, la Cina, l’Indonesia, Giava, Sumatra, Sri Lanka si proclamino ahimsavadi, seguaci della non violenza, loro in realtà stanno facendo violenza. Così Buddha fu lui che iniziò e insegnò la filosofia della non violenza in India. Attualmente però esistono pochissimi buddhisti in India, sono per la maggioranza fuori dell’India. Certamente Buddha deve essere seguito.
Questi sono i diversi tipi di ahimsa. Grazie per essere venuti.
Domande
D (giornalista): Perché dobbiamo rinunciare al desiderio? Il maestro ha parlato che dobbiamo liberarci e svuotarci da tutti i desideri perché liberandoci da tutti i desideri possiamo poi arrivare ad essere in armonia con i desideri di Dio.
R : Si noi non abbiamo desideri, vogliamo Dio. Noi offriamo le nostre preghiere al Signore, ma in realtà noi vogliamo il Signore.
D: L’amore è un linguaggio universale che accomuna tutte le religioni ed è la via per giungere alla pace. Mi chiedevo qual è la radice dell’odio visto i conflitti che ci sono nel mondo. Il Maestro ha parlato di sei nemici nell’uomo. C’è forse qualcos’altro.
R (Vishnu M.): Il fatto che una persona non controlla questi sei nemici, questo lo porta ad essere sviato da loro.
D: Qual è il cuore dell’odio?
R (un’ospite): l’ignoranza.
R(Guru M.): Quando violiamo e andiamo contro i pensieri e i desideri che sono inerenti alla nostra natura che è quella di essere in armonia con Dio.
R (Vishnu M.): Dice che un’altra ragione è il falso ego, poiché mettendo se stesso al centro di tutto e per soddisfare se stesso uno arriva a far del male agli altri. L’ego o l’egoismo è la causa di tutti i mali.
D: come arrivare ad annullare la mente?
R(Vishnu M.): Possiamo controllare la mente praticando i diversi tipi di yoga, dopodiché potremo ottenere il samadhi.
D: c’è uno stato di non ritorno? Il Maestro aveva detto che ci sono sette pianeti, e a meno che uno non supera ed oltrepassa questi sette pianeti, dovrà sempre tornare indietro, anche se raggiunge l’ultimo dei pianeti.
R: sì, c’è questo stato. Il mondo spirituale, Vaikuntha è quello stato o piano. Quando uno si autorealizza supera questi sette pianeti ed entra nell’atmosfera o nel piano spirituale. Bisogna superare anche lo spazio perché là non c’è ossigeno e bisogna avere la forza o capacità di resistere alla mancanza di gravità. Bisogna quindi sviluppare il proprio corpo spirituale, con il quale si potrà viaggiare in tutti i mondi. Uno svilupperà il suo corpo spirituale quando realizzerà la sua vera identità. Ovviamente questo richiederà parecchie vite. Ogni volta che l’essere vivente si reincarnerà avrà l’opportunità di elevarsi e perfezionarsi. La nostra vera identità è che siamo anime eterni servitori di Krishna. Quando realizzeremo questo, finiremo questo ciclo di nascite e morti. Colui che ripete i santi nomi di Dio e si sottomette a Lui definitivamente il Signore lo aiuterà e lo proteggerà, soddisfando tutti i suoi desideri. Non ci dobbiamo dimenticare di Lui; più andiamo vicino a Lui e più ci benedirà.
D (giornalista): Come posso aiutare gli altri? Come posso aiutarli con il mio lavoro?
R: Se tu vuoi aiutare qualcuno devi prima aiutare te stesso. La cosa che devi fare per prima è di abbandonarti ai piedi di loto di Krishna. Se mi trovo in una situazione in cui non posso aiutare me stesso me stesso, come posso aiutare gli altri? Comunque se voglio aiutare qualcuno, il Signore mi deve benedire. Se il Signore mi benedice allora potrò aiutare gli altri. Al contrario senza le sue benedizioni non potrò fare nulla. Siamo senza potere e senza aiuto. Lui è il maestro di tutti i maestri, è onnipotente, onnisciente, onnipresente, Lui osserva tutti ovunque e Si prende cura di noi se noi ci abbandoniamo a Lui, proprio come un bambino che prende il latte dal seno della madre e dipende da lei. Sia che la madre lo picchi o lo abbandoni, il bambino non lascerà mai la madre, ma piangerà finché la madre arriverà. Siamo come dei bambini indifesi, quindi come possiamo aiutare gli altri? Il Signore ci deve aiutare. Che il Signore Krishna ti possa benedire. Grazie molte.