LAKSHMI è la devi dell’abbondanza, della luce, della saggezza e del destino, ma anche (secondariamente) dea della fortuna, bellezza e fertilità. È comunemente considerata consorte (Shakti) di Visnu, e madre con lui di Kama, deva dell’amore.
La dea Lakshmi è strettamente collegata con il denaro e tutto ciò è inerente all’abbondanza e alla prosperità. Lakshmi è inoltre dea della purezza e della santità; a lei ci si rivolge per la fortuna e il benessere in famiglia, matrimonio, figli, cibo e ricchezza, bellezza e salute.
La sua principale caratteristica è quella di tenere in mano un fiore di loto; questo perché il fiore di loto nasce dal fango, però quando sale a galla è puro senza nessun residuo di fango. Quindi è anch’esso come la dea simbolo si purezza e spiritualità.
Inoltre, la posizione seduta su un loto è un elemento ricorrente dell’iconografia di molte altre divinità induiste e buddhiste, ed indica che l’essere in questione trascende le limitazioni del mondo (il “fango” dell’esistenza) per muoversi liberamente in una sfera di purezza e spiritualità (come il loto sulla superficie dell’acqua).
Il veicolo di Lakshmi è il gufo
Lakshmi è anche nota come:
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Nārāyaṇi (नारायणि), o sposa di Viṣṇu;
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Shri, usato anche come termine onorifico per le divinità ma che è soprattutto suo attributo;
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Vidya, o conoscenza;
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Dharidranashini, o distruttrice della povertà;
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Dharidradvamshini, o che combatte la povertà.
Come detto è strettamente associata al loto (Padma in sanscrito), e molti suoi nomi sono legati al fiore, tra cui:
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Padmapriya: amante del loto,
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Padmamaladhara devi: dea con la ghirlanda di loto,
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Padmamukhim: dal volto di loto,
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Padmakshi: dagli occhi belli come un loto,
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Padmahastam: che regge un loto,
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Padmasundari: affascinante come un loto.
Un altro suo nome è Bhargavi, in quanto si sarebbe reincarnata come figlia di Sage Bhrigu.
Laksmi, dea della fortuna e compagna eterna di Narayana, dopo aver visto Krsna, nè è rimasta attratta a tal punto da essersi sottoposta per millenni a rigidissime austerità al solo scopo di potere un giorno diventare una gopi. Ma troppo consapevole delle opulenze di Krsna (Narayana), che non riesce a dimenticare, Laksmidevi non potrà mai assurgere alla posizione di pastorella di Vrndavana, che dire poi di quello unico ed insostituibile di Radharani.
Lakshmi si sottopone a rigide austerità per poter diventare un giorno una gopi di Vrndavana, senza riuscirci, perchè è troppo consapevole delle opulenze di Narayana, che non riesce a dimenticare.
A Vrndavana l’ influsso di Yogamaya nasconde la reale opulenza di Krishna, perchè quello è il rasa che unisce i suoi abitanti alla Suprema Personalità, ma Lakshmi no, lei ne è pienamente consapevole, e non riesce ad avere quel rapporto esclusivo con Krishna.
In realtà tutto ciò è un gioco degli abitanti trascendentali di Vaikuntha.
Circa il concetto di superiore e inferiore a Vaikuntha, nel mondo materiale siamo abituati a parlare di alcune cose o situazioni come superiori o inferiori ad altre. Si è soliti giudicare superiore chi ha di più e inferiore chi ha di meno, ma nel mondo di Dio i parametri sono diversi, perché li tutto è assoluto. I parametri sono qualitativi, e non numerici.
Quindi chi ha di più gode lo stesso di chi ha di meno, perché ogni essere si trova nella sua posizione originale, e gode al massimo della sua natura, ed è pieno in se stesso. Chi ha di meno non sente di avere di meno e non invidia e non prova rancore per nessuno, perché quelli sono sentimenti totalmente assenti.
Sebbene Lakshmi sembri desiderare la posizione di Radharani, quello è solamente un gioco, un passatempo spirituale.
Le origini della dea Lakshmi sono descritte nello Shri Sukta (“Inno a Shri”), aggiunto al Rig Veda.
Il saggio Durvasa donò a Indra, re dei deva, una ghirlanda di fiori che non sarebbero mai appassiti; Indra diede la ghirlanda al suo elefante sacro, Airavata. Quando Durvasa vide l’elefante calpestare la ghirlanda maledisse Indra, e desiderò che tutti gli dei perdessero il loro potere, che li aveva resi così altezzosi e irrispettosi.
Naturalmente, grazie alla maledizione, gli asura, da sempre in lotta con i deva, riuscirono a scacciarli dal cielo; gli dei sconfitti si rifugiarono dal Creatore Brahma, che chiese a deva e asura di zangolare l’oceano di latte per ottenerne il nettare dell’immortalità. Gli dei allora chiesero l’aiuto di Visnu, che prese le sembianze della tartaruga Kurma e fornì la base per sostenere il monte Mandara, che fu usato come bastone, mentre il re dei naga, Vasuki, fece da corda.
Tra i tesori divini apparsi dalla zangolatura dell’oceano di latte, ci fu anche Lakshmi, che scelse subito Visnu come compagno in quanto l’unico in grado di controllare māyā (illusione).
In conseguenza di queste origini, Lakshmi è anche detta figlia del mare, e sorella della luna, anch’essa apparsa dalla zangolatura.
Come dea della ricchezza ha 8 aspetti;
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Adi Lakshmi (आदि लक्ष्मी, Ādi Lakṣmī) — abbondanza di santità;
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Dhanya Lakshmi (धान्य लक्ष्मी, Dhānya Lakṣmī) — abbondanza di cibo;
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Dhairya Lakshmi (धैर्य लक्ष्मी, Dhairya Lakṣmī) — abbondanza di coraggio;
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Gaja Lakshmi (गज लक्ष्मी, Gaja Lakṣmī) — elefanti, simbolo di ricchezza;
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Santana Lakshmi (सन्तान लक्ष्मी , Santāna Lakṣmī) — abbondanza di progenie;
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Vijaya Lakshmi (विजय लक्ष्मी, Vijaya Lakṣmī) — abbondanza di vittorie;
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Vidya Lakshmi (विद्या लक्ष्मी, Vidyā Lakṣmī) — abbondanza di conoscenza;
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Dhana Lakshmi (धन लक्ष्मी, Dhana Lakṣmī) — abbondanza di denaro.