Pariksit Maharaja
Figlio di Abhimanyu e di sua moglie Uttara, nipote di Maharaja Yudhisthira e dei suoi fratelli, Pariksit ricevette in anticipo la notizia della sua morte e lascio’ subito la famiglia e il regno per andare a sedersi sulle rive del Gange e digiunare fino alla morte. In omaggio alla sua dignita’ imperiale, tutti i grandi saggi, risi, filosofi e yogi lo raggiunsero nel luogo che aveva scelto. Gli offrirono suggerimenti sul dovere da compiere in punto di morte e fu infine deciso che egli avrebbe ascoltato da Sukadeva Gosvami il messaggio di Sri Krishna. Gli fu narrato cosi’ lo Srimad-Bhagavatam.
Finché Pariksit Maharaja era al potere, il Kali-yuga non aveva la possibilità di manifestarsi, ma poi è arrivato, com’era già prestabilito. Pariksit Maharaja fu maledetto da un brahmana a morire entro sette giorni e dopo la sua scomparsa il Kali-yuga iniziò a diffondersi, tanto che oggi ha i suoi quattro luoghi di residenza praticamente ovunque.
Maharaja Pariksit era imperatore del mondo, compresi i mari e gli oceani. Non aveva dovuto conquistare questo regno con le proprie forze, ma lo aveva ereditato dai nonni, Maharaja Yudhisthira e i suoi fratelli. Lo amministrava con grande arte e si dimostrava cosi’ all’altezza dei suoi illustri antenati. Nulla si poteva rimproverare dunque alla sua opulenza o all’esercizio delle sue funzioni regali.
La vita di Pariksit Maharaja fu messa in pericolo dal figlio di Acarya Drona, detto Drauni, o Asvatthama, che precedentemente aveva ucciso i cinque figli di Draupadi mentre dormivano, azione per la quale Arjuna l’aveva punito.
Dallo Srimad Bhagavatam, primo canto:
Si dice che Maharaja Pariksit, il figlio di Abhimanyu, fosse un devoto di prim’ordine; si dice che la sua nascita e i suoi atti fossero tutti meravigliosi. O Suta, parlaci di lui.
capitolo 8
Pariksit salvato dalla morte
Suta Gosvami disse:
Dopo questi avvenimenti, i Pandava, desiderosi di offrire oblazioni d’acqua ai loro defunti, raggiungono le sponde del Gange accompagnati da Draupadi. Davanti camminano le donne.
Dopo aver pianto i loro cari e aver loro offerto sufficiente acqua del Gange, essi procedono alle abluzioni nel Gange, le cui acque sono santificate perche’ mischiate alla polvere dei piedi di loto del Signore.
La’, Maharaja Yudhisthira, re dei Kuru, si siede; con lui sono i suoi fratelli minori e Dhritarastra, Gandhari, Kunti, Draupadi, tutti sopraffatti dal dolore. Tra loro e’ anche Sri Krishna, il Signore.
Sri Krishna e i muni presenti cominciano a confortare coloro che sono stati colpiti dal turbamento e dall’afflizione ricordando le leggi intransigenti dell’Onnipotente e la loro azione sugli esseri
Il malvagio Duryodhana e i suoi seguaci hanno usurpato con l’inganno il regno di Yudhisthira, colui che non ha nemici. Ma per la grazia del Signore, che fece perire i re senza scrupoli del partito di Duryodhana, Yudhisthira ha potuto ricevere il suo regno.
Altri ancora sono morti per aver sciolto i capelli della regina Draupadi, atto col quale avevano ridotto la propria esistenza.
Sri Krishna Si prepara allora a partire. I brahmana, guidati da Srila Vyasadeva, Gli fanno atto di adorazione, a cui Egli subito risponde. Poi chiama a Se’ i figli di Pandu.
All’istante di prendere posto sul carro e accingerSi a partire per Dvaraka Egli vide Uttara che corre verso di Lui terrorizzata.
Uttara disse:
O Signore dei signori, maestro dell’universo ! Tu che sei il piu’ grande degli yogi, proteggimi, Ti prego, perche’ nessun altro puo’ salvarmi dalla morte in questo mondo di dualita’.
O Signore onnipotente, una freccia di ferro infuocata si sta dirigendo verso di me a gran velocita’. Che io sia pure ridotta in cenere, se questo e’ il Tuo desiderio, ma Ti prego, non lasciare che uccida il figlio che porto in me. O mio Signore, Ti supplico, concedimi questa grazia.
Suta Gosvami disse:
Ascoltate attentamente le sue parole, Sri Krishna, sempre cosi’ affettuoso verso i suoi devoti, capisce subito che Asvatthama, il figlio di Dronacarya, ha lanciato un altro brahmastra, questa volta per distruggere l’ultimo discendente dei Pandava.
O migliore dei pensatori [Saunaka], vedendo il radiante brahmastra dirigersi verso di loro, i cinque Pandava afferrarono le loro rispettive armi.
Vedendo in pericolo i Suoi puri devoti, anime completamente sottomesse a Lui, il Signore onnipotente, Sri krishna, afferra subito il Suo disco Sudarsana per proteggerli.
Sri Krishna, maestro supremo di tutte le perfezioni yoga, e’ situato nel cuore di ogni essere come Paramatma. Cosi’, per proteggere la discendenza dei Kuru, avvolge con la Sua energia personale il bambino situato nel grembo di Uttara.
O Saunaka, gloria della famiglia di Bhrigu, sebbene quest’arma estrema, il brahmastra, lanciata da Asvatthama fosse implacabile e incoercibile, quando incontro’ la potenza di Visnu [Sri Krishna], fu subito neutralizzata e annientata.
Quando Pariksit Maharaja era l’imperatore del mondo, viaggiava attraverso il suo regno. Un giorno, vide qualcuno che cercava di uccidere una mucca e agì all’istante: “Chi è quest’uomo che cerca di uccidere una mucca?” Pariksit si preparava a ucciderlo, ma l’uomo si salvò dicendo, “Questo è il mio momento, sono il Kali-yuga. Rappresento questa era ed è questa la mia occupazione: uccidere le mucche. Che posso farci?” Pariksit disse, “E’ meglio se te ne vai fuori dal mio regno, sennò ti uccido.” “Dove devo andare?” “Fuori dal mio regno.” “Dove finisce il tuo regno? Tutto il mondo è il tuo regno. Dove andrò? Sono anch’io un tuo suddito, perciò devi assegnarmi un luogo in cui vivere.”
Allora Pariksit gli ordinò dove risiedere. Dyutam panam striyah suna yatradharmas catur-vidhah: «Puoi vivere in quattro luoghi – dove c’è il sesso illecito, ovvero la prostituzione, dove si uccidono gli animali senza una reale necessità, come i mattatoi, dove regna l’intossicazione e dove si gioca d’azzardo.» (Srimad-Bhagavatam 1.17.38) A quel tempo, per Kali era molto difficile trovare luoghi del genere, perché nel regno di Maharaja Pariksit non c’erano case chiuse, mattatoi, rivendite di alcolici o case da gioco. Dove governa un rajarsi queste cose non esistono. Kali ordì quindi un complotto per togliere di mezzo Maharaja Pariksit ed espandere la propria influenza.
Finché Pariksit Maharaja era al potere, il Kali-yuga non aveva la possibilità di manifestarsi, ma poi è arrivato, com’era già prestabilito. Pariksit Maharaja fu maledetto da un brahmana a morire entro sette giorni e dopo la sua scomparsa il Kali-yuga iniziò a diffondersi, tanto che oggi ha i suoi quattro luoghi di residenza praticamente ovunque.
Pariksit Maharaja si trovava nella foresta e gli venne molta sete. Poichè era vicino all’asrama di Samika Rsi, decise di andare là a chiedere dell’acqua. Tuttavia, in quel momento, il saggio era assorto in meditazione ed era incosciente del mondo esterno. Perciò quando il re gli chiese dell’acqua, il saggio non lo udì. Pariksit Maharaja
pensò: ” I sadhu dovrebbero essere umili e misericordiosi, pur essendo io il re lui mi ignora”. Pariksit Maharaja pensò: “Voglio dargli una buona lezione, vedendo un serpente morto che giaceva nelle vicinanze, lo raccolse e lo avvolse tre volte intorno al collo del saggio come una ghirlanda. Poi lasciò l’asrama di Samika rsi e sulla via del ritorno si chiese se il saggio lo avesse realmente ignorato. Se così non fosse stato, egli pensò, ho commesso un’aparadha nei suoi confronti e potrei essere distrutto da una sua maledizione.
Il figlio di cinque anni del rsi stava giocando con i suoi amici, ma quando vide suo
padre con il serpente attorno al collo, divenne furibondo. Predendo l’acqua dal Gange e spruzzandola maledì chi aveva fatto quell’azione a morire entro sette giorni per il morso di un serpente. Samika rsi tornato alla coscienza esterna, potè immediatamente capire tutto quello che era successo.
Allora il rsi rimproverò suo figlio: “Tu sei molto ignorante e Pariksit Maharaja è molto erudito e avanzato. Se lui muore, tutto il mondo cadrà nel caos e verrà distrutto. I brahmana devono essere molto tolleranti e indulgenti, specialmente i brahmacari, quindi perchè ti sei arrabbiato?”